Nell’età
romana alle donne era vietato tanto votare quanto fare politica, non
erano pertanto titolari di alcun diritto di voto. L’emancipazione
femminile ha visto le donne accrescere, durante i secoli, il
riconoscimento dei propri diritti, anche politici, accompagnato
dall’evoluzione del loro ruolo all’interno della società, sino
al suffragio universale.
Due
donne forti e con una carriera politica consolidata alle spalle.
Due
donne vincono
la partita delle nomine per i posti chiave comunitari in occasione
della riunione straordinaria del Consiglio europeo tra i capi di
Stato e di governo dei 28. Ursula von der Leyen,
la prima donna al comando della Commissione Europea e Christine
Lagarde Presidente dalla Banca Centrale Europea.
Le proposte di
nomine ai vertici delle istituzioni europee di due donne, Ursula
von der Leyen e Christine Lagarde, hanno dato il proprio marchio
al difficile Consiglio Europeo del 2 luglio scorso. Dopo le
difficoltà nell’individuare nomi adatti ai vertici dell’Ue, in
un meccanismo complesso tra Spitzenkandidat, i candidati guida
individuati prima del processo elettorale e le incertezze dovute ai
giochi di forza tra partiti europei nella nuova composizione del
Parlamento, la scelta di garantire pari opportunità nei top jobs
europei è probabilmente parsa la possibilità migliore per mettere
tutti d’accordo.
Von der Leyen,
60 anni, più volte ministro, percorso nella Cdu è stata il primo
Ministro della difesa donna in Germania e ha una solida storia
personale e politica di europeista. Sedere nello scranno più alto
del governo europeu un po’ significa tornare alle origini perché è
nata nei sobborghi di Bruxelles e all’epoca suo padre Ernst
Albrecht era un alto funzionario della comunità europea. E’
ritornata da ragazzina in Germania con la sua familia di fede
luterana evangelica e di sangue blu per via della discendenza di
Johann Ludwig Knoop, industriale del cotone che lo zar
Alessandro II di Russia vuole barone.
Ha trovato l’amore
– Heiko Von der Leyen - a Gotingen, mentre cantava nel coro
di una chiesa luterana, al quale Ursula era accomunata da studi
scientifici e quarti nobiliari, appartenendo il rampollo a un’antica
famiglia aristocratica che costrui la sua fortuna sull’industria
della seta. Si sono sposati nel 1986 e hano avuto sette figli.
Più globale il
profilo di Lagarde, dopo un’esperienza politica come prima
donna ministro dell’economia in Francia: l’esperienza alla guida
del Fmi ha segnato decisamente la carriera politica
internazionale di Lagarde.
La rivista Forbes
nel 2018 ha consacrata la 63enne, presidente del Fondo Monetario
Internazionale, terza donna più potente al mondo
(dopo Angela Merkel e Theresa May).
L’anno scorso il
Financial Times le chiese se mirasse alla BCE; lei, per
scaramanzia o per modestia, rispose enfaticamente di no.
Nominata dai capi di
Stato e di Governo UE, nel quadro dei nuovi vertici dell’Unione,
Lagarde prenderà funzioni dal primo novembre 2019: Si
potrebbe dire che prenda la posizione più importante nelle
istituzioni europee, perché è sotto la lente d’ingrandimento di
tutta la finanza mondiale.
Lagarde Christine
si sveglia tra le 5.15 e le 5.30, andamenti di Borsa e yoga ogni
mattina. Christine non fuma, non beve, non mangia carne e si
definisce cattolica praticante. A sessantatre anni e al secondo
mandato Fmi, è al terzo grande amore. Ha tenuto il cognome
del primo marito, Wilfried Lagarde, con il quale ha avuto due figli,
Pierre-Henri (imprenditore) e Thomas (architetto). «Sanno stirare e
preparare una cena» ha raccontato. «Alla fine gli uomini sono solo
i figli delle loro madri».
Poi c’è stato il
businessman britannico Eachran Gilmour. Oggi fa immersioni e
va all’Opera con il compagno Xavier Giocanti, manager di
origini corse che vive a Marsiglia e va a trovarla una volta al mese.
Lagarde non è
bella in senso classico ma sprigiona un grande fascino ed è
giudicata tra le donne più eleganti del mondo. Entra in una cabina
armadio dove sono perfettamente catalogate borse Birkin, scarpe con
tacchi di varia altezza, foulard Hermes, stole di ogni colore,
cappotti, giacche Chanel e blazer blu, cappe e coppottini.
Perchè le
piace le Birkin
La borsa Birkin di
Hermès ha battuto un nuovo record diventando la So-Black più
costosa del mondo. E sì, vale più dell'oro e dello zafferano, si
tengono chiuse nelle borse di cotone per la vita, e vengono prese coi
guanti bianchi affinché non si rovinino.
Servono dalle 30
alle 40 mani per fabbricarne una, e quando vengono realizzate, godono
di una lista d’attesa assolutamente upper class, prima di
finire da Christie's ed essere vendute. Assemblate con le
pelli più pregiate del mondo.
La Birkin di Hermès
oggi è un oggetto di lusso assoluto, e il modello So-Black è
la punta di diamante - nero - di questa collezione. Battuta a Hong
Kong a un'asta di Christie's, per oltre 200.000 euro. Una So-Black,
ovviamente.
Beh, anche il
direttore dell’FMI interpreta alla perfezione il suo ruolo: è a
capo di un’organizzazione internazionale che gestisce quote e fondi
immensi. L’understatement parrebbe fuori luogo. Certo che
poi ci mette del suo: l’allure francese, il physique du rôle,
la scelta dei capelli bianchi, così chic sul suo viso abbronzato.
Di sicuro le piace
vestirsi e affidare agli accessori il coup de théâtre che
rende indimenticabili i suoi outfit. è informata sulla
direzione che sta prendendo la moda e conosce i nomi delle ‘it bag’
che sfoggia ai vari summit.
Difficile comunque
definire un personaggio così: le sue scelte in fatto di
abbigliamento ci dicono che è una donna elegante, raffinata e che
ama le sfide.
Agli amici manda
regali. Una candela profumata per Angela Merkel, miele di Normandia
per addolcire il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble.
Agli altri non le
manda a dire. Nella campagna presidenziale americana ha condannato «i
politici che promettono di essere duri con i partner commerciali
attraverso tariffe punitive o altre restrizioni», riferimento al
neoprotezionismo invocato dal candidato repubblicano Donald Trump.
Raccontano che negli
estenuanti vertici internazionali, al tavolo delle trattative, il suo
“angolo” sia sempre il più allegro. Christine offre lo
scialle-coperta a chi dà segni di stanchezza, scatta foto con
l’iPhone, distribuisce cioccolatini. Ebbene sì. Il cioccolato,
unica dipendenza oltre alla moda. Sembrerebbe un tipo da fondente,
invece è al latte.
Anche così è
riuscita a raccogliere 340 miliardi di euro dai Paesi del Fondo, che
chiama «i nostri clienti».
In un’intervista
non autorizzata pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian,
si compiaceva di aver fatto valere il fascino femminile: gli uomini
hanno più difficoltà a dire no quando è una donna a
chiedere soldi…
Quello che però fa
riflettere è la qualità, davvero, elevata, delle due candidate
leader, rispetto ai profili, più mediani, dei due candidati uomini
scelti insieme alle due leader, Charles Michel Presidente del
Consiglio europeo, Josep Borrel, al vertice della politica
estera e di sicurezza dell’Unione.
Tuttavia,
l’uguaglianza in un mondo pensato e organizzato dagli uomini non è
sufficiente per le donne, nonostante qualcuna possa arrivare in
posizioni di potere, per la maggior parte rimane un mondo di violenza
e privazione.
Torna in mente, al
proposito, il detto sulla vera parità di genere: essa si raggiungerà
non quando una donna con qualità eccellenti ottenga un lavoro che
merita, ma quando una donna con qualità normali ottenga un lavoro
che non merita.