mercoledì 10 aprile 2019

Il risveglio interiore che trasforma la nostra relazione con la realtà




Così, coloro che dicono di volere la giustizia senza il suo correlativo, l’ingiustizia, o un buon governo senza malgoverno, non comprendono i grandi principi dell’universo, né la natura di tutta la creazione. Si potrebbe allora parlare di esistenza del Cielo senza la Terra, o del negativo senza il positivo, il che è chiaramente impossibile. Eppure la gente continua a discutere, senza fermarsi; non può trattarsi che d’idioti o di furfanti… Chung Tzu

La coscienza dell’uomo in tutto il mondo, e da secoli, è vittima di una specie di allucinazione collettiva prodotta da una fallace prospettiva del pensiero condizionato da percezioni illusorie.

Molti studiosi considerano la crisi attuale che è caratterizzata dal crollo delle ideologie e del potere basato sull’egoismo, sta portando alcuni individui a una Nuova Coscienza che oggi è di certo indispensabile per affrontare i problemi sociali ed ecologici. Sarà il risveglio da questa allucinazione prodotta dal dominio dell’ego che con il suo bagaglio di condizionamenti è alla radice della divisione e del conflitto, che fa sì che la nevrosi sia la condizione “normale” di quasi tutti gli esseri umani.

La maggioranza degli individui è alienata dal proprio Sé, imprigionata da inutili inganni mentali, dalle speranze e paure dell’ego. Per ego s’intende il personaggio illusorio creato dal pensiero, che nella vana ricerca di sicurezza e stabilità produce frustrazione, sofferenza e noia.

Se guardiamo le cose con obiettività, riconosciamo che l’umanità è stata condizionata per secoli da ideologie, molto spesso assurde, che imprigionano la libertà interiore e deformano la percezione del reale. Siamo stati convinti di essere individui separati, dotati di un io e di libero arbitrio, guidati dal pensiero e dalla ragione secondo i rigidi canoni della società.

Ci siamo così allontanati dall’intelligenza della Natura e dalla nostra interconnessione con essa, abbiamo perduto il contatto con l’anima e la vita reale. Le credenze e il conformismo inibiscono l’intuizione, l’intelligenza e la spontaneità. Il risultato lo vediamo nel mondo, ed è inutile descrivere il caos sociale, politico ed economico e i conflitti internazionali che ci circondano.

L’attenzione al presente dissolve il senso di separazione
La coscienza che ci connette con il Tutto, con l’intelligenza insita nelle particelle subatomiche, con il nostro potenziale creativo, si manifesta quando l’io, il tempo e il pensiero scompaiono e nell’immediatezza spontanea del fluire della vita esprimiamo il nostro “vero io” il Sé – Coscienza – Testimone. Nella presenza mentale facciamo la cosa giusta al momento giusto, i pensieri vanno e vengono senza attrito o conflitto, l’attenzione al presente dissolve il senso di separazione tra osservatore e osservato, e siamo guidati a realizzare in armonia il destino, la parte che la vita ci ha dato nel teatro dello spazio tempo.

Se identificati con desideri e paure ci sforziamo di immaginare di ottenere ciò che vogliamo, questa sarà un’espressione dei nostri condizionamenti, quindi ben lontana dalla sintonia con il cosmo, con il silenzio interiore da cui sorge l’intuizione, con il cuore che accetta compassionevolmente ciò che è con equanimità.

La confusione e conflittualità che affliggono la società e gli individui in tutto il mondo dipende dal fatto che la percezione convenzionale condivisa è egoicamente polarizzata e per questo la normalità è patologica, mentre la liberazione dagli inganni mentali, la chiarezza percettiva di una mente libera dai condizionamenti e dal passato, è una condizione tanto rara da esser mitizzata: invece di chiamarla stato naturale, la si chiama illuminazione, cosicché l’ego può scatenarsi nella sua vana ricerca.

I pensieri creati ad arte in reazione alle nostre paure, ostacola il fluire degli eventi
L’idea che i nostri pensieri plasmino la realtà che ci circonda e che con il pensiero attiriamo il nostro destino, dalla prospettiva del Sè, il concetto è vero, ma dalla prospettiva dell’io dà adito a terribili fraintendimenti e può persino produrre problemi psicologici gravi. Infatti, il pensiero che nasce dalla prospettiva dell’io, non ha nulla a che vedere con la Mente Creativa e con l’Unita della Coscienza, anzi, anche se “positivo” ostacola il fluire armonico degli eventi e la percezione di “ciò che è“.
Intuire che il mondo e l’io non sono separati dalla Coscienza attraverso cui ne facciamo esperienza e aver fiducia che la vita sa prendersi cura di noi se fluiamo con cuore aperto, è qualcosa di assai diverso dai pensieri ottimistici creati ad arte in reazione alle nostre paure.

Se penso: “io creo il mondo che mi circonda” sono già perduto nell’illusione dal momento che con “io” s’intende la “persona“, l’entità creata dal pensiero attraverso la memoria e quindi la “storia” e le maschere con cui mi identifico. Se attribuiamo a quest‘io illusorio e non al Sé Cosciente l’onnipotenza creativa, siamo più vicini alla psicosi che all’illuminazione. L’uomo che desidera uscire dal conflitto, deve trovare una modalità della coscienza che non sia dominata dal pensiero e dall’egotismo.

Dalla prospettiva del Sé, è evidente l’interdipendenza tra la consapevolezza e la materia, tra l’essere e il divenire, tuttavia il Sé non crea ciò che desideriamo secondo il nostro condizionamento, ma ciò che è giusto e vogliamo veramente secondo leggi a noi ignote, che il pensiero non può avvicinare perché solo l’intuizione e la via del cuore e della saggezza –armonia, possono attingervi.

Il piano Causale, il Testimone senza forma, è il substrato del mondo fenomenico, il quale non esisterebbe separato da esso, e anche in questo caso ci si riferisce a un livello di coscienza che si può percepire nell’assorbimento profondo e che ha nulla a che fare con il pensiero bensì solo con l’insight profondo e immediato.

È la verità che libera non il tuo sforzo di liberarti
Il risveglio interiore che trasforma la nostra relazione con la realtà, non è un pensiero o un modo nuovo di pensare, bensì la chiara percezione della realtà e dei limiti del pensiero, che ci libera dal castello di illusioni in cui eravamo perduti. Ma non è l’io che può liberare se stesso: E’ la verità che libera, non il tuo sforzo di liberarti…

Finalmente è stato svelato il segreto della vita che porterà alla soluzione al problema umano: il pensiero crea!
Con questo s’intende che attiriamo con i pensieri ciò che ci capita e quindi decidendo di pensare positivamente tutto andrà per il meglio e potremo trasformare il mondo. L’idea di poter avere totale padronanza sul destino è estremamente allettante. Ma, nella vita reale basterà affrontare qualche dolorosa delusione per prender atto che le cose non seguono i nostri desideri e che i fatti del destino non rispondono ai nostri pensieri.

Il fatto è che molti dei nostri pensieri sono inconsci e alimentano dei programmi automatici che noi non riusciamo a gestire consapevolmente. Questi programmi sono il frutto di condizionamenti, traumi, schemi e convinzioni che ci portiamo dietro da anni (se non addirittura da vite).

Quello che possiamo iniziare a fare è osservare i pensieri che facciamo quotidianamente. Non si tratta di nascondere o soffocare emozioni negative o formulare semplicemente pensieri positivi. Significa piuttosto sviluppare una maggiore consapevolezza, fare un lavoro di trasformazione dal quale poi nasceranno automaticamente pensieri e atteggiamenti positivi.
Poi, potrai addirittura imparare ad utilizzare i pensieri per trasformare letteralmente la tua attuale realtà.


Fonte:
https://filippofalzoni.com - https://www.visioneolistica.it


giovedì 4 aprile 2019

Un evento spazio-tempo è un momento d’intenzione congelato




Esperimenti, sia mentali che di laboratorio, hanno inesorabilmente dimostrato che le nostre concezioni della realtà sono completamente inadeguate se rapportate al mondo della meccanica quantistica, ovvero al regno dell’infinitamente piccolo.

Il nostro cervello è uno strumento quantico che provoca il collasso delle funzioni d’onda, che esistono come possibilità prima che le realizziamo come eventi spazio-tempo. Perciò il cervello prende le possibilità e le realizza negli eventi spazio-tempo. È uno strumento quantico che converte la possibilità in realtà. Prende il non-manifesto e lo rende manifesto, sia nell’immaginazione sia come esperienza sensoriale.

Si parla di collasso della funzione d'onda quando l'insieme di tutti gli stati possibili da essa descritti (i cosiddetti "autostati") si riducono drasticamente e istantaneamente ad uno solo. Se ad es. stiamo studiando la posizione di un elettrone, il collasso della funzione d'onda rappresenta il passaggio dalla "superposizione" (dove l'elettrone occupa probabilisticamente molteplici posizioni) all'unica posizione dove l'abbiamo trovato all'atto dell'osservazione/misura.

Tutta la percezione è il collasso delle funzioni d’onda in un mare di possibilità in costante trasformazione e movimento e la mia percezione congela quella realtà esterna, ma persino nel momento in cui l’ho percepita è andata avanti. È proprio un fenomeno in movimento nel mare delle possibilità. Tutte le cose esistono come un mare di possibilità infinite e tutto esiste come potenziale puro. Il potenziale non ha né principio né fine. Esiste come potenziale.

Che cos’è l’informazione?
L’informazione è un mare di possibilità che aspetta che siano poste dellle domande. L’universo è a forma-d’onda? L’universo è a forma-di-particelle?
È la vostra domanda che costringe l’universo a fare una scelta. Prima che la domanda sia stata posta, l’universo non ha fatto una scelta. Non appena facciamo la scelta, l’universo è costretto a rispondere. Perciò, ai livelli più fondamentali della natura, l’universo è un mare di possibilità infinite che sono costrette a fare scelte per eventi di spazio-tempo una volta che abbiamo posto la domanda. L’universo è un enorme punto interrogativo, prima che diventi reale.
John Wheeler dice che l’universo rimane ambiguo, un brodo quantico che fluisce incessantemente, fino a che un essere cosciente lo osserva. L’essere cosciente potrebbe essere un’ape o un camaleonte, o potrebbe essere uno di noi. Senza una coscienza l’universo non costruisce se stesso in una forma fisica.

Einstein si trovava molto a disagio con certi aspetti della fisica quantistica. Uno di questi era la correlazione non-locale. Un altro era il principio di indeterminazione di Heisenberg. Infatti, quando Heisenberg si recò a spiegare a Einstein il principio di indeterminazione, Einstein pronunciò la famosa frase: “Dio non gioca a dadi con l’universo,” perché le nostre leggi meccanicistiche dicono che se ne sappiamo abbastanza dell’universo, saremo in grado di predire ogni cosa.

L’effetto dell’osservatore significa che a meno che non si osservi e fino al momento dell’osservazione l’universo esiste solo come possibilità. Fino a che lo osservi, in altre parole senza un cosciente essere senziente, l’universo non esiste. John Wheeler.

Come funziona una correlazione non-locale
Se avete due particelle sub-atomiche, A e B, e queste si scontrano, si scambiano un po’ d’energia e di informazioni, quindi A diventa A1 e B diventa B1: esse sono leggermente cambiate, proprio come quando tu e io ci scontriamo, siamo leggermente cambiati, scambiamo informazioni e anche energia. A livelli più fondamentali, quando particelle sub-atomiche si scontrano, esse scambiano energia e informazioni. Diciamo poi che A1 comincia a spostarsi verso un’estremità dell’universo e B1 si sposta verso l’altra estremità dell’universo, ma per tutta l’eternità rimangono istantaneamente correlate. Ciò significa che se io so che cosa sta facendo A1, sarò in grado di dire che cosa sta facendo B1. Se so dov’è A1, sarò in grado di dire dov’è B1. Sapendo, cioè, una qualità di comportamento di A1, sarò in grado di dire una qualità di comportamento di B1.

La Distanza nello Spazio è anche la Distanza nel Tempo
Ora c’è un fatto stabilito che ci sia in natura un livello fondamentale in cui ogni cosa è istantaneamente correlata a ogni altra cosa. Questo ci dà una prova matematica e sperimentale di ciò che possiamo chiamare onniscienza, onnipresenza o onnipotenza – dove ogni cosa è correlata, ogni cosa è organizzata, ogni cosa è connessa istantaneamente con ogni altra cosa.

Einstein si sentiva a disagio perché pensava dal punto di vista di tutti i fenomeni esistenti nello spazio-tempo, ma ciò che questo descrive è un dominio che si trova oltre lo spazio-tempo e la causalità, fuori dai domini di spazio-tempo. Ora gli scienziati riconoscono totalmente che non potete spiegare la biologia senza invocare la correlazione non-locale. Come fa il corpo umano ad avere pensieri, a suonare un pianoforte, a uccidere germi, a rimuovere le tossine e ad aspettare un bambino, tutto nello stesso tempo? E mentre fa tutto questo, correla ogni attività con ogni altra attività, tutto istantaneamente senza mediare l’attività delle cellule del fegato con le cellule dei reni, con la “fabbricazione” del nuovo bimbo.

Non solo, ma il nostro corpo sta inseguendo il movimento delle stelle mentre fa questo, perché i ritmi biologici che chiamiamo corpo sono veramente i ritmi dell’ecosistema e dell’universo. Ogni cosa, oltre a essere correlata con ogni altra cosa, è anche correlata istantaneamente. Non c’è tempo, non c’è energia implicata, perché l’energia è nello spazio-tempo. Non utilizza segnali di tempo o segnali di energia: è istantanea. È la base di ciò che chiamiamo sincronicità. Le correlazioni non-locali sono gli aspetti più impressionanti e più dominanti dell’attività della natura. E’ conosciuto matematicamente, è conosciuto dal punto di vista della fisica quantistica – è totalmente conosciuto sperimentalmente.

La proliferazione dell’indeterminazione
Osserviamo il principio di indeterminazione di Heisenberg: tutti i fenomeni sono simultaneamente a forma-d’onda e a forma-di-particella fino a che si esegue l’esperimento, e poi sono una o l’altra cosa. Se ne misurate uno, vi precludete allora la conoscenza di ciò che è l’altro.
Perciò se misuro la posizione, allora mi precludo la conoscenza del momento. Se lo conosco come particella, allora non lo posso conoscere come onda nello stesso momento. Non ha niente a che fare con le limitazioni delle nostre metodologie sperimentali, ha a che fare con le leggi della natura.
Inoltre, quando comincio a fare calcoli a questo livello di natura, devo usare numeri irrazionali. Un numero irrazionale è un numero che non può essere concettualizzato. Perciò l’infinito è un numero irrazionale: non si può concettualizzare. Per calcolare i comportamenti fondamentali dell’universo, devo usare numeri irrazionali che non posso concettualizzare.

La creatività comincia con l’indeterminazione. L’indeterminazione è veramente la ragione della creatività a questo livello, che è la quarta proprietà del dominio quantico. È creativo. Ed è creativo a causa della proliferazione dell’indeterminazione. Se siete sicuri di tutto, dov’è lo spazio per la creatività? Se conosco ogni cosa, allora quella è la fine della storia, più non so, più spazio c’è per la creatività. Questa creatività, nel carattere, è quantica. Ciò significa che ha qualcosa a che fare con la guarigione, perché tutta la guarigione è creatività biologica. Tutto il risanamento è creatività biologica. La natura sta creando costantemente.

Ma Guardate Fuori: Tutta questa Creazione Avviene Proprio Adesso! Non è successo tanto tempo fa, succede in questo momento. A livello quantico i fotoni collassano, le funzioni d’onda precipitano come eventi spazio-tempo e i nostri cervelli sono strumenti quantici che traducono il collasso delle funzioni d’onda in… un albero. Ma quell’albero sta realmente nascendo e sta morendo alla velocità della luce proprio ora. Dio lo sta creando. Se non credete in Dio allora un campo correlato meccanico quantico non-locale causale lo sta creando!
Un mistero la sta creando e lo sta facendo proprio ora. Tutta la creazione non solo sta avvenendo proprio ora. Ma qualche proprietà inaspettata, che è totalmente imprevedibile, emergerà mentre quella creatività continua, perché la creatività ripete se stessa, gli schemi del collasso sono ripetuti e poi, all’improvviso, ci sono salti quantici che sono chiamati proprietà inaspettate. Questo significa che non esistevano prima e voi non sapevate che cosa sarebbero stati prima di esistere.
Noi siamo qui come esseri umani e là fuori ci sono scimpanzè che condividono il 99,999% dello stesso DNA. Ma per quanto se sappiamo, gli scimpanzè non si chiedono chi è Dio e se hanno un’anima, o qual è la natura dell’esistenza. Per questo si è reso necessario un salto quantico. La creatività della natura è quantica.

Osserviamo l’Evoluzione Biologica. Vediamo che è punteggiata da queste discontinuità. Nella fisica quantistica le discontinuità ci sono quando una particella sub-atomica si sposta da un posto a un altro senza attraversare lo spazio in mezzo. Perciò ora è qui e poi è là e non è passata né qui né là. Inoltre è istantaneo: non appena scompare qui, riappare là senza alcuno scarto temporale.

Qual è la definizione di un’anima?
I punti qui discusso, sono le qualità dell’anima. Perché? Perché l’anima non è una cosa, è un campo di possibilità infinite. L’anima è onnisciente, l’anima prolifera e abbraccia l’indeterminazione per creare e l’anima co-crea con Dio. Dio rimane non-manifesto a meno che voi non partecipate.
L’anima è l’osservatore che interpreta attraverso la memoria e compie scelte attraverso il desiderio.
Ognuno ha un osservatore, ognuno osserva basandosi sulla memoria e sull’interpretazione e ognuno ha un campo comune che sono le infinite possibilità, le correlazioni non-locali, l’indeterminazione, la procreazione e la creatività.
L’osservatore è l’anima, il processo è la mente e il corpo fisico è l’oggetto.

fonti: scienzenoetiche.it
StazioneCeleste.it

martedì 26 marzo 2019

A mudança climática é uma consequência da manipulação artificial do clima




Ao longo da longa história da humanidade, os fenômenos atmosféricos e os desastres naturais sempre representaram algo inelutável, totalmente desvinculado de qualquer atividade humana que fosse realizada no planeta. Inundações, secas, ondas de gelo ou calor, assim como terremotos, erupções vulcânicas, tsunamis, furacões ou remoinhos poderiam talvez ser atribuídos à ira dos deuses ou à vontade divina, mas a responsabilidade dos homens dentro destas catástrofes, nunca foi além da recriminação por não serem capazes de se propiciarem adequadamente com o "Pai Eterno".

Somente no último século, começou-se a ter a percepção (ou a presunção) de que a atividade dos seres humanos poderia, de alguma forma, condicionar o clima da Terra e os grandes eventos naturais que atormentam nosso planeta. Por volta de meados do século passado, foi realizado o primeiro "bombardeio" de nuvens de tempestade para evitar o risco de granizo e pulverização de nuvens com cristais de sal para favorecer a formação da chuva. Enquanto na década de oitenta. o alarme causado pelo notório "buraco no ozono", se colocou, pela primeira vez, a atividade humana no banco dos réus por um potencial desastre global.

Aquecimento global
Durante as últimas décadas, a convicção de que a atividade humana, voluntária ou involuntariamente, seja capaz de condicionar tanto o clima quanto os eventos naturais, tornou-se progressivamente, cada vez mais reconhecida.

Por um lado, a comunidade científica global, através dos relatórios do Painel Intergovernamental sobre Mudanças Climáticas (IPCC), atribuiu oficialmente à atividade antrópica, em particular - as emissões de dióxido de carbono - o presumido aumento da temperatura em alguns graus, que deveria progressivamente ocorrer durante o século 21, mais conhecido como "aquecimento global".

Depois de ser cientificamente oficializado sobre como a atividade humana seja capaz de mudar radicalmente e profundamente o clima de todo o planeta, a ponto de alterar severamente seu equilíbrio, uma série de contramedidas foi criada (cuja utilidade permanece duvidosa), a partir da ratificação do "Protocolo de Kyoto" e da criação do "Projeto Agenda 21".

Por outro lado, agora já está bem estabelecido que grandes obras de infra-estrutura e atividades industriais ou de mineração são capazes de interagir com o meio ambiente em nível local.
Basta pensar na gigantesca "Barragem das Três Gargantas" na China, que mudou significativamente o clima de uma região inteira, assim como outras grandes barragens, contribuiran para se fornar territórios prósperos ou áridos de vastas dimensões. Ou considerar a atividade de fracking visando a extração de petróleo, que é capaz de causar eventos sísmicos mesmo de proporções consideráveis. Ou ainda, indo mais longe com a mente para os desastres nucleares como o de Chernobyl ou Fukushima, que perturbaram profundamente o equilíbrio ambiental de enormes áreas do nosso planeta.

O homem é capaz de desequilibrar o clima e o meio ambiente com escolhas conscientes.
Mas se é verdade que o clima e o meio ambiente podem ser influenciados pela atividade humana de forma acidental (poluição, grandes obras, extração intensiva de madeira, extração de combustíveis fósseis, atividades industriais), é igualmente verdade que o homem está provando ser potencialmente capaz de desequilibrar o clima e o ambiente, também em virtude de escolhas conscientes.

Em Dubai, por exemplo, como em muitas partes da China e além, ha muito tempo as nuvens são sistematicamente pulverizadas com cristais de sal para aumentar a precipitação da chuva. E ainda em Dubai, um projeto para a "construção" de uma cordilheira artificial está sendo estudado, visando mudar o curso das correntes e favorecer a chuva no deserto.

Passando do local para o global, há mais de uma operação de geoengenharia que há muito tempo vêm sendo realizadas. Toda a comunidade internacional nega a presença de qualquer projeto destinado ao desequilibrio global do clima e do meio ambiente, mas não é necessário teóricos da conspiração para se compreender como no campo da geoengenharia existam muitas operações em relação às quais a opinião pública deve permanecer ao obscuro.

Se o homem é potencialmente capaz de controlar o clima, deveria ficar claro para todos que quem tem as chaves desse controle em suas mãos, na verdade, possui as armas mais letais de todas as armas em circulação. O controle climático em nível global pode, de fato, permitir a qualquer um que seja capaz de gerenciá-lo, de colocar de joelhos qualquer nação "incômoda" colocando em crise sua economia e causando catástrofes "naturais", capazes de causar muito mais danos do que um um bombardeio tradicional possa causar.

Também no contexto do "Guerra ambiental", os projetos e experimentos não faltam, mas, como é lógico de se esperar, tudo acontece em segredo absoluto, e qualquer informação que fuja desse esquema, é imediatamente marcado como delírio, uma conspiração de algum louco exaltado.

A sensação avassaladora é a de que vivíamos com mais tranquilidade quando o clima e o ambiente eram controlados pelos deuses, o Todo-Poderoso ou o fato (dependendo de quais fossem as crenças religiosas de cada um) e pelo menos havia a esperança de que algum rito propiciatório seria suficiente ou alguma oração para consertar tudo.

Hoje, que o homem até certo ponto está cultivando a ambição de substituir "Deus", a esperança parece estar à beira da extinção e as conseqüências poderiam produzir problemas que vão muito além daquela que são as nossas possibilidades como pequenos seres humanos de passagem por um grande planeta.


                                           ‘A mudança climática afeta todos nós’. Robert Redford


Nós e a Terra estamos aumentando nossas freqüências vibratórias
A Terra é um ser vivo que está passando por seu processo de crescimento e transformação. Nosso desenvolvimento se espelha no seu. Nós e a Terra estamos aumentando nossas freqüências vibratórias, o que está fazendo lentamente nascer em ambos, uma nova dimensão ou realidade.
Tudo - visível e invisível - vibra em uma determinada frequência porque é energia. Um aumento do estado vibracional corresponde a um aumento na temperatura.
A própria terra está mudando as suas vibrações para cima, como é evidenciado pelo aumento da temperatura.

O clima da Terra está mudando. Muitas correntes científicas querem fazer com que a opiniao pública acredite que o "aquecimento global" seja apenas um fenômeno causado pela poluição industrial. Os contaminantes, certamente não fazem bem para o ecossistema, mas a causa real do aumento da temperatura global é causado pelo aumento da frequência vibracional do campo de energia planetário, que está aumentando exponencialmente.

É a freqüência sonora da Terra que está aumentando com grande velocidade. Esta é a frequência sonora básica, conhecida como Ressonância Schumann, que foi identificada pela primeira vez em 1899.

Fonte: dolcevitaonline - ​​
Marco Cedolin
  Gregg Braden

martedì 19 marzo 2019

La nostra realtà è una costruzione del cervello




La complessa relazione tra osservabile, processo di misura e osservatore è stata a lungo oggetto di dibattito nella comunità scientifica e ha dato luogo, nella storia, a diverse interpretazioni – la prima delle quali, e la più famosa, è stata la cosiddetta interpretazione di Copenaghen, formulata a metà degli anni cinquanta a partire dai lavori di Niels Bohr e Werner Heisenberg.

Secondo l’interpretazione di Copenaghen, domande come “dov’è una particella quantistica prima di misurarne la posizione” sono prive di senso, in quanto, per l’appunto, la posizione di una particella non è determinata finché non la si misura, e anzi, il processo di misura concorre a determinarla. Oggi un nuovo studio, pubblicato in pre-print su ArXiv, condotto da un’équipe di scienziati della Heriot-Watt University a Edinburgo, si è aggiunto alla lista di esperimenti specificamente progettati per chiarire il ruolo dell’osservatore nel processo di misura e in particolare il suo rapporto con la realtà. Si tratta della versione reale di un esperimento ideale proposto per la prima volta da Časlav Brukner, fisico teorico dell’università di Vienna.

“Prendete un pallone. Da calcio, da basket, da pallamano; non importa. Sparatelo con un cannone e riprendete la scena con telecamere ad altissima definizione. Ora riesaminate il video al computer e se siete stati abbastanza accurati, riuscirete senza dubbio a portare a termine il processo di misura in modo più che soddisfacente, con ottima approssimazione, con quelli previsti dalle equazioni dei modelli teorici che descrivono il moto del pallone. E potete star certi che il pallone, con o senza telecamere, avrebbe percorso esattamente la stessa traiettoria con le medesime caratteristiche. In altre parole, ai sistemi macroscopici poco importa chi li sta osservando, e come lo sta facendo. O ancora, riprendendo un motto spicciolo da libro di filosofia dell’autogrill, “un albero che cade nella foresta fa rumore eccome, anche se non c’è nessuno ad ascoltarlo”.

Ora, rimpicciolite il pallone fino a farlo diventare un oggetto quantistico (un elettrone, un fotone; non importa) e ripetete l’esperimento con un mini-cannone e una mini-telecamera. Vi accorgerete che non riuscirete più a concludere la misura come prima. Perché la vostra mini-telecamera perturberà irrimediabilmente la traiettoria del mini-pallone, diventando di fatto parte integrante e attiva dell’esperimento

È uno dei capisaldi più sottili e controintuitivi della meccanica quantistica, di quelli che mettevano a disagio perfino Albert Einstein: il processo di misura – e con esso l’osservatore che la compie – non è in alcun modo scindibile dall’oggetto misurato. Di più: il processo di misura è addirittura distruttivo, nel senso che perturba irrimediabilmente e irreparabilmente l’osservabile. “Un albero (quantistico) che cade nella foresta fa un rumore diverso a seconda di chi lo ascolta e di come lo ascolta”.

La realtà, una creazione della nostra mente
È possibile vedere, udire, odorare, esperire qualcosa che non esiste nella realtà oggettiva, ma che è unicamente il frutto della nostra mente?
È possibile vedere cose che non ci sono, udire cose che non esistono, odorare profumi che paiono scaturiti da un misterioso altrove; insomma: è possibile, ed è razionalmente ammissibile, fare esperienza di immagini, suoni, odori, relativi a oggetti che non sono presenti, che non esistono se non nella coscienza dell’io soggettivo, ma che restano invisibili e sconosciuti agli altri?

Sappiamo che casi del genere si verificano, e anche abbastanza frequentemente; e sappiamo che sono stati descritti non solo da persone assolutamente comuni, ma anche da eminenti studiosi: filosofi, psicologi, scienziati;
Santa Giovanna D’Arco udiva le “voci”: ma nessun altro le udiva. Da dove venivano? Secondo i suoi giudici, a Rouen, venivano dal demonio: e tale argomento fu rivolto contro lei, contribuendo alla sua condanna per stregoneria.

Ora, la domanda che ci poniamo non è se possano darsi delle realtà oggettive che solo alcuni esseri umani, in particolari circostanze, sono in grado di percepire: domanda alla quale la risposta non può essere che affermativa, se non altro per analogia con quanto osservato in presenza di animali che vedono, odono, odorano cose che gli umani non percepiscono affatto, ma che poi si rivelano perfettamente vere. Il nostro cane salta giù dalla sedia (dalla quale, peraltro, non si può vedere attraverso le finestre), si agita e scodinzola quando l’automobile di un amico si sta ancora avvicinando, giù in strada, e prima che sia giunta davanti alla casa, che si sia fermata, e che l’amico ne sia disceso. Si tratta di una esperienza comunissima, quasi banale per coloro i quali vivono con un animale domestico, specialmente con un cane. Allo steso modo, è noto che gli animali, e non solo quelli domestici, ma anche e soprattutto quelli selvatici, sentono l’avvicinarsi di un terremoto, di una inondazione e di altri simili catastrofi naturali, entrano in agitazione, e questo molte ore prima che l’evento disastroso si verifichi.

Ma la domanda é: sarebbe possibile che le esperienze relative a cose che non ci sono, siano da collegarsi non già con il manifestarsi di eventi che solo alcuni esseri viventi percepiscono, ma con una realtà interiore che è propria di ciascuno, e che filtra, per così dire, la realtà esterna, la modifica, la ricrea e, alla fine, la rende percepibile in maniera radicalmente diversa da come era in origine?
È possibile che la realtà in se stessa, la cosa in sé kantiana, sia per noi inconoscibile, del tutto misteriosa, mentre quella che conosciamo e che esperiamo ogni giorno, ogni minuto, è un’altra cosa, ovvero una perenne creazione della nostra mente, della nostra coscienza, la quale, se pure nasce da un “noumeno” a noi precluso, procede poi per vie sue proprie, al punto che è impossibile dire se si tratti di una modificazione della realtà o di una realtà a sé stante, di tante realtà quanti sono gli atti della conoscenza: il vedere, l’udire, l’odorare, eccetera, da parte di tanti soggetti diversi quante sono le creature viventi e quanti sono gli eventi della loro vita psichica?

Ebbene noi riteniamo che non solo ciò sia possibile, ma che sia la condizione normale del nostro rapporto con la cosiddetta realtà esterna: e i casi-limite, come quello narrato da Carl Gustav Jung, mentre egli era in visita ai monumenti tardo-antichi di Ravenna, nel 1934, ci offrono una spiegazione più convincente, perché maggiormente esplicita, della universalità del soggettivismo conoscitivo. Jung si recò da Alinari per comprare le fotografie dei mosaici, vista precedentemente nella visita a Ravenna, che rappresentava Cristo che tendeva la mano a Pietro, mentre questi stava per affogare nelle onde. “Ho conservato un chiarissimo ricordo del mosaico di Pietro che affoga, e ancora oggi posso vederne ogni dettaglio: l’azzurro del mare, le singole tessere del mosaico, i cartigli con le parole che escono dalle bocche di Pietro e di Cristo, e che tentai di decifrare. Appena lasciato il battistero mi recai subito da Alinari per comprare le fotografie dei mosaici, ma non potei trovare. Il tempo stringeva – si trattava solo di una breve visita – e così rimandai l’acquisto a più tardi: pensavo di poter ordinare le riproduzioni da Zurigo. Quando ero di nuovo in patria, chiesi a un mio conoscente che andava a Ravenna di procurarmi le riproduzioni, Naturalmente non poté trovarle, perché poté constatare che i mosaici che io avevo descritto non esistevano!”

Di questo strano episodio, che lo colpì moltissimo, Jung tenta di dare una spiegazione razionale basata sui meccanismi dell’inconscio. Secondo lui, l’”anima” è una personificazione dell’inconscio, impregnata di storia e preistoria, e rappresenta tutta la vita del passato che è ancora viva nell’individuo. Nel confronto con la propria “anima”, Jung racconta di essere stato vicino a perdersi, ad annegare, come stava accadendo a San Pietro allorché questi aveva tentato di raggiungere Gesù camminando sulle acque; ma ne era uscito indenne e l’integrazione dei contenuti inconsci lo aveva aiutato a ricostituire l’equilibrio della propria personalità. Egli conclude affermando che non si può descrivere ciò che accade allorché la coscienza si integra con l’inconscio, lo si può solo esperire; e che dopo l‘esperienza di Ravenna, egli si persuase che un fatto interno alla coscienza può apparire esterno ad essa, e viceversa.

Allora, domandiamoci: che cosa vediamo, quando crediamo di vedere? Che cosa udiamo, quando crediamo di udire, e poi constatiamo che avevamo visto e udito cose che non esistono nella “realtà”? Ci sembra che esperienze come quella descritta da Jung, e da tanti altri, si prestino semmai a una chiave di lettura più radicale, più conforme alle teorie di George Berkeley: noi non vediamo e non udiamo le cose che sono “fuori” di noi, ma quelle che sono “dentro” di noi: perché sono TUTTE dentro di noi. Quello che è fuori, è fuori; e noi non potremmo saperne nulla. Quello che percepiamo, lo percepiamo perché avviene nella nostra mente, viene elaborato dalla nostra coscienza.
Non vogliamo con ciò negare che esista una base oggettiva del nostro conoscere, perché, se così fosse, vivremmo in un perenne manicomio, in cui non esisterebbe alcun dialogo possibile con i nostri simili. Neghiamo soltanto che tale base determini la nostra esperienza. Quello che sono le cose in se stesse, noi non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Eppure c’è una maniera per giungere alla realtà delle cose in se stesse; ma si tratta, appunto, di una via extra-razionale (e sovra-razionale): l’esperienza mistica dell’unione con l’essere. Noi siamo parte dell’essere, e quello che riguarda noi, nasce dall’essere. Il nostro errore è quello di crederci separati, di essere delle realtà indipendenti: ma è un errore della mente. Per superare tale errore, bisogna lasciar andare i meccanismi della mente, le sue certezze, le sue operazioni. Quando ci lasciamo portare dalla corrente dell’essere, le barriere cadono e la realtà ci si presenta quel è veramente: un tutto unico, di cui noi siamo parte. Non ci sono più un prima e un dopo, un tempo e uno spazio, un dentro e un fuori: tutto è contemporaneamente vivo e presente.

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47065

mercoledì 13 marzo 2019

A Autoconsciência é o poder oculto no momento presente




O Self, do ponto de vista introspectivo, é considerado o núcleo da personalidade, indicado pelo pronome de terceira pessoa do singular para distingui-lo do ego, isto é, de sua imagem refletida na qual a consciência normalmente se identifica. Wikipedia

"Mas não tente entender isso. Você só pode conhecer quando a mente está quieta. Quando você está presente, quando sua atenção está completa e intensamente no Agora, o Ser pode ser sentido, mas nunca pode ser entendido mentalmente" E. Tolle

"A maioria das pessoas é tão completamente identificada com a voz em sua cabeça, com aquele fluxo incessante de pensamento involuntário e compulsivo e com a emoção que o acompanha, que poderíamos defini-lo como possuído pela própria mente. Enquanto você estiver completamente inconsciente disso, você acredita que aquele que pensa é quem você é. Essa é a mente egóica. Nós a chamamos egóica, porque há um senso do EU (o ego), em cada pensamento, em cada memória, em cada interpretação, opinião, ponto de vista, reação, emoção. E, espiritualmente falando, isso é a Inconsciência, ou o desconhecimento.

O que é a identificação espiritual?
A identificação espiritual é ver claramente que o que eu percebo, experimento, penso ou sinto não é quem eu realmente sou, é ter o conhecimento de que eu não consigo me encontrar em todas aquelas coisas que constantemente morrem ...
O SER não está apenas além, mas também profundamente dentro de cada forma, como sua essência mais profunda, invisível e indestrutível. Isso significa que é acessível a todos.

A mente vive no tempo; passado e futuro se alternam nos pensamentos fazendo-nos perder o presente. De acordo com Echart Tolle, a mente é uma ferramenta preciosa se for usada da maneira certa: "o ponto não está no fato que você use a mente de maneira errada, mas no fato de que você não a usa por nada, é a mente que lhe usa... Essa é a doença ... O começo da liberdade é a percepção de que você não é a entidade que possui você, o pensador. Saber isso, permite que você observe essa entidade. No momento em que você começa a observar o pensador, o mais alto nível de consciência é ativado ".

Nosso pensamento, o conteúdo de nossa mente, é obviamente condicionado pelo passado, pela forma como fomos educados, pela nossa cultura, pela situação familiar e assim por diante. O núcleo central de toda a nossa atividade mental consiste em pensamentos e emoções repetitivos, em padrões reativos com os quais estamos fortemente identificados. Essa entidade é o próprio ego.
Quando dizemos "eu", não somos nós, mas o ego que fala. É constituído de pensamento e emoção, com um conjunto de memórias que identificamos como "eu e minha história", de papéis habituais que interpretamos sem sequer sabermos, de identificações coletivas como nacionalidade, religião, raça, classe social, fé política.

"A emoção nasce no ponto de encontro entre corpo e mente. É a reação do corpo à mente ou, poderíamos dizer, um reflexo da mente no corpo...
Quanto mais você se identifica com o pensamento,... com seus julgamentos e interpretações,... mais forte é a carga emocional... se você não consegue sentir emoções, cedo ou tarde você as experimentará em um nível puramente físico, na forma de um distúrbio ou sintoma... Crie o hábito de se perguntar: o que está acontecendo dentro de mim neste momento?... Mas não analise, apenas observe... sinta a energia da emoção ".

O ego - o "Falso Eu"
Tolle usa o termo Ego para indicar o "falso eu", que é criado pela identificação inconsciente com a mente. Para o ego, o momento presente quase não existe, apenas o passado e o futuro são importantes porque sem eles, o ego não sabe quem é.

Uma das formas mais eficazes para se ir além do ego, mas também para dissolver o ego coletivo humano, é não reagir ao ego dos outros.
Quando você está num estado não-reativo, percebe que não há nada de pessoal e então pode-se reconhecer um comportamento do outro como um movimento do ego, como uma expressão da disfunção da coletividade humana. Nesse ponto, então, você não vê mais nenhuma compulsão para reagir. Não reagindo ao ego, você pode freqüentemente permitir que a aparência saudável do outro se manifeste. Essa é a autoconsciência incondicional que se aplica ao condicionamento.
Não reagir é força e não fraqueza.

O ego envolve inconsciência. A autoconsciência e o ego não podem coexistir. O antigo padrão mental, ou hábito mental, ainda pode sobreviver, reaparecer por um tempo, porque há por trás de si, milhares de anos de inconsciência humana coletiva, mas toda vez que é reconhecido, vai se enfraquecendo "

A autoconsciência é o poder que está oculto no momento presente. É por isso que podemos chamar de Presença. O objetivo real e último da existência humana, o seu propósito, é trazer esse poder para este mundo. Somente a Presença pode libertar você do ego, e assim você pode estar presente só no "Agora"; não no ontem e não no amanhã.
Somente a Presença é capaz de dissolver o passado em você e assim transformar seu estado de consciência.

A emoção por trás do ego que governa todas as suas atividades é o medo. Medo de não ser ninguém, medo de não existir, medo da morte.
O medo é o grande bloco que nos impede de sair da jaula, de abri nossas asas para voar, de crer e experimentar..., mantendo-nos fechados e subjugados, sem o entusiasmo necessário para acessar nossos recursos.
O medo é como uma barreira invisível que se interpõe entre mim e o mundo e, mais ainda, entre mim e a vida, entre mim e meus recursos. O medo nos divide do nosso potencial.
O poder do amor é o grande antídoto para o medo

"A Auto-Realização significa perceber o nosso verdadeiro Eu como o grande oceano do Espírito, destruindo a ilusão de ser este pequeno Eu, este nosso pequeno corpo humano e essa nossa pequena personalidade ..." Paramhansa Yogananda


 Fonte: Echart Tolle - Un Novo Mundo


giovedì 7 marzo 2019

La consapevolezza è il potere nascosto nel momento presente




Il Sé, dal punto di vista introspettivo, è considerato il nucleo della personalità, indicato col pronome di terza persona singolare per distinguerlo dall'ego, cioè dalla sua immagine riflessa nella quale la coscienza normalmente si identifica.
Wikipedia

Ma non provate a comprenderlo. Potete conoscerlo solo quando la mente è tranquilla. Quando siete presenti, quando la vostra attenzione è pienamente e intensamente nell’Adesso, l’Essere può essere sentito, ma non può mai essere compreso mentalmente” E. Tolle

La maggior parte delle persone è così completamente identificata con la voce nella testa, con quell’incessante flusso di pensiero involontario e compulsivo e con l’emozione che lo accompagna, che potremmo definirla posseduta dalla propria mente. Fino a che ne siete completamente inconsapevoli, credete che colui che pensa sia chi siete. Questa è la mente egoica. La chiamiamo egoica, perché vi è un senso del sé, dell’io (l’ego), in ogni pensiero, in ogni memoria, in ogni interpretazione, opinione, punto di vista, reazione, emozione. E, spiritualmente parlando, questa è l’inconsapevolezza.

Cos’è la realizzazione spirituale?
La realizzazione spirituale è vedere chiaramente che ciò che io percepisco, sperimento, penso o sento non è chi sono veramente, e che non posso trovare me stesso in tutte quelle cose che costantemente muoiono…
L’Essere non è solo oltre, ma anche profondamente dentro ogni forma come la sua più profonda, invisibile e indistruttibile essenza. Questo significa che è accessibile a ognuno di noi.

La mente vive nel tempo; passato e futuro si avvicendano nei pensieri facendoci perdere il presente. Secondo Tolle, la mente è uno strumento prezioso se però è utilizzata nel modo giusto: “il punto non è tanto che voi utilizzate la mente nel modo sbagliato, quanto che non la usate affatto, è la mente che vi usa…Questa è la malattia…L’inizio della libertà è la realizzazione che voi non siete l’entità che vi possiede, colui che pensa. Saperlo vi consente di osservare tale entità. Nel momento in cui cominciate a osservare colui che pensa, si attiva il più elevato livello di coscienza”.

Il nostro pensare, il contenuto della nostra mente, è ovviamente condizionato dal passato, dalla maniera in cui siamo stati educati, dalla nostra cultura, dalla situazione familiare e così via. Il nucleo centrale di tutta la nostra attività mentale consiste in pensieri ed emozioni ripetitivi, in schemi reattivi con i quali siamo fortemente identificati. Questa entità è l’ego stesso.
Quando diciamo ‘io’, non siamo noi ma è l’ego che parla. È costituito da pensiero ed emozione, con un insieme di memorie che identifichiamo come ‘me e la mia storia’, di ruoli abituali che interpretiamo senza neppure saperlo, di identificazioni collettive come nazionalità, religione, razza, classe sociale, fede politica.
l’emozione nasce nel punto d’incontro tra corpo e mente. È la reazione del corpo alla mente o, si potrebbe dire, un riflesso della mente nel corpo…
Più vi identificate con il pensiero, …con i vostri giudizi e interpretazioni,… più forte sarà la carica emozionale… se non riuscite a provare emozioni, prima o poi ne avrete esperienza a un livello puramente fisico, sotto forma di disturbo o di un sintomo… Prendete l’abitudine di chiedere a voi stessi: che cosa sta avvenendo dentro di me in questo istante?… Ma non analizzate, soltanto osservate… percepite l’energia dell’emozione”.

L’Ego - il “Falso sé”
Il termine Ego Tolle lo usa per indicare il “Falso sé”, cioè creato dall’identificazione inconsapevole con la mente. Per l’ego il momento presente quasi non esiste, solo il passato e il futuro sono importanti perché senza di essi non sa chi è.
Una delle vie più efficaci per andare al di là del vostro ego, ma anche per dissolvere l’ego collettivo umano, è proprio il non reagire all’ego degli altri.
Quando siete in uno stato non reattivo, vi rendete conto che non vi è nulla di personale e allora potete riconoscere un comportamento dell’altro come un moto dell’ego, come una espressione della disfunzione della collettività umana. A questo punto non vi è più nessuna compulsione a reagire. Non reagendo all’ego, spesso potrete permettere all’aspetto sano dell’altro di manifestarsi. Questa è la consapevolezza incondizionata che si appone al condizionamento.
Non reagire è forza e non debolezza.

L’ego comporta inconsapevolezza. La consapevolezza e l’ego non possono coesistere. Il vecchio schema mentale, o l’abitudine mentale, possono ancora sopravvivere, riapparire per un po’, perché vi sono dietro migliaia di anni di inconsapevolezza collettiva umana, ma ogni volta che viene riconosciuta si va indebolendo”

La consapevolezza è il potere che è nascosto nel momento presente. Ecco perché la possiamo chiamare Presenza. Il vero e ultimo obiettivo dell’esistenza umana, il vostro proposito, è portare quel potere in questo mondo. Solamente la presenza può liberarvi dall’ego, e voi potete soltanto essere presenti ‘Adesso’, non ieri e non domani. Solo la Presenza è in grado di sciogliere in voi il passato e trasformare così il vostro stato di coscienza.
L’emozione che sta dietro l’ego e che governa ogni sua attività è la paura. Paura di non essere nessuno, paura di non esistere, paura della morte.
La paura è il grande blocco che ci impedisce di uscire dalla gabbia, di aprire le ali per volare, di credere e sperimentare, ci tiene chiusi e sottomessi, senza l’entusiasmo necessario per accedere alle nostre risorse.
La paura è come una barriera invisibile che si interpone tra me e il mondo e, ancora di più, tra me e la vita, tra me e le mie risorse. La paura ci divide dal nostro potenziale.
La forza dell’amore è un grande antidoto alla paura

"La Realizzazione del Sé significa realizzare il nostro vero sé come il grande oceano dello Spirito, distruggendo l’illusione di essere questo piccolo Sé, questo piccolo nostro corpo umano e questa nostra piccola personalità. . . . " Paramhansa Yogananda


Fonte: Echart Tolle - Un Nuovo Mondo



venerdì 1 marzo 2019

Resiliência – A capacidade de elaborar, aceitar e superar traumas




Para algumas é fácil elaborar, aceitar e superar um momento difícil, para outras, o mesmo acontecimento pode traumatizar, paralisar, joga no fundo do poço.
A palavra-chave para explicar tamanha diferença no modo de viver a vida é resiliência.

A palavra, ou termo resiliência, provém do latim resiliens que significa voltar ao estado normal, isto é, depois de algo ou alguém sofrer uma mutação, emerge uma força natural que faz com que aquela pessoa, situação, ou mesmo algo da natureza, volte ao seu estado normal, ou seja, a sua condição de antes.

Portanto, a resiliência é a capacidade de um sistema – quer seja uma floresta, uma cidade ou uma economia – responder às mudanças e continuar a desenvolver-se. Envolve, por isso, tanto a capacidade de resistência como a de adaptação, bem como a capacidade de transformar choques e perturbações – como uma crise financeira ou alterações climáticas – em possibilidades de renovação e inovação. Compreende também a aprendizagem, a diversidade e, sobretudo, o reconhecimento de que os seres humanos e a natureza estão de tal modo interligados que devem ser encarados como um único sistema socioecológico.

O termo Resiliência na física se refere à capacidade de um material absorver grandes impactos de temperatura e pressão, podendo se deformar, mas voltando a sua forma original, sem danos.
Resiliência pessoal significa aceitar que todas as coisas são temporárias: a ideia de que uma determinada coisa na nossa vida é eterna faz com que nos sintamos bloqueados. A mudança é um processo que ocorre durante a nossa vida e por vezes é preciso colocá-la em perspectiva.

Na psicologia, resiliência é uma característica das pessoas capazes de reagir positivamente aos acontecimentos traumáticos da vida. É uma atitude mental que lida de forma favorável com as adversidades. É a capacidade de enfrentar e superar situações difíceis e sair delas fortalecido e transformado positivamente.

A pessoa resiliente não tapa o sol com a peneira e nem faz o jogo do contente como a menina Poliana. Em uma situação difícil como o luto, por exemplo, quem é resiliente sofre e se entristece com a perda, mas depois elabora e aceita a situação, se readapta e volta a investir na própria vida.

Encontramos presente a resiliência, na natureza, entre os animais e plantas.
A resiliência faz parte da vida mas também das ciências que cercam a vida.
Portanto, é a capacidade de sobrevivência de todo ser vivo e não apenas do ser humano, pois vemos quando acontecem acidentes ambientais, ou mesmo depredação do meio ambiente, a natureza ir aos poucos se recuperando através da capacidade de regeneração chamada resiliência.
Uma planta quando podada, ou mesmo esmagada, vai buscar nas suas “entranhas” essa capacidade para recompor e superar aquela agressão sofrida.
Assim, encontramos a resiliência não apenas no âmbito da psicologia, como é mais evidente, mas também na biologia e seus derivados, e a encontramos também em outras áreas pouco comuns nos estudos desse fenômeno, como, por exemplo, na física, na química e até na administração.

A resiliência funciona como um “anticorpo” na psique humana.
Em se tratando do ser humano, integrado no ecossistema, a resiliência vem em socorro de nossas fraquezas e nos fortalece quando achamos que não temos mais nenhuma força. Assim, em termos de psicologia, a resiliência é a capacidade que temos de lidar com os nossos problemas, vencendo os obstáculos e as pressões que sofremos constantemente, seja qual for à situação. Pressão nos relacionamentos sociais, como, por exemplo, no trabalho, na família, na comunidade e mesmo pressões criadas pela nossa própria cabeça. A resiliência é uma espécie de “anticorpo” contra esses “corpos” estranhos que agridem nossa vida e nos enfraquecem. Quando, num ato instintivo, tomamos a decisão acertada, nessa hora entrou em ação, sem que planejássemos, a resiliência.

Seja no âmbito biológico, ecológico, físico ou químico, administrativo ou psicológico, a resiliência é uma “ferramenta” que ajuda na sobrevivência e, no caso de pessoas, na tomada de decisão, sobretudo quando deparamos com um contexto onde conflitam a tensão e a vontade de vencer. Nessa hora, vem à capacidade de tomar decisões e essas decisões, por mais impensadas que elas sejam, propiciam forças para enfrentar as adversidades e os obstáculos que tencionam nossa capacidade.

Sendo assim, a resiliência de uma pessoa depende de uma combinação de fatores - como do meio social em que se vive, a comunidade (religiosa ou não), a família, a cultura, entre outros. e da interação de sistemas adaptativos complexos que propiciam as condições para enfrentarmos e superarmos os problemas e as adversidades da vida. O ser humano, integrado nesses fatores, recebe influência deles para confirmar a sua própria resiliência. Tudo isso influencia e desenvolve a resiliência, ou a capacidade de superar os obstáculos.

A movimentação do campo magnético do planeta exige reajustes nos sistemas de navegação
A Terra se desloca, e a harmonia dos elementos e das coisas é dada, a fim de criar uma confluência de equilíbrio. Tudo que acontece no planeta - o equilíbrio e as mudanças no ambiente - é apropriado e perfeito pois cria continuamente um novo equilíbrio.
O planeta e a humanidade são um único organismo vivo, e podem ser considerados como os diferentes níveis de consciência de uma grande entidade única: A Existência.
O Planeta Terra está passando por um processo evolutivo. O "mecanismo" que facilita esta evolução planetária é o ajuste do campo magnético do planeta.

Como resultado dessa mudança, todo mundo que usa uma bússola, mesmo que seja como um backup para sistemas modernos de navegação GPS, precisa estar consciente da mudança, fazer ajustes às mesmas ou obter gráficos atualizados para garantir que chegará aonde pretendem ir, sem erros, dizem as autoridades. Isso inclui pilotos, navegadores e até mesmo apenas andarilhos caminhantes.

Você pode acabar a poucos quilômetros ou a centenas de quilômetros de distância, do local em que voce gostaria de estar dependendo de quão distante você está indo”, disse Matthew Brock, um técnico da empresa Lauderdale Velocímetros e Bússolas, de Fort Lauderdale.
Embora a mudança magnética atual ainda tenha pouco impacto sobre a pessoa média e não apresenta perigo para a Terra em geral, já está custando às indústrias da aviação e da marinha milhões de dólares para modernizar, atualizar e modificar os seus sistemas de navegação, cartografia, mapas e gráficos.

O deslocamento do planeta pode melhorar a resiliência humana
Houve um enorme desenvolvimento humano no mundo, nos últimos 250 anos, com redução da pobreza e da fome, redução da mortalidade infantil e aumento da esperança de vida. Em geral, houve progresso humano devido ao deslocamento do planeta que está mudando a natureza humana e também poderá alterar a capacidade de resistência à poluição. e isso se deve ao melhoramento da resiliência humana.

Também irá moderar as coisas que criaram guerras como o ódio, o drama, a imaturidade e formas de pensar que não são claras. Tudo isso é parte da evolução que está começando a manifestar-se agora, e está começando a acontecer na humanidade. Afetará a nossa biologia, poderá nos dar o controle sobre a física, que muitos imaginaram ser possível, e sem qualquer efeito colateral.

Aparecerão invenções que serão benéficas e que irão criar para vocês coisas como água limpa, eletricidade e alimento. Esperem. Todas essas coisas são parte de um cenário que vem com uma consciência mais elevada e mais pura no planeta. Não se limita apenas às coisas espirituais, mas vai afetar tudo. A Mãe Natureza que pode aprender a limpar-se, um equilíbrio que é realizado através do campo criativo; se a Terra pode se mover e se deslocar com as mudanças ambientais que ocorrem ao longo do tempo, por que a sua biologia, a mais avançada na Terra, deve ser estática?”
Kryon

https://blogdopadrejosecarlospereira.ca
https://thoth3126.com.br/

domenica 24 febbraio 2019

Oscar 2019 - O que faz com que um filme seja digno de ganhar o Oscar?




Pensar que o Oscar de melhor filme deveria ir para o melhor filme seria pelo menos redutivo. Mas para colocar as mãos na estatueta, vale tudo: anúncios pagos elogiando o filme, eventos e DVDs para os membros da Academia, desfile por uma famosa avenida de Los Angeles com uma vaca e muito mais.

Para começar, na realidade ninguém sabe dizer o que faz com que um filme candidato ao oscar seja o melhor: é difícil duas pessoas chegarem a um acordo, muito menos quando se trata de oito mil (o número de pessoas que votam para o Oscar).
O certo é que um Oscar - além de fama e glória - traz vários benefícios econômicos e de imagem a quem ganha. Então, quem está por trás de um filme indicado ao Oscar, em particular para um Oscar de Melhor Filme, faz uma intensa atividade promocional para ganhar o prêmio. Em teoria, tem que convencer alguns milhares de profissionais do cinema de que seu filme é melhor que os outros. Na prática, porém, é um trabalho longo, complicado e caro.

A Estréia da Netflix
Este ano se falou muito da campanha de Netflix para tentar levar o filme Roma - do mexicano Alfonso Cuarón - a obter o Oscar de melhor filme: se ganhasse, seria o primeiro filme estrangeiro a obter o Oscar, além de ser o primeiro da Netflix.

A condição necessária para tentar ganhar um Oscar é ter um filme de certo tipo e de um certo nível. Roma é um filme em preto e branco, em espanhol, que conta uma história pessoal, mas também um pouco de política, com muitos atores não profissionais e uma protagonista mulher e não-branca: todas as caracteristicas que fazem de Roma um filme particular, talvez até não-convencional demais para poder ganhar o Oscar. Mas o filme foi criado, escrito, dirigido por Alfonso Cuarón: um cineasta muito popular, que já ganhou alguns Oscars, graças à Gravity.
Depois de apresentar Roma a festivais - por exemplo, em Veneza, onde ganhou o Leão de Ouro - e tê-lo mostrado em cinemas (assim ditam as regras do Oscar), Netflix percebeu que poderia ter grandes chances como pretendente ao Oscar mais importante, e, portanto, decidiu investir pesado.

«Para sua consideração» - estratégias de marketing
Em 30 de novembro de 2000, a DreamWorks fez uma sessão exclusiva do Gladiador, seguida de um “Q & A” (entrevista) com o diretor Ridley Scott, no mesmo teatro onde rola o Oscar. Em teoria, era para promover o lançamento do DVD do filme, mas vários convidados eram membros da Ampas (a Academia de Artes e Ciências Cinematográficas de Hollywood). Gladiador levou o prêmio máximo e desde então as Q & As viraram peças-chave nas campanhas.

Promover um filme para espectadores comuns é fácil mas convencer um pequeno nicho de pessoas que votam no Oscar é outra coisa. Precisa fazer publicidade mirada em revistas especializadas como a Variety ou o Hollywood Reporter. Para aqueles que lêem essas revistas muitas vezes acontece de ver publicidades que diz "For Your Consideration" ( "A’ sua atenção"). Servem para dizer aos membros daquele pequeno círculo de pessoas que fazem parte da Academy, e votam no Oscar, de considerarem aquele filme, vê-lo e, possivelmente, votar nele.
Além de publicidade em papel, há aquelas em outdoor. Netflix possui vários cartazes da Sunset Strip de Hollywood, e Los Angeles e nos últimos meses usou quase todos eles para fazer propaganda de Roma.

Lobbying – Vale tudo!
No entanto, a publicidade tradicional por si só não é suficiente. Para promover um filme para o Oscar é como uma campanha eleitoral: é preciso "criar uma narrativa", "contar uma história", "transmitir uma mensagem". Se possivel, deve fazer também com que histórias, mensagens e "narrativas" dos filmes oponentes sejam o menos interessante possível. Para fazer isso é preciso fazer relações públicas - organizar eventos, jantares, festas, exibições, de preferência com a participação de cineastas e atores - e, dentro dos limites permitidos, mimar os eleitores com presentes e atenções de vários tipos.
Se não for suficiente, espalhar boatos sobre seus rivais! Em 2009, um produtor de Quem Quer Ser um Milionário? teve que vir a público desmentir que havia explorado mão-de-obra infantil durante as filmagens.

Netflix entra em jogo
Roma é o primeiro filme da Netflix a ser indicado ao Oscar de melhor filme. E Netflix - que alguns cineastas e crítico ainda esnobam por fazer concorrencia ao cinema tradicional - está muito interessada em ganhar esse Oscar para mostrar que agora joga no campeonato principal, e pode, além do mais, também ganhar. Além disso, seria uma maneira de vingar-se daqueles cinemas que decidiram não mostrar Roma em suas salas, sabendo que logo depois estaria disponível online.

De modo mais geral, vencendo o Oscar de Melhor Filme, para Netflix iria se ativar um círculo virtuoso: ganhar prestígio, aumentar assinantes e convencer cada vez mais os cineastas, atores e atrizes do mais alto nível para trabalhar em seus filmes. Três ou quatro anos atrás, parecia que "fazer um filme com Netflix" e "fazer um filme para ganhar o Oscar" eram duas coisas quase antitéticas. Se Netflix ganhar o Oscar de Melhor Filme - e ainda mais com um filme estranho, de nicho e que espelha a personalidade do proprio autor - realmente mudaria a forma como ela é percebida na indústria.

Qual a estratégia da Netflix?
No verão de 2018 contratou Lisa Taback, considerada a melhor orquestradora de campanhas para a conquista de um prêmio Oscar.
Taback tem 55 anos e em sua carreira conseguiu o Oscar para cinco filmes: Shakespeare in Love, Chicago, O Artista, Discurso do Rei e Caso Spotlight, e colaborou por muitos anos com a Miramax, a produtora fundada pelos irmãos Weinstein, que foi considerado um fenômeno quando se tratava de ganhar o Oscar para seus filmes (por exemplo, ao medíocre Shakespeare in love, que bateu o super favorito "O Resgate do Soldado Ryan"). O filme protagonizado por Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes superou, contra todas as expetativas, “O Resgate do Soldado Ryan”, de Steven Spielberg, naquela que é considerada “a grande surpresa (ou injustiça) da história dos Óscares”.

Taback lidera uma equipe de cerca vinte pessoas que trabalham em atividades destinadas quase exclusivamente à vitoria dos prêmios, e dizem que, para os Oscars tenha recebido um budget de pelo menos US$ 25 milhões; cerca de duas vezes o custo de Roma. Como o New York Times escreveu, alguns falam de Taback como sendo "brilhante", e outros a chamam de "implacável".

O que Taback faz, na prática
Organizar eventos, é obvio, e com todo aquele dinheiro é relativamente simples. Mas talvez você não saiba que, para tentar ganhar um Oscar em fevereiro de 2019, já em agosto de 2018, Taback convidou alguns grandes nomes e cineastas de Hollywood para um "cocktail party", durante o qual algumas cenas de Roma foram exibidas. Taback também decidiu mandar para centenas de pessoas uma estratégica caixa de chocolates temáticos (mexicanos, com as palavras "!FELICES FIESTAS!") e um livro de mais de dois quilos, no valor de US$ 175, com fotografias do filme.
Do trabalho de Taback se poderia dizer que é um daqueles em que menos se fala dela mesma, melhor é. O ideal, do seu ponto de vista, é que se fale muito sobre o filme e pouco sobre ela, ou sobre todas as coisas que ela faz para se certificar de que se fala sobre o filme.

Por outro lado, todos os candidatos ao Oscar de melhor filme fazem algum tipo de campanha. Há também aqueles que dizem que sem uma campanha, independentemente da qualidade do filme, um filme não consegueria sequer estar entre os indicados ao Oscar. Em particular, neste ano, em que parece não haver um grande favorito, quase todos os filmes têm a chance de ganhar e fazem campanha, cada um tentando convencer os jurados e explicar por que seria ótimo se seu filme ganhasse o Oscar. No entanto, existem regras a serem seguidas: no caso do Oscar em 2019, existem nove páginas de regras muito específicas (que proíbem, por exemplo, chamar membros da Academia para promover seu próprio filme).

Alguns artistas já tentaram, no passado, fazer campanha, digamos, muito bizarras. Para promover Império dos Sonhos, em 2006, o cineasta David Lynch desfilou por uma famosa avenida de Los Angeles com uma vaca (!). O filme nada tinha a ver com os bovinos. Já James Franco gravou um vídeo cômico em 2011 com sua vovó xingando todo mundo que achou a cena da amputação em 127 Horas forte demais. E ele foi mesmo indicado!

Que Ganhe o melhor
Ninguém acha que um diretor especialista em fotografia ou uma talentosa atriz votem de certa forma por ter visto dois cartazes ou porque gostou dos chocolatinhos. E nem sequer é suficiente gastar dezenas de milhões de dólares para promover um filme, pra ganhar o Oscar: há dois anos, a Amazon concentrou-se muito em Manchester by the Sea e dizem que alguns anos antes foi investido muito dinheiro na The Social Network: os dois perderam. Ao mesmo tempo, se fosse inútil, a Netflix certamente teria usado essas dezenas de milhões de euros de outras formas. Tudo faz a mesma sopa.


Fonte; 
https://www.ilpost.it/