mercoledì 8 maggio 2019

I fisici hanno scoperto che le grandi piramidi concentrano energia elettromagnetica




Le onde elettromagnetiche sono ovunque attorno a noi, continuamente. Le irradia il Sole con la sua luce, ma le producono anche radio e tv, i forni a microonde e praticamente tutti gli apparecchi tecnologici che l’Uomo ha inventato. Ma a volte – lo sperimentiamo quando “non c’è campo” per il nostro cellulare o cade il collegamento wi-fi- in determinate aree risultano più deboli. Per testare il modo in cui queste onde si comportano in strutture massicce come le piramidi, i ricercatori hanno proceduto per ipotesi.

C’è energia elettromagnetica nelle stanze e sotto alla base della Grande Piramide di Giza. – Lo studio pubblicato online sulla rivista Journal of Applied Phisics, si intitola “Proprietà elettromagnetiche della Grande Piramide.

Un team di fisici russi ha dovuto creare un modello ideale di piramide e sulla base di complessi calcoli ha potuto stimare come le onde elettromagnetiche sulla lunghezza d’onda da 200 m a 600 m vengono disperse o assorbite dall’antica costruzione.
Usando la cosiddetta “analisi multipolare”, hanno così scoperto che i campi elettromagnetici sono più intensi nelle camere interne– chiamate “Stanza del Re” e “Stanza della Regina”, anche se non vi è alcuna prova che vi siano mai stati sepolti i sovrani dell’Antico Egitto- e sotto la sua base.

La piramide di Cheope
Ansa - I fisici dell’University di San Pietroburgo e il tedesco Laser Zentrum di Hannover hanno condotto uno studio con i metodi della fisica ed è emerso che “riesce a concentrare l’energia elettromagnetica, e precisamente le onde radio, sia nelle camere interne sia nella base».
Si potrebbero così progettare nanoparticelle ispirate alla struttura di questo edificio, che siano in grado di riprodurre un effetto analogo nel campo dell’ottica, da utilizzare per ottenere celle solari più efficienti. , condotta dai
I fisici erano interessati alla struttura della tomba del faraone Cheope perché «volevano vedere come le onde radio si distribuiscono» nella complessa conformazione dell’edificio.

Sulla base di queste ipotesi è stata messa a punto una simulazione matematica, che rivela come la Grande Piramide «può concentrare le onde radio nelle sue camere interne e sotto la base, un po’ come una parabola». Questo avviene perché «la lunghezza d’onda delle onde radio, compresa 200 e 600 metri, è in un certo rapporto rispetto alle dimensioni della piramide», spiega Tullio Scopigno, fisico della Sapienza di Roma.
Significa che, per avere lo stesso effetto con altri tipi di radiazioni che hanno lunghezze d’onda diverse (come la luce) sono necessarie strutture di dimensioni differenti: precisamente, occorrono dispositivi in miniatura. «Ecco perché i ricercatori prevedono di progettare nanoparticelle, delle dimensioni di qualche milionesimo di millimetro, e a forma di piramide, in grado di riprodurre effetti simili nel campo ottico, da usare nelle celle solari».

Della presenza di una «strana energia» parla anche l’antropologo bosniaco Semir Osmanagich, già docente a Houston, scopritore delle Piramidi di Visoko a due passi da Sarajevo. Sono 5 piramidi di dimensioni ragguardevoli, la maggiore delle quali – battezzata Piramide del Sole – è assai più grande di quella di Cheope. Ed è costruita con giganteschi mattoni di calcestruzzo. Ma l’aspetto più clamoroso è la datazione, confermata dal radiocarbonio: la grande piramide bosniaca risale al 29.000 avanti Cristo.

Per l’ufficialità accademica, la nostra civiltà risalirebbe ad appena 6.000 anni fa, cioè all’epoca della scrittura cuneiforme mesopotamica. Più recente la scoperta della civiltà Arappa della valle dell’Indo, risalente a 11.000 anni fa. Quasi allo stesso periodo è attribuita la scrittura “danubiana” (di origine sconosciuta) identificata in Romania.
lo storico Nicola Bizzi, utilizzando materiali inediti, custoditi in Toscana e riprodotti in epoca rinascimentale, data l’origine della presunta “civiltà atlantidea” attorno al 19.000 avanti Cristo. Sarebbe stata letteralmente cancellata da due devastanti cataclismi, il primo attorno al 10.800 e il secondo nel 9.500, innescati entrambi da una pioggia di comete. Il livello dei mari si sarebbe alzato di 150 metri, cambiando la geografia del mondo. Le attuali isole Azzorre sarebbero quel che resta di En, la maggiore delle 7 entità macro-insulari di Atlantide: un continente oceanico esteso da Gibilterra al Golfo del Messico.

La nostra storia è da riscrivere
Di recente, il giornalista ed etnografo Graham Hancock ha citato studi geologici che confermano che la Sfinge di Giza avrebbe almeno il doppio degli anni che le vengono attribuiti dall’egittologia. E’ stata erosa da millenni di piogge: secondo i climatologi, può essere avvenuto 10.000 anni fa, quando l’Egitto non era ancora un’area desertica e aveva un regime climatico tropicale, con precipitazioni quotidiane.
L’ennesima conferma del fatto che la nostra storia sia da riscrivere proviene dal sito archeologico turco di Göbekli Tepe, risalente a 11.500 anni fa: un monumentale complesso di culto con statue e templi, decorazioni e iscrizioni. Quanto alle piramidi egizie, i faraoni se le ritrovarono dunque già fatte, e magari senza neppure sapere chi le avesse costruite? Tuttora, l’egittologia non sa come possano esser state edificate. E i fisici russi e tedeschi adesso scoprono che sono “macchine” perfette per concentrare energia.

A sconcertare, rilevano in molti, è il perdurante silenzio sulle scoperte archeologiche che si vanno susseguendo in questi anni, al punto da spingere i più critici a parlare di “storia proibita”. Tanto per dire: l’esistenza delle Piramidi di Visoko non è ancora stata “digerita” dall’intera comunità scientifica, nonostante i 1.500 giovani archeologi che le stanno esplorando, a turno, da anni.

Lo stesso Osmanagich rivela che le piramidi, nel mondo, sono migliaia – ma è come se non se ne volesse parlare. Bizzi menziona qualcosa come 90 piramidi presenti addirittura in Europa, di cui almeno 15 in Italia. Una specie di tabù: le piramidi – non certo monumenti funerari, ora lo si è capito – rinviano inevitabilmente alla misteriosa identità dei loro costruttori, evidentemente in possesso di conoscenze fisiche molto avanzate.

Credevamo di conoscerla bene, la Piramide di Cheope, ma ora sappiamo che così non è. Viene anch’essa da Atlantide, l’altro grande tabù della nostra archeologia? Per Bizzi, secondo la tradizione misterica eleusina – perseguitata dal Cristianesimo e costretta alla clandestinità dopo l’Editto di Tessalonica voluto da Teodosio nel 380 – veniva proprio da Atlantide-En la civiltà minoica che colonizzò il Mediterraneo. Era la cultura egea a saper innalzare le piramidi, che ancora oggi nessuno sa spiegare come furono costruite e a cosa servissero?

“Abbiamo dimostrato che la piramide disperde le onde elettromagnetiche e le focalizza nella regione del substrato". Si tratta di una deduzione che, non solo svela misteri inerenti la costruzione, ma che potrebbe costituire un modello per progetti di nanoparticelle efficienti: lo afferma Polina Kapitainova, Ph.D. e membro della Facoltà di Fisica e Tecnologia della ITMO University.




https://laveritadininconaco.altervista.org/

mercoledì 1 maggio 2019

Os modelos mentais condicionam todas as nossas interpretações e ações






Diferentes modelos mentais podem motivar diferentes percepções, sentimentos, opiniões e ações. 

Nossos pensamentos e atitudes são reflexos de modelos mentais que representam e guiam a visão de mundo de cada um. Esses mecanismos psíquicos têm impacto direto em tudo o que fazemos no dia a dia.

Muitas vezes naturalizamos tanto determinados padrões, que acreditamos serem os únicos e verdadeiros e agimos apenas de acordo com eles, abrindo mão de um infinito leque de possibilidades que a vida nos oferece.

Cada indivíduo tem o seu próprio modelo mental - o qual é o conjunto de sentidos, pressupostos, regras de raciocínio, inferências - resultante de todas as experiências, historia de vida e situações profundamente arraigados, que influem na nossa maneira de compreender o mundo e nele agir. Os modelos mentais são o filtro pelo qual enxergamos o mundo a nossa volta o que nos leva a fazer determinada interpretação.

Operam permanentemente de modo subconsciente, na nossa vida pessoal, no âmbito profissional em nossas organizações sociais, ajudando-nos a dar sentido à realidade e nela operar com efetividade. Os modelos mentais condicionam todas as nossas interpretações e ações. Eles definem como percebemos, sentimos, pensamos e interagimos.

As diferentes percepções, opiniões e ações não constituem um problema em si mesmas. Elas se tornam conflituosas, quando cada pessoa acredita que a sua maneira de ver as coisas (de acordo com seu modelo mental) é a única “razoável”. Cada um acredita que seu modelo é o modelo válido. Em vez de utilizar as diferentes percepções para expandir suas perspectivas e integrá-las em uma visão comum, cada um dos interlocutores se aferra ao seu próprio ponto de vista. Em vez de indagar sobre o raciocínio do outro para compreender seu modelo mental, os interlocutores travam uma batalha para definir quem tem razão, quem tem a interpretação “correta” da realidade.

A impossibilidade de perceber, implica na impossibilidade de agir. Enquanto o cão responde a um apito ultra-sônico, a pessoa nem o ouve. Enquanto o morcego opera na mais absoluta escuridão, a pessoa se perde.

Modelos Mentais Coletivos
A cultura é um modelo mental coletivo. Como define Edgard Schein, “a cultura é um padrão de pressupostos básicos compartilhados, aprendidos por um grupo durante o processo de resolução de seus problemas de adaptação externa e integração interna. Esse padrão de pressupostos funciona bem o suficiente para ser considerado válido e, portanto, apto para ser ensinado aos novos membros como a maneira correta de perceber, pensar e sentir os temas referentes ao grupo”.
As ideias se aglutinam em um modelo mental coletivo que organiza a (realidade) de uma cultura.

Dentro de qualquer grupo (famílias, profissões, organizações, indústrias, nações), os modelos mentais coletivos se desenvolvem com base em experiências compartilhadas. Ao longo de sua história, os membros do grupo precisam enfrentar desafios. Em resposta, eles desenvolvem uma forma habitual de interpretar as situações e empreender ações. Isso vai se transformando numa parte do modelo mental coletivo e passa de geração a geração como o “conhecimento” do grupo.
O problema é que, com seu retrocesso à noite dos tempos, tal conhecimento perde sua raiz experiencial e se transforma numa verdade absoluta. Em vez de ser “a maneira pela qual nosso grupo respondeu efetivamente aos desafios do passado”, tem-se agora “a única maneira correta de responder aos desafios do presente e do futuro”.

Os desafios às crenças compartilhadas criam ansiedade e entrincheiramento. Mudar os pressupostos culturais é um processo extremamente árduo.

As experiência moldam o modelo mental que a pessoa utiliza para navegar pelo mundo.
Do mesmo modo como as experiências coletivas de aprendizado se transforma na cultura, as experiências pessoais de aprendizado se alojam nos estratos mais básicos da consciência e criam predisposições automáticas a interpretar e agir.

Há premissas do modelo mental que as pessoas adotam desde a mais tenra infância, mesmo antes de terem alguma capacidade de reflexão crítica. Ao longo da vida, essas ideias recebidas de maneira inconsciente se mantêm subjacentes à infinidade de juízos, atitudes e comportamentos que a pessoa considera “óbvios”.

Isso é especialmente perigoso quando o modelo mental está “ancorado” numa situação histórica não resolvida. Nesses casos, a pessoa pode ficar presa num circuito repetitivo, recriando simbolicamente alguma experiência traumática e tentando mudar seu resultado. 

As experiências pessoais, a biologia, a linguagem e a cultura forjam cada modelo mental particular.
Esse modelo leva a pessoa a se associar com certos indivíduos e não com outros; a pensar de uma certa maneira e rechaçar outra; a empreender certas ações sem sequer considerar outras; a decidir o que é aceitável e o que não é. Cada pessoa funciona a partir do seu modelo mental e vive naturalmente na “sua” (realidade). Mas essa (realidade) talvez não seja a mesma percebida pelos outros, cuja biologia, linguagem, cultura e histórias pessoais são diferentes. Todos os seres humanos vivem na mesma realidade, mas a experimentam subjetivamente de maneira diversa.
Portanto, é fundamental mergulhar em diferentes culturas, disciplinas, experiências e linguagens sem perdermos nossas origens.

A consciência humana em todo o mundo, e durante séculos, foi vítima de um tipo de alucinação coletiva produzida por uma perspectiva falaciosa do pensamento condicionado por percepções ilusórias.

A humanidade tem sido condicionada por séculos por ideologias muitas vezes absurdas que aprisionam a liberdade interior e distorcem a percepção da realidade. Estamos convencidos de que somos indivíduos separados, dotados de EU e de livre arbítrio, guiados pelo pensamento e pela razão, de acordo com os rígidos padroes da sociedade.

Assim, nos afastamos da inteligência da natureza e de nossa interconexão com ela, perdemos o contato com a alma e a vida real. As crenças e conformismo inibem a intuição, a inteligência e a espontaneidade.

A confusão e a conflitualidade que afligem a sociedade e os indivíduos em todo o mundo, dependem do fato de que a percepção convencional compartilhada é egoicamente polarizada e é por isso que a normalidade passa a ser patológica, enquanto a liberação (o se libertar) dos enganos mentais, a clareza perceptiva de uma mente livre de condicionamento. e do passado, se tornou uma condição tão rara q passou a ser mitologizada: em vez de chamá-la de estado natural, ela é chamada de iluminação, de modo que o ego pode ser livre em sua busca vã.

O despertar interior que transforma nossa relação com a realidade, não é um pensamento ou um novo modo de pensar, mas a percepção clara da realidade e dos limites do pensamento, que nos liberta do castelo das ilusões em que estávamos perdidos. Mas não é o eu que pode se libertar a si mesmo: é a verdade que liberta, não o teu esforço para se libertar …

"Não vemos as coisas como elas são; vemos as coisas como nós somos." Máxima judaica expressa no Talmude.


Fonte: Web

lunedì 15 aprile 2019

Um evento espaço-temporal é um momento de intenção congelada


Experiências, tanto mentais quanto laboratoriais, mostraram inexoravelmente que nossas concepções da realidade são completamente inadequadas, quando comparadas ao mundo da mecânica quântica, ou seja, ao reino do infinitamente pequeno.

Nosso cérebro é uma ferramenta quântica que causa o colapso das funções de onda, que existem como possibilidades antes que as percebamos como eventos espaço-temporais. Portanto, o cérebro toma as possibilidades e as realiza em eventos espaço-temporais. É uma ferramenta quântica que converte possibilidades em realidade. Ele toma o não-manifesto e o torna manifesto, tanto na imaginação quanto como uma experiência sensorial.

Colapso da Função de Onda
Diz-se colapso da função de onda quando o conjunto de todos os estados possíveis descritos por ela (os chamados "auto-estados") é drasticamente e instantaneamente reduzido a apenas um. Se por exemplo estamos estudando a posição de um elétron, o colapso da função de onda representa a passagem da "superposição" (onde o elétron provavelmente ocupa várias posições) para a posição única em que a encontramos no momento da observação / medição.

Toda percepção é o colapso das funções de onda em um mar de possibilidades em constante transformação e movimento, e a minha percepção congela parte dessa realidade externa, mas, mesmo no momento em que a percebo, ela desaparece. É um fenômeno em movimento no mar de possibilidades. Todas as coisas existem como um mar de infinitas possibilidades e tudo existe como puro potencial. O potencial não tem começo nem fim. É apenas um potencial.

O que é informação?
A informação é um mar de possibilidades à espera de perguntas a serem feitas. O universo tem a forma de uma onda? O universo é em forma de partícula?
É a sua pergunta que força o universo a fazer uma escolha. Antes da pergunta ser feita, o universo não fez nenhuma escolha. Assim que fizermos a pergunta, o universo é forçado a responder.
Portanto, nos níveis mais fundamentais da natureza, o universo é um mar de possibilidades infinitas que são forçadas a fazer escolhas para eventos espaço-temporais, uma vez que tenhamos feito a pergunta. O universo é um enorme ponto de interrogação, antes de se tornar real.

John Wheeler diz que “o universo permanece ambíguo, um caldo quântico que flui incessantemente, até que um ser consciente o observe. Esse Ser consciente, pode ser uma abelha, um camaleão, ou pode ser um de nós. Sem consciência, o universo não se constrói em uma forma física”.

Deus não joga dados com o universo
Einstein estava muito desconfortável com certos aspectos da física quântica. Um deles era a correlação não-local. Outro era o princípio da incerteza de Heisenberg. De fato, quando Heisenberg foi explicar o princípio da incerteza a Einstein, Einstein pronunciou a famosa frase: "Deus não joga dados com o universo", porque nossas leis mecanicistas dizem que, se soubermos o suficiente sobre o universo, seremos capazes de prever tudo.

O efeito do observador significa que, a menos que seja observado e até o momento da observação, o universo existe apenas como uma possibilidade. Enquanto você observar, em outras palavras, sem um consciente ser senciente, o universo não existe. John Wheeler.

Como funciona uma correlação não local
Se você tem duas partículas subatômicas, A e B, e estas colidem, elas trocam alguma energia e informação, então A se torna A1 e B se torna B1: elas são levemente alteradas, o mesmo como quando você e eu nos batemos, nos encontramos e trocamos ideias, nos tornamos levemente mudados, trocamos informações e tambèm energia. Em níveis mais fundamentais, quando partículas subatômicas se colidem, elas trocam energia e informação. Nós então dizemos que A1 começa a se mover em direção a uma extremidade do universo e B1 se move em direção extremo oposta do universo, mas por toda a eternidade eles permanecem instantaneamente correlacionados.
Isso significa que, se eu souber o que A1 está fazendo, poderei dizer o que B1 está fazendo. Se eu souber onde está A1, poderei dizer onde está o B1. Sabendo isto, ou seja, conhecendo uma qualidade de comportamento de A1, poderei dizer sobre a qualidade do comportamento de B1.

A distância no espaço é também a distância no tempo
Agora há um fato estabelecido de que existe na natureza um nível fundamental em que tudo é instantaneamente relacionado a todo o resto. Isso nos dá uma prova matemática e experimental do que podemos chamar de onisciência, omnipresença ou onipotência - onde tudo é relacionado, tudo é organizado, tudo é instantaneamente conectado com todo o resto.

Einstein se sentiu desconfortável porque pensou do ponto de vista de todos os fenômenos existentes no espaço-tempo, mas o que isso descreve é ​​um domínio que está além do espaço-tempo e da causalidade, fora dos domínios do espaço-tempo. Agora, os cientistas reconhecem totalmente que não se pode explicar a biologia sem invocar a correlação não-local. Como pode o corpo humano ter pensamentos, tocar piano, matar os germes, elimina toxinas e ter crianças, tudo ao mesmo tempo? E, enquanto faz tudo isso, correlaciona todas as atividades com todas as outras atividades, tudo instantaneamente, sem mediar a atividade das células do fígado com as células renais, com a "fabricação" de um novo bebê.

Não só isso, mas o nosso corpo está acompanhando o movimento das estrelas ao fazer isso, porque os ritmos biológicos que chamamos de corpo são na realidade os ritmos do ecossistema e do universo. Tudo, além de estar correlacionado com todo o resto, é também instantaneamente correlacionado. Não há tempo, não há energia envolvida, porque a energia está no espaço-tempo. Não usa sinais de tempo ou sinais de energia: é instantâneo. É a base do que chamamos de sincronicidade. As correlações não-locais são os aspectos mais impressionantes e dominantes da atividade da natureza. É conhecido matematicamente, é conhecido do ponto de vista da física quântica - é totalmente conhecido experimentalmente.

A proliferação da incerteza/indeterminação
Observamos o princípio da incerteza de Heisenberg: todos os fenómenos são simultaneamente forma de onda e forma de partícula até que o experimento seja executado, e depois eles são uma ou outra coisa. Se você mede um, então você exclui o conhecimento do que o outro é.
Então, se eu medir a posição, excluo o conhecimento do momento. Se o conheço como uma partícula, então não posso conhecê-lo como uma onda ao mesmo tempo. Não tem nada a ver com as limitações de nossas metodologias experimentais, tem a ver com as leis da natureza.
Além disso, quando começo a fazer cálculos nesse nível da natureza, tenho que usar números irracionais. Um número irracional é um número que não pode ser conceituado. Portanto, o infinito é um número irracional: não pode ser conceituado. Para calcular os comportamentos fundamentais do universo, devo usar números irracionais que não posso conceituar.

A criatividade começa com a incerteza. A incerteza é realmente a razão para a criatividade nesse nível, que é a quarta propriedade do domínio quântico. É criativo. E é criativo devido à proliferação de incerteza.
Se você tem certeza de tudo, onde está o espaço para a criatividade? Se eu sei tudo, então isso é o fim da história, pois quanto mais eu não sei, mais espaço existe para a criatividade. Essa criatividade, em seu caráter, é quântica. Isso significa que tem algo a ver com a cura, porque toda cura é criatividade biológica. Toda reabilitação é criatividade biológica. A natureza está constantemente criando.

Mas olhe para fora: Toda Essa Criação Está acontecendo agora mesmo! Não aconteceu há muito tempo, acontece neste exato momento. No nível quântico, os fótons colapsam, as funções de onda precipitam como eventos espaço-temporais e nossos cérebros são ferramentas quânticas que traduzem o colapso das funções de onda em... uma árvore. Mas aquela árvore está de fato nascendo e está morrendo na velocidade da luz exatamente agora. Deus está criando isso. Se você não acredita em Deus, então um campo relacionado à mecânica quântica causal não-local está criando-o!
Um mistério está criando e está fazendo isso agora. Toda a criação não está apenas acontecendo neste momento do agora. Mas algumas propriedades inesperadas, que são totalmente imprevisíveis, surgirão enquanto essa criatividade continua, porque a criatividade repete a si mesma, os padrões de colapso se repetem e então, improvisamente, surgem saltos quânticos que são chamados de propriedades inesperadas. Isso significa que eles não existiam antes e você não sabia o que eles seriam antes de existirem.
Nós estamos aqui como seres humanos e lá fora há chimpanzés que compartilham 99,999% do mesmo DNA. Mas, até onde sabemos, os chimpanzés não perguntam quem é Deus e se têm alma, ou qual é a natureza da existência. Para isso, um salto quântico foi necessário. A criatividade da natureza é quântica.

Vamos observar a evolução biológica. Vemos que é pontuada por essas descontinuidades. Na física quântica, há descontinuidades quando uma partícula subatômica se move de um lugar para outro sem atravessar o espaço intermediário. Por isso agora ele está aqui e depois está lá e não passou nem aqui nem lá. É também instantâneo: assim que desaparece aqui, reaparece lá sem qualquer desfasamento temporal.

Qual é a definição de uma alma?
Os pontos discutidos aqui são as qualidades da alma. Por quê? Porque a alma não é uma coisa, é um campo de possibilidades infinitas. A alma é onisciente, a alma prolifera e abraça a indeterminação para criar e a alma co-cria com Deus.
Deus permanece imanifesto a menos que você participe. E nisso ha uma enorme profundidade.

A alma é o observador que interpreta através da memória e faz escolhas através do desejo.
Cada um tem um observador, cada um observa baseado-se na memória e na interpretação e cada um tem um campo comum que são as infinitas possibilidades, as correlações não locais, a indeterminação/incerteza, a procriação e a criatividade.

O observador é a alma, o processo é a mente e o corpo físico é o objeto.


fontes: scienzenoetiche.it
          StazioneCeleste.it

mercoledì 10 aprile 2019

Il risveglio interiore che trasforma la nostra relazione con la realtà




Così, coloro che dicono di volere la giustizia senza il suo correlativo, l’ingiustizia, o un buon governo senza malgoverno, non comprendono i grandi principi dell’universo, né la natura di tutta la creazione. Si potrebbe allora parlare di esistenza del Cielo senza la Terra, o del negativo senza il positivo, il che è chiaramente impossibile. Eppure la gente continua a discutere, senza fermarsi; non può trattarsi che d’idioti o di furfanti… Chung Tzu

La coscienza dell’uomo in tutto il mondo, e da secoli, è vittima di una specie di allucinazione collettiva prodotta da una fallace prospettiva del pensiero condizionato da percezioni illusorie.

Molti studiosi considerano la crisi attuale che è caratterizzata dal crollo delle ideologie e del potere basato sull’egoismo, sta portando alcuni individui a una Nuova Coscienza che oggi è di certo indispensabile per affrontare i problemi sociali ed ecologici. Sarà il risveglio da questa allucinazione prodotta dal dominio dell’ego che con il suo bagaglio di condizionamenti è alla radice della divisione e del conflitto, che fa sì che la nevrosi sia la condizione “normale” di quasi tutti gli esseri umani.

La maggioranza degli individui è alienata dal proprio Sé, imprigionata da inutili inganni mentali, dalle speranze e paure dell’ego. Per ego s’intende il personaggio illusorio creato dal pensiero, che nella vana ricerca di sicurezza e stabilità produce frustrazione, sofferenza e noia.

Se guardiamo le cose con obiettività, riconosciamo che l’umanità è stata condizionata per secoli da ideologie, molto spesso assurde, che imprigionano la libertà interiore e deformano la percezione del reale. Siamo stati convinti di essere individui separati, dotati di un io e di libero arbitrio, guidati dal pensiero e dalla ragione secondo i rigidi canoni della società.

Ci siamo così allontanati dall’intelligenza della Natura e dalla nostra interconnessione con essa, abbiamo perduto il contatto con l’anima e la vita reale. Le credenze e il conformismo inibiscono l’intuizione, l’intelligenza e la spontaneità. Il risultato lo vediamo nel mondo, ed è inutile descrivere il caos sociale, politico ed economico e i conflitti internazionali che ci circondano.

L’attenzione al presente dissolve il senso di separazione
La coscienza che ci connette con il Tutto, con l’intelligenza insita nelle particelle subatomiche, con il nostro potenziale creativo, si manifesta quando l’io, il tempo e il pensiero scompaiono e nell’immediatezza spontanea del fluire della vita esprimiamo il nostro “vero io” il Sé – Coscienza – Testimone. Nella presenza mentale facciamo la cosa giusta al momento giusto, i pensieri vanno e vengono senza attrito o conflitto, l’attenzione al presente dissolve il senso di separazione tra osservatore e osservato, e siamo guidati a realizzare in armonia il destino, la parte che la vita ci ha dato nel teatro dello spazio tempo.

Se identificati con desideri e paure ci sforziamo di immaginare di ottenere ciò che vogliamo, questa sarà un’espressione dei nostri condizionamenti, quindi ben lontana dalla sintonia con il cosmo, con il silenzio interiore da cui sorge l’intuizione, con il cuore che accetta compassionevolmente ciò che è con equanimità.

La confusione e conflittualità che affliggono la società e gli individui in tutto il mondo dipende dal fatto che la percezione convenzionale condivisa è egoicamente polarizzata e per questo la normalità è patologica, mentre la liberazione dagli inganni mentali, la chiarezza percettiva di una mente libera dai condizionamenti e dal passato, è una condizione tanto rara da esser mitizzata: invece di chiamarla stato naturale, la si chiama illuminazione, cosicché l’ego può scatenarsi nella sua vana ricerca.

I pensieri creati ad arte in reazione alle nostre paure, ostacola il fluire degli eventi
L’idea che i nostri pensieri plasmino la realtà che ci circonda e che con il pensiero attiriamo il nostro destino, dalla prospettiva del Sè, il concetto è vero, ma dalla prospettiva dell’io dà adito a terribili fraintendimenti e può persino produrre problemi psicologici gravi. Infatti, il pensiero che nasce dalla prospettiva dell’io, non ha nulla a che vedere con la Mente Creativa e con l’Unita della Coscienza, anzi, anche se “positivo” ostacola il fluire armonico degli eventi e la percezione di “ciò che è“.
Intuire che il mondo e l’io non sono separati dalla Coscienza attraverso cui ne facciamo esperienza e aver fiducia che la vita sa prendersi cura di noi se fluiamo con cuore aperto, è qualcosa di assai diverso dai pensieri ottimistici creati ad arte in reazione alle nostre paure.

Se penso: “io creo il mondo che mi circonda” sono già perduto nell’illusione dal momento che con “io” s’intende la “persona“, l’entità creata dal pensiero attraverso la memoria e quindi la “storia” e le maschere con cui mi identifico. Se attribuiamo a quest‘io illusorio e non al Sé Cosciente l’onnipotenza creativa, siamo più vicini alla psicosi che all’illuminazione. L’uomo che desidera uscire dal conflitto, deve trovare una modalità della coscienza che non sia dominata dal pensiero e dall’egotismo.

Dalla prospettiva del Sé, è evidente l’interdipendenza tra la consapevolezza e la materia, tra l’essere e il divenire, tuttavia il Sé non crea ciò che desideriamo secondo il nostro condizionamento, ma ciò che è giusto e vogliamo veramente secondo leggi a noi ignote, che il pensiero non può avvicinare perché solo l’intuizione e la via del cuore e della saggezza –armonia, possono attingervi.

Il piano Causale, il Testimone senza forma, è il substrato del mondo fenomenico, il quale non esisterebbe separato da esso, e anche in questo caso ci si riferisce a un livello di coscienza che si può percepire nell’assorbimento profondo e che ha nulla a che fare con il pensiero bensì solo con l’insight profondo e immediato.

È la verità che libera non il tuo sforzo di liberarti
Il risveglio interiore che trasforma la nostra relazione con la realtà, non è un pensiero o un modo nuovo di pensare, bensì la chiara percezione della realtà e dei limiti del pensiero, che ci libera dal castello di illusioni in cui eravamo perduti. Ma non è l’io che può liberare se stesso: E’ la verità che libera, non il tuo sforzo di liberarti…

Finalmente è stato svelato il segreto della vita che porterà alla soluzione al problema umano: il pensiero crea!
Con questo s’intende che attiriamo con i pensieri ciò che ci capita e quindi decidendo di pensare positivamente tutto andrà per il meglio e potremo trasformare il mondo. L’idea di poter avere totale padronanza sul destino è estremamente allettante. Ma, nella vita reale basterà affrontare qualche dolorosa delusione per prender atto che le cose non seguono i nostri desideri e che i fatti del destino non rispondono ai nostri pensieri.

Il fatto è che molti dei nostri pensieri sono inconsci e alimentano dei programmi automatici che noi non riusciamo a gestire consapevolmente. Questi programmi sono il frutto di condizionamenti, traumi, schemi e convinzioni che ci portiamo dietro da anni (se non addirittura da vite).

Quello che possiamo iniziare a fare è osservare i pensieri che facciamo quotidianamente. Non si tratta di nascondere o soffocare emozioni negative o formulare semplicemente pensieri positivi. Significa piuttosto sviluppare una maggiore consapevolezza, fare un lavoro di trasformazione dal quale poi nasceranno automaticamente pensieri e atteggiamenti positivi.
Poi, potrai addirittura imparare ad utilizzare i pensieri per trasformare letteralmente la tua attuale realtà.


Fonte:
https://filippofalzoni.com - https://www.visioneolistica.it


giovedì 4 aprile 2019

Un evento spazio-tempo è un momento d’intenzione congelato




Esperimenti, sia mentali che di laboratorio, hanno inesorabilmente dimostrato che le nostre concezioni della realtà sono completamente inadeguate se rapportate al mondo della meccanica quantistica, ovvero al regno dell’infinitamente piccolo.

Il nostro cervello è uno strumento quantico che provoca il collasso delle funzioni d’onda, che esistono come possibilità prima che le realizziamo come eventi spazio-tempo. Perciò il cervello prende le possibilità e le realizza negli eventi spazio-tempo. È uno strumento quantico che converte la possibilità in realtà. Prende il non-manifesto e lo rende manifesto, sia nell’immaginazione sia come esperienza sensoriale.

Si parla di collasso della funzione d'onda quando l'insieme di tutti gli stati possibili da essa descritti (i cosiddetti "autostati") si riducono drasticamente e istantaneamente ad uno solo. Se ad es. stiamo studiando la posizione di un elettrone, il collasso della funzione d'onda rappresenta il passaggio dalla "superposizione" (dove l'elettrone occupa probabilisticamente molteplici posizioni) all'unica posizione dove l'abbiamo trovato all'atto dell'osservazione/misura.

Tutta la percezione è il collasso delle funzioni d’onda in un mare di possibilità in costante trasformazione e movimento e la mia percezione congela quella realtà esterna, ma persino nel momento in cui l’ho percepita è andata avanti. È proprio un fenomeno in movimento nel mare delle possibilità. Tutte le cose esistono come un mare di possibilità infinite e tutto esiste come potenziale puro. Il potenziale non ha né principio né fine. Esiste come potenziale.

Che cos’è l’informazione?
L’informazione è un mare di possibilità che aspetta che siano poste dellle domande. L’universo è a forma-d’onda? L’universo è a forma-di-particelle?
È la vostra domanda che costringe l’universo a fare una scelta. Prima che la domanda sia stata posta, l’universo non ha fatto una scelta. Non appena facciamo la scelta, l’universo è costretto a rispondere. Perciò, ai livelli più fondamentali della natura, l’universo è un mare di possibilità infinite che sono costrette a fare scelte per eventi di spazio-tempo una volta che abbiamo posto la domanda. L’universo è un enorme punto interrogativo, prima che diventi reale.
John Wheeler dice che l’universo rimane ambiguo, un brodo quantico che fluisce incessantemente, fino a che un essere cosciente lo osserva. L’essere cosciente potrebbe essere un’ape o un camaleonte, o potrebbe essere uno di noi. Senza una coscienza l’universo non costruisce se stesso in una forma fisica.

Einstein si trovava molto a disagio con certi aspetti della fisica quantistica. Uno di questi era la correlazione non-locale. Un altro era il principio di indeterminazione di Heisenberg. Infatti, quando Heisenberg si recò a spiegare a Einstein il principio di indeterminazione, Einstein pronunciò la famosa frase: “Dio non gioca a dadi con l’universo,” perché le nostre leggi meccanicistiche dicono che se ne sappiamo abbastanza dell’universo, saremo in grado di predire ogni cosa.

L’effetto dell’osservatore significa che a meno che non si osservi e fino al momento dell’osservazione l’universo esiste solo come possibilità. Fino a che lo osservi, in altre parole senza un cosciente essere senziente, l’universo non esiste. John Wheeler.

Come funziona una correlazione non-locale
Se avete due particelle sub-atomiche, A e B, e queste si scontrano, si scambiano un po’ d’energia e di informazioni, quindi A diventa A1 e B diventa B1: esse sono leggermente cambiate, proprio come quando tu e io ci scontriamo, siamo leggermente cambiati, scambiamo informazioni e anche energia. A livelli più fondamentali, quando particelle sub-atomiche si scontrano, esse scambiano energia e informazioni. Diciamo poi che A1 comincia a spostarsi verso un’estremità dell’universo e B1 si sposta verso l’altra estremità dell’universo, ma per tutta l’eternità rimangono istantaneamente correlate. Ciò significa che se io so che cosa sta facendo A1, sarò in grado di dire che cosa sta facendo B1. Se so dov’è A1, sarò in grado di dire dov’è B1. Sapendo, cioè, una qualità di comportamento di A1, sarò in grado di dire una qualità di comportamento di B1.

La Distanza nello Spazio è anche la Distanza nel Tempo
Ora c’è un fatto stabilito che ci sia in natura un livello fondamentale in cui ogni cosa è istantaneamente correlata a ogni altra cosa. Questo ci dà una prova matematica e sperimentale di ciò che possiamo chiamare onniscienza, onnipresenza o onnipotenza – dove ogni cosa è correlata, ogni cosa è organizzata, ogni cosa è connessa istantaneamente con ogni altra cosa.

Einstein si sentiva a disagio perché pensava dal punto di vista di tutti i fenomeni esistenti nello spazio-tempo, ma ciò che questo descrive è un dominio che si trova oltre lo spazio-tempo e la causalità, fuori dai domini di spazio-tempo. Ora gli scienziati riconoscono totalmente che non potete spiegare la biologia senza invocare la correlazione non-locale. Come fa il corpo umano ad avere pensieri, a suonare un pianoforte, a uccidere germi, a rimuovere le tossine e ad aspettare un bambino, tutto nello stesso tempo? E mentre fa tutto questo, correla ogni attività con ogni altra attività, tutto istantaneamente senza mediare l’attività delle cellule del fegato con le cellule dei reni, con la “fabbricazione” del nuovo bimbo.

Non solo, ma il nostro corpo sta inseguendo il movimento delle stelle mentre fa questo, perché i ritmi biologici che chiamiamo corpo sono veramente i ritmi dell’ecosistema e dell’universo. Ogni cosa, oltre a essere correlata con ogni altra cosa, è anche correlata istantaneamente. Non c’è tempo, non c’è energia implicata, perché l’energia è nello spazio-tempo. Non utilizza segnali di tempo o segnali di energia: è istantanea. È la base di ciò che chiamiamo sincronicità. Le correlazioni non-locali sono gli aspetti più impressionanti e più dominanti dell’attività della natura. E’ conosciuto matematicamente, è conosciuto dal punto di vista della fisica quantistica – è totalmente conosciuto sperimentalmente.

La proliferazione dell’indeterminazione
Osserviamo il principio di indeterminazione di Heisenberg: tutti i fenomeni sono simultaneamente a forma-d’onda e a forma-di-particella fino a che si esegue l’esperimento, e poi sono una o l’altra cosa. Se ne misurate uno, vi precludete allora la conoscenza di ciò che è l’altro.
Perciò se misuro la posizione, allora mi precludo la conoscenza del momento. Se lo conosco come particella, allora non lo posso conoscere come onda nello stesso momento. Non ha niente a che fare con le limitazioni delle nostre metodologie sperimentali, ha a che fare con le leggi della natura.
Inoltre, quando comincio a fare calcoli a questo livello di natura, devo usare numeri irrazionali. Un numero irrazionale è un numero che non può essere concettualizzato. Perciò l’infinito è un numero irrazionale: non si può concettualizzare. Per calcolare i comportamenti fondamentali dell’universo, devo usare numeri irrazionali che non posso concettualizzare.

La creatività comincia con l’indeterminazione. L’indeterminazione è veramente la ragione della creatività a questo livello, che è la quarta proprietà del dominio quantico. È creativo. Ed è creativo a causa della proliferazione dell’indeterminazione. Se siete sicuri di tutto, dov’è lo spazio per la creatività? Se conosco ogni cosa, allora quella è la fine della storia, più non so, più spazio c’è per la creatività. Questa creatività, nel carattere, è quantica. Ciò significa che ha qualcosa a che fare con la guarigione, perché tutta la guarigione è creatività biologica. Tutto il risanamento è creatività biologica. La natura sta creando costantemente.

Ma Guardate Fuori: Tutta questa Creazione Avviene Proprio Adesso! Non è successo tanto tempo fa, succede in questo momento. A livello quantico i fotoni collassano, le funzioni d’onda precipitano come eventi spazio-tempo e i nostri cervelli sono strumenti quantici che traducono il collasso delle funzioni d’onda in… un albero. Ma quell’albero sta realmente nascendo e sta morendo alla velocità della luce proprio ora. Dio lo sta creando. Se non credete in Dio allora un campo correlato meccanico quantico non-locale causale lo sta creando!
Un mistero la sta creando e lo sta facendo proprio ora. Tutta la creazione non solo sta avvenendo proprio ora. Ma qualche proprietà inaspettata, che è totalmente imprevedibile, emergerà mentre quella creatività continua, perché la creatività ripete se stessa, gli schemi del collasso sono ripetuti e poi, all’improvviso, ci sono salti quantici che sono chiamati proprietà inaspettate. Questo significa che non esistevano prima e voi non sapevate che cosa sarebbero stati prima di esistere.
Noi siamo qui come esseri umani e là fuori ci sono scimpanzè che condividono il 99,999% dello stesso DNA. Ma per quanto se sappiamo, gli scimpanzè non si chiedono chi è Dio e se hanno un’anima, o qual è la natura dell’esistenza. Per questo si è reso necessario un salto quantico. La creatività della natura è quantica.

Osserviamo l’Evoluzione Biologica. Vediamo che è punteggiata da queste discontinuità. Nella fisica quantistica le discontinuità ci sono quando una particella sub-atomica si sposta da un posto a un altro senza attraversare lo spazio in mezzo. Perciò ora è qui e poi è là e non è passata né qui né là. Inoltre è istantaneo: non appena scompare qui, riappare là senza alcuno scarto temporale.

Qual è la definizione di un’anima?
I punti qui discusso, sono le qualità dell’anima. Perché? Perché l’anima non è una cosa, è un campo di possibilità infinite. L’anima è onnisciente, l’anima prolifera e abbraccia l’indeterminazione per creare e l’anima co-crea con Dio. Dio rimane non-manifesto a meno che voi non partecipate.
L’anima è l’osservatore che interpreta attraverso la memoria e compie scelte attraverso il desiderio.
Ognuno ha un osservatore, ognuno osserva basandosi sulla memoria e sull’interpretazione e ognuno ha un campo comune che sono le infinite possibilità, le correlazioni non-locali, l’indeterminazione, la procreazione e la creatività.
L’osservatore è l’anima, il processo è la mente e il corpo fisico è l’oggetto.

fonti: scienzenoetiche.it
StazioneCeleste.it

martedì 26 marzo 2019

A mudança climática é uma consequência da manipulação artificial do clima




Ao longo da longa história da humanidade, os fenômenos atmosféricos e os desastres naturais sempre representaram algo inelutável, totalmente desvinculado de qualquer atividade humana que fosse realizada no planeta. Inundações, secas, ondas de gelo ou calor, assim como terremotos, erupções vulcânicas, tsunamis, furacões ou remoinhos poderiam talvez ser atribuídos à ira dos deuses ou à vontade divina, mas a responsabilidade dos homens dentro destas catástrofes, nunca foi além da recriminação por não serem capazes de se propiciarem adequadamente com o "Pai Eterno".

Somente no último século, começou-se a ter a percepção (ou a presunção) de que a atividade dos seres humanos poderia, de alguma forma, condicionar o clima da Terra e os grandes eventos naturais que atormentam nosso planeta. Por volta de meados do século passado, foi realizado o primeiro "bombardeio" de nuvens de tempestade para evitar o risco de granizo e pulverização de nuvens com cristais de sal para favorecer a formação da chuva. Enquanto na década de oitenta. o alarme causado pelo notório "buraco no ozono", se colocou, pela primeira vez, a atividade humana no banco dos réus por um potencial desastre global.

Aquecimento global
Durante as últimas décadas, a convicção de que a atividade humana, voluntária ou involuntariamente, seja capaz de condicionar tanto o clima quanto os eventos naturais, tornou-se progressivamente, cada vez mais reconhecida.

Por um lado, a comunidade científica global, através dos relatórios do Painel Intergovernamental sobre Mudanças Climáticas (IPCC), atribuiu oficialmente à atividade antrópica, em particular - as emissões de dióxido de carbono - o presumido aumento da temperatura em alguns graus, que deveria progressivamente ocorrer durante o século 21, mais conhecido como "aquecimento global".

Depois de ser cientificamente oficializado sobre como a atividade humana seja capaz de mudar radicalmente e profundamente o clima de todo o planeta, a ponto de alterar severamente seu equilíbrio, uma série de contramedidas foi criada (cuja utilidade permanece duvidosa), a partir da ratificação do "Protocolo de Kyoto" e da criação do "Projeto Agenda 21".

Por outro lado, agora já está bem estabelecido que grandes obras de infra-estrutura e atividades industriais ou de mineração são capazes de interagir com o meio ambiente em nível local.
Basta pensar na gigantesca "Barragem das Três Gargantas" na China, que mudou significativamente o clima de uma região inteira, assim como outras grandes barragens, contribuiran para se fornar territórios prósperos ou áridos de vastas dimensões. Ou considerar a atividade de fracking visando a extração de petróleo, que é capaz de causar eventos sísmicos mesmo de proporções consideráveis. Ou ainda, indo mais longe com a mente para os desastres nucleares como o de Chernobyl ou Fukushima, que perturbaram profundamente o equilíbrio ambiental de enormes áreas do nosso planeta.

O homem é capaz de desequilibrar o clima e o meio ambiente com escolhas conscientes.
Mas se é verdade que o clima e o meio ambiente podem ser influenciados pela atividade humana de forma acidental (poluição, grandes obras, extração intensiva de madeira, extração de combustíveis fósseis, atividades industriais), é igualmente verdade que o homem está provando ser potencialmente capaz de desequilibrar o clima e o ambiente, também em virtude de escolhas conscientes.

Em Dubai, por exemplo, como em muitas partes da China e além, ha muito tempo as nuvens são sistematicamente pulverizadas com cristais de sal para aumentar a precipitação da chuva. E ainda em Dubai, um projeto para a "construção" de uma cordilheira artificial está sendo estudado, visando mudar o curso das correntes e favorecer a chuva no deserto.

Passando do local para o global, há mais de uma operação de geoengenharia que há muito tempo vêm sendo realizadas. Toda a comunidade internacional nega a presença de qualquer projeto destinado ao desequilibrio global do clima e do meio ambiente, mas não é necessário teóricos da conspiração para se compreender como no campo da geoengenharia existam muitas operações em relação às quais a opinião pública deve permanecer ao obscuro.

Se o homem é potencialmente capaz de controlar o clima, deveria ficar claro para todos que quem tem as chaves desse controle em suas mãos, na verdade, possui as armas mais letais de todas as armas em circulação. O controle climático em nível global pode, de fato, permitir a qualquer um que seja capaz de gerenciá-lo, de colocar de joelhos qualquer nação "incômoda" colocando em crise sua economia e causando catástrofes "naturais", capazes de causar muito mais danos do que um um bombardeio tradicional possa causar.

Também no contexto do "Guerra ambiental", os projetos e experimentos não faltam, mas, como é lógico de se esperar, tudo acontece em segredo absoluto, e qualquer informação que fuja desse esquema, é imediatamente marcado como delírio, uma conspiração de algum louco exaltado.

A sensação avassaladora é a de que vivíamos com mais tranquilidade quando o clima e o ambiente eram controlados pelos deuses, o Todo-Poderoso ou o fato (dependendo de quais fossem as crenças religiosas de cada um) e pelo menos havia a esperança de que algum rito propiciatório seria suficiente ou alguma oração para consertar tudo.

Hoje, que o homem até certo ponto está cultivando a ambição de substituir "Deus", a esperança parece estar à beira da extinção e as conseqüências poderiam produzir problemas que vão muito além daquela que são as nossas possibilidades como pequenos seres humanos de passagem por um grande planeta.


                                           ‘A mudança climática afeta todos nós’. Robert Redford


Nós e a Terra estamos aumentando nossas freqüências vibratórias
A Terra é um ser vivo que está passando por seu processo de crescimento e transformação. Nosso desenvolvimento se espelha no seu. Nós e a Terra estamos aumentando nossas freqüências vibratórias, o que está fazendo lentamente nascer em ambos, uma nova dimensão ou realidade.
Tudo - visível e invisível - vibra em uma determinada frequência porque é energia. Um aumento do estado vibracional corresponde a um aumento na temperatura.
A própria terra está mudando as suas vibrações para cima, como é evidenciado pelo aumento da temperatura.

O clima da Terra está mudando. Muitas correntes científicas querem fazer com que a opiniao pública acredite que o "aquecimento global" seja apenas um fenômeno causado pela poluição industrial. Os contaminantes, certamente não fazem bem para o ecossistema, mas a causa real do aumento da temperatura global é causado pelo aumento da frequência vibracional do campo de energia planetário, que está aumentando exponencialmente.

É a freqüência sonora da Terra que está aumentando com grande velocidade. Esta é a frequência sonora básica, conhecida como Ressonância Schumann, que foi identificada pela primeira vez em 1899.

Fonte: dolcevitaonline - ​​
Marco Cedolin
  Gregg Braden

martedì 19 marzo 2019

La nostra realtà è una costruzione del cervello




La complessa relazione tra osservabile, processo di misura e osservatore è stata a lungo oggetto di dibattito nella comunità scientifica e ha dato luogo, nella storia, a diverse interpretazioni – la prima delle quali, e la più famosa, è stata la cosiddetta interpretazione di Copenaghen, formulata a metà degli anni cinquanta a partire dai lavori di Niels Bohr e Werner Heisenberg.

Secondo l’interpretazione di Copenaghen, domande come “dov’è una particella quantistica prima di misurarne la posizione” sono prive di senso, in quanto, per l’appunto, la posizione di una particella non è determinata finché non la si misura, e anzi, il processo di misura concorre a determinarla. Oggi un nuovo studio, pubblicato in pre-print su ArXiv, condotto da un’équipe di scienziati della Heriot-Watt University a Edinburgo, si è aggiunto alla lista di esperimenti specificamente progettati per chiarire il ruolo dell’osservatore nel processo di misura e in particolare il suo rapporto con la realtà. Si tratta della versione reale di un esperimento ideale proposto per la prima volta da Časlav Brukner, fisico teorico dell’università di Vienna.

“Prendete un pallone. Da calcio, da basket, da pallamano; non importa. Sparatelo con un cannone e riprendete la scena con telecamere ad altissima definizione. Ora riesaminate il video al computer e se siete stati abbastanza accurati, riuscirete senza dubbio a portare a termine il processo di misura in modo più che soddisfacente, con ottima approssimazione, con quelli previsti dalle equazioni dei modelli teorici che descrivono il moto del pallone. E potete star certi che il pallone, con o senza telecamere, avrebbe percorso esattamente la stessa traiettoria con le medesime caratteristiche. In altre parole, ai sistemi macroscopici poco importa chi li sta osservando, e come lo sta facendo. O ancora, riprendendo un motto spicciolo da libro di filosofia dell’autogrill, “un albero che cade nella foresta fa rumore eccome, anche se non c’è nessuno ad ascoltarlo”.

Ora, rimpicciolite il pallone fino a farlo diventare un oggetto quantistico (un elettrone, un fotone; non importa) e ripetete l’esperimento con un mini-cannone e una mini-telecamera. Vi accorgerete che non riuscirete più a concludere la misura come prima. Perché la vostra mini-telecamera perturberà irrimediabilmente la traiettoria del mini-pallone, diventando di fatto parte integrante e attiva dell’esperimento

È uno dei capisaldi più sottili e controintuitivi della meccanica quantistica, di quelli che mettevano a disagio perfino Albert Einstein: il processo di misura – e con esso l’osservatore che la compie – non è in alcun modo scindibile dall’oggetto misurato. Di più: il processo di misura è addirittura distruttivo, nel senso che perturba irrimediabilmente e irreparabilmente l’osservabile. “Un albero (quantistico) che cade nella foresta fa un rumore diverso a seconda di chi lo ascolta e di come lo ascolta”.

La realtà, una creazione della nostra mente
È possibile vedere, udire, odorare, esperire qualcosa che non esiste nella realtà oggettiva, ma che è unicamente il frutto della nostra mente?
È possibile vedere cose che non ci sono, udire cose che non esistono, odorare profumi che paiono scaturiti da un misterioso altrove; insomma: è possibile, ed è razionalmente ammissibile, fare esperienza di immagini, suoni, odori, relativi a oggetti che non sono presenti, che non esistono se non nella coscienza dell’io soggettivo, ma che restano invisibili e sconosciuti agli altri?

Sappiamo che casi del genere si verificano, e anche abbastanza frequentemente; e sappiamo che sono stati descritti non solo da persone assolutamente comuni, ma anche da eminenti studiosi: filosofi, psicologi, scienziati;
Santa Giovanna D’Arco udiva le “voci”: ma nessun altro le udiva. Da dove venivano? Secondo i suoi giudici, a Rouen, venivano dal demonio: e tale argomento fu rivolto contro lei, contribuendo alla sua condanna per stregoneria.

Ora, la domanda che ci poniamo non è se possano darsi delle realtà oggettive che solo alcuni esseri umani, in particolari circostanze, sono in grado di percepire: domanda alla quale la risposta non può essere che affermativa, se non altro per analogia con quanto osservato in presenza di animali che vedono, odono, odorano cose che gli umani non percepiscono affatto, ma che poi si rivelano perfettamente vere. Il nostro cane salta giù dalla sedia (dalla quale, peraltro, non si può vedere attraverso le finestre), si agita e scodinzola quando l’automobile di un amico si sta ancora avvicinando, giù in strada, e prima che sia giunta davanti alla casa, che si sia fermata, e che l’amico ne sia disceso. Si tratta di una esperienza comunissima, quasi banale per coloro i quali vivono con un animale domestico, specialmente con un cane. Allo steso modo, è noto che gli animali, e non solo quelli domestici, ma anche e soprattutto quelli selvatici, sentono l’avvicinarsi di un terremoto, di una inondazione e di altri simili catastrofi naturali, entrano in agitazione, e questo molte ore prima che l’evento disastroso si verifichi.

Ma la domanda é: sarebbe possibile che le esperienze relative a cose che non ci sono, siano da collegarsi non già con il manifestarsi di eventi che solo alcuni esseri viventi percepiscono, ma con una realtà interiore che è propria di ciascuno, e che filtra, per così dire, la realtà esterna, la modifica, la ricrea e, alla fine, la rende percepibile in maniera radicalmente diversa da come era in origine?
È possibile che la realtà in se stessa, la cosa in sé kantiana, sia per noi inconoscibile, del tutto misteriosa, mentre quella che conosciamo e che esperiamo ogni giorno, ogni minuto, è un’altra cosa, ovvero una perenne creazione della nostra mente, della nostra coscienza, la quale, se pure nasce da un “noumeno” a noi precluso, procede poi per vie sue proprie, al punto che è impossibile dire se si tratti di una modificazione della realtà o di una realtà a sé stante, di tante realtà quanti sono gli atti della conoscenza: il vedere, l’udire, l’odorare, eccetera, da parte di tanti soggetti diversi quante sono le creature viventi e quanti sono gli eventi della loro vita psichica?

Ebbene noi riteniamo che non solo ciò sia possibile, ma che sia la condizione normale del nostro rapporto con la cosiddetta realtà esterna: e i casi-limite, come quello narrato da Carl Gustav Jung, mentre egli era in visita ai monumenti tardo-antichi di Ravenna, nel 1934, ci offrono una spiegazione più convincente, perché maggiormente esplicita, della universalità del soggettivismo conoscitivo. Jung si recò da Alinari per comprare le fotografie dei mosaici, vista precedentemente nella visita a Ravenna, che rappresentava Cristo che tendeva la mano a Pietro, mentre questi stava per affogare nelle onde. “Ho conservato un chiarissimo ricordo del mosaico di Pietro che affoga, e ancora oggi posso vederne ogni dettaglio: l’azzurro del mare, le singole tessere del mosaico, i cartigli con le parole che escono dalle bocche di Pietro e di Cristo, e che tentai di decifrare. Appena lasciato il battistero mi recai subito da Alinari per comprare le fotografie dei mosaici, ma non potei trovare. Il tempo stringeva – si trattava solo di una breve visita – e così rimandai l’acquisto a più tardi: pensavo di poter ordinare le riproduzioni da Zurigo. Quando ero di nuovo in patria, chiesi a un mio conoscente che andava a Ravenna di procurarmi le riproduzioni, Naturalmente non poté trovarle, perché poté constatare che i mosaici che io avevo descritto non esistevano!”

Di questo strano episodio, che lo colpì moltissimo, Jung tenta di dare una spiegazione razionale basata sui meccanismi dell’inconscio. Secondo lui, l’”anima” è una personificazione dell’inconscio, impregnata di storia e preistoria, e rappresenta tutta la vita del passato che è ancora viva nell’individuo. Nel confronto con la propria “anima”, Jung racconta di essere stato vicino a perdersi, ad annegare, come stava accadendo a San Pietro allorché questi aveva tentato di raggiungere Gesù camminando sulle acque; ma ne era uscito indenne e l’integrazione dei contenuti inconsci lo aveva aiutato a ricostituire l’equilibrio della propria personalità. Egli conclude affermando che non si può descrivere ciò che accade allorché la coscienza si integra con l’inconscio, lo si può solo esperire; e che dopo l‘esperienza di Ravenna, egli si persuase che un fatto interno alla coscienza può apparire esterno ad essa, e viceversa.

Allora, domandiamoci: che cosa vediamo, quando crediamo di vedere? Che cosa udiamo, quando crediamo di udire, e poi constatiamo che avevamo visto e udito cose che non esistono nella “realtà”? Ci sembra che esperienze come quella descritta da Jung, e da tanti altri, si prestino semmai a una chiave di lettura più radicale, più conforme alle teorie di George Berkeley: noi non vediamo e non udiamo le cose che sono “fuori” di noi, ma quelle che sono “dentro” di noi: perché sono TUTTE dentro di noi. Quello che è fuori, è fuori; e noi non potremmo saperne nulla. Quello che percepiamo, lo percepiamo perché avviene nella nostra mente, viene elaborato dalla nostra coscienza.
Non vogliamo con ciò negare che esista una base oggettiva del nostro conoscere, perché, se così fosse, vivremmo in un perenne manicomio, in cui non esisterebbe alcun dialogo possibile con i nostri simili. Neghiamo soltanto che tale base determini la nostra esperienza. Quello che sono le cose in se stesse, noi non lo sappiamo e non lo sapremo mai. Eppure c’è una maniera per giungere alla realtà delle cose in se stesse; ma si tratta, appunto, di una via extra-razionale (e sovra-razionale): l’esperienza mistica dell’unione con l’essere. Noi siamo parte dell’essere, e quello che riguarda noi, nasce dall’essere. Il nostro errore è quello di crederci separati, di essere delle realtà indipendenti: ma è un errore della mente. Per superare tale errore, bisogna lasciar andare i meccanismi della mente, le sue certezze, le sue operazioni. Quando ci lasciamo portare dalla corrente dell’essere, le barriere cadono e la realtà ci si presenta quel è veramente: un tutto unico, di cui noi siamo parte. Non ci sono più un prima e un dopo, un tempo e uno spazio, un dentro e un fuori: tutto è contemporaneamente vivo e presente.

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47065

mercoledì 13 marzo 2019

A Autoconsciência é o poder oculto no momento presente




O Self, do ponto de vista introspectivo, é considerado o núcleo da personalidade, indicado pelo pronome de terceira pessoa do singular para distingui-lo do ego, isto é, de sua imagem refletida na qual a consciência normalmente se identifica. Wikipedia

"Mas não tente entender isso. Você só pode conhecer quando a mente está quieta. Quando você está presente, quando sua atenção está completa e intensamente no Agora, o Ser pode ser sentido, mas nunca pode ser entendido mentalmente" E. Tolle

"A maioria das pessoas é tão completamente identificada com a voz em sua cabeça, com aquele fluxo incessante de pensamento involuntário e compulsivo e com a emoção que o acompanha, que poderíamos defini-lo como possuído pela própria mente. Enquanto você estiver completamente inconsciente disso, você acredita que aquele que pensa é quem você é. Essa é a mente egóica. Nós a chamamos egóica, porque há um senso do EU (o ego), em cada pensamento, em cada memória, em cada interpretação, opinião, ponto de vista, reação, emoção. E, espiritualmente falando, isso é a Inconsciência, ou o desconhecimento.

O que é a identificação espiritual?
A identificação espiritual é ver claramente que o que eu percebo, experimento, penso ou sinto não é quem eu realmente sou, é ter o conhecimento de que eu não consigo me encontrar em todas aquelas coisas que constantemente morrem ...
O SER não está apenas além, mas também profundamente dentro de cada forma, como sua essência mais profunda, invisível e indestrutível. Isso significa que é acessível a todos.

A mente vive no tempo; passado e futuro se alternam nos pensamentos fazendo-nos perder o presente. De acordo com Echart Tolle, a mente é uma ferramenta preciosa se for usada da maneira certa: "o ponto não está no fato que você use a mente de maneira errada, mas no fato de que você não a usa por nada, é a mente que lhe usa... Essa é a doença ... O começo da liberdade é a percepção de que você não é a entidade que possui você, o pensador. Saber isso, permite que você observe essa entidade. No momento em que você começa a observar o pensador, o mais alto nível de consciência é ativado ".

Nosso pensamento, o conteúdo de nossa mente, é obviamente condicionado pelo passado, pela forma como fomos educados, pela nossa cultura, pela situação familiar e assim por diante. O núcleo central de toda a nossa atividade mental consiste em pensamentos e emoções repetitivos, em padrões reativos com os quais estamos fortemente identificados. Essa entidade é o próprio ego.
Quando dizemos "eu", não somos nós, mas o ego que fala. É constituído de pensamento e emoção, com um conjunto de memórias que identificamos como "eu e minha história", de papéis habituais que interpretamos sem sequer sabermos, de identificações coletivas como nacionalidade, religião, raça, classe social, fé política.

"A emoção nasce no ponto de encontro entre corpo e mente. É a reação do corpo à mente ou, poderíamos dizer, um reflexo da mente no corpo...
Quanto mais você se identifica com o pensamento,... com seus julgamentos e interpretações,... mais forte é a carga emocional... se você não consegue sentir emoções, cedo ou tarde você as experimentará em um nível puramente físico, na forma de um distúrbio ou sintoma... Crie o hábito de se perguntar: o que está acontecendo dentro de mim neste momento?... Mas não analise, apenas observe... sinta a energia da emoção ".

O ego - o "Falso Eu"
Tolle usa o termo Ego para indicar o "falso eu", que é criado pela identificação inconsciente com a mente. Para o ego, o momento presente quase não existe, apenas o passado e o futuro são importantes porque sem eles, o ego não sabe quem é.

Uma das formas mais eficazes para se ir além do ego, mas também para dissolver o ego coletivo humano, é não reagir ao ego dos outros.
Quando você está num estado não-reativo, percebe que não há nada de pessoal e então pode-se reconhecer um comportamento do outro como um movimento do ego, como uma expressão da disfunção da coletividade humana. Nesse ponto, então, você não vê mais nenhuma compulsão para reagir. Não reagindo ao ego, você pode freqüentemente permitir que a aparência saudável do outro se manifeste. Essa é a autoconsciência incondicional que se aplica ao condicionamento.
Não reagir é força e não fraqueza.

O ego envolve inconsciência. A autoconsciência e o ego não podem coexistir. O antigo padrão mental, ou hábito mental, ainda pode sobreviver, reaparecer por um tempo, porque há por trás de si, milhares de anos de inconsciência humana coletiva, mas toda vez que é reconhecido, vai se enfraquecendo "

A autoconsciência é o poder que está oculto no momento presente. É por isso que podemos chamar de Presença. O objetivo real e último da existência humana, o seu propósito, é trazer esse poder para este mundo. Somente a Presença pode libertar você do ego, e assim você pode estar presente só no "Agora"; não no ontem e não no amanhã.
Somente a Presença é capaz de dissolver o passado em você e assim transformar seu estado de consciência.

A emoção por trás do ego que governa todas as suas atividades é o medo. Medo de não ser ninguém, medo de não existir, medo da morte.
O medo é o grande bloco que nos impede de sair da jaula, de abri nossas asas para voar, de crer e experimentar..., mantendo-nos fechados e subjugados, sem o entusiasmo necessário para acessar nossos recursos.
O medo é como uma barreira invisível que se interpõe entre mim e o mundo e, mais ainda, entre mim e a vida, entre mim e meus recursos. O medo nos divide do nosso potencial.
O poder do amor é o grande antídoto para o medo

"A Auto-Realização significa perceber o nosso verdadeiro Eu como o grande oceano do Espírito, destruindo a ilusão de ser este pequeno Eu, este nosso pequeno corpo humano e essa nossa pequena personalidade ..." Paramhansa Yogananda


 Fonte: Echart Tolle - Un Novo Mundo