La rivincita delle donne - Il Premio Nobel per la Pace si tinge de rosa ed è tre volte donna!
Ora basta con queste gnocche “usa e getta”. L’era del "Se sei racchia, stattene a casa" è finita. Adesso è il momento delle donne maître-à-penser.
In agguato il nuovo partito di Berlusconi: “Forza Gnocca” che sembra destinato a finire prima ancora di cominciare… piangono gli alleati del post-Pdl tutto botulinato e imbiondito, sinuoso e montagnoso, un po’ harem e un po’ beauty farm… perché, per parafrasare Albert Camus, il valore di una società dipende anche da come vengono trattate le donne.
Il partito del Premier esprime esattamente il suo vero pensiero sulle donne, ovvero il pensiero degno solo di un vecchio porco. Lo dichiara Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico.
La coscienza della società, però, sta cambiando. E lo dimostra il Comitato per l’assegnazione dei Nobel che ha premiato tre donne attiviste dei diritti umani che di gnocca non hanno nulla a che fare. Sono brave e basta!
Il riconoscimento al Premio Nobel per la Pace 2011 va alla presidente della Liberia, Ellen Johnson-Sirleaf, la connazionale Leymah Gbowee che lanciò una mobilitazione femminile contro la guerra civile, e Tawakkul Karman, l'attivista yemenita per la democrazia.
Un riconoscimento del rafforzamento del ruolo delle donne, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Non possiamo ottenere democrazia e pace durevole nel mondo a meno che le donne non ottengano le stesse opportunità degli uomini per influire sullo sviluppo a tutti i livelli della società, (Comitato per l'assegnazione dei Nobel).
Da quando fu istituito, in seguito alle ultime volontà di Alfred Nobel, (1833-1896), sono tante le scienziate che avrebbero meritato l'assegnazione del più prestigioso riconoscimento scientifico che, invece, è andato ingiustamente a colleghi maschi. Sebbene sempre folto e rappresentativo il numero delle donne che si dedicano alla ricerca e alle professioni sanitarie, sono sempre stato numericamente inferiore a quello maschile. La grande maggioranza delle scienziate che ha dato un contributo fondamentale alla ricerca scientifica, è sempre rimasta a bocca asciutta, senza ottenere questo meritato riconoscimento. La Bell-Burnell rappresenta uno dei casi più eclatanti di questo default: nel 1968, fu lei con le sue ricerche a scoprire le stelle pulsar (stelle collassate fatte di neutroni), ma la prestigiosa Accademia di Stoccolma ritenne di assegnare il Nobel, sei anni dopo, al supervisore dei suoi lavori, Anthony Hewish.
Di grande aiuto le motivazioni che hanno spinto la Campagna Noppaw a candidare le donne africane che sono state pienamente comprese e abbracciate - L’assegnazione di questo riconoscimento ci riempie di gioia, siamo pieni di entusiasmo per questo Premio che è stato deciso all’unanimità dal Comitato di Oslo - commenta Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi.
Le tre donne sono state premiate dalla Commissione norvegese per "la loro battaglia non violenta per la sicurezza delle donne e per i diritti delle donne alla piena partecipazione all'impegno per la costruzione della pace".
Ellen Johnson Sirleaf, 72 anni, presidente della Liberia, è la prima donna a essere stata democraticamente eletta presidente di un paese africano. Nel 1985 Amnesty International l`aveva adottata come prigioniera di coscienza, a causa della sua opposizione al governo dell’epoca.
Leymah Gbowee: pacifista e avvocato in Liberia, ha mobilizzato le donne di diversi gruppi etnici e religiosi per contribuire a porre fine alla guerra e ad assicurare la partecipazione delle donne alle elezioni.
Tawakkul Karman, attivista dello Yemen: è tra le promotrici delle proteste di massa iniziate quest`anno contro il governo del paese. "Tawakkul ha svolto un ruolo primario nella battaglia per la pace e la democrazia in Yemen". L'attivista 32 anni, madre di tre figli, si è dichiarata "molto felice" del riconoscimento che ha voluto dedicare "ai giovani della rivoluzione in Yemen e al popolo yemenita".
Per la deputata Pd, Paola Concia, in un momento che vede il presidente del consiglio fondare 'Forza Gnocca' e rivolgersi alle donne, per l'ennesima volta, solo in quanto attributo genitale, per tutte le donne italiane è una bella rivincita. In questo periodo, qualunque cosa di bello accada in altri Paesi, dalle conquiste della ricerca a quelli dei diritti civili, mi riporta allo stato di torpore e decadenza vissuto dalla nostra Italia. L'ossessione della donna vista solo carne è una cosa agghiacciante. L'unica cosa che mi lascia sperare è proprio l'esempio di queste tre donne: mi auguro che le italiane ne ricavino ispirazione alle prossime elezioni. Chissà che la rinascita del Paese non passi proprio per il voto delle donne.
Tuttavia, nelle tre Premio Nobel c’è molto di più: C'è il riscatto di un intero continente, l'Africa, che vive ancora condizioni di estrema sofferenza. E c’è quello delle donne yemenite, vere protagoniste della Primavera Araba, spiega Concia.
È stato accolto lo spirito della Campagna che ha reso evidente il ruolo delle donne come costruttrici di pace e di democrazia. È stato riconosciuto un senso nuovo e più ampio alla parola “pace”: non solo assenza di guerra ma anche lotta per i diritti, cura della famiglia e della comunità, la difesa dell’ambiente. Dichiarano i promotori Cipsi e ChiAma l’Africa.
E le donne si riprendono il potere
Angela Bracco, questo è il nome dell’italiana che dal 1° gennaio 2012 succederà l’attuale presidente del comitato scientifico europeo di fisica nucleare Guenther Rosner. E’ la prima volta nella storia che una donna viene eletta alla presidenza del Nuclear Physics EuropeanCollaboration Committee (NuPECC).
Samantha Cristoforetti, 32 anni, tenente pilota dell’Aeronautica militare è la prima astronauta italiana della storia.
Un femminismo "ante litteram" quello delle tre Nobeldonne (e non solo) che rappresentano una figura femminile rivoluzionaria e positiva per il nostro tempo: l'esemplificazione delle debolezze, degli stereotipi, delle contraddizioni, ma anche la celebrazione del pragmatismo, della determinazione e della saggezza delle donne.
Chi ha il potere di creare, difficilmente sceglie la via della distruzione e della guerra. E se la pace è solo una ingenua utopia da donne, resta pur sempre una bella speranza. (da Internet)
Chi ha il potere di creare, difficilmente sceglie la via della distruzione e della guerra. E se la pace è solo una ingenua utopia da donne, resta pur sempre una bella speranza. (da Internet)