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lunedì 14 febbraio 2011

Malasanità – La realtà Surreale

                                         
La malasanità è una realtà sempre più presente e pressante. La sua ombra si allunga in tutte le parte d’Italia ed è arrivata sull’ospedale Goretti di Latina, quando a Fondi, una ragazza di 29 anni si è sentita male il 12 agosto scorso ed è morta per emorragia celebrale. Nell’esposto si parla di difficili condizioni igieniche della struttura, o di possibili errori nella terapia di coma farmacologico di cui è stata sottoposta. E’ aperta un’indagine per la sua morte.  

In Italia, in media, ogni mese, si contano 15 casi di errori in campo sanitario. Uno ogni due giorni. In poco più di un anno, di fine aprile 2009 a metà settembre 2010, la commissione parlamentare ha esaminato 242 casi. Episodi di presunta malasanità, di cui 163 hanno fatto registrare la morte del paziente.

Purtroppo, i casi di malasanità non riguarda soltanto l’Italia e non ci resta che rabbrividir al pensiero che in altri Paesi succede anche di peggio, come è successo a Ankara, in Turchia quando in un ospedale sono morti ben 27 neonati in appena 15 giorni. 

Vale la pena rivedere questo caso, successo qualche anno fa, a dir poco drammatico, ma… con un pizzico d’ironia! 
E' successo davvero!

Un'Appendicite Mooolto Particolare!
Cosa significa, quando una donna comincia a sentire nausea, pancia e seni gonfi e la mancanza del ciclo? Per qualsiasi essere mortale, in pieno possesso delle facoltà mentali, anche se non ha mai aperto un libro di medicina, queste cose qui, a priori, sono i segni evidenti di una gravidanza, giusto? Sbagliato. Almeno per il ginecologo che ha accompagnato una ventiquattrenne di Bari. La diagnosi? Udite, udite! Appendicite acuta. Per combattere questo pericoloso male, ha consigliato una cura emergenziale che è andato avanti per cinque mesi.

Ma questa cosa deve essere successo nell’entroterra del Congo, Bangladesh, Senegal? 
Macché! Proprio QUI! In Italia.
Così, dopo cinque mesi di cura nel combattere l’appendicite acuta, niente è cambiato. La pancia della signora continuava a crescere. “Ma che cavolo di malattia è mai questa, santo cielo!” Si chiede il dottore sbalordito. “Dai ragazzi” – si rivolge all’entourage che lo segue – “controlliamo, i reni, fegato, cuore, stomaco… qualcosa deve venir fuori, altrimenti, appendo il camice. Per sempre!

- Dottore, non abbiamo trovato nulla negli organi. Eppure, ogni tanto la pancia trema.

- Ma cosa dite! Provate una tac ai ginocchi, al torace e schiena, pure nei tendini, non vorrei che lei avesse presa la malattia di Albert – l’Achilloborsite. Sbrigatevi!

- Niente dottore. Non abbiamo trovato nulla. L’unica cosa che manca controllare è l’utero, non possiamo fare un’ecografia?

- Mannaggia! Eco cosa manca!” Pensa tra se. “Certamente, ma prima sarebbe meglio fare un accurato esame audiometrico, per esserci sicuri di aver scandagliato l’interno della signora, in ogni parte. Non si sa mai. Muoviamoci!

- Eureka! Ecco dottore, c’è qualcosa dentro della pancia. Eppure si muove!

- Siete sicuri?

- Certo, dottore, cosa sarebbe, secondo Lei?”

- Bene, se non se tratta di appendicite acuta, allora…

- Allora???” Chiedono in coro, stupiti.

- Può darsi che la signora abbia un grosso problema ovvero l'arresto del ritmo di evacuazione delle feci dall’intestino… stitichezza, insomma. Essendo così, accumula troppa area, causando un’aerofagia il che genera il gonfiore dello stomaco. Il tutto può generare un malessere generale di origine psicosomatica, portando la paziente a uno stress cronico, il quale interferisce nei cicli mestruali. Non se può scartare neppure il problema di ACANTHOSIS NIGRICANS, ovvero distrofia papillaris che affetta generalmente le donne, dopo i trenta.

- Ma dottore, l’ecografia…

- Ah, già, l’ecografia, cosa avete trovato?

- Un bambino, dottore, abbiamo trovato un bambino!

- Ah, bé. A questo punto non ci resta che fare un’interruzione della gravidanza che consiste nella dilatazione strumentale dell’utero, seguita dell’estrazione del feto, dopodiché la paziente non avrà più tutti quei disturbi.

Ma… siete sicuri che questo qua abbia veramente eseguito il giuramento ippocratico? Mah!

Conclusione: L'indagine, ancora alle prime fasi, è coordinata dal pm Angela Morea che ha iscritto nel registro degli indagati per lesioni colpose gravi il ginecologo, in servizio in una clinica privata di Bari.

sabato 26 gennaio 2008

Le Donne Rifatte Esigono una Nuova Età!

Leia em Portugues 

Ci piacerebbe essere come gli uomini, quel essere super avvalorato, in cui le rughe congloba più charme, aver più di 50 raffigura potere e stabilità (ci sono pure qualcuno che alza l’età per sentirsi tale), essere scapolo vuol dire emancipato e raccontare agli amici le peripezia sessuali significa essere un essere superdotato.Sono tante le donne che ancora oggi, continuano a correre dietro a un uomo-ancora, un maitrê-à-penser per avere un’identità (im)propria, perché è lui che aggiudica, tante volte, un’identità a gran parte di noi.
Ma noi femminucce, non sappiamo essere così… colpa di quello odioso carattere femminile secondario, fonte della biasimevole e inutile dignità.
Ancora nubile? E’ una zitella. Le rughe? Managgia! Segno evidente di decadenza. Oltre i 50? E’ già in terza età. Ah, no! Scusatemi. E’ ancora troppo giovane ma solo se cadavere. “Poveretta... aveva solo 53 anni...” E’ già! Qualcuna, con qualche grado di scemenza in più, pensa addirittura di buttarsi dal decimo piano, soltanto per essere ‘precoce’ in qualcosa, ti rendi conto?

Và bè, abbassare l’età è la nostra caratteristica fondamentale, ma che c’è di male? A ripensarci, i 40 e rotti non significano esattamente tutti quei ’40 e rotti’ lì... che immaginiamo. Se scaliamo gli anni di sonno, riusciremmo a portare quella sommità a un ragionevole (e giusto) … eh… diciamo 29 anni circa, non è carino?
E guai all’imbecille che cerca di quantificare quei maledetti ‘rotti!’.

Cosa se potrebbe fare per combattere questa ingiustizia sociale? Istituzionalizzare il rituale del lamento, piangendo tra loro nei tradizionali tè inglesi, a porta chiusa, o ricorrere alla tradizionale terapia preventiva di gruppo contro la sindrome psicopatica dell’Anta, non serve a nulla.
Cominciamo a ragionare (uomini e politici in generale compresi): prendete una donna di 60 anni che ha perso 15 dopo l’ultimo liffting... perché la data di nascita deve continuare invariata nei documenti? Perché non diminuire tanti anni quanti quelli cancellati dai bisturi? Le istituzioni, pensino bene, prima di chiamarle di vecchie e ancora peggio, in età pensionabile. Un appello ai politici a pensare meglio sull’argomento, poiché è un’ottima iniziativa per fare un accordo tra la logica di un altissimo introit fiscale e la risoluzione di un’ingiustizia che noi donne (lifftintingate o no), non possiamo più sopportare. Come mai nessun politico ha ancora ragionato su questa cosa? Una donna sopra i 60, che dimostra 45 - 50 dopo la plastica, perché le istituzioni se si ostinano in chiamarla donne di terza età e per di più, dovendo pagarle una pensione? Non è assurdo?

Fonte: Panorama