“La
cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; è la fonte
di ogni vera arte e di ogni vera scienza”(Albert Einstein).
Un
astrofisico di Harvard ricorda che c’è una ragione per guardare in
alto. E consolarsi.
Gli astrofisici hanno un messaggio consolante per l’umanità: “Siete più importanti di quanto pensiate”
“Tutte
le osservazioni condotte finora… propongono un’idea comune:
l’umanità non è affatto mediocre”. Sembra che potremmo
addirittura avere uno scopo cosmico. Siamo dunque grati per gli
straordinari doni della vita e della consapevolezza che abbiamo di
noi, e riconosciamo l’avvincente dimostrazione che l’umanità e
il pianeta in cui abita, la Terra, sono un qualcosa di raro e
cosmicamente prezioso. E dovremmo agire di conseguenza”, ha scritto
recentemente Howard A. Smith in un editoriale sul Washington
Post. “
Smith
è docente al Dipartimento di Astronomia della Harvard University
e astrofisico al Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.
Il pendolo cosmologico, scrive, è oscillato dalla visione
della Terra come centro dell’universo e degli umani come esseri
“speciali” fino al ritenerci “cosmicamente insignificanti”,
in seguito alla rivoluzione copernicana, per poi tornare a convenire
sul ruolo unico che abbiamo nell’universo.
"Oggi,
la distruzione del pianeta a cui stiamo assistendo evidenzia in tutta
la sua drammaticità, gli aspetti della morte. La cancellazione del
cielo in molte metropoli del mondo, dovuta all'inquinamento
ambientale -e non solo - è il simbolo concreto della morte. Una
società che cancella il cielo è votata all'estinzione."
"La
conoscenza ci fa capire che noi siamo parte del mondo, e che il
rispetto di tutti gli esseri viventi e del mondo coincide con il
rispetto di noi stessi e della vita. Il danno fatto agli altri e
all'ambiente coincide con il danno che noi ci procuriamo. Noi
apparteniamo al mondo. Dobbiamo riacquistare questo senso di
appartenenza per ampliare la nostra coscienza e ridare senso alla
nostra esistenza, sconfiggendo così la morte." (L’Universo è
un sogno)
In
un numero infinito di universi, viviamo
proprio in quello che ha i valori adeguati.
L’esempio
più estremo è la creazione del Big Bang: persino un
cambiamento infinitesimale al valore esplosivo della sua espansione
pregiudicherebbe l’esistenza della vita. Le ricorrenti risposte
degli scienziati offrono una soluzione speculativa: in un numero
infinito di universi noi stiamo vivendo proprio in quello che ha i
valori adeguati. Ma filosofi moderni come Thomas Nagel e
fisici quantistici all’avanguardia come John Wheeler
sostengono invece che gli esseri intelligenti debbano in qualche
modo avere uno scopo per e in questo cosmo così curiosamente
ordinati.
Secondo
Smith le opinioni di alcuni scienziati famosi – come Stephen
Hawking, che una volta ha detto “il genere umano non è che
una schiuma chimica su un pianeta di modeste dimensioni” –
sono inutilmente pessimiste. Le stelle ci raccontano una storia
diversa, ed è incoraggiante.
Il
cosiddetto fine-tuning, è la constatazione -grazie alla
scienza moderna- che le costanti fondamentali della natura appaiono
appositamente e finemente calibrate in modo che nell’Universo
venisse alla luce la vita umana autocosciente, cioè noi.
E’
una sensazione che porta molti fisici, astronomi e matematici ad
interrogarsi nuovamente sulla “specialità” della Terra, rispetto
al resto dell’Universo conosciuto, su un’origine voluta da una
Intelligenza rispetto al caos, alle fortuite coincidenze, alla
“schiuma chimica” di Hawking.
Siamo
davvero cosmicamente speciali
«Cerchiamo
di riflettere su una benedizione, un dono dell’astronomia moderna:
come vediamo noi stessi. Uno sguardo obiettivo alle scoperte più
drammatiche dell’astronomia suggerisce che sembriamo essere davvero
cosmicamente speciali, forse addirittura unici, almeno per quanto
siamo in grado di conoscere. L’universo, lungi dall’essere una
raccolta di incidenti casuali, sembra essere stupendamente perfetto e
messo a punto per favorire la vita. I punti di forza delle quattro
forze che operano nell’universo -gravità, elettromagnetismo e le
interazioni nucleari forti e deboli-, per esempio, hanno valori
significativamente adatti per la vita, tanto che se avessero avuto
una piccola percentuale diversa, noi non saremmo qui. L’esempio più
estremo è il Big bang: anche un cambiamento infinitesimale del
valore di tale esplosione avrebbe precluso la vita».
Alan
Smith
“Siamo
l’obiettivo diretto di un universo appositamente calibrato”.
Nessuno
mette in dubbio tale constatazione, tuttavia alcuni studiosi tentano
nuovamente di sminuire la nostra importanza dicendo che siamo
semplicemente parte di un Multiverso, all’interno del quale vi sono
senz’altro migliaia di altri pianeti e di esseri intelligenti. Lo
ha accennato lo stesso astrofisico statunitense:
L'autoCoscienza
dell'UniVerso e' la proprietà intrinseca che Egli possiede di
generare al suo interno una qualche forma di vita intelligente, in
grado di effettuare osservazioni. In sostanza, questa proprieta'
esprime quelle che e' stata definita come la "formulazione
forte" del Princìpio Antropico. Questo principio e' sempre piu'
considerato come l'unica spiegazione possibile in relazione agli
"strani numeri dell'UniVerso" o coincidenze cosmologiche.
In
sintesi, le costanti di natura hanno certi valori raffinatissimi, non
casuali, proprio perche' solo tali valori avrebbero consentito la
formazione della vita intelligente. By Ferdinando Catalano.
Siamo corpi pensante in un universo pensante! - Capitolo XIII
Fonte:
https://www.uccronline.it/
http://www.mednat.org/