Tramite
i
nostri cinque sensi entriamo, ogni
giorno,
in contatto con diverse sensazioni. E
tramite
questi sensi
ci
relazioniamo con il mondo che ci circonda, viviamo e percepiamo la
nostra realtà. Per ognuno di questi aspetti generiamo un giudizio e
poi lo classifichiamo.
Ognuno di noi fa riferimento a un “senso d’individualità”, al percepire se stesso come qualcuno o qualcosa di “circoscritto”, separato dagli altri e da tutto ciò che lo circonda. Vediamo il mondo stesso - le montagne, il cielo, gli animali, le persone e le diverse situazioni - come se fosse esistente in modo indipendente da noi, ma non è così.
Il mito della rete di Indra
E’
un
mito che appartiene alla filosofia buddhista ed
esprime
una realtà fondamentale: l‘interdipendenza di tutte le persone e
di tutte le cose.
Il
mito parla di una rete che era sospesa sopra la reggia del dio Indra,
simbolo delle forze naturali che nutrono e proteggono la vita. Tale
rete si estende all’infinito in ogni direzione fino a includere
ogni aspetto dell’esistenza, non solo umana ma di tutte le cose.
In
ogni intersezione, in ogni nodo di questa rete c’è una gemma
lucente e riflettente. Ogni gemma riflette tutte le altre in modo da
amplificare il bagliore di ciascuna di esse. Sebbene il loro numero
sia infinito, nessuna di tali gemme esiste senza le altre o ne è
indipendente. Ciascuna di esse è interdipendente
da tutte le altre. Quando ne appare una, appaiono tutte le altre, se
non ne appare una, non ne appare nessuna.
Significa
che, per quanto ci sforziamo di pensare a noi stessi come entità
autonome o autosufficienti, siamo in realtà, comunque, legati gli
uni agli altri da relazioni indissolubili. Nessun
uomo è un’isola!
Ogni
cosa che viviamo e percepiamo è un riflesso di noi stessi, eppure
siamo incapaci di percepire qualunque cosa sia indipendente da noi,
ovvero non possiamo percepire l’oggetto indipendentemente
dall’osservatore.
Ogni situazione che viviamo, ogni oggetto che percepiamo passa tramite il filtro di noi stessi e delle nostre esperienze, attraverso il nostro carattere, le nostre idee e le nostre conoscenze. E proprio per questo che nessun oggetto - inteso come sensazione o esperienza della mente - può essere percepito allo stesso modo da due persone diverse. Non esistono due persone uguali e tutto ciò che si percepisce è un riflesso di ognuno. Non esiste una realtà unica che possa essere percepita da tutti tramite i nostri sensi, ma tante piccole realtà che insieme creano una grande realtà relativa collettiva.
Spesso viviamo il mondo come se tutto non dipendesse da noi, viviamo la nostra realtà personale come se fosse la realtà unica e ovviamente in questo modo la realtà dell’altro diventa diversa o fuori del contesto.
Qualunque cosa percepiamo, un dipinto per esempio, può essere bello o brutto, grande o piccolo, eppure, nessuno può affermare concretamente qual è la realtà, bella o brutta, chi è nel giusto o chi non lo è… e di questo potremmo discuterne razionalmente per delle ore, ma alla fine il dipinto non è né bello né brutto di per sé: è un riflesso di colui che lo percepisce. Quindi, un riflesso della nostra mente.
Questa è la causa che fa generare le discussioni, le guerre, i litigi e il razzismo nel Mondo. L’illusione del sé separato rappresenta la causa fondamentale della sofferenza psicologica dell’essere umano, la base su cui è costruito lo stato d’ignoranza in cui si trova intrappolato e che gli impedisce di riconoscere la Realtà della sua natura.
Come risultato di questa visione distorta, che le cose hanno un’esistenza inerente e quindi indipendente dal suo percettore, saremo portati a proiettare che la causa della nostra felicità o sofferenza esista fuori di noi e quindi ci sforzeremo inutilmente di cambiare il mondo che ci circonda, mentre quello che dovremmo fare è cambiare il modo in cui noi ci relazioniamo con il mondo che ci circonda. Dovremmo almeno fermarci, riflettere almeno una volta, e, osservare quali sono le vere motivazioni che ci spingono ad agire nella vita quotidiana.
Scienza e musica elettronica insieme… con Carl E. Sagan, Richard Feynman, Neil deGrasse Tyson e Bill Ney
“We
Are All Connected”
(Siamo tutti interconessi)
Un
tributo alle grandi menti della scienza, l’intenzione è quella di
sostendere la conoscenza scientifica e la filosofia attraverso la
musica.
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Fonte:
Benessere
Mentale
dariomassi.com