Le onde
elettromagnetiche sono ovunque attorno a noi, continuamente. Le
irradia il Sole con la sua luce, ma le producono anche radio e tv, i
forni a microonde e praticamente tutti gli apparecchi tecnologici che
l’Uomo ha inventato. Ma a volte – lo sperimentiamo quando “non
c’è campo” per il nostro cellulare o cade il collegamento wi-fi-
in determinate aree risultano più deboli. Per testare il modo in
cui queste onde si comportano in strutture massicce come le piramidi,
i ricercatori hanno proceduto per ipotesi.
C’è
energia elettromagnetica nelle stanze e sotto alla base della
Grande Piramide di Giza. – Lo studio pubblicato online sulla
rivista Journal of Applied Phisics, si intitola “Proprietà
elettromagnetiche della Grande Piramide.
Un team di fisici
russi ha dovuto creare un modello ideale di piramide e sulla base di
complessi calcoli ha potuto stimare come le onde elettromagnetiche
sulla lunghezza d’onda da 200 m a 600 m vengono disperse o
assorbite dall’antica costruzione.
Usando la cosiddetta
“analisi multipolare”, hanno così scoperto che i campi
elettromagnetici sono più intensi nelle camere interne– chiamate
“Stanza del Re” e “Stanza della Regina”, anche se non vi è
alcuna prova che vi siano mai stati sepolti i sovrani dell’Antico
Egitto- e sotto la sua base.
La
piramide di Cheope
Ansa - I
fisici dell’University di San Pietroburgo e il tedesco Laser
Zentrum di Hannover hanno condotto uno studio con i metodi della
fisica ed è emerso che “riesce a concentrare l’energia
elettromagnetica, e precisamente le onde radio, sia nelle camere
interne sia nella base».
Si potrebbero così
progettare nanoparticelle ispirate alla struttura di questo edificio,
che siano in grado di riprodurre un effetto analogo nel campo
dell’ottica, da utilizzare per ottenere celle solari più
efficienti. , condotta dai
I fisici erano
interessati alla struttura della tomba del faraone Cheope perché
«volevano vedere come le onde radio si distribuiscono» nella
complessa conformazione dell’edificio.
Sulla base di queste
ipotesi è stata messa a punto una simulazione matematica, che rivela
come la Grande Piramide «può concentrare le onde radio nelle sue
camere interne e sotto la base, un po’ come una parabola». Questo
avviene perché «la lunghezza d’onda delle onde radio, compresa
200 e 600 metri, è in un certo rapporto rispetto alle dimensioni
della piramide», spiega Tullio Scopigno, fisico della Sapienza di
Roma.
Significa che, per
avere lo stesso effetto con altri tipi di radiazioni che hanno
lunghezze d’onda diverse (come la luce) sono necessarie strutture
di dimensioni differenti: precisamente, occorrono dispositivi in
miniatura. «Ecco perché i ricercatori prevedono di progettare
nanoparticelle, delle dimensioni di qualche milionesimo di
millimetro, e a forma di piramide, in grado di riprodurre effetti
simili nel campo ottico, da usare nelle celle solari».
Della presenza di
una «strana energia» parla anche l’antropologo bosniaco Semir
Osmanagich, già docente a Houston, scopritore delle
Piramidi di Visoko a due passi da Sarajevo. Sono 5 piramidi di
dimensioni ragguardevoli, la maggiore delle quali – battezzata
Piramide del Sole – è assai più grande di quella di Cheope. Ed è
costruita con giganteschi mattoni di calcestruzzo. Ma l’aspetto più
clamoroso è la datazione, confermata dal radiocarbonio: la grande
piramide bosniaca risale al 29.000 avanti Cristo.
Per l’ufficialità
accademica, la nostra civiltà risalirebbe ad appena 6.000 anni fa,
cioè all’epoca della scrittura cuneiforme mesopotamica. Più
recente la scoperta della civiltà Arappa della valle dell’Indo,
risalente a 11.000 anni fa. Quasi allo stesso periodo è attribuita
la scrittura “danubiana” (di origine sconosciuta) identificata in
Romania.
lo storico Nicola
Bizzi, utilizzando materiali inediti, custoditi in Toscana e
riprodotti in epoca rinascimentale, data l’origine della presunta
“civiltà atlantidea” attorno al 19.000 avanti Cristo. Sarebbe
stata letteralmente cancellata da due devastanti cataclismi, il primo
attorno al 10.800 e il secondo nel 9.500, innescati entrambi da una
pioggia di comete. Il livello dei mari si sarebbe alzato di 150
metri, cambiando la geografia del mondo. Le attuali isole Azzorre
sarebbero quel che resta di En, la maggiore delle 7 entità
macro-insulari di Atlantide: un continente oceanico esteso da
Gibilterra al Golfo del Messico.
La
nostra storia è da riscrivere
Di recente, il
giornalista ed etnografo Graham Hancock ha citato studi geologici che
confermano che la Sfinge di Giza avrebbe almeno il doppio degli anni
che le vengono attribuiti dall’egittologia. E’ stata erosa da
millenni di piogge: secondo i climatologi, può essere avvenuto
10.000 anni fa, quando l’Egitto non era ancora un’area desertica
e aveva un regime climatico tropicale, con precipitazioni quotidiane.
L’ennesima
conferma del fatto che la nostra storia sia da riscrivere proviene
dal sito archeologico turco di Göbekli Tepe, risalente a 11.500 anni
fa: un monumentale complesso di culto con statue e templi,
decorazioni e iscrizioni. Quanto alle piramidi egizie, i faraoni se
le ritrovarono dunque già fatte, e magari senza neppure sapere chi
le avesse costruite? Tuttora, l’egittologia non sa come possano
esser state edificate. E i fisici russi e tedeschi adesso scoprono
che sono “macchine” perfette per concentrare energia.
A sconcertare,
rilevano in molti, è il perdurante silenzio sulle scoperte
archeologiche che si vanno susseguendo in questi anni, al punto da
spingere i più critici a parlare di “storia proibita”. Tanto per
dire: l’esistenza delle Piramidi di Visoko non è ancora stata
“digerita” dall’intera comunità scientifica, nonostante i
1.500 giovani archeologi che le stanno esplorando, a turno, da anni.
Lo stesso Osmanagich
rivela che le piramidi, nel mondo, sono migliaia – ma è come se
non se ne volesse parlare. Bizzi menziona qualcosa come 90 piramidi
presenti addirittura in Europa, di cui almeno 15 in Italia. Una
specie di tabù: le piramidi – non certo monumenti funerari, ora lo
si è capito – rinviano inevitabilmente alla misteriosa identità
dei loro costruttori, evidentemente in possesso di conoscenze fisiche
molto avanzate.
Credevamo di
conoscerla bene, la Piramide di Cheope, ma ora sappiamo che così non
è. Viene anch’essa da Atlantide, l’altro grande tabù della
nostra archeologia? Per Bizzi, secondo la tradizione misterica
eleusina – perseguitata dal Cristianesimo e costretta alla
clandestinità dopo l’Editto di Tessalonica voluto da Teodosio nel
380 – veniva proprio da Atlantide-En la civiltà minoica che
colonizzò il Mediterraneo. Era la cultura egea a saper innalzare le
piramidi, che ancora oggi nessuno sa spiegare come furono costruite e
a cosa servissero?
“Abbiamo
dimostrato che la piramide disperde le onde elettromagnetiche e le
focalizza nella regione del substrato". Si tratta di una
deduzione che, non solo svela misteri inerenti la costruzione, ma che
potrebbe costituire un modello per progetti di nanoparticelle
efficienti: lo afferma Polina Kapitainova, Ph.D. e membro della
Facoltà di Fisica e Tecnologia della ITMO University.
https://laveritadininconaco.altervista.org/