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sabato 8 ottobre 2011

Basta di Gnocca... oca... oca! Adesso è il momento delle donne maître-à-penser



La rivincita delle donne - Il Premio Nobel per la Pace si tinge de rosa ed è tre volte donna!


Ora basta con queste gnocche “usa e getta”.  L’era del "Se sei racchia, stattene a casa" è finita. Adesso è il momento delle donne maître-à-penser.




In agguato il nuovo partito di Berlusconi: “Forza Gnocca” che sembra destinato a finire prima ancora di cominciare… piangono gli alleati del post-Pdl tutto botulinato e imbiondito, sinuoso e montagnoso, un po’ harem e un po’ beauty farm… perché, per parafrasare Albert Camus, il valore di una società dipende anche da come vengono trattate le donne.
Il partito del Premier esprime esattamente il suo vero pensiero sulle donne, ovvero il pensiero degno solo di un vecchio porco. Lo dichiara Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico.  


La coscienza della società, però, sta cambiando.  E lo dimostra il Comitato per l’assegnazione dei Nobel che ha premiato tre donne attiviste dei diritti umani che di gnocca non hanno nulla a che fare. Sono brave e basta!

Il riconoscimento al Premio Nobel per la Pace 2011 va alla presidente della Liberia, Ellen Johnson-Sirleaf, la connazionale Leymah Gbowee che lanciò una mobilitazione femminile contro la guerra civile, e Tawakkul Karman, l'attivista yemenita per la democrazia.

Un riconoscimento del rafforzamento del ruolo delle donne, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Non possiamo ottenere democrazia e pace durevole nel mondo a meno che le donne non ottengano le stesse opportunità degli uomini per influire sullo sviluppo a tutti i livelli della società, (Comitato per l'assegnazione dei Nobel).

Da quando fu istituito, in seguito alle ultime volontà di Alfred Nobel, (1833-1896), sono tante le scienziate che avrebbero meritato l'assegnazione del più prestigioso riconoscimento scientifico che, invece, è andato ingiustamente a colleghi maschi. Sebbene sempre folto e rappresentativo il numero delle donne che si dedicano alla ricerca e alle professioni sanitarie, sono sempre stato numericamente inferiore a quello maschile. La grande maggioranza delle scienziate che ha dato un contributo fondamentale alla ricerca scientifica, è sempre rimasta a bocca asciutta, senza ottenere questo meritato riconoscimento. La Bell-Burnell rappresenta uno dei casi più eclatanti di questo default: nel 1968, fu lei con le sue ricerche a scoprire le stelle pulsar (stelle collassate fatte di neutroni), ma la prestigiosa Accademia di Stoccolma ritenne di assegnare il Nobel, sei anni dopo, al supervisore dei suoi lavori, Anthony Hewish.
Di grande aiuto le motivazioni che hanno spinto la Campagna Noppaw a candidare le donne africane che sono state pienamente comprese e abbracciate L’assegnazione di questo riconoscimento ci riempie di gioia, siamo pieni di entusiasmo per questo Premio che è stato deciso all’unanimità dal Comitato di Oslo - commenta Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi.
Le tre donne sono state premiate dalla Commissione norvegese per "la loro battaglia non violenta per la sicurezza delle donne e per i diritti delle donne alla piena partecipazione all'impegno per la costruzione della pace".

Ellen Johnson Sirleaf, 72 anni, presidente della Liberia, è la prima donna a essere stata democraticamente eletta presidente di un paese africano. Nel 1985 Amnesty International l`aveva adottata come prigioniera di coscienza, a causa della sua opposizione al governo dell’epoca. 

Leymah Gbowee: pacifista e avvocato in Liberia, ha mobilizzato le donne di diversi gruppi etnici e religiosi per contribuire a porre fine alla guerra e ad assicurare la partecipazione delle donne alle elezioni.

Tawakkul Karman, attivista dello Yemen: è tra le promotrici delle proteste di massa iniziate quest`anno contro il governo del paese. "Tawakkul ha svolto un ruolo primario nella battaglia per la pace e la democrazia in Yemen". L'attivista 32 anni, madre di tre figli, si è dichiarata "molto felice" del riconoscimento che ha voluto dedicare "ai giovani della rivoluzione in Yemen e al popolo yemenita".

Per la deputata Pd, Paola Concia, in un momento che vede il presidente del consiglio fondare 'Forza Gnocca' e rivolgersi alle donne, per l'ennesima volta, solo in quanto attributo genitale, per tutte le donne italiane è una bella rivincita. In questo periodo, qualunque cosa di bello accada in altri Paesi, dalle conquiste della ricerca a quelli dei diritti civili, mi riporta allo stato di torpore e decadenza vissuto dalla nostra Italia. L'ossessione della donna vista solo carne è una cosa agghiacciante. L'unica cosa che mi lascia sperare è proprio l'esempio di queste tre donne: mi auguro che le italiane ne ricavino ispirazione alle prossime elezioni. Chissà che la rinascita del Paese non passi proprio per il voto delle donne.
Tuttavia, nelle tre Premio Nobel c’è molto di più: C'è il riscatto di un intero continente, l'Africa, che vive ancora condizioni di estrema sofferenza. E c’è quello delle donne yemenite, vere protagoniste della Primavera Araba, spiega Concia.

È stato accolto lo spirito della Campagna che ha reso evidente il ruolo delle donne come costruttrici di pace e di democrazia. È stato riconosciuto un senso nuovo e più ampio alla parola “pace”: non solo assenza di guerra ma anche lotta per i diritti, cura della famiglia e della comunità, la difesa dell’ambiente. Dichiarano i promotori Cipsi e ChiAma l’Africa.
E le donne si riprendono il potere
Angela Bracco, questo è il nome dell’italiana che dal 1° gennaio 2012 succederà l’attuale presidente del comitato scientifico europeo di fisica nucleare Guenther Rosner. E’ la prima volta nella storia che una donna viene eletta alla presidenza del Nuclear Physics EuropeanCollaboration Committee (NuPECC).

Samantha Cristoforetti, 32 anni, tenente pilota dell’Aeronautica militare è la prima astronauta italiana della storia. 

Un femminismo "ante litteram" quello delle tre Nobeldonne (e non solo) che rappresentano una figura femminile rivoluzionaria e positiva per il nostro tempo: l'esemplificazione delle debolezze, degli stereotipi, delle contraddizioni, ma anche la celebrazione del pragmatismo, della determinazione e della saggezza delle donne. 
Chi ha il potere di creare, difficilmente sceglie la via della distruzione e della guerra. E se la pace è solo una ingenua utopia da donne, resta pur sempre una bella speranza. (da Internet)

giovedì 11 agosto 2011

I Veri Maschi, dove si nascondono?

Os “Machos” verdadeiros, onde se escondem? -Portugues




Quei vecchi tempi… che belli che erano! L'uomo andava a caccia di una donna e trovava una dea. Ai suoi piedi non mancavano mai i fiori e le loro ginocchia si piegavano facilmente, per venerarla. Le serenate erano di occorrenza - con o senza luna - poesia, poemi e apologie... scritti dal proprio pugno. Come ci manca!
Donne magre o grasse, belle o brutte (brutte? questa razza esisteva?) Loro erano la dea della luna ... delle savane, del deserto, dei boschi, della nebbia, dei campi o dei mari!
Inoltre, rotondità, adiposità localizzata, fianchi larghi, cellulite… Erano soltanto un certificato di garanzia di buona salute. Rughe? Macché! Erano soltanto linee d’espressione per confermare la sua mancanza (d'espressione, per capirci!) dando al maschio un motivo in più per essere orgogliosi.
Ma ... a un certo punto, la maggior parte delle belle-addormentate ha deciso di svegliarsi e… il Principe Azzurro, dove si trova? Ha scoperto che il principe azzurro è scomparso con il suo cavallo bianco (sarà mai esistito?). Boh!

Le belle si mettono a cercarli ma, al posto dei principi, trovano soltanto veri narcisisti insicuri, concentrati nelle performance dei propri risultati. S’Inginocchiano, ora, davanti alla propria immagine, dedicano serenate e poesie a se stessi ... (Macho, macho man…) e le apologie? Oh, queste loro sanno fare molto bene davanti agli amici, per dimostrare quanto sono stati bravi a sedurre o quante donne sono stati in grado di conquistate in una sola uscita! Sì, sì!
Ma allora, dove sono costoro? In quale periodo hanno vissuto veramente? Se sono esistiti, dove sono andati a finire?
 È colpa nostra, della società, della lobby gay che, forse, è l’unico “pensiero forte” del momento e sta trasformando la cultura maschile in un ibrido neutro che con le donne non vorrà più avere molto a che fare?

Non si sa. Fatto sta che non li trovano. E non li troverete mai, perché non sono mai esistiti, era tutto un’invenzione creata dalla mente femminile.
Loro (gli uomini-macho) sono stati sempre così, come sono, solo che le donne facevano il ruolo della preda sottomessa. La bella addormentata non aveva nessun altro angolo di visualizzazione ... e lei, allora, sognava ...
Si sono svegliate e hanno scoperto che loro - le donne - non sono state fatte con la stessa sostanza che sono fatti i sogni, come diceva Shakespeare, non erano inguaribili romantiche ma, semplicemente, inermi imbecilli.

Con la liberazione sessuale delle donne, il mito è caduto a terra. L'emancipazione femminile ha prosciolto il mito dell'uomo virile, quello che sembrava avere una disponibilità inesauribile, portando la dea alle stelle.
E’ sfumata la virilità o la virilità esisteva perché c’era soltanto un peso unico di misura? Ora, di fronte a nuovi strumenti di misurazione, quel continuo exploit di virilità, è stato anulato. 
D'altra parte, è aumentato da diversi punti, il grado di visione. Ha cominciato a vedere nelle donne, l'effetto buccia d'arancia, grassi localizzati e no. Le rughe? Vere pieghe cutanee.

E gli ex-macho si chiedono: ma la dea dell’amore, dov’è? E’ caduto il velo della purezza. Nuovi Adami ed Eve stanno cominciando a emergere. Siamo tutti perduti, uomini e donne. Abbiamo bisogno di rincontrarci!
La società è cambiata, l’equilibrio è inclinato, perché un singolo asse era poco per sostenere la forza tempestosa delle nuove esigenze femminile. 
E i maschi sono stati assaliti dal panico. Hanno paura del confronto sessuale con una misura uguale di peso.
Tuttavia, la dea-non-più-addormentata continua ancora insoddisfatta, e gli uomini-miti, sempre più spaventati. Sembra che un misterioso virus ha indebolito i rappresentanti del sesso forte che diventano sempre più competitivi, isterici e depressi. Quando torneranno a rincontrarsi? Quando scopriranno la giusta misura e o sex appeal necessario perché possiamo convivere insieme, maschi e femmine, armoniosamente soddisfatti?

E noi donne, è il momento di demistificare. Smettiamola con lo spregevole a proposito di sedere maschile. Non c’è nessun peccato nell’apprezzare un soddisfacente scivolare dei pantaloni, o nel godere un discreto movimento dei bacini, con quel passo leggermente in avanti… fermatina… fingendo di non volere, ma volendo ... in modo che possiamo ammirarlo meglio, d’accordo?
Ricordiamoci: l'armonia in questo momento è fondamentale! Siamo già emancipate, ora è il loro turno… la volta dei neonati macho! Aiutiamoli!

mercoledì 2 luglio 2008

Donne al Potere! Missione fallita?





E la politica è ancora maschile
Ricerche dimostrano che le donne hanno migliori capacità organizzative, propensione al lavoro di gruppo, curiosità, saggezza… ma chissà perché mai, non riescono spodestare l’outsider dal trono dalla politica che conta, inoltre, sembra che sonno troppo belle, pure per accaparrarsi un Nobel?
Le ultime abrogate – Hillary e Ségolène – confermano che lo scettro del potere appartiene, ancora, agli uomini.
L’unica donna che sembrava in grado di strappare, dalla mano di un maschio, la presidenza degli Stati Uniti, non c’è l’ha fatta. Per un po’, Hillary Clinton, titolare della potente macchina elettorale democratica, personalità esperta e di comando, sembrava di riuscire mettere al centro dei valori, la dignità e la saggezza della donna. Ha galvanizzato la speranza che ogni donna del pianeta accarezza nel suo intimo: vedere una donna nel comando della più potente nazione del mondo.
Nelle ultime elezioni, molte donne hanno tentato. Le due preminenti protagoniste - un’americana, l’altra francese – sembrava che si fossero messe d’accordo, sfruttando differenti stratagemmi per far fronte all’imperialismo maschile: l’americana Hillary incarnava il modello femminile di potere tipicamente maschile, è stata la personificazione della freddezza irrimediabile della donna di potere di cui il paese ha bisogno per essere guidato con mano ardita. La francese Ségolène, invece, rappresentava la figura dolce, materna e affettuosa, come un grembo caldo, pronta per accogliere i problemi e partorire le soluzioni. Nei suoi appelli alla partecipazione, non ha mancato nemmeno quello sentimentale – e quasi patetico – “j’ai besoin de vous”.
Nessuno punto in comune, quindi? Un solo elemento accomuna le due sconfitte di modelli tanto divergenti: due leadership femminili si sono infrante contro lo scoglio di due rotture politiche, due credibili idee di cambiamento radicale, incarnate da maschi impegnati nella recita del profetismo politico. G. Ferrara.
Dove ha sbagliato le donne, allora? Giuliano Ferrara allude: Le elezioni si possono vincere, cavalcando e governando le paure sociali, strizzando l’occhio ai dubbi e allo smarrimento della fola anonima. Ma le elezioni si possono vincere, anche seminando speranza e predicando con afflato spirituale la sconfitta di ogni tipo di dubbio e di paura. E’ strano, ma incubi e sogni, nel pallottoliere elettorale si equivalgono.
Supponendo che le donne non hanno ancora raggiunto l’indice di Empowerment per competere a livello maschile, por non sapere, ancora, gestire e far convivere, armoniosamente, incubi e sogni, come ha dichiarato Ferrara, ma… sognare i premi Nobel credo che non comporta paura e non è per niente un incubo. Che cavolo di classificazione si potrebbe dare, allora, alle donne scippate del premio da colleghi maschi, poco galanti ma scaltri? Come mai, di oltre 500 premi Nobel scientifici, assegnati, fino a oggi, solo 11 – Ho detto SOLO 11 – sono stati attribuiti a donne, essendo due alla stessa persona: Marie Curie? Questo basta a far capire quanto impervio sia stato il percorso femminile nel mondo della scienza o della politica ad appannaggio maschile.
“Più che una sfortuna, un’automutilazione di cui la ricerca soffre ancora” – dice Nicolas Witkowski, fisico francese, nel suo libro Troppo belle per il Nobel.
Le menti non hanno sesso” – diceva Marie Meurdrac, nel 1700. E’ già. Eppure, nonostante la rivoluzione delle donne negli anni 70, ancora oggi c’è chi sostiene che il cervello femminile sia inadatto alla matematica (e già che ci siamo, pure alla politica), come ha fatto il rettore dell’Università di Harvard, poi, costretto a dimettersi. Almeno quello!
Sebbene motivate, (le donne) vivono in modo conflittuale il loro ruolo tra carriera e famiglia: la società le colpevolizza e nel momento più produttivo della loro carriera, si fanno da parte - dichiara la biologa Silvia Garagna. - Su di lei, incombono stereotipi che finisce per interiorizzare, autoescludendosi: poco equipaggiata psicologicamente per sopravvivere nel mondo dell’imperialismo maschile, troppo emotiva, poco aggressiva e competitiva. Insomma, non adatta a posizione di leader. Conclude.
Ci picchia!!!!!!!!!

sabato 10 maggio 2008

Donne, rendiate libera la “bestia” che è in voi


In ogni donna se nasconde un essere naturale e selvaggio, una forza potentissima formata dagli istinti, con creatività passionale e sapere ancestrale. Fa parte del proprio patrimonio genetico, ma che secoli di cultura e civilizzazione hanno soffocato, domato e persino cancellato, canalizzato in uno stereotipo rigido di sottomissione. E’ la Medusa della mitologia greca. Così come la paura, l’aggressività e il desiderio sessuale, il lato bestia, che chiamiamo anche di rabbia o ira, sono basic instint, naturale nell’animo femminile e presente nel regno animale. La “bestia” quando viene fuori, se può direzionarla verso dove vogliamo. La rabbia è un’energia potentissima e deve essere esplorata e usata con lo scopo di raggiungere certi obiettivi. Per tanto, è importante sapere convertire l’impulso della propria collera in forza positiva e produttiva. Dimostrare la rabbia è utile poiché stimola la produzione di adrenalina, importante per la difesa dell’integrità dell’organismo in generale. E’ una scarica fisica ed emozionale. Il guaio è che ogni persona reagisce all’istinto di forma diversa una dell’altra. Se non canalizzata di forma razionale, potrà essere dannosa, portandoci ad azioni distruttive. La rabbia è naturale e umana, ma se non controllata può essere anche un’arma lettale. Siamo bestia, siamo animale ma, essendoci anche razionali, dobbiamo ammettere che la dinamica della rabbia è un’operazione psicologica complessa che bisogna essere prima riconosciuta, poi, compresa e, finalmente, affrontata di modo cosciente. La rabbia indiscriminata può contaminare e distruggere un’intera esistenza. Il libro “Le donne che non hanno paura del fuoco” di Mary Valentis e Anne Devane, parla di come ogni donna agisce di forma differente, davanti all’esplosione della rabbia. Le donne abituate dall’infanzia a essere troppo buona, sono molto abili nel camuffare i sentimenti aggressivi e nascondersi dietro a una malattia fisica o mentale. Loro possono manipolare di varie forme, come nel comportamento passivo-agressivo, nella stanchezza cronica, o addirittura minacciando un suicidio. Essendo così, qualcuno rimarrà ferito e questo non è giusto. Liberiate la bestia che c’è dentro di voi. Ma attenzione perché la bestia non prenda voi stesse né gli altri. Fate attenzione all’autolesionismo che quasi sempre se fa gratis. Se non ci riesce proprio, è meglio far un salto nella prima clinica che trovi e fai un’antirabbica. Per sicurezza.

sabato 26 gennaio 2008

Le Donne Rifatte Esigono una Nuova Età!

Leia em Portugues 

Ci piacerebbe essere come gli uomini, quel essere super avvalorato, in cui le rughe congloba più charme, aver più di 50 raffigura potere e stabilità (ci sono pure qualcuno che alza l’età per sentirsi tale), essere scapolo vuol dire emancipato e raccontare agli amici le peripezia sessuali significa essere un essere superdotato.Sono tante le donne che ancora oggi, continuano a correre dietro a un uomo-ancora, un maitrê-à-penser per avere un’identità (im)propria, perché è lui che aggiudica, tante volte, un’identità a gran parte di noi.
Ma noi femminucce, non sappiamo essere così… colpa di quello odioso carattere femminile secondario, fonte della biasimevole e inutile dignità.
Ancora nubile? E’ una zitella. Le rughe? Managgia! Segno evidente di decadenza. Oltre i 50? E’ già in terza età. Ah, no! Scusatemi. E’ ancora troppo giovane ma solo se cadavere. “Poveretta... aveva solo 53 anni...” E’ già! Qualcuna, con qualche grado di scemenza in più, pensa addirittura di buttarsi dal decimo piano, soltanto per essere ‘precoce’ in qualcosa, ti rendi conto?

Và bè, abbassare l’età è la nostra caratteristica fondamentale, ma che c’è di male? A ripensarci, i 40 e rotti non significano esattamente tutti quei ’40 e rotti’ lì... che immaginiamo. Se scaliamo gli anni di sonno, riusciremmo a portare quella sommità a un ragionevole (e giusto) … eh… diciamo 29 anni circa, non è carino?
E guai all’imbecille che cerca di quantificare quei maledetti ‘rotti!’.

Cosa se potrebbe fare per combattere questa ingiustizia sociale? Istituzionalizzare il rituale del lamento, piangendo tra loro nei tradizionali tè inglesi, a porta chiusa, o ricorrere alla tradizionale terapia preventiva di gruppo contro la sindrome psicopatica dell’Anta, non serve a nulla.
Cominciamo a ragionare (uomini e politici in generale compresi): prendete una donna di 60 anni che ha perso 15 dopo l’ultimo liffting... perché la data di nascita deve continuare invariata nei documenti? Perché non diminuire tanti anni quanti quelli cancellati dai bisturi? Le istituzioni, pensino bene, prima di chiamarle di vecchie e ancora peggio, in età pensionabile. Un appello ai politici a pensare meglio sull’argomento, poiché è un’ottima iniziativa per fare un accordo tra la logica di un altissimo introit fiscale e la risoluzione di un’ingiustizia che noi donne (lifftintingate o no), non possiamo più sopportare. Come mai nessun politico ha ancora ragionato su questa cosa? Una donna sopra i 60, che dimostra 45 - 50 dopo la plastica, perché le istituzioni se si ostinano in chiamarla donne di terza età e per di più, dovendo pagarle una pensione? Non è assurdo?

Fonte: Panorama

mercoledì 21 novembre 2007

Un'Appendicite Mooolto Particolare!



Cosa significa, quando una donna comincia a sentire nausea, pancia e seni gonfi e la mancanza del ciclo? Per qualsiasi essere mortale, in pieno possesso delle facoltà mentali, anche se non ha mai aperto un libro di medicina, queste cose qui, a priori, sono i segni evidenti di una gravidanza, giusto? Sbagliato. Almeno per il ginecologo che ha accompagnato una ventiquattrenne di Bari. La diagnosi? Udite, udite! Appendicite acuta. Per combattere questo pericoloso male, ha consigliato una cura emergenziale che è andato avanti per cinque mesi.
Ma questa cosa deve essere successo nell’entroterra della Congo, Bangladesh, Senegal? Macché! Proprio QUI! In Italia.
Così, dopo cinque mesi di cura nel combattere l’appendicite acuta, niente è cambiato. La pancia della signora continuava a crescere. “Ma che cavolo di malattia è mai questa, santo cielo!” Si chiede il dottore sbalordito. “Dai ragazzi” – si rivolge all’entourage che lo segue – “controlliamo, i reni, fegato, cuore, stomaco… qualcosa deve venir fuori, altrimenti, appendo il camice. Per sempre!
“Dottore, non abbiamo trovato nulla negli organi. Eppure, ogni tanto la pancia trema”.
“Ma cosa dite! Provate una tac ai ginocchi, al torace e schiena, pure nei tendini, non vorrei che lei avesse presa la malattia di Albert – l’Achilloborsite. Sbrigatevi!”
“Niente dottore. Non abbiamo trovato nulla. L’unica cosa che manca controllare è l’utero, non possiamo fare un’ecografia?”
“Mannaggia! Eco cosa manca!” Pensa tra se. “Certamente, ma prima sarebbe meglio fare un accurato esame audiometrico, per esserci sicuri di aver scandagliato l’interno della signora, in ogni parte. Non si sa mai. Muoviamoci!
“Eureka! Ecco dottore, c’è qualcosa dentro della pancia. Eppure si muove!”
“Siete sicuri?”
“Certo, dottore, cosa sarebbe, secondo Lei?”
“Bene, se non se tratta di appendicite acuta, allora…"
“Allora???” Chiedono in coro, stupiti.
“Può darsi che la signora abbia un grosso problema ovvero l'arresto del ritmo di evacuazione delle feci dall’intestino… stitichezza, insomma. Essendo così, accumula troppa area, causando un’aerofagia il che genera il gonfiore dello stomaco. Il tutto può generare un malessere generale di origine psicosomatica, portando la paziente a uno stress cronico, il quale interferisce nei cicli mestruali. Non se può scartare neppure il problema di ACANTHOSIS NIGRICANS, ovvero distrofia papillaris che affetta generalmente le donne, dopo i trenta.
“Ma dottore, l’ecografia…”
“Ah, già, l’ecografia, cosa avete trovato?”
“Un bambino, dottore, abbiamo trovato un bambino!”
“Ah, bè. A questo punto non ci resta che fare un’interruzione della gravidanza che consiste nella dilatazione strumentale dell’utero, seguita dell’estrazione del feto, dopodiché la paziente non avrà più tutti quei disturbi”.
Ma… siete sicuri che questo qua abbia veramente eseguito il giuramento ippocratico? Mah!
Conclusione: L'indagine, ancora alle prime fasi, è coordinata dal pm Angela Morea che ha iscritto nel registro degli indagati per lesioni colpose gravi il ginecologo, in servizio in una clinica privata di Bari. Ansa.it

sabato 29 settembre 2007

Donna, la Bugia ti fa Bella


E’ vero che le donne hanno delle risorse inesauribili, molto di più dei colleghi maschi. Abbiamo risorse, sì, ma non sono mai state, adeguatamente utilizzate.
Là dove la nostra autentica natura è stata sommersa di altrettanto autentiche bugie somministrate per osmosi da una società dissonante, sussiste una conoscenza sublimata, talvolta sovversiva. La sublimazione, per fortuna esiste in ogni donna, anche sotto forma di finzione, o di bugia, si vogliamo astenerci dell’eufemismo.
Sostenere che noi donne possiamo cavarcela bene nei ruoli di madre, moglie, amante, compagna e peraltro fare carriera non sarebbe soltanto un bluff ma un’impresa pressoché impossibile.
La donna, ancora in tenera età, ha imparato dalle istituzioni sociali, nonché spalleggiata dai settimanali femminili, la formula magica per essere sempre sexy, giovane, magra, manager e madre, una donna in carriera sempre in ascesa, insomma.
E’ inammissibile, ma ci inganniamo lo stesso, fingendo di conciliare benissimo tutti i ruoli che ci proponiamo per avere il profilo di una donna vincente.
Pensare che abbiamo la capacità di assecondare tutti questi ruoli senza sfiorare la mediocrità, o siamo delle povere pazze estremiste, residuato bellico di tempi radicali, oppure tutta la nostra generazione femminile ha subito un calo drammatico e sfrenato dell’ormone della realtà.
Non dobbiamo essere schiavi del conformismo, della banalità che ci fa massa, ma non possiamo, pretendere d’essere cosi versatile e eclettica da convogliare tante funzioni senza scendere nell’inabilità.
Una manager non dovrebbe aver il senso di colpa per non riuscire ad essere una super madre o una bomba sexy, e vice versa, anzi, dovrebbe ricavarne una profonda soddisfazione nel riuscirci, conciliando tutte le cose dentro di un parametro accettabile, pure essendo mediocre.
Non  si può dedicarsi al figlio neonato, allattarlo, alzarsi di notte per preparare il biberon; svegliarsi alle cinque per scegliere che cosa vestire - che poi, alla fine, lottando contro l’orologio, mettiamo sempre capi neri o écru perché abbinano con ogni accessorio – portare il piccino all’asilo o alla scuola. Recarsi al lavoro, preparare riunioni, prendere decisioni, discutere d’affari, e per di più mantenere il sex appeal. A mezzogiorno, dopo un pranzo a razzo, prendere il bambino alla scuola o portare il più piccolo dal dottore, ritornare in ufficio con la testa fresca per affrontare nuovi problemi.
Non si può essere serena per prendere una decisione importante per l’azienda quando a casa c’è il suo bambino con la tata, con 39° di febbre, oppure, togliere dal pensiero l’argomento che dovrà affrontare con i figli adolescenti, cercare di capirli quando sono aggressivi o quando a scuola il rendimento è basso.
E poi, entrando a casa dopo questa stressante giornata, aver il tempo per essere sexy e attraente per conquistare il partner anche se non va mai dal parrucchiere, se non ha mai tempo per fare lo shopping o fare un’oretta in palestra, meno ancora ricordare di prendere i suoi 35 integratori e mantenere l’autostima ad un livello appagante.

mercoledì 29 agosto 2007

Richard Gere: Bello e Saggio

Leia em Portugues
“Preferisco di gran lunga le donne che hanno superato i 40. Sono più sexy; intelligenti, consapevoli, affascinanti” Se lo dice lui…
Certo che lui ha tutte le carte per essere così sicuro e poter sfoggiare al fianco, ovunque vada, una quarantenne sexy e bella come Carey Lowell. Non tutti cinquanta-sessantenni si possono permettere. D’altronde, un Richard Gere non è mica un Flavio Briatore che non ha luce propria, quindi, necessita disperatamente delle ventenni per ottenere un’equivalenza.
Quando l’uomo cinquantenne cerca di regalarsi nuove occasioni con bellezze acerbe, non è solo per sentirsi in gara ma, soprattutto, perché inconsciamente hanno paura delle coetanee, che oggi, oltre a essere più affascinanti dalle cinquantenni di una volta, (e di tante trentenni di oggi), sono più esigenti e hanno un'esperienza alle spalle, quindi, più capace di catturare i primi segni di fallimento delle loro prestazioni. Oltre che con la freschezza, l'uomo conta sull'inesperienza delle fanciulle che, a sua volta, cercano in loro un punto di riferimento che i ventenni non rappresentano. Le donne sono più sensate; una cinquantenne cerca l'appagamento assoluto, ricambiando le esperienze, mentre gli uomini cercano l’autoaffermazione.
Leggere anche: Falsi Miti

giovedì 19 aprile 2007

La Donna e L'emozione

Con l'emancipazione della donna, molte cose sono state modificate riguardo a una parte fondamentalmente essenziale del carattere femminile: l'emozione.
Oggigiorno la società civile in tutto il mondo osserva con preoccupazione l'aumento della frequenza dei crimini violenti, dei suicidi e abuso di droghe por parte delle donne, senza parlare di tanti altri indicatori di malessere emozionali.
Credo che, la furia d'arrivare alla pari opportunità con gli uomini, noi donne, abbiamo dimenticato delle capacità fondamentali del cuore, l'emozione e la capacità interpersonali. Queste capacità sono essenziali, proprio come quelle intellettuali, in quanto servono a equilibrare la razionalità.
La donna è un po' come il pianeta Terra: 80% di flessibilità cioè, acqua/emozione. Non possiamo negare per quanto vogliamo avvicinarci al sesso "forte".
La donna, fino a qualche anno fa, era la parte pacificatrice della società, perché dava una maggiore attenzione alla competenza sociale ed emozionale, ed essendo così, aveva più capacità di gestire la propria collera verso se stessa e gli altri. Oggi la donna con un ritmo di vita assai più frenetico di una volta, ha il dovere di si confrontare con una nuova realtà che possa creare una compatibilità tra ragione e emozione perché la razionalità è guidata dal sentimento. "Quanto più intenso è il sentimento, tanto più dominante è l'emozione - e più inefficace la razionalità". Daniel Goleman.