sabato 28 ottobre 2023

La pace universale è possibile?


Kant stese il Progetto per la pace nel 1795 che prospettava l’idea di una società cosmopolita in cui sarebbe regnata una “pace perpetua”: un mondo dove gli umani, in virtù del dono che li distingue dagli animali, la ragione, fossero stati in grado di anteporre una coesistenza pacifica agli interessi, alle violenze, all’avidità dei pochi. Un mondo dove la pace diventasse condizione necessaria perché la stessa ragione potesse sussistere e sopravvivere e continuare a comprendere quello che lui definì “il sublime”, l’infinita piccolezza dell’uomo, la sua superiorità sulla materia non cosciente.

I principi universali che mantengono ordine nell’attività dell’universo fisico sono le leggi di natura, le leggi della fisica, della chimica, della biologia. Queste leggi governano, silenziosamente, il comportamento degli atomi e delle galassie, del nostro respiro e del battito cardiaco. La Legge Naturale, che governa tutta la Natura, è la “Costituzione dell’universo” e amministra tutta la vita: quella delle galassie, del nostro sistema solare e del pianeta terra; certamente anche le nostre vite individuali, i nostri pensieri e le nostre azioni sono amministrati dalla Legge Naturale. Seguendo il principio della minima azione, la Legge Naturale guida la vita verso livelli sempre più alti di evoluzione. La violazione delle leggi della natura, impedisce questo naturale processo evolutivo e provoca stress e sofferenza. Agire in armonia con queste leggi, si ottiene il sostegno della propria natura, il funzionamento della fisiologia rimane equilibrato, la mente è appagata, i pensieri e le azioni mostrano la stessa naturale efficienza dell'attività della natura che realizza ogni cosa con il minimo sforzo ed il massimo rendimento. Tale consapevolezza rende la persona così espansa che i suoi pensieri e il suo comportamento sostengono l'ambiente in modo completamente naturale.

È possibile vivere senza guerra?

Le guerre sono state e sono tutt’ora una componente della storia dell’uomo. É possibile vivere senza? Sarebbe possibile, ma ciò dovrebbe essere affiancato di pari passo con una evoluzione culturale dell’uomo. Con la crescita della tecnica l’uomo ha raffinato le armi per distruggersi a vicenda, ma in tal senso non è cresciuto molto dall’epoca delle caverne. Un tempo le clave, oggi i missili terra-aria. Quello che serve cambiare è ridimensionare il nostro approccio con il mondo, con la tecnica stessa, perché la tecnologia è tutto oggi e toglierle la maschera dell’alienazione che le abbiamo modellato sarebbe un notevole passo avanti.

Il mondo là fuori è cresciuto, e non noi in sé. Sebbene la scienza abbia permesso un progresso conoscitivo dell’uomo nel corso della storia, il nostro modo di porci con gli altri e con il mondo è il medesimo. Il mondo è proiettato davanti ai nostri occhi su di uno schermo, eppure ci comportiamo esattamente come difronte ai graffiti delle caverne della preistoria. Il senso di responsabilità è qualcosa che manca, non solo da parte di chi detiene il controllo della tecnica, ma anche di noi che possediamo nuove forme di conoscenza e comunicazione. È necessario ridiscutere in termini morali il nostro approccio sul mondo.

Siamo ancora l’uomo dell’età della pietra

La pace continuerà ad essere utopia, se non riusciremo a operare un salto di mentalità, in grado di trasportarci in un mondo dove la tecnica è al nostro servizio e non il contrario. Per far ciò servono investimenti su scala planetaria a livello educativo. La pace è possibile se esiste un riconoscimento reciproco, un’accettazione di parte dello stato, che permetta il raggiungimento di un’effettiva condizione migliore. Questa coscienza pacifista è possibile se tutti se ne rendono conto e ciò vuol dire che sono le masse in primis che devono essere educate a questa transazione di mentalità.

“Sei ancora l’uomo dell’età della pietra”, recitava Quasimodo. Il passaggio non dovrebbe essere un abbandono di uno stato per un altro, bensì un avvicinarsi di più all’idea di una sintesi hegeliana: l’uomo cosciente del proprio passato che sa guardare veramente in faccia al futuro e non con una presunzione di stampo futurista.

La speranza è che gli uomini futuri trovino nella condizione di pace terrena non solo un momento favorevole dal punto di vista economico, politico, e sociale, ma soprattutto un istante in cui si possa finalmente ragionare e cogliere appieno la precarietà e la futilità di questa vita.

Finché il termine pace sarà veicolato dai mezzi di comunicazione di massa al solo scopo di mascherare la realtà del mondo, credo che, come affermò Einstein “un tempo, non saremo molto lontani dal combattere la quarta guerra mondiale con i bastoni dei primati.” Davide Marzorati

La Voce de un Nobel

“Noi, come famiglia umana del XXI secolo, di fronte all’aumento delle violenze, dobbiamo ammettere che siamo sulla strada sbagliata e che siamo chiamati a trovare nuovi modi di pensare e di agire in una prospettiva globale. Abbiamo urgente bisogno di spostarci dalla strada della violenza per muoverci verso la strada della non violenza e della costruzione della pace attraverso il disarmo.

La pace è un bellissimo regalo da avere nella vita, e lo sanno bene coloro che hanno conosciuto conflitti violenti, guerre, carestie, malattie, povertà. Credo che la pace sia un diritto fondamentale per ogni individuo, per tutti gli uomini. La guerra è la negazione e la privazione di tutti i diritti umani, della vita, della proprietà, della libertà, e dovrebbe essere abolita.

La pace, sia interiore che esteriore, è possibile e ci sono passi che tutti noi possiamo compiere per raggiungerla. Tuttavia, se non crediamo nella pace, se non abbiamo passione e se non lavoriamo tutti insieme alla sua costruzione, come possiamo realizzare la nostra visione di pace?

L’amore per gli altri e il rispetto per i loro diritti e per la loro dignità di essere umani, indipendentemente da chi sono o da quale sia la loro religione, ci porterà verso un reale cambiamento e metterà in moto le giuste relazioni. Con relazioni sociali costruite sull’uguaglianza, sulla non violenza e sulla fiducia, possiamo lavorare insieme per eliminare le molteplici minacce alla nostra umanità. La scienza, la ragione, la saggezza aprono a nuove possibilità e cambiamenti. Dobbiamo fare tutto il possibile per contribuire a rendere questi progressi alla portata di tutti attraverso l'istruzione e dobbiamo sfruttare le nuove tecnologie digitali per collegare e costruire un mondo di pace.

Mentre la scienza e la ragione ci hanno fornito molte cose buone (in medicina, tecnologia, ecc.), purtroppo hanno anche generato le armi nucleari, la capacità di uccidere con droni armati, ecc. Oggi abbiamo bisogno di investire sulla nostra conoscenza, sulla nostra capacità di avere compassione e di amare per respingere gli schemi mentali di stampo militaristico con cui le nostre culture ci stanno nutrendo ogni giorno attraverso i mass media e la propaganda di guerra.

É importante cambiare molte delle politiche governative, fermare la corsa agli armamenti in tutti i nostri Paesi, e costruire nuove istituzioni e strutture. Credo che sarà una pacifica rivoluzione politico-spirituale ad allontanarci dalla strada della militarizzazione e della guerra, avvicinandoci a un percorso di pace e di non violenza. Credo che tutte le società, le istituzioni e le organizzazioni debbano lavorare insieme e insegnare la via della non violenza come uno stile di vita, come una scienza politica, come un mezzo per portare avanti un cambiamento sociale e politico, ovunque viviamo. Dobbiamo unire le nostre voci per abolire le armi e gli eserciti in tutti i Paesi e dimostrare a tutti coloro che credono che il potere militare sia la forza di controllo sulla storia, che la risoluzione pacifica ai problemi attraverso il disarmo e la non violenza sono la forza di controllo della storia." Premio Nobel - Mairead Maguir

Con l’esperienza di quell’area silenziosa ma infinitamente potente della mente, la totalità del potere organizzativo della natura si ravviva nella nostra consapevolezza, nella nostra vita e nella vita dell’intera nazione. Come risultato, cominciamo ad agire spontaneamente in armonia con la Legge Naturale e a realizzare i nostri desideri con il minimo sforzo, armonizzando le nostre esigenze con quelle dell’intera società.

Questa è la chiave per portare l’invincibilità ad ogni nazione e la pace permanente nel mondo.

Tutto ciò che facciamo sulla Terra, colpisce un'altra parte dell'universo – Capitolo XXV

Il risveglio della coscienza – Capitolo 8


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venerdì 20 ottobre 2023

Os pensamentos são correntes eletromagnéticas que podem atrair bons ou maus resultados!

 


Il pensamento é o processo pelo qual podemos absorver o Espírito de Poder e manter o resultado em nossa consciência interior, até se tornar uma parte de nossa consciência comum. O homem que pode mudar a si mesmo, aperfeiçoar-se, recrear-se, apropriar-se do seu ambiente e controlar o seu destino, é o resultado de cada mente, amplamente despertada para o poder da razão na ação construtiva”. Larson.

Os pensamentos geram sentimentos que impulsionam às ações. São correntes magnéticas e têm uma frequência. Quando você pensa, as energias são emitidas para um campo Universal e, magneticamente, podem atrair tudo o que está na mesma frequência. Seja para o bem, seja para o mal. Vibrar em uma alta frequência significa produzir resultados positivos e vice-versa. A frequência do amor, que fica em trono de 528 Hertz é a mais alta. A baixa frequência que é do ódio, rancor, mágoa, tristeza... ficam em torno de 20 Hertz a 100 Hertz. Mudando os sentimentos vai-se mudando também a frequência, como se girássemos o botão de um rádio, procurando sintonizar na estação preferida. A corrente dos nossos pensamentos é, naturalmente, também uma questão de freqüência ou a taxa do ritmo da vibração sonora. Quando a corrente dos nossos pensamentos é bloqueada pela vibração densa e mais lenta de outros pensamentos, a corrente não pode levar à manifestaçao desejada. Estes baixos pensamentos terão o efeito de bloquear e de provocar um curto-circuito na nossa corrente criativa, no nosso poder, concedido por Deus, de manifestar a realidade que escolhermos. Como a corrente elétrica que chega em sua casa, se não for concertada a disfuncionalidade, continuará a dar problemas e sua vida não vai funcionar de modo eficaz. A realidade que experimentamos na nossa vida poderá estar muito longe do pretendido. A razão para isso reside nos pensamentos do medo, da dor, da impotência e culpa, que são muito densos e de vibração inferior. Em síntese, tudo o que você emitir retornará para você.

A Mente Universal responde sempre ao que você estiver prestando atenção

Fazemos escolhas a cada momento de nossas vidas, consciente ou inconscientemente. Escolhendo inconscientemente, corremos o risco de receber tanto o desejável, quanto o indesejável porque tudo o que fazemos ou obtemos em um único dia, é o resultado de nossas escolhas: Vou de carro ou a pé, como hambúrguer ou salada, me visto de rosa ou de azul? Todas essas escolhas, no final, trazem com si um bom ou mau resultado. A Mente ou Campo Universal responde sempre e tenta de dar forma ao que você estiver prestando atenção, que seja positivo ou negativo. Esta mente nunca julga. Ela recebe informações através do poder dos pensamentos, procurando os meios de materializá-los.

A electricidade é uma forma de movimento e seu efeito depende do mecanismo que estão ligados a ela. Deste mecanismo, é que dependerá a obtenção ou não do calor, luz, energia, música ou qualquer outra demonstração maravilhosa de poder com a qual essa energia vital é aproveitada.

Quando o fluxo de corrente elétrica se comporta como deve ser, a eletricidade funciona perfeitamente. Sendo o nosso próprio pensamento, uma forma de corrente eletromagnética, o mesmo deveria valer por aquilo que se manifesta em nossas experiências de vida. Se não houver uma avaria no equipamento, nenhum bloqueio de corrente, então a nossa realidade deve funcionar perfeitamente. O pensamento é a mente em movimento (assim como o vento é ar em movimento), e seu efeito depende inteiramente do mecanismo com o qual está conectado. Aqui, então, está o segredo de todo o poder mental: depende apenas do mecanismo ao qual està conectado.

Através de todas as épocas, as pessoas acreditavam em um poder invisível, com o qual e por meio do qual, todas as coisas foram criadas e são constantemente recriadas. Podemos dar personalidade a este poder e chamá-lo Deus, ou podemos pensar nele como a essência do espírito que permeia todas as coisas, mas em ambos os casos, o efeito é o mesmo.

Existe o grande mundo mental em que vivemos, nos movemos e onde temos o nosso SER, este mundo é onipotente, onisciente e onipresente, que irá responder aos nossos desejos em proporção direta com as nossas intenções e nossa fé; a intenção deve estar em harmonia com a lei de nosso ser, e por isso devem ser criativas e construtivas; a nossa fé deve ser muito forte para gerar um nível de corrente suficiente para levar à manifestação das nossas intenções, ou seja, os resultados serão do tamanho da nossa fé, ela é o interruptor da luz, você deve ter a certeza de que ao apertar o botão, a luz se acenderá, sem nenhuma preocupação de que isso não possa acontecer. Essa é a etiqueta de qualquer teste científico.

Os efeitos produzidos no mundo exterior, são o resultado da ação e reação do individual sobre o universal; este é o processo que chamamos de pensamento e o cérebro é o órgão através do qual este processo se conclui.

O dinheiro representa o fluxo da energia que está por trás dele

Todos nós temos muitas crenças sobre o dinheiro que não têm nada a ver com aquilo que o dinheiro realmente representa.

O dinheiro é simplesmente representante do fluxo da energia que está por trás dele - nada mais, nada menos. Não há nada inerentemente bom ou mau sobre o papel e as moedas que usamos para representar este fluxo.

Você deve aceitar o fato de que é merecedor da abundância da riqueza. A prosperidade em sua vida deve representar o elo da crença de que você a merece. À mercê de crenças totalmente infundadas, aprendemos que o dinheiro não traz benefícios e que a riqueza não leva aos céus mas as boas ações, que apenas poucos são merecedores... Enquanto seres terrenos, é honroso aceitar e desfrutar de todas as riquezas que o Universo propõe à humanidade. Tudo è simplesmente ENERGIA! E como qualquer energia, você pode usá-la, para o beneficio ou não, de si mesmo e dos outros.

Não é a natureza do dinheiro em si que determina a maneira pela qual as pessoas o obtem e o usa. O dinheiro em si não cria condições de abundância ou escassez. O dinheiro não tem controle nem sobre você, nem sobre os outros e não fornece interesses adquiridos. O dinheiro não te faz sofrer pela sua falta. O dinheiro simplesmente responde à entrada de energia da pessoa que ganha e o gasta.

Para ser capaz de parar de ceder o seu poder ao dinheiro, é preciso se destacar e olhar o dinheiro pelo que ele é. Não há nada para julgar em mérito ao dinheiro. Ele, por si só, não causa o bem ou o mal.

Você só pode receber aquilo que dá

A riqueza ou a posição prematuras, não poderão, porém, ser mantidas quando não são obtidas em conformidade com as Leis Naturais. O ser humano, assim como o Universo, há uma plenitude. É, por natureza, “cheio”. Você nao pode acrescentar mais água em um copo cheio, mas pode trocar parte dessa água. Você só pode receber aquilo que dá, Essa troca é necessaria para manter um equilibrio de “entrada” e “saída”. Aqueles que procuram obter, sem dar, descobrirão que a lei da compensação restaura inexorávelmente o exato equilíbrio. Quando você começar a perder, quando pense que algo lhe foi tirado, não reclame nem dê a culpa a ninguém. O motivo é que seu copo está muito cheio ao ponto de não caber mais nada, e o Universo está apenas tirando parte dele para manter o equilibrio.

O fluxo de energia sob forma de corrente elétrica, a partir da perspectiva do dinheiro.

Se você quiser atrair um fluxo maior de dinheiro em sua vida, você precisa fazer alguns ajustes energéticos em seus pensamentos e em seu ser. Nós controlamos o dinheiro, e ele responde às energias que fazemos circular no mundo. Não é o dinheiro que nos deva controlar, mesmo que às vezes possa parecer dessa maneira.

Você pode usar a energia que o dinheiro representa para tornar a sua vida terrena rica e cheia de alegria, ou você pode usar essa energia para se infligir dor e sofrimento. A nova ciência e a física quântica hoje confirma que tudo é energia. Tudo o que conhecemos como realidade criada, na verdade é energia em movimento sob a forma de ondas sonoras que vibram a um determinado nível de freqüência. São os padrões das ondas sonoras que formam a matéria densa e a natureza transparente da terra, tornando-as mais leve do que os planos etéreos e, até as dimensões mais elevadas, onde tudo é um padrão em movimento de luzes e cores. É o ritmo das vibrações ou freqüência das ondas, que determina a natureza de sua manifestação na realidade.

O dinheiro é simplesmente matéria assunto, em si mesmo. É papel ou metal. Não tem um poder próprio, nem tem uma própria força. O seu fluxo é determinado pela corrente eletromagnética do pensamento que lhe está por trás. É o pool coletivo desses pensamentos eletromagnéticos, na consciência planetária, que determina a natureza dos sistemas monetários do mundo. Os pensamentos e os sistemas de crenças que temos em relação ao dinheiro e à abundância, representa as manifestações do nosso alinhamento de frequência sobre este plano. Estes são, de fato, apoiados e reforçados por semelhantes pensamentos e sistemas de crenças da maioria da humanidade.

Mas você pode, contudo, ter o controle de sua corrente eletromagnética que vai criar a forma em que a energia por trás do dinheiro irá fluir em sua a vida. Se você procurar manter os cabos livres, a energia que é representado pelo dinheiro fluirá dentro e fora, sem problemas e regularmente.

A Lei do Equilibrio do Universo ou lei da Compensação – Cap. 10

Criando Abundancia - Cap. XIII


Fonte: Fonte: A Chave Suprema – C.Haanel

venerdì 13 ottobre 2023

Repensando a velhice: uma verdadeira evolução social

 


Quando se fala em envelhecimento, se pensa logo nos gastos em geral das nações (com os cuidados para idosos), e redução da sua capacidade produtiva (pela suposta menor disposição para o trabalho). Por isso tantos se referem ao fenômeno como uma “bomba-relógio demográfica”.

Joseph Coughlin no seu livro, demonstra que a noção de velhice que temos – mesmo a velhice dourada, devotada ao lazer – rouba das pessoas a partir de certa idade uma parcela de seu propósito, de seu bem-estar emocional. E camufla a maior oportunidade de negócios que as empresas têm para explorar.

Segundo a consultoria Boston Consulting Group, em 2030 as pessoas acima de 55 anos serão responsáveis por 50% do crescimento dos gastos de consumidores desde 2008 nos Estados Unidos. No Japão, serão 67%; na Alemanha, 86%. Basta olhar os estacionamentos dos shopping-centers. Até alguns anos atrás, havia quatro ou cinco vagas para idosos perto dos elevadores. Hoje, na maioria dos shoppings, há dezenas delas.

Vittorino Andreoli, de 83 anos, através de seu livro “Carta a um velho (por um velho)” indicado a quem deseja refletir sobre a própria condição com um olhar diferente.

A palavra velho é mais atribuída aos idosos e tem assumido uma conotação negativa, quase ácida, quando dirigida a uma pessoa. Todas as palavras que querem substituir este termo são máscaras, como se a velhice fosse algo negativo e até perturbador. Então, dizemos senil, idoso, longevo, terceira ou quarta idade, e agora existe também o novo termo fullgevity (do livro de Alessia Canfarini, Fullgevity. A Plenitude é a nova longevidade). Isto significa que ainda existe uma cultura que rejeita a velhice e este é um fato de enorme gravidade, porque pesa sobre os idosos, que se sentem sem sentido, como se fossem um fardo social e os idosos, muitas vezes, se encontram numa situação quase de vergonha, já que não dá nem para dizer que é velho, mesmo que seja um termo que existe em todas as línguas.

A sociedade sempre aponta o idoso como um “não modelo”, ou mesmo uma “geração que errou”... e o significado existencial da velhice é completamente ignorado.

Isso acontece porque esta sociedade desatenta não percebeu que a velhice mudou completamente. “Eu chamo isso de “a nova idade”: é a primeira vez na história da humanidade que existe um número tão grande de idosos que representa uma grande comunidade. 20% da população atual é idosa e em 2050 será de 40%, mesmo porque a taxa de natalidade diminuirá continuamente. A medicina vem avançando muito há pelo menos trinta anos, o que permitiu prolongar a expectativa de vida. Os velhos representam o resultado de uma verdadeira evolução social. Um resultado que, uma vez alcançado, leva a dizer que são um fardo, que limitam os recursos da segurança social para os jovens e assim por diante. Por isso é necessário superar essa atitude de incivilidade que não só quer deixar o velho sozinho, mas quer mesmo abandoná-lo”.

A velhice poderia ser identificada com o fim da atividade laboral, abrindo um mundo a novos estilos de vida e novas necessidades centradas na liberdade alcançada e não tentando identificá-la com a decadência física...

“Não é de tudo correto vincular a velhice à doença. O fato é que xiste a idade existencial. Assim, existe a idade existencial do adulto, da criança e do adolescente. Nestas idades existem doenças, mas não é verdade que os idosos estejam mais doentes do que os outros. Não conhecemos muitas das doenças dos idosos, porque a velhice na história recente foi a idade do Matusalém, das pessoas excepcionais, o caso extremo que não deve ser enfrentado. No Japão, os centenários eram recebidos pelo próprio imperador, era uma homenagem, um presente. Hoje isso já não acontece, porque os centenários tornaram-se demasiado numerosos. Devemos distinguir a condição existencial das patologias. Até a Segunda Guerra Mundial, a idade em que mais morriam era a infância, por doenças infecciosas, porque não existiam antibióticos. É claro que também existem doenças da velhice, mas sabemos muito pouco sobre elas.

Temos muitas dúvidas sobre o Alzheimer, enquanto as doenças comportamentais dos idosos são muito menores que a psicopatologia dos adolescentes. Precisamos reconhecer as habilidades que existem nesta idade. E isso nunca houve antes. Há algumas semanas, em Milão, foi apresentado Odi et amo: ambiguidades perceptivas e pensamento quântico, livro escrito por um físico de 91 anos, Giuseppe Caglioti, que tem prefácio de outro físico galardoado este ano com o Prémio Fermi, Giorgio Benedek, de 87 anos, e o posfácio meu, que tenho 83. Um livro com mais de 250 anos! Até há três ou quatro anos, afirmava-se que as células cerebrais dos idosos não se alteravam, ao contrário de todas as outras idades. O que significava que havia degeneração, ou seja, o cérebro perdia células sem recriá-las. No entanto, foi demonstrado cientificamente, primeiro na Suécia e depois em muitos outros lugares, que os neurónios se multiplicam e, portanto, restauram-se, mesmo em pessoas idosas. Estamos descobrindo uma nova idade, diferente das outras pelas capacidades de poder expressar e pela visão do mundo.

No entanto, a leitura da velhice continua em grande parte a seguir o antigo padrão, de quando os idosos não existiam. Até a Segunda Guerra Mundial, a idade média na Itália era de 47 anos para os homens e 50 anos para as mulheres. Hoje, as mulheres de 50 anos aparecem nas revistas femininas porque têm um corpo atraente, são saudáveis, até a menopausa é considerada uma condição “vantajosa” porque permite uma vida diferente”.

Não se pode negar, porém, que com o avanço da idade, os sonhos, desejos e possibilidades diminuem de dimensão e valor. Existe uma maneira de tentar resistir a esta redução progressiva dos horizontes, até mesmo da esperança?

“Não, não, nós temos tantos desejos. Eles apenas mudam. São emocionais, ligados à vida dos netos, ao bem para com as pessoas que amamos, ao poder ser útil. Nós, idosos, não acreditamos no Eu. Os jovens falam sempre Eu, Eu, Eu…; nós, idosos, falamos sempre Nós. Não suportamos mais esta visão individualista, egoísta e narcisista. O desejo também está ligado ao futuro: quem tem idades diferentes tem desejos diferentes porque tem um futuro mais ou menos distante. E há também um desejo de imaginar, de esperar. Nós esperamos, mas esperar não é passividade, é imaginação, é desejo. É necessário que a sociedade - o que significa as outras fases da vida - consiga perceber que estamos numa condição social que será também a deles (porque espero que todos cheguem à velhice), e descubram que existe um espaço para viver de uma maneira absolutamente diferente. Por exemplo, podemos estar com as crianças e contar as nossas histórias, descrever a nossa experiência não como a de pequenos heróis, mas como uma vida vivida. Porque a história é essa, não o que essas crianças e jovens veem, sempre agarrados ao computador e smartphone, imersos na virtualidade. Deixe-os que descubram que somos seres humanos e que vivemos e não somos histórias que saem de máquinas. Que a velhice é um capítulo extraordinário na vida de um homem e de uma mulher e que temos muitas coisas para fazer e garanto que as faremos. Como velho, percebi a beleza de SER, independentemente de saltar e correr. Continuo descobrindo que a existência é de uma riqueza inimaginável.

Dirijo-me não só aos idosos, mas a todos os outros para dizer: “tomem consciência de que a nossa idade hoje tem possibilidades, capacidades infinitas de fazer sentido”. Não competimos a nível de produção, mas temos mais tempo, o que significa saber esperar, ter paciência. Temos uma visão diferente, não queremos brigas, guerras. É uma idade que nos permitiria agregar valores sociais aos do dinheiro, que hoje é a verdadeira referência. Somos uma riqueza, talvez não económica, mas somos pelo sentido da existência. Imaginem de haver um pouco mais de sabedoria nesse momento, mesmo que não queiramos ser sábios. Falávamos de um homem sábio quando existia um, o grande velho ou o herói. Cometemos nossos erros, temos nossos limites, mas de forma alguma estamos aqui com os olhos abertos para esperar a morte.

Precisamente a morte, um pouco como o convidado de pedra no pensamento de todos os idosos...

Eu odeio a morte. Gostaria de ter sempre um minuto para acrescentar, porque gostaria de fazer algo de útil. Talvez passar um pouco mais com pessoas às quais nunca dediquei tanto tempo antes. Nesta idade em que estamos próximos da morte, descobrimos que ela faz parte da existência. Não é contra a existência, precisamente porque é um acontecimento de todas as existências. Aquele que está mais próximo de nós, que, justamente por termos consciência de que a vida vai continuar a prolongar-se mas que é finita, temos mais vontade de viver e de mudar a imagem que nos faz considerá-la um fardo. Existem doenças, mas quanto mais soubermos sobre elas, menos sofreremos com elas. Um pouco como uma úlcera. Você se lembra quantas úlceras havia? Fizemos uma cirurgia, depois descobrimos que era uma infecção e que alguns medicamentos bastavam para resolvê-la. Temos habilidades que não devem ser subestimadas mesmo que tenhamos menos força. Para nós, o amor não está apenas relacionado aos órgãos, é à pessoa inteira. O nosso é o último capítulo de um livro: você tem que chegar no profundo, e normalmente, se for uma boa história, o último capítulo é o melhor.

A solidão típica da velhice deve tornar-se uma oportunidade para refletir sobre si mesmo, sobre o próprio passado, para adquirir uma nova consciência de si mesmo e do mundo que nos rodeia, que está em constante mudança, porque a própria vida é um devir do qual não podemos nos sentir excluídos. A solidão só pode tornar-se um enriquecimento se não se tornar uma prisão onde nos confinamos em busca de conforto e tranquilidade. Assim a passagem dos anos já não jovens pode ter o ritmo e a cadência de um passeio nos bosques, nas planícies, nas montanhas, nas colinas, vagando em busca da mudança de cor das folhas em tons cheios de sol. E no tempo dessa peregrinação, o pensamento e o sentimento do outono da vida ganham forma e substância, não como fonte de tristeza pela despedida iminente, mas como o reaparecimento do desejo de continuar vivendo de uma forma diferente, inspirado por seus flashes.

A célula envelhece porque não recebe informação do nosso consciente! - Cap. VI

A Vida é Movimento e contínua transformação – Cap. 14


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domenica 1 ottobre 2023

O segredo da eterna juventude pode vir das profundezas do mar

 


O ser humano sempre foi fascinado pela ideia de imortalidade. Centenas de teorias foram formuladas na tentativa de compreender o fenômeno do envelhecimento no nível celular e genético. E enquanto estávamos ocupados procurando uma solução para a morte, um ser imortal sempre reinou junto a nós, no profundo azul das águas do nosso planeta, o que pode colocar em dúvida o que se acreditava ser um processo irreversível.

O segredo da eterna juventude

Este segredo, através de um processo que rejuvenesce, não pertence aos humanos, mas sim à Turritopsis dohrniiin, a água-viva imortal, cujo tamanho é de apenas cerca de 4 mm.

Batizada de Turritopsis dohrniiin ou nutricula, é uma das cerca de 4 mil espécies de águas-vivas conhecidas no planeta. Foi descoberta em 1843 pelo zoólogo francês René-Primevère Lesson. Mas só mais recentemente sua capacidade de viver para sempre foi reconhecida.

Depois de milhões de anos de evolução, esse bicho conquistou um poder de regeneração fantástico e não morre de causas naturais - só quando atacado por predadores. Por isso, em tese, pode viver para sempre.

Assim como na adaptação cinematográfica da famosa história de Francis Scott Fitzgerald, onde o tempo não flui normalmente para Benjamin Button - ele nasce jà velho e fica mais jovem ao longo da vida - a água-viva Turritopsis dohrniiin é capaz de fazer algo muito semelhante: retroceder no tempo. Ela pode reverter seu ciclo de vida e se tornar uma “criança” novamente, o que a torna potencialmente e biologicamente imortal.

De acordo com o professor de zoologia Antonio Carlos Marques, do Instituto de Biociências da Universidade de São Paulo (USP), a Turritopsis nutricula é imortal "no sentido de que seus tecidos rejuvenescem e fases de vida regridem, no melhor estilo Benjamin Button".

T. dohrnii é um hidrozoário, classe à qual pertencem todas as águas-vivas. O ciclo de vida dos hidrozoários é diferente do de outros animais; de fato, eles podem existir de duas formas, como água-viva ou como pólipos. Os pólipos têm um pé que os ancora a um substrato, por exemplo uma rocha, e à medida que crescem reproduzem-se por brotamento: a parte tentacular superior se desprende e forma uma éfira, que crescendo, se transformará em uma água-viva. As águas-vivas adultas produzem gametas masculinos e femininos que, quando cruzados, formam um óvulo fertilizado e depois uma plânula, que se fixará em uma rocha e formará um novo pólipo. A peculiaridade do T. dohrnii é que, em vez de morrer após a produção dos gametas, ele volta a ser uma éfira, os tentáculos são reabsorvidos e a partir dele se desenvolve uma nova colônia de pólipos. Ou seja, suas células se reagregam entre si, não para formar uma nova água-viva, mas um novo pólipo, e o ciclo de metamorfose recomeça. Seria praticamente como se ele encarnasse em outro corpo de água-viva.

Esse processo regenerativo, que ocorre em 36 horas, também regenera as células, voltando a ser células embrionárias. “Daí a importância da pesquisa com células-tronco para combater doenças como o Parkinson, que se originam de uma degeneração das células, na qual os interruptores moleculares dentro delas ficam bloqueados. Com base neste modelo regenerativo, podemos acreditar que estes interruptores podem ser reativados”, afirma o biólogo Stefano Piraino, da Universidade de Lecce.

No universo quântico existimos indefinidamente. Capítulo 12

A célula envelhece porque não recebe informação do nosso consciente! Cap. VI