domenica 30 maggio 2021

Il lavoro sodo non è Passe-partout per il successo.

 


Lavora come se ci fosse qualcuno, là fuori, impegnato 24h al giorno per portarti via quello che hai costruito finora.” Mark Cuban.

È molto diffusa la credenza che per ottenere il successo sia necessario lavorare fino allo sfinimento ed essere disposti a qualsiasi tipo di rinuncia e sacrificio, se davvero vogliamo raggiungere l’obiettivo.

Siamo cresciuti con il mito del piacere derivante solo ed esclusivamente dalla fatica e dal lavoro intenso, e siamo abituati ad associare il concetto di successo, col fare di più, lavorare giorno e notte e immolarsi alla causa. È arrivato il momento di rovesciare questo paradigma.

Noi costruiamo la nostra realtà, osservando i fatti e mettendoli in schemi, per forgiare i nostri modelli mentali. Questi schemi sono presenti in tutte le conoscenze acquisite nel corso della vita, potendo "anestetizzare" e impedire l'acquisizione di nuovi modelli informativi, se non stiamo attenti.

A causa di questi schemi prestabiliti, non sempre interpretiamo correttamente ciò che vediamo. Essi possono rappresentare barriere che bloccano il progresso personale e professionale.

Tutti noi crediamo che ciò che vediamo corrisponda sempre alla "realtà", ma la verità e che stiamo guardando una rappresentazione, una mappa che costruiamo con le lenti che usiamo per guardare il mondo e le cose intorno a noi. Da questa mappa è da dove i nostri paradigmi emergono. Più le nostre lenti sono deformate, più lontano dalla realtà ci collochiamo. 

Se interpretiamo la realtà di un modo molto deforme, andiamo contro i risultati sempre al di fuori del contesto della realtà, dunque, diverso da quello che ci aspettiamo. E’ questa, quindi, la causa delle delusioni, della sfortuna e delle continue frustrazioni, perché i concetti che abbiamo di come la vita e il mondo di oggi operano sono grandemente equivocati.

Non sempre il successo arriva attraverso il duro lavoro.

Non è detto che ogni sacrificio debba essere ricompensato o che il lavoro sodo sia Passe-partout per il successo.

La nostra vita è una dichiarazione del modo in cui percepiamo la realtà.

Ogni giorno, ci allineiamo, positivamente o negativamente, con qualcosa che noi percepiamo come "verità". Così come il mito del lavorare sodo per ottenere successo, molte altre credenze sbagliate, sonno infiltrate nella nostra cultura e sono viste come verità assoluta e pensiamo che "questo è come funzionano le cose".

Quando ci proponiamo raggiungere un obiettivo importante nella nostra vita, due forze entrano in gioco: la forza di volontà e quella dell’immaginazione. Se non vanno di pari passo in armonia, si può scommettere che quando loro sono in conflitto, vincerà sempre la forza dell'immaginazione.

Potete applicare tutte le norme tecniche, gli sforzi soprannaturali, competenze…, ma se una semplice vocina dentro, iniziare a importunarci dicendo: "Io farò, ma sarà inutile”, “non riuscirò trovare abbastanza risorse”, “lo farò ma so che non renderà molto questa volta”, “farò questa volta solo per fare esperienza, la prossima ci riuscirò…" questo significa che le due forze sono in conflitto e il risultato, si sa già come andrà a finire.

Quando riteniamo che, per qualsiasi ragione, non saremo in grado di superare certe situazioni, rimane nel subconscio un frammento d’informazione negativa (la memoria di un fallimento, per esempio), e quando la stessa situazione o una simile si ripresenta, il subconscio, che ha conservato l'esperienza, ti passa le informazioni di fallimento e questa sensazione ti accompagnerà durante tutto il processo, condizionando il risultato al fallimento. La consapevolezza di questa catena evento-ricordo-comportamento, è ciò che provoca il cambiamento dell’atteggiamento mentale, quando si dovrà affrontare situazioni che hanno avuto esito negativo.

Pertanto, l'unico modo per influenzare e impedire l'esito negativo dei nostri comportamenti, è di agire direttamente sul subconscio, selezionando e reinstallando nuovi e positivi pensieri, ripetutamente.

La legge del minor sforzo

“Il successo è una continua espansione della felicità e include l’abbondanza materiale, buona salute, relazioni appaganti, libertà creativa e pace della mente. Certe leggi ci aiutano a raggiungere il successo senza troppo sforzo e in modo armonioso. La legge è un processo che trasforma il "non manifesto" in "manifesto". La Divinità è la fonte che, attraverso l'azione della nostra mente, si rende concreto nel mondo fisico.

Quest’universo non è altro che movimento di energia e informazioni. Tutti noi siamo piccoli veicoli di energia e informazioni. Possiamo, consapevolmente, cambiare l'energia e il contenuto dell'informazione, attraverso l'attenzione e l'intenzione. Da che ogni cosa è connessa e correlata con ogni altra cosa, l''intenzione ha una flessibilità infinita. Scivolate nel silenzio, liberate la vostra intenzione e attendetene la fioritura. Abbandonate l'attaccamento al risultato. Lasciate che l'universo manovri i dettagli.

La Legge di Causa & Effetto

In ogni momento o situazione noi facciamo delle scelte. Poiché l'universo offre infinite scelte, le nostre reazioni alle cose sono in genere scelte condizionate. Per fare le giuste scelte, dobbiamo ascoltare i segnali del nostro cuore che ci darà un senso di conforto se la scelta è giusta. Ponete sempre attenzione nel momento in cui fate una scelta. Lasciatevi guidare dal cuore per fare scelte significative.

La Legge della Pura Potenzialità

Noi siamo essenzialmente pura coscienza. Siamo parte di un campo energetico universale che è infinito e slegato. Normalmente viviamo una vita influenzata dalle cose esterne. Il risultato è paura, bisogno di controllo e ricerca di approvazione. Per superare questo dobbiamo comprendere che il nostro vero "io" non è legato alle cose esterne bensì dalla pura coscienza interna”.

"Comunque, il vero successo è qualcosa di impalpabile, è una sensazione interiore, che non si può materialmente mostrare agli altri. Lo spirito di crescita, le emozioni positive, le scelte giuste, il rispetto per ogni forma vivente, le buone relazioni, le esperienze di crescita, l’amore autentico e l’amicizia sincera". (Vitalibera).

La lotta per la sopravvivenza è necessaria o è una falsa credenza?- Capitolo XIII


Fonte: Deepak Chopra

mercoledì 12 maggio 2021

Como a higiene mudou ao longo dos séculos?

 



Hábitos de higiene comuns, como tomar banho todos os dias, só se popularizaram no começo do século passado. Basta dizer que, na Europa, do Renascimento ao Iluminismo, o banho era proibido pelos médicos porque, como a peste era invisível, os médicos não sabiam como é que ela penetrava no corpo. 

Acreditavam que a água abria os poros da pele, por onde podiam entrar doenças graves. Isso explica porque, por exemplo, Luís XIV, conhecido como Rei Sol, durante seus 72 anos de reinado (de 1643, quando tinha menos de cinco anos, até sua morte em 1715), só tomou dois banhos.

Para compensar, todos os dias ele enxaguava as mãos com água perfumada e dia sim, dia não, esfregava o rosto com uma toalha úmida.

Costumavam trocar de roupa várias vezes durante o dia, pois naquele século a ideia era que roupas limpas garantiam a higiene pessoal, retirando a sujeira da pele. Daí a grande exibição de golas e punhos, como se vê, por exemplo, na pintura do barroco holandês. "Numa época em que até cuspir era permitido em público", diz Peter Ward em seu ensaio The Clean Body, "esses detalhes expressavam com perfeição o refinamento de quem o usava".

A primeira vez que o ato de lavar as mãos ficou famoso, não foi legal. Poncio Pilatus, o governador romano da Judeia, quis mostrar com esse ato que se omitia na decisão sobre a condenação de Jesus Cristo.

Higiene também foi bastante estimulada por algumas religiões. Afinal, a pureza da alma se associava à pureza do corpo. O islamismo enfatizava bem esse ponto. Maomé disse: a limpeza é metade da fé.

No mundo cristão era bem menos. A tradição dos banhos romanos remetia bastante também a um lado sensual, erótico. E o cristianismo , com sua lista de pecados, via com desconfiança o cuidado com o corpo. Mas para os cristãos, o que fechou a torneira dos banhos, digamos assim, foi a peste bubônica, que na idade média matou cerca de um terço da população europeia.

A partir do final dos anos 1700, a ideia de ter que tomar banho semanalmente ganhou apoio entre as classes abastadas, enquanto a limpeza das classes mais baixas passou a ser uma preocupação das autoridades apenas a partir do início do século XIX, porque a industrialização pressionou as massas para se reunir nas cidades.


A sujeira das ruas e das pessoas era preocupante devido a teoria médica dos miasmas, que explicava a origem das doenças infecciosas pela difusão no ar de "miasmas", ou seja, micropartículas tóxicas provenientes dos dejetos, sujeira e esterco.

Mais tarde, com o advento da teoria dos germes de Pasteur, que vê os micróbios como a causa raiz de muitas doenças, os governantes decidiram construir sistemas de esgoto e abastecimento de água, expandir a coleta de lixo e inaugurar os primeiros banheiros públicos. (Na Itália, o primeiro foi aberto em Florença em 1869), enquanto o surgimento do banheiro nas casas dos ricos foi sendo gradualmente imitado nas burguesas, passando das cidades para o campo.

Hoje, os hábitos de higiene depois da pandemia do novo coronavírus mudou completamente e muitos estão se tornando totalmente maníacos por limpeza.

Depois de 2020 essa precaução passou a ser definida como “novo normal”. Ou seja, ter cuidados rígidos com a higienização pessoal e de produtos se torna a nossa rotina.

Não deixe que as células lhe controlem! - Cap. VIII


https://www.focus.it/

https://g1.globo.com

lunedì 3 maggio 2021

O Verdadeiro Prazer Encontra-se na Imaginação

 


Ter aquele senso de valor intrínseco que constitui o respeito próprio significa potencialmente ter tudo. Joan Didion

O homem deseja prazer ilimitado, sem nunca ser capaz de alcançá-lo.

E, portanto, todos os prazeres devem ser misturados ao desprazer, como sentimos, porque a alma ao obtê-los busca avidamente o que não pode encontrar, ou seja, uma infinidade de prazer, ou a satisfação de um desejo ilimitado”.

Segundo o poeta Giacomo Leopardi, a humanidade poderia estar mais perto da felicidade no mundo antigo e na Idade Média, quando a falta de conhecimento deixava rédea solta à imaginação. No mundo moderno, experimenta-se uma infelicidade maior, porque a conquista do conhecimento e da verdade leva a imaginação a desvanecer-se e a enfrentar a dura realidade.

A alma humana deseja sempre, e mira essencialmente, viver o prazer, ou seja, a felicidade, que é por si só o prazer. O simples prazer específico, é limitado na sua duração - pois nenhum prazer é eterno - e limitado na sua extensão - pois nenhum prazer é imensurável.

Já o desejo do Prazer é ilimitado, tanto na duração - porque vai em igual passo com a existência, terminando com a morte - como na extensão, porque é substancial em nós, não como desejo de um ou mais prazeres, mas como desejo do Prazer.

A natureza existencial das coisas, exige que tudo tenha limite, confins e seja circunscrito. Porém, o desejo do Prazer, traz consigo o ilimitado; cada prazer isolado é circunscrito, mas não o Desejo, cuja extensão é indeterminada e a alma abraça, substancialmente, toda extensão imaginável desse sentimento. Sendo assim, o desejo do prazer, vai de encontro às leis da natureza, e sempre que se infringe uma lei, consequentemente se sofre penalidades.

A consequência a essa infração, é a sensação de insatisfação, depois da obtenção. Seria o caso de desejarmos algo, ardentemente, e, enquanto nutrimos esse desejo, a coisa é para nós preciosa. No momento em que você deseja uma Ferrari, por exemplo, esse sentimento se manifesta como o desejo de obter a Ferrari e, concomitantemente, o desejo a um prazer. Mas a realidade (não percebida) é que você deseja que esse prazer seja aquele ilimitado. No momento em que você obtém a Ferrari, você está diante de um prazer circunscrito e, passada a euforia, sente de novo um vazio na alma, porque aquele desejo (ao Prazer ilimitado) não foi efetivamente concretizado.

A expectativa é sempre melhor que a obtenção.

Quando a alma deseja algo prazeroso, deseja a satisfação de um desejo infinito, deseja o Prazer e não esse ou aquele prazer. Não obtendo, gera a sensação do incompleto.

Felizmente, existe no homem a faculdade imaginativa, a qual dá a possibilidade de se conceber o real que não existe, como também dar uma existência ao irreal. Essa faculdade imaginativa atua, também, no campo do prazer. Logo, o prazer infinito que não se pode encontrar na realidade, permanece na imaginação, da qual se deriva a esperança.

O desejo não é uma procura por parte do ser humano, não é exatamente a resposta a uma iniciativa do indivíduo, assim como, ter necessidade de comer e beber, não é uma escolha nossa, mas é doado pela natureza.

As necessidades do homem, se manifestam através do desejo, abrangendo, desde a própria conservação e segurança, auto estima, desejo do saber, necessidade de amar e ser amado, até ao conhecimento do transcendental; mas, nem sempre, um desejo corresponde essencialmente a uma necessidade

Grande magistério da natureza!

Sabendo que o homem é capaz de banalizar qualquer coisa, a natureza preferiu não doar a abrangência, a plenitude do prazer, visto que serve pra a própria conservação, necessária à subsistência. Forneceu, porém, como sublimação, ilusões e uma imensa variedade de prazeres, assim, quando se cansar de buscar um, pode-se correr atrás de outros, indefinidamente, dando-lhe a sensação da obtenção do prazer infinito.

O desejo é vivido, partindo do estado da necessidade essencial em direção à satisfação, que nem sempre é percebida com clareza.

Quando o desejo se abre à ‘procura de algo’, o objetivo da alma é encontrar esse ‘algo’. A meta final é vista como um valor, um bem em si mesmo, porque responde à nossa necessidade de prazer. Aqui, então, pode entrar o risco de confundir desejos com necessidades.

«O prazer infinito que não se encontra na realidade, encontra-se assim na imaginação, da qual derivam a esperança, as ilusões... Não é por acaso que a esperança é sempre maior do que o bem e que a felicidade humana não pode consistir senão na imaginação e ilusões ». Leopardi

A pessoa com a auto- estima baixa, é perita nessa confusão. Inconscientemente, acha que não é merecedora de tal (ou tais) prazer e, automaticamente, transforma o prazer em necessidade objetiva, colocando a necessidade em oposição ao desejo.

A baixa auto-estima faz crer que o ‘desejar’ é egoismo, algo não necessário. Dessa forma, quando os desejos afloram, são reprimidos pra eliminar o sentimento de culpa ou são automaticamente convertidos em ‘necessidades’ pra serem legítimos.

Procurar melhorar a auto-estima é importante, não só pra amplificar a extensão do prazer mas para aprender a se valorizar de forma equilibrada.

Aumentando o nivel da auto-estima, se consegue diminuir - ou eliminar totalmente - o nivel da auto-sabotagem dos nossos merecidos desejos.

Cada pessoa é totalmente responsável pelo seu próprio universo!. Cap. X