martedì 29 gennaio 2019

Siamo l’obiettivo diretto di un universo appositamente calibrato per favorire la vita




La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; è la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza”(Albert Einstein).

Un astrofisico di Harvard ricorda che c’è una ragione per guardare in alto. E consolarsi.

Gli astrofisici hanno un messaggio consolante per l’umanità: “Siete più importanti di quanto pensiate”

Tutte le osservazioni condotte finora… propongono un’idea comune: l’umanità non è affatto mediocre”. Sembra che potremmo addirittura avere uno scopo cosmico. Siamo dunque grati per gli straordinari doni della vita e della consapevolezza che abbiamo di noi, e riconosciamo l’avvincente dimostrazione che l’umanità e il pianeta in cui abita, la Terra, sono un qualcosa di raro e cosmicamente prezioso. E dovremmo agire di conseguenza”, ha scritto recentemente Howard A. Smith in un editoriale sul Washington Post. “

Smith è docente al Dipartimento di Astronomia della Harvard University e astrofisico al Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Il pendolo cosmologico, scrive, è oscillato dalla visione della Terra come centro dell’universo e degli umani come esseri “speciali” fino al ritenerci “cosmicamente insignificanti”, in seguito alla rivoluzione copernicana, per poi tornare a convenire sul ruolo unico che abbiamo nell’universo.

"Oggi, la distruzione del pianeta a cui stiamo assistendo evidenzia in tutta la sua drammaticità, gli aspetti della morte. La cancellazione del cielo in molte metropoli del mondo, dovuta all'inquinamento ambientale -e non solo - è il simbolo concreto della morte. Una società che cancella il cielo è votata all'estinzione."

"La conoscenza ci fa capire che noi siamo parte del mondo, e che il rispetto di tutti gli esseri viventi e del mondo coincide con il rispetto di noi stessi e della vita. Il danno fatto agli altri e all'ambiente coincide con il danno che noi ci procuriamo. Noi apparteniamo al mondo. Dobbiamo riacquistare questo senso di appartenenza per ampliare la nostra coscienza e ridare senso alla nostra esistenza, sconfiggendo così la morte." (L’Universo è un sogno)

In un numero infinito di universi, viviamo proprio in quello che ha i valori adeguati.
L’esempio più estremo è la creazione del Big Bang: persino un cambiamento infinitesimale al valore esplosivo della sua espansione pregiudicherebbe l’esistenza della vita. Le ricorrenti risposte degli scienziati offrono una soluzione speculativa: in un numero infinito di universi noi stiamo vivendo proprio in quello che ha i valori adeguati. Ma filosofi moderni come Thomas Nagel e fisici quantistici all’avanguardia come John Wheeler sostengono invece che gli esseri intelligenti debbano in qualche modo avere uno scopo per e in questo cosmo così curiosamente ordinati.

Secondo Smith le opinioni di alcuni scienziati famosi – come Stephen Hawking, che una volta ha detto “il genere umano non è che una schiuma chimica su un pianeta di modeste dimensioni” – sono inutilmente pessimiste. Le stelle ci raccontano una storia diversa, ed è incoraggiante.

Il cosiddetto fine-tuning, è la constatazione -grazie alla scienza moderna- che le costanti fondamentali della natura appaiono appositamente e finemente calibrate in modo che nell’Universo venisse alla luce la vita umana autocosciente, cioè noi.

E’ una sensazione che porta molti fisici, astronomi e matematici ad interrogarsi nuovamente sulla “specialità” della Terra, rispetto al resto dell’Universo conosciuto, su un’origine voluta da una Intelligenza rispetto al caos, alle fortuite coincidenze, alla “schiuma chimica” di Hawking.

Siamo davvero cosmicamente speciali
«Cerchiamo di riflettere su una benedizione, un dono dell’astronomia moderna: come vediamo noi stessi. Uno sguardo obiettivo alle scoperte più drammatiche dell’astronomia suggerisce che sembriamo essere davvero cosmicamente speciali, forse addirittura unici, almeno per quanto siamo in grado di conoscere. L’universo, lungi dall’essere una raccolta di incidenti casuali, sembra essere stupendamente perfetto e messo a punto per favorire la vita. I punti di forza delle quattro forze che operano nell’universo -gravità, elettromagnetismo e le interazioni nucleari forti e deboli-, per esempio, hanno valori significativamente adatti per la vita, tanto che se avessero avuto una piccola percentuale diversa, noi non saremmo qui. L’esempio più estremo è il Big bang: anche un cambiamento infinitesimale del valore di tale esplosione avrebbe precluso la vita».
Alan Smith

Siamo l’obiettivo diretto di un universo appositamente calibrato”.
Nessuno mette in dubbio tale constatazione, tuttavia alcuni studiosi tentano nuovamente di sminuire la nostra importanza dicendo che siamo semplicemente parte di un Multiverso, all’interno del quale vi sono senz’altro migliaia di altri pianeti e di esseri intelligenti. Lo ha accennato lo stesso astrofisico statunitense:

L'autoCoscienza dell'UniVerso e' la proprietà intrinseca che Egli possiede di generare al suo interno una qualche forma di vita intelligente, in grado di effettuare osservazioni. In sostanza, questa proprieta' esprime quelle che e' stata definita come la "formulazione forte" del Princìpio Antropico. Questo principio e' sempre piu' considerato come l'unica spiegazione possibile in relazione agli "strani numeri dell'UniVerso" o coincidenze cosmologiche.

In sintesi, le costanti di natura hanno certi valori raffinatissimi, non casuali, proprio perche' solo tali valori avrebbero consentito la formazione della vita intelligente. By Ferdinando Catalano.


Fonte: https://www.uccronline.it/
http://www.mednat.org/


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