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mercoledì 2 luglio 2008

Donne al Potere! Missione fallita?





E la politica è ancora maschile
Ricerche dimostrano che le donne hanno migliori capacità organizzative, propensione al lavoro di gruppo, curiosità, saggezza… ma chissà perché mai, non riescono spodestare l’outsider dal trono dalla politica che conta, inoltre, sembra che sonno troppo belle, pure per accaparrarsi un Nobel?
Le ultime abrogate – Hillary e Ségolène – confermano che lo scettro del potere appartiene, ancora, agli uomini.
L’unica donna che sembrava in grado di strappare, dalla mano di un maschio, la presidenza degli Stati Uniti, non c’è l’ha fatta. Per un po’, Hillary Clinton, titolare della potente macchina elettorale democratica, personalità esperta e di comando, sembrava di riuscire mettere al centro dei valori, la dignità e la saggezza della donna. Ha galvanizzato la speranza che ogni donna del pianeta accarezza nel suo intimo: vedere una donna nel comando della più potente nazione del mondo.
Nelle ultime elezioni, molte donne hanno tentato. Le due preminenti protagoniste - un’americana, l’altra francese – sembrava che si fossero messe d’accordo, sfruttando differenti stratagemmi per far fronte all’imperialismo maschile: l’americana Hillary incarnava il modello femminile di potere tipicamente maschile, è stata la personificazione della freddezza irrimediabile della donna di potere di cui il paese ha bisogno per essere guidato con mano ardita. La francese Ségolène, invece, rappresentava la figura dolce, materna e affettuosa, come un grembo caldo, pronta per accogliere i problemi e partorire le soluzioni. Nei suoi appelli alla partecipazione, non ha mancato nemmeno quello sentimentale – e quasi patetico – “j’ai besoin de vous”.
Nessuno punto in comune, quindi? Un solo elemento accomuna le due sconfitte di modelli tanto divergenti: due leadership femminili si sono infrante contro lo scoglio di due rotture politiche, due credibili idee di cambiamento radicale, incarnate da maschi impegnati nella recita del profetismo politico. G. Ferrara.
Dove ha sbagliato le donne, allora? Giuliano Ferrara allude: Le elezioni si possono vincere, cavalcando e governando le paure sociali, strizzando l’occhio ai dubbi e allo smarrimento della fola anonima. Ma le elezioni si possono vincere, anche seminando speranza e predicando con afflato spirituale la sconfitta di ogni tipo di dubbio e di paura. E’ strano, ma incubi e sogni, nel pallottoliere elettorale si equivalgono.
Supponendo che le donne non hanno ancora raggiunto l’indice di Empowerment per competere a livello maschile, por non sapere, ancora, gestire e far convivere, armoniosamente, incubi e sogni, come ha dichiarato Ferrara, ma… sognare i premi Nobel credo che non comporta paura e non è per niente un incubo. Che cavolo di classificazione si potrebbe dare, allora, alle donne scippate del premio da colleghi maschi, poco galanti ma scaltri? Come mai, di oltre 500 premi Nobel scientifici, assegnati, fino a oggi, solo 11 – Ho detto SOLO 11 – sono stati attribuiti a donne, essendo due alla stessa persona: Marie Curie? Questo basta a far capire quanto impervio sia stato il percorso femminile nel mondo della scienza o della politica ad appannaggio maschile.
“Più che una sfortuna, un’automutilazione di cui la ricerca soffre ancora” – dice Nicolas Witkowski, fisico francese, nel suo libro Troppo belle per il Nobel.
Le menti non hanno sesso” – diceva Marie Meurdrac, nel 1700. E’ già. Eppure, nonostante la rivoluzione delle donne negli anni 70, ancora oggi c’è chi sostiene che il cervello femminile sia inadatto alla matematica (e già che ci siamo, pure alla politica), come ha fatto il rettore dell’Università di Harvard, poi, costretto a dimettersi. Almeno quello!
Sebbene motivate, (le donne) vivono in modo conflittuale il loro ruolo tra carriera e famiglia: la società le colpevolizza e nel momento più produttivo della loro carriera, si fanno da parte - dichiara la biologa Silvia Garagna. - Su di lei, incombono stereotipi che finisce per interiorizzare, autoescludendosi: poco equipaggiata psicologicamente per sopravvivere nel mondo dell’imperialismo maschile, troppo emotiva, poco aggressiva e competitiva. Insomma, non adatta a posizione di leader. Conclude.
Ci picchia!!!!!!!!!

martedì 15 aprile 2008

Il Voto come "dovere civico" – Rischia di Brogli



Democrazia o Ipocrisia? Forse, Democrisia!

Abbiamo sempre votato. Tutti noi, cittadini coscienti, abbiamo sempre compiuto il nostro dovere civico. Perché il voto se sa, “è un dovere e un diritto del cittadino”. Dovere, perché tocca a noi scegliere il partito e le persone che riteniamo siano giuste per governare il nostro paese. Diritto, perché viviamo in una democrazia, quindi, abbiamo il diritto al dovere. Tutto qui.

La garanzia dei nostri voti e la loro efficacia è pressoché zero.
Il rischio di brogli esiste e a volta non se tratta nemmeno di rischio ma di una certezza matematica.
Non è che si vada in giro ad agitare spettri, anche perché, dove c’è la volontà di imbroglio, c’è la concretizzazione. Non dico quello imbroglio dove qualcuno ha scambiato favori o venduto il voto su eBay, non, figuraci! Questo è la sacra consuetudine. Premesso che questo imbroglio non ci sia e che gli inciuci più frequenti nelle elezioni siano spariti così, per miracolo! Io mi chiedo, dall’alto della mia santa ignoranza, quale difficoltà ci sarebbe presentata se, dopo aver chiuso la porta all’ultimo elettori, ad aprire il fondo di quelli scatoloni di cartoni – semmai sono stati chiusi – prendere tutte le schede e con una semplice gomma, cancellare quella famigerata “X” o metterla dove pare?

Bene, cioè, male: non credo sia giusto spacciare i poveri “cancella-carta” prepagati –dico – gli scrutatori, come potenziali delinquenti o degli agenti speciali con licenza di uccidere schede su schede, rendendole nulle o favorendo un candidato piuttosto che un altro. Ci mancherebbe!
Nostro diritto dovrebbe essere esteso anche oltre la linea del dovere, dandoci la garanzia di che i nostri voti restassero segreti e inalterati, giusto? In una democrisia – ops! - Democrazia, questo non dovrebbe essere la cosa più lampante? Mah!
E poi, ‘sta cosa di fare la “X” con la matita e non con la penna blu o nera (minima garanzia per evitare brogli), io proprio non la capisco. E gli scatoloni di cartone... cosa ne posso dire?
Come mai non sono in alluminio, ferro o bronzo, con il fondo saldamente sigillato? Guarda, non lo so proprio dire.
Come ho detto prima, la mia santa ignoranza va scusata. Se tutto questo è legale e fa parte di qualsiasi democris… democrazia, allora… pardon!

mercoledì 2 aprile 2008

“Adote” um político online




Essa iniziativa nasceu no site italiano Openpolis.it, uma tentativa da Depp (Democracia eletrônica e participação pública) para aproximar os italianos aos representantes do governo, usando a Internet.

O site dá a possibilidade de conhecer os nomes de todos políticos de cada região, monitorando assim, a presença (ou ausência) de cada um deles na Assembléia.

O site sugere aos eleitores de “adotarem” um político, seguir seus passos e ações e publicar na Internet tudo aquilo que diz e o que faz (ou deixou de fazer).
Deep propõe, também, no site voisietequi.it (vocês estão aqui) um teste, pra medir a distância entre as próprias idéias e o programa dos vários políticos.

Outra proposta interessante, surge do site wikidemocracy.org. A idéia é de convidar os eleitores de um determinado partido a escreverem propostas para poder afrontar os principais problemas do país ou modificar as sugestões já escritas por outros. Uma espécie de wikipedia das propostas políticas, sugeridas pelos internautas.

O objetivo seria o de criar um programa para cada partido e propor aos respectivos líderes, esperando, vivamente, que eles executem de verdade.
O wikidemocracy possue também as suas regras: os indecisos, podem mudar de partido no máximo três vezes.
Seria uma boa pedida. Mas será que isso funcionaria no Brasil, gente? Daria pano-pra-manga, nao? De qualquer forma, a idéia tá lançada.