L'Homo-technologicus
è un ibrido di uomo e macchina, che non è un uomo + tecnologia e
non si tratta nemmeno di un uomo con un computer impiantato nel
cervello bensì, un’unità evolutiva completamente nuova, composta
di materia organica, corporea, con ente mentale, psicologico, sociale
e culturale senza precedenti, almeno in questo pianeta.
Tra
tecnologia ed esseri umani comincia a instaurarsi una simbiosi per
cui uno influenza gli altri e viceversa: la tecnologia che modifica
l'individuo (di conseguenza, il suo stato fisico, mentale) e
l'individuo che, a sua volta, modifica la tecnologia. Le
modificazioni dello stato fisico e mentale, indotte dalla tecnica
informatica (oggi) e dalla bioingegneria (domani), provocano una
modificazione della specie che se adegua all’ambiente modificato e,
a sua volta, questa nuova specie induce ulteriori modificazioni
nell’ambiente.
Di
solito si tratta di un processo lungo ma ora non è più così. Le
novità tecnologiche si alternano a ritmo vertiginoso, la reazione
tra gli esseri umani, la cultura e la società è a volte troppo
lenta e diventa sempre più difficile controllare il cambiamento.
Non
sono temi semplici per un povero sapiens mortale: lo sviluppo
tecnologico, la distanza sempre più profonda tra scienza e tecnica,
il proliferare incontrollato dell'informazione. Ma sono argomenti
importanti su cui bisogna riflettere se si vuole riuscire a capire
come sarà il futuro.
Il
futurologo Vito Di Bari, nel suo libro “Il futuro che già c’è
(ma ancora non lo sappiamo)” ci introduce, di forma
affascinante, in questo ancora misterioso universo futuristico,
cercando di inserire la tecnologia nella più ampia prospettiva della
cultura umana e dell’epistemologia – la filosofia della scienza.
“Nel
futuro – non molto lontano
- la chirurgia estetica sarà
diventata un fenomeno di massa e, meno del 50% dei nati in questo
secolo, conserveranno il proprio corpo totalmente esentato da
interventi di chirurgia estetica, dalla nascita alla morte.” Questa
è una delle 70 previsioni sul futuro che cambieranno il nostro modo
di fare le cose, relazionarci con gli altri, di divertirci e do
lavorare.
Fitness
– un comportamento patologico
Oggi,
misuriamo il nostro aspetto confrontandoci con uno stereotipo basato
su ideali irrealistici. L’immagine che abbiamo di noi stessi,
spesso non è frutto di una visione personale, ma piuttosto di un
collage d’immagini che si conforma a standard esteriori di
bellezza. Per molte di noi ci sono voluti anni per riuscire ad
allontanarsi del nostro falso “sé”.
I
media riverbera su spot e riviste il mito di una magrezza estrema
imponendo un fisico efebico stonante con la bocca a cannotto e le
tette a pallone. Questo mito, per altro ridicolo, si radica nelle
menti dei giovani (e non solo) facendo sì che la dieta diventi
un’ossessione e le sessioni in palestra, o la semplice pratica di
uno sport, se trasformi in un comportamento patologico.
Chi
è più bello guadagna di più
L’influenza
dei miti da copertina e il risalto che si dà a diete di grido “made
in Usa”, fanno del “body design” (nuova cultura del corpo
modificato), un vero e proprio fattore socializzante.
Ecco,
quindi, il passe-partout per il successo nella vita: essere
bello a ogni costo. Più ti assomigli a un’Agelina Jolie o un Brad
Pitt, più successo in carriera ti aspetta.
La
chirurgia estetica verrà percepita come un investimento per avere un
maggior successo nelle relazioni umane e nella carriera
professionale”.
Oggi,
chi è più bello guadagna il 5% in più rispetto alla media, il che
vuol dire che, chi è brutto guadagna 5% meno di chi è bello? Niente
affatto. Se sei brutto, caro anatroccolo, puoi scommettere che
guadagnerai 9% in meno, conferma una ricerca fatta dagli economisti
americani Kristie Engemann e Michael Owyan della
Federal Reserve.
Recente
sondaggio dell’Academy of Facial Plastic and Reconstructive
Surgery, indica che l’80% degli americani, considera l’aspetto
fisico un fattore determinante per fare carriera e pensa che, per
rimediare questa “temibile” falla nel proprio curriculum, ci
voglia soltanto un bisturi.
L’Ela
(Employment Law Alliance) dichiara, infatti, che 1 lavoratore
americano su 6 ha denunciato di avere subito discriminazioni per
colpa dell’aspetto fisico non “idoneo”, tali quali: chili di
troppo, acne, bassa statura.
Ci
saranno, però,
delle novità:
entro qualche anno, arriveranno
le nuove discipline
scientifiche per plasmare ogni corpo umano del pianeta, la
biomeccatronica – la scienza che utilizza discipline diverse come:
biologia, robotica, microelettronica, informatica, per bio-
ibridizzare la specie umana. Grazie all’ingegneria genetica, si
potrà comandare la crescita muscolare – ad esempio – attraverso
il gene “Igf1” e scolpire un corpo mozzafiato, senza alcuno
sforzo. E senza bisturi.)
Pertanto,
si vogliamo, saremmo, tutti degli JoliePitt e per di più,
technologicus.
Niente
più concorsi di bellezza, noiosi come Miss Italia, niente veline,
letterine e via dicendo.
Alla
fine… non solo la legge sarà uguale per tutti ma pure la bellezza!
Infine…
una vera Par condicio!
Una
nuova tecnologia ci può trasportare da una parte all'altra del
pianeta in pochi secondi? - Capitolo XXII
Fonte:
Homo Technologicus di Giuseppe Longo
Il
Futuro che c’è già – Vito Di Bari