venerdì 26 luglio 2019

Saranno le donne a salvare il mondo?




Nell’età romana alle donne era vietato tanto votare quanto fare politica, non erano pertanto titolari di alcun diritto di voto. L’emancipazione femminile ha visto le donne accrescere, durante i secoli, il riconoscimento dei propri diritti, anche politici, accompagnato dall’evoluzione del loro ruolo all’interno della società, sino al suffragio universale.

Due donne forti e con una carriera politica consolidata alle spalle.
Due donne vincono la partita delle nomine per i posti chiave comunitari in occasione della riunione straordinaria del Consiglio europeo tra i capi di Stato e di governo dei 28. Ursula von der Leyen, la prima donna al comando della Commissione Europea e Christine Lagarde Presidente dalla Banca Centrale Europea.

Le proposte di nomine ai vertici delle istituzioni europee di due donne, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde, hanno dato il proprio marchio al difficile Consiglio Europeo del 2 luglio scorso. Dopo le difficoltà nell’individuare nomi adatti ai vertici dell’Ue, in un meccanismo complesso tra Spitzenkandidat, i candidati guida individuati prima del processo elettorale e le incertezze dovute ai giochi di forza tra partiti europei nella nuova composizione del Parlamento, la scelta di garantire pari opportunità nei top jobs europei è probabilmente parsa la possibilità migliore per mettere tutti d’accordo.

Von der Leyen, 60 anni, più volte ministro, percorso nella Cdu è stata il primo Ministro della difesa donna in Germania e ha una solida storia personale e politica di europeista. Sedere nello scranno più alto del governo europeu un po’ significa tornare alle origini perché è nata nei sobborghi di Bruxelles e all’epoca suo padre Ernst Albrecht era un alto funzionario della comunità europea. E’ ritornata da ragazzina in Germania con la sua familia di fede luterana evangelica e di sangue blu per via della discendenza di Johann Ludwig Knoop, industriale del cotone che lo zar Alessandro II di Russia vuole barone.

Ha trovato l’amore – Heiko Von der Leyen - a Gotingen, mentre cantava nel coro di una chiesa luterana, al quale Ursula era accomunata da studi scientifici e quarti nobiliari, appartenendo il rampollo a un’antica famiglia aristocratica che costrui la sua fortuna sull’industria della seta. Si sono sposati nel 1986 e hano avuto sette figli.
Più globale il profilo di Lagarde, dopo un’esperienza politica come prima donna ministro dell’economia in Francia: l’esperienza alla guida del Fmi ha segnato decisamente la carriera politica internazionale di Lagarde.

La rivista Forbes nel 2018 ha consacrata la 63enne, presidente del Fondo Monetario Internazionale, terza donna più potente al mondo (dopo Angela Merkel e Theresa May).
L’anno scorso il Financial Times le chiese se mirasse alla BCE; lei, per scaramanzia o per modestia, rispose enfaticamente di no.
Nominata dai capi di Stato e di Governo UE, nel quadro dei nuovi vertici dell’Unione, Lagarde prenderà funzioni dal primo novembre 2019: Si potrebbe dire che prenda la posizione più importante nelle istituzioni europee, perché è sotto la lente d’ingrandimento di tutta la finanza mondiale.

Lagarde Christine si sveglia tra le 5.15 e le 5.30, andamenti di Borsa e yoga ogni mattina. Christine non fuma, non beve, non mangia carne e si definisce cattolica praticante. A sessantatre anni e al secondo mandato Fmi, è al terzo grande amore. Ha tenuto il cognome del primo marito, Wilfried Lagarde, con il quale ha avuto due figli, Pierre-Henri (imprenditore) e Thomas (architetto). «Sanno stirare e preparare una cena» ha raccontato. «Alla fine gli uomini sono solo i figli delle loro madri».
Poi c’è stato il businessman britannico Eachran Gilmour. Oggi fa immersioni e va all’Opera con il compagno Xavier Giocanti, manager di origini corse che vive a Marsiglia e va a trovarla una volta al mese.

Lagarde non è bella in senso classico ma sprigiona un grande fascino ed è giudicata tra le donne più eleganti del mondo. Entra in una cabina armadio dove sono perfettamente catalogate borse Birkin, scarpe con tacchi di varia altezza, foulard Hermes, stole di ogni colore, cappotti, giacche Chanel e blazer blu, cappe e coppottini.

Perchè le piace le Birkin
La borsa Birkin di Hermès ha battuto un nuovo record diventando la So-Black più costosa del mondo. E sì, vale più dell'oro e dello zafferano, si tengono chiuse nelle borse di cotone per la vita, e vengono prese coi guanti bianchi affinché non si rovinino.

Servono dalle 30 alle 40 mani per fabbricarne una, e quando vengono realizzate, godono di una lista d’attesa assolutamente upper class, prima di finire da Christie's ed essere vendute. Assemblate con le pelli più pregiate del mondo.
La Birkin di Hermès oggi è un oggetto di lusso assoluto, e il modello So-Black è la punta di diamante - nero - di questa collezione. Battuta a Hong Kong a un'asta di Christie's, per oltre 200.000 euro. Una So-Black, ovviamente.

Beh, anche il direttore dell’FMI interpreta alla perfezione il suo ruolo: è a capo di un’organizzazione internazionale che gestisce quote e fondi immensi. L’understatement parrebbe fuori luogo. Certo che poi ci mette del suo: l’allure francese, il physique du rôle, la scelta dei capelli bianchi, così chic sul suo viso abbronzato.
Di sicuro le piace vestirsi e affidare agli accessori il coup de théâtre che rende indimenticabili i suoi outfit. è informata sulla direzione che sta prendendo la moda e conosce i nomi delle ‘it bag’ che sfoggia ai vari summit.
Difficile comunque definire un personaggio così: le sue scelte in fatto di abbigliamento ci dicono che è una donna elegante, raffinata e che ama le sfide.

Agli amici manda regali. Una candela profumata per Angela Merkel, miele di Normandia per addolcire il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble.
Agli altri non le manda a dire. Nella campagna presidenziale americana ha condannato «i politici che promettono di essere duri con i partner commerciali attraverso tariffe punitive o altre restrizioni», riferimento al neoprotezionismo invocato dal candidato repubblicano Donald Trump.


Raccontano che negli estenuanti vertici internazionali, al tavolo delle trattative, il suo “angolo” sia sempre il più allegro. Christine offre lo scialle-coperta a chi dà segni di stanchezza, scatta foto con l’iPhone, distribuisce cioccolatini. Ebbene sì. Il cioccolato, unica dipendenza oltre alla moda. Sembrerebbe un tipo da fondente, invece è al latte.
Anche così è riuscita a raccogliere 340 miliardi di euro dai Paesi del Fondo, che chiama «i nostri clienti».
In un’intervista non autorizzata pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian, si compiaceva di aver fatto valere il fascino femminile: gli uomini hanno più difficoltà a dire no quando è una donna a chiedere soldi…

Quello che però fa riflettere è la qualità, davvero, elevata, delle due candidate leader, rispetto ai profili, più mediani, dei due candidati uomini scelti insieme alle due leader, Charles Michel Presidente del Consiglio europeo, Josep Borrel, al vertice della politica estera e di sicurezza dell’Unione.

Tuttavia, l’uguaglianza in un mondo pensato e organizzato dagli uomini non è sufficiente per le donne, nonostante qualcuna possa arrivare in posizioni di potere, per la maggior parte rimane un mondo di violenza e privazione.
Torna in mente, al proposito, il detto sulla vera parità di genere: essa si raggiungerà non quando una donna con qualità eccellenti ottenga un lavoro che merita, ma quando una donna con qualità normali ottenga un lavoro che non merita.




domenica 14 luglio 2019

Você não pode mudar sua realidade usando a vontade racional





É realmente verdadeiro que para conseguir algo basta querer fortemente?
Então, por que existem sonhos que não conseguimos ver realizados? Não deveriamos ser capazes de manifestar todos os nossos desejos, sem exceção, com a força do pensamento?
Talvez estejamos negligenciando alguns aspectos importantes do funcionamento dessa regra universal. A verdade é que querer algo até a obsessão, não é exatamente o caminho certo para obtê-lo.

Vamos fazer um experimento. Eu tenho um bilhete de loteria aqui. Como podemos entender, o pensamento formulado pela minha mente está sintonizado com o desejo de ganhar. Então, a idéia básica desse teste é provar para mim mesmo o axioma: o pensamento cria a realidade.

Mas, no final, obtive apenas um suspiro de decepção, Não ganhei nada. Mas meu pensamento estava focado em ganhar. Por que então eu falhei?
Vamos tentar entender. Sabemos que estamos todos imersos no campo quântico, onde ondas infinitas de possibilidades coexistem, das quais somos observadores e, graças à nossa observação, somos capazes de colapsar uma dessas ondas e transformá-la em uma partícula da realidade.

A possibilidade de ganhar na loteria estava prevista no campo. E por que, então, eu não consegui colapsá-la? E por que - querendo ampliar o campo de investigação – várias vezes na minha vida, colapsei acidentes de carro, uma queda devido a uma casca de banana, contratempos, derrotas? Simplesmente porque criei minha realidade com a mente, identificada com o ego e não com a consciência. Mente e consciência são duas coisas diferentes.

Você não pode mudar sua realidade usando a vontade racional
Se já te ocorreu de usar as declarações de empoderamento, você terá percebido, após um certo tempo, que o que você esperava alcançar não chegou ainda, ou se manifestou apenas parcialmente. O que então deu errado?
A resposta é simples: você não pode mudar sua realidade usando simplesmente a vontade racional. O pensamento consciente do que você deseja, o simples imaginá-lo não é suficiente para obtê-lo. Pelo menos, até que seu pensamento esteja alinhado com suas crenças profundas e seu estado mental.

Seu pensamento deve estar em sintonia com suas profundas convicções
Imaginar todos os dias a realidade que você quer, é inútil se a sua imaginação não viajar de acordo com sua vontade inconsciente. Seu inconsciente quer apenas o que acredita ser real e viável. Se, por exemplo, sua mente foi programada para acreditar que o dinheiro traz infelicidade, na vida real você atrairá inconscientemente experiências que validam essa crença. Porque o seu inconsciente acredita que isso é realidade. Da mesma forma, se você está insatisfeito com o contexto em que vive e prevalece em você um sentimento de rejeição para com as pessoas que fazem parte dele, esse estado de espírito condicionará seu comportamento e suas ações, te levando a situações de infelicidade.
Quando o pensamento, as convicções profundas e o estado mental estão afinados e todos vão na mesma direção, nada pode impedir que o seu desejo seja realizado. Isso é um FATO. É física. Não é uma questão de tamanho ou viabilidade do seu desejo, é apenas uma questão de alinhamento de energias.

Você deve se destacar emocionalmente do seu desejo
Para obter a manifestação material de um desejo, é necessário separar-se dele. Pode parecer uma contradição, porque quando você quer fortemente algo, você instintivamente, se deixa envolver emocionalmente. Praticar o distanciamento emocional não é fácil. No entanto, deixar ir, é a única maneira de permitir que as coisas aconteçam e se verifiquem.
Porque, quando você está muito envolvido em seu desejo, você também desenvolve uma forma de resistência contra a realidade. Algo que impede o fluxo natural das coisas e, consequentemente, também dificulta e retarda qualquer tipo de mudança.

Aqui estão algumas formas de resistência que impedem a manifestação: medo, raiva, tristeza, dúvida, ansiedade, obsessão. No momento em que você deseja fortemente algo, você também precisa saber como separá-se dele, como se não se importasse muito com o resultado.
É algo muito parecido com o que acontece quando, depois de orar fervorosamente para conseguir alguma coisa, você chega a um ponto em que a ansiedade parece dar lugar a outro sentimento, uma espécie de resignação, uma sensação de “como for, será." É o mesmo sentimento que provoca o sentimento de fé quando é muito forte, porque você deixa de ser ansioso e se abandona totalmente ao fluir das coisas. Não é coincidência quando se diz que a fé move montanhas. Porque é quando paramos de lutar contra os eventos que permitimos que os milagres se manifestem em nossas vidas.

Quando você pratica o distanciamento emocional daquilo que você deseja, você traça um episódio de sua experiência pessoal com sua memória. Quantas vezes você perseguiu alguma coisa por um longo tempo e depois, quando você não se importava e nem esperava mais, ou quando não estava mais interessado, eis que magicamente aquele desejo se manifesta na sua realidade?

A realidade é dualismo: é sempre composta de opostos
Se você ainda acredita que, para alcançar a serenidade ou felicidade, você deve primeiro eliminar todos os seus problemas atuais, você está apenas enganando a si mesmo. A realidade é dualismo: é feita de opostos, positivos e negativos, de altos e baixos. O que realmente faz a diferença é como você percebe as coisas e responde a elas. Você não pode eliminar o negativo de sua vida, porque sempre haverá obstáculos. No momento em que você aceita o negativo e o considera como uma oportunidade de crescimento interior, o impossível acontece: sua vida não fica presa nesse obstáculo mas você o está explorando como um empurrão para aumentar a qualidade do seu percurso.
Pense, por exemplo, naqueles momentos em que um impedimento para o que você queria acabou sendo uma inesperada ocasião fortuita!

"Porque o que temo me acontece e o que me assusta me alcança" Jó 3:25
Acredito que todos nós já vivenciamos, pelo menos uma vez em nossas vidas, o fato que nossos piores medos tenham se concretizado, e que aconteceu precisamente o que queriamos intensamente evitar. "Eu sabia!" "Bem que te avisei”. É a constatação.

Se você tem medo do fracasso, coloca em ação comportamentos que facilitem o fracasso. Se você tem medo de ficar sozinho, você atrai condições que levam à solidão. Se você tem medo de ser pobre, te comporte como se fosse e provavelmente o será. Esse vínculo é inerente ao medo em si, porque muitas vezes é um sentimento intenso, forte e persistente. E a Lei da Atração responde precisamente a esse tipo de emoção: não àqueles ocasionais ou superficiais, mas àqueles repetidos, profundos, vividos intensamente.
Assim, o medo é uma emoção intensa que automaticamente pressupõe o distanciamento emocional do evento que o gera. Consequentemente, esse evento tem as características perfeitas para se manifestar.
Isso explica a razão pela qual o que tememos intensamente parece ter a tendência de vir ao nosso encontro.
Certos medos são úteis: são o resultado de mecanismos inconscientes que nos permitem proteger a nós mesmos, de tutelar-nos de situações que podem ser prejudiciais para nós ou para os outros. Outros medos, ao contrário, são imaginários: percepções (errôneas) de perigos que, na realidade, não existem.

Nada acontece por acaso. Nenhum contratempo, puxão ou imprevisto, ocorre sem deixar um significado ou uma mensagem. Se você se deixar levar sem raiva ou sem insistir em nadar contra a corrente, não desperdiçará sua preciosa energia e descobrirá que cada evento é um sinal que te guia naquele exato momento de sua vida.

Para concluir:
Não há sonho ou desejo grande demais para ser realizado. No entanto, cada um de nós, no curso de nossa experiência de vida, tem sonhos que ainda não se conseguiu alcançar. Não são sonhos além do nosso alcance. Ao contrário, somos nós que, embora inconscientemente, estamos impedindo sua realização através de medos inconscientes, estados mentais em eterna oposição ao que desejamos e um apego obsessivo.

O verdadeiro segredo é praticar o distanciamento emocional: desejando fortemente algo e depois ter a coragem de deixá-lo ir confiando na inteligência universal. Somente cancelando as resistências internas e seguindo o fluxo natural da vida, o que realmente desejamos em nossos corações poderá nos alcançar de maneira fácil e espontânea.

A dificuldade em realizar alguns sonhos não é uma questão do tamanho ou da viabilidade do desejo, mas apenas uma questão de harmonia entre imaginação, estado mental e programação inconsciente. Quando essa sincronização de energias está presente, qualquer desejo se torna possível.


Fonte: comecambiarevita.it

domenica 7 luglio 2019

Sapere gestire le proprie emozioni fa dimagrire







“Ciò che pensiamo genera emozioni, ma lo fa anche ciò che mangiamo.”
-Montse Bradford

Un aspetto importante del cibo è che ha il potere di modificare il nostro stato, sia da un punto di vista elettrochimico, sia da un punto di vista emotivo. Il cibo ci accompagna in tantissime situazioni emotive della nostra vita e contiene dei significati importanti su cui noi costruiamo parte della nostra storia.

Il legame tra emozioni e cibo è molto più importante di quanto possiamo pensare. È un fatto reale.
È stato osservato che a una maggiore emotività nell’assunzione dei cibi corrisponde una maggiore mancanza di controllo del numero di pasti, con la costante dell’eliminazione della prima colazione dalla propria routine alimentare.

La regolazione emotiva è un concetto che si riferisce alla gestione delle emozioni provate da una persona a seconda delle circostanze e dello stato emotivo altrui. Così, è stato osservato che la vergogna e il senso di colpa sono le emozioni che possono avere una maggiore incidenza negativa sulla dieta.

Quando si impara a modulare le emozioni attraverso l’assunzione di cibo, è perché in un certo momento della vita questa soluzione si è mostrata efficace, utile e decisiva per rispondere a un bisogno fondamentale, quello di non essere soli, di non soffrire, di stare meglio.
Il cibo, fonte di conforto, diventa anche fonte di colpa devastante, di inadeguatezza, di disgusto e si caratterizza di quegli aspetti negativi che si tenta di rifuggire, creando così un circolo vizioso che imprigiona nei suoi meccanismi di ricompensa- insoddisfazione- emozioni negative-ricerca di nuova ricompensa.

Le emozioni esercitano una potente influenza sulla scelta degli alimenti e sulle abitudini alimentari. Ad esempio, è stato scoperto che il legame tra emozioni e cibo è più forte nelle persone che soffrono di obesità rispetto a chi non ne soffre e in chi segue una dieta (Sánchez e Pontes).

Desiderio, piacere, soddisfazione… ma anche cautela, timore, diffidenza, rifiuto, sono le componenti in gioco nell’alimentazione, che spesso si alternano nella stessa persona.
Il rapporto con il cibo, quindi, è l’espressione di un appetito che non si limita a soddisfare la fame, ma coinvolge gli impulsi più istintivi e vitali della vita affettiva.

Disturbo da alimentazione incontrollata
Mangiare per ragioni emotive o in relazione a stati emotivi (emotional eating) è una delle principali cause di una relazione conflittuale con il cibo, che può sfociare, nei casi più gravi, nel binge eating disorder o disturbo da alimentazione incontrollata. È stimato che circa il 75% del mangiare in modo eccessivo sia dovuto alle emozioni. Anziché esprimere le emozioni in modo fluido e funzionale, spesso si tende a soffocare l’emozione attraverso cibi “confortevoli”, che nell’immediato portano ad avvertire una sensazione piacevole, di appagamento, ma che poi genererà un senso di colpa capace di minare l’autostima e di peggiorare lo stato di salute e qualità di vita della persona.

Le persone sviluppano diversi comportamenti in risposta alle emozioni provate a seconda di vari fattori, come il contesto in cui si trovano, il livello di istruzione e la capacità di identificare e gestire i propri sentimenti. Il tutto risulta in una migliore o peggiore capacità di controllare il proprio peso.


Si è affermato anche che le emozioni non sono di per sé causa di sovrappeso, ma lo sarebbe piuttosto il modo in cui vengono gestite e affrontate.

Il desiderio irrefrenabile per un cibo (craving) è segno che qualcosa dentro di noi non è in equilibrio e che dobbiamo fermarci e osservare la nostra vita. A livello simbolico possiamo comprendere molto di noi dal tipo di alimento che andiamo a ricercare.

Quella tra emozioni e cibo è una relazioni bilaterale: quello che mangiamo influisce sul nostro stato d’animo e le emozioni che proviamo influiscono sul nostro modo di mangiare. Cooper ci dice che non riuscire a gestire gli stati d’animo negativi influisce notevolmente nella comparsa e nel perdurare dei disturbi del comportamento alimentare.

La crononutrizione
Così come il ciclo sonno-veglia viene gestito dall’orologio biologico “centrale” (situato in una zona dell’encefalo denominata ipotalamo), anche altri stimoli, tra cui la fame, vengono stabiliti da un ritmo interno, controllati da orologi biologici che potremmo chiamare “periferici”. Per mantenere uno stato complessivo di salute è bene che tutti gli orologi periferici lavorino in stretta connessione tra loro, coordinati dall’orologio centrale.

Per fare questo, il segreto è affidarsi alle regole della crononutrizione: non l’ennesima nuova dieta, ma un regime alimentare, le cui basi scientifiche sono state avvalorate dall’assegnazione del Premio Nobel 2017 per la Fisiologia e la Medicina ai tre scienziati statunitensi Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, per la scoperta dei meccanismi molecolari che controllano i ritmi circadiani.

La crononutrizione tiene conto dell’importanza di sincronizzare il momento in cui assumiamo i pasti e la loro composizione in nutrienti col nostro orologio interno principale, che scandito da cicli luce-buio, regola il nostro ritmo circadiano di sonno-veglia. Recenti studi hanno infatti dimostrato che gli orari di assunzione del cibo possono svolgere un ruolo importante nella regolazione del peso.

Rispetta il tuo orologio biologico, e facilita il tuo metabolismo mangiando a orari regolari e costanti. La regolarità dei pasti e degli orari aiuterà anche il metabolismo e il ritmo tra il digiuno e la digestione. Gli orari non devono per forza essere uguali per tutti, ma devono essere costanti, e ritagliati sulla tua giornata, in base ai tuoi impegni. La crononutrizione è solo una buona regola di comportamento a tavola.

Seguire la crononutrizione quindi non significa necessariamente mangiare in maniera sana e intelligente, ma scegliere i momenti giusti per farlo durante la giornata. E soprattutto prestare attenzione al sonno, secondo aspetto fondamentale. Poiché la luce è uno dei principali stimoli esterni che condizionano il ritmo sonno – veglia, l’organismo tende a riposare la notte e a essere attivo di giorno, grazie soprattutto alla secrezione ciclica giornaliera della melatonina.

Non mangiare di fretta
Prenditi il tuo tempo, non mangiare di fretta perché come è risaputo rende più difficoltosa e turbolenta la digestione. Tra l'altro, è un trucco vecchio come il mondo: la sensazione di sazietà viene trasmessa al cervello con un ritardo di circa 20 minuti, per cui se ti abbuffi di fretta rischi di mangiare troppo prima di sapere di essere sazia. Mangiare lentamente aiuta la digestione ed è anche un ottimo modo per non esagerare nelle quantità.

Controlla le emozioni
Il cibo e l'atto di mangiare sono spesso anche atti emotivi: c'è chi mangia quando è stressato o ha ansie particolari, quando si annoia, o quando si sente solo. Se le tue emozioni si riversano sulla tavola in modo disordinato, un buon modo per sviluppare un rapporto sano con il cibo è allora controllare e capire le tue sensazioni. Impara a essere zen, ad analizzare con distacco quello che succede intorno a te. Se vedrai la tua serenità come una risorsa preziosa per la tua salute, allora non permetterai facilmente anche alle piccole cose di turbarti. In una parola: rispettati e prenditi cura di te stessa.



https://www.alfemminile.com/dieta-dimagrante/dimagrire-senza-dieta-s1891579.html
https://lamenteemeravigliosa.it/emozioni-e-cibo-relazione/
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1563-la-fame-d-emozioni-quando-il-cibo-compensa-bisogni-emotivi.html
https://www.vanityfair.it/benessere/dieta-e-alimentazione/2018/12/22/crononutrizione-quando-mangiare-rimanere-forma

martedì 2 luglio 2019

Sua Mente não deve lhe comandar!




A mente humana é um instrumento magnífico quando a usamos de uma forma consciente. No entanto, estamos tão acostumados com a sua sutil programação, quase totalmente vinda do meio externo, que em vez de comandá-la ou decidir o que queremos pensar, nos deixamos ser comandados por ela. Na realidade, você não usa a mente. É ela que usa você de um modo tal que você acredita que É a sua mente. Aí está o delírio

Estamos tão identificados com ela que nem percebemos que somos seus escravos.
Se nos identificamos com a mente, criamos uma tela opaca de conceitos, rótulos, imagens, palavras, julgamentos e definições que bloqueia todas as relações verdadeiras. Essa tela se situa entre você e o seu eu interior, entre você e o próximo, entre você e a natureza, entre você e Deus. É essa tela de pensamentos que cria uma ilusão de separação, uma ilusão que existe você e um “outro” totalmente à parte.

Esquecemos o fato essencial de que, debaixo do nível das aparências físicas, formamos uma unidade com tudo aquilo que é. Por “esquecermos” quero dizer que não sentimos mais essa unidade como uma realidade evidente por si só. Podemos até acreditar que isso seja uma verdade, mas não mais a reconhecemos como verdade. Acreditar pode até trazer conforto. No entanto, a libertação só pode vir através da vivência pessoal.

Mas podemos nos libertar do dominio da mente. A Liberdade começa quando nos colocamos na posição de observadores dos nossos próprios pensamentos. Isso desencadeia um notável despertar da consciência, elevando-a a um nível cada vez mais alto, nos permitindo de dar o start para uma nova percepção de quem realmente somos, do poder escondido em nós.

Você é este observador que consegue observar o processo frenético de geração de pensamentos no qual a sua mente está constantemente trabalhando.

Você é a Consciência e o Espírito que habita seu corpo e que deveria controlar a sua mente condicionada e barulhenta.

Como observadores, percebemos que não somos aquela mente como uma entidade dominadora. Começamos a perceber que o pensamento é apenas um aspecto diminuto da vasta área de inteligência que vai bem além. Percebemos também que todas as coisas realmente importantes como a beleza, o amor, a criatividade, a alegria e a paz interior surgem de um ponto além da mente. Onde? Como? Ouça a voz dentro da sua cabeça, esteja lá presente, como uma testemunha. Observe o pensador.

Comece a prestar atenção ao que a voz diz e isso vai desequilibrar o seu dominio. É nesse ponto, então, que começamos a acordar. Quando isso acontece, uma nova dimensão da consciência acabou de surgir. Você observando o seu pensamento, sente uma presença consciente, que é o seu eu interior mais profundo, por trás do pensamento. Dessa forma, o pensamento involuntário e compulsivo perde o poder que exerce sobre você e lhe abandona, porque a mente não encontra mais nenhuma identificação sua para com ela. Esse é o começo do seu DESPERTAR!

Não faça coisa alguma. Apenas observe. Observar não é um fazer. Assim como você observa o pôr do sol ou as nuvens no céu, observe o tráfego de pensamentos: relevante, irrelevante, consistente, inconsistente, qualquer coisa que esteja ocorrendo. Você simplesmente observa, mas não se preocupa com nada. Seja observador. Nada é da sua conta: se for ambição que estiver passando, deixe-a passar; se for raiva passando, deixe-a passar. Se for alegria ou amor, continue a deixar passar. Não interfira, não julgue. São apenas pensamentos passando. Deixe-os passar e apenas observe.
Essa é uma simples metodologia de observar a mente, onde você "não tem nada a ver com isso"... Abandone a obrigação de saber qualquer coisa sobre o que você observa. Você verá o que está errado, onde alguma coisa está errada, mas você permanece separado. Apenas fazendo e treinando isso, um dia, subitamente, você será capaz de observar sua mente sem julgá-la – esse procedimento traz a quietude.
Muitas vezes você irá fracassar, mas isso não deve preocupá-lo... Não há nenhuma perda, isso é natural. No entanto, uma vez que tenha sentido paz, por menor que tenha sido o tempo de duração, uma vez que você tenha, mesmo por um único momento, se tornado o observador, você então saberá como se tornar o observador!

Meditação, portanto, é simplesmente observação, consciência. E isso apenas revela - não inventa nada. Você encontra a quietude... Uma vez nesse espaço, sua mente sai renovada, atenta. Você continuará a viver no mesmo mundo, mas não do mesmo modo. Você estará entre as mesmas pessoas, mas não com a mesma atitude, não com a mesma abordagem.
Você irá viver como um lótus na água: dentro d'água, porém absolutamente intocado pela água.(OSHO)


Fonte: Eckhart Tolle . O Poder doAgora