E’ vero che le donne hanno delle risorse inesauribili, molto di più dei colleghi maschi. Abbiamo risorse, sì, ma non sono mai state, adeguatamente utilizzate.
Là dove la nostra autentica natura è stata sommersa di altrettanto autentiche bugie somministrate per osmosi da una società dissonante, sussiste una conoscenza sublimata, talvolta sovversiva. La sublimazione, per fortuna esiste in ogni donna, anche sotto forma di finzione, o di bugia, si vogliamo astenerci dell’eufemismo.
Sostenere che noi donne possiamo cavarcela bene nei ruoli di madre, moglie, amante, compagna e peraltro fare carriera non sarebbe soltanto un bluff ma un’impresa pressoché impossibile.
La donna, ancora in tenera età, ha imparato dalle istituzioni sociali, nonché spalleggiata dai settimanali femminili, la formula magica per essere sempre sexy, giovane, magra, manager e madre, una donna in carriera sempre in ascesa, insomma.
E’ inammissibile, ma ci inganniamo lo stesso, fingendo di conciliare benissimo tutti i ruoli che ci proponiamo per avere il profilo di una donna vincente.
Pensare che abbiamo la capacità di assecondare tutti questi ruoli senza sfiorare la mediocrità, o siamo delle povere pazze estremiste, residuato bellico di tempi radicali, oppure tutta la nostra generazione femminile ha subito un calo drammatico e sfrenato dell’ormone della realtà.
Non dobbiamo essere schiavi del conformismo, della banalità che ci fa massa, ma non possiamo, pretendere d’essere cosi versatile e eclettica da convogliare tante funzioni senza scendere nell’inabilità.
Una manager non dovrebbe aver il senso di colpa per non riuscire ad essere una super madre o una bomba sexy, e vice versa, anzi, dovrebbe ricavarne una profonda soddisfazione nel riuscirci, conciliando tutte le cose dentro di un parametro accettabile, pure essendo mediocre.
Non si può dedicarsi al figlio neonato, allattarlo, alzarsi di notte per preparare il biberon; svegliarsi alle cinque per scegliere che cosa vestire - che poi, alla fine, lottando contro l’orologio, mettiamo sempre capi neri o écru perché abbinano con ogni accessorio – portare il piccino all’asilo o alla scuola. Recarsi al lavoro, preparare riunioni, prendere decisioni, discutere d’affari, e per di più mantenere il sex appeal. A mezzogiorno, dopo un pranzo a razzo, prendere il bambino alla scuola o portare il più piccolo dal dottore, ritornare in ufficio con la testa fresca per affrontare nuovi problemi.
Non si può essere serena per prendere una decisione importante per l’azienda quando a casa c’è il suo bambino con la tata, con 39° di febbre, oppure, togliere dal pensiero l’argomento che dovrà affrontare con i figli adolescenti, cercare di capirli quando sono aggressivi o quando a scuola il rendimento è basso.
E poi, entrando a casa dopo questa stressante giornata, aver il tempo per essere sexy e attraente per conquistare il partner anche se non va mai dal parrucchiere, se non ha mai tempo per fare lo shopping o fare un’oretta in palestra, meno ancora ricordare di prendere i suoi 35 integratori e mantenere l’autostima ad un livello appagante.
Là dove la nostra autentica natura è stata sommersa di altrettanto autentiche bugie somministrate per osmosi da una società dissonante, sussiste una conoscenza sublimata, talvolta sovversiva. La sublimazione, per fortuna esiste in ogni donna, anche sotto forma di finzione, o di bugia, si vogliamo astenerci dell’eufemismo.
Sostenere che noi donne possiamo cavarcela bene nei ruoli di madre, moglie, amante, compagna e peraltro fare carriera non sarebbe soltanto un bluff ma un’impresa pressoché impossibile.
La donna, ancora in tenera età, ha imparato dalle istituzioni sociali, nonché spalleggiata dai settimanali femminili, la formula magica per essere sempre sexy, giovane, magra, manager e madre, una donna in carriera sempre in ascesa, insomma.
E’ inammissibile, ma ci inganniamo lo stesso, fingendo di conciliare benissimo tutti i ruoli che ci proponiamo per avere il profilo di una donna vincente.
Pensare che abbiamo la capacità di assecondare tutti questi ruoli senza sfiorare la mediocrità, o siamo delle povere pazze estremiste, residuato bellico di tempi radicali, oppure tutta la nostra generazione femminile ha subito un calo drammatico e sfrenato dell’ormone della realtà.
Non dobbiamo essere schiavi del conformismo, della banalità che ci fa massa, ma non possiamo, pretendere d’essere cosi versatile e eclettica da convogliare tante funzioni senza scendere nell’inabilità.
Una manager non dovrebbe aver il senso di colpa per non riuscire ad essere una super madre o una bomba sexy, e vice versa, anzi, dovrebbe ricavarne una profonda soddisfazione nel riuscirci, conciliando tutte le cose dentro di un parametro accettabile, pure essendo mediocre.
Non si può dedicarsi al figlio neonato, allattarlo, alzarsi di notte per preparare il biberon; svegliarsi alle cinque per scegliere che cosa vestire - che poi, alla fine, lottando contro l’orologio, mettiamo sempre capi neri o écru perché abbinano con ogni accessorio – portare il piccino all’asilo o alla scuola. Recarsi al lavoro, preparare riunioni, prendere decisioni, discutere d’affari, e per di più mantenere il sex appeal. A mezzogiorno, dopo un pranzo a razzo, prendere il bambino alla scuola o portare il più piccolo dal dottore, ritornare in ufficio con la testa fresca per affrontare nuovi problemi.
Non si può essere serena per prendere una decisione importante per l’azienda quando a casa c’è il suo bambino con la tata, con 39° di febbre, oppure, togliere dal pensiero l’argomento che dovrà affrontare con i figli adolescenti, cercare di capirli quando sono aggressivi o quando a scuola il rendimento è basso.
E poi, entrando a casa dopo questa stressante giornata, aver il tempo per essere sexy e attraente per conquistare il partner anche se non va mai dal parrucchiere, se non ha mai tempo per fare lo shopping o fare un’oretta in palestra, meno ancora ricordare di prendere i suoi 35 integratori e mantenere l’autostima ad un livello appagante.