Secondo la fisica
quantistica tutti noi siamo parte di una realtà che creiamo man mano
che la osserviamo. Per questo è possibile anche modificarla.
A partire dal lavoro
del neurochirurgo Karl Pribran, si è fatta l’ipotesi che il
nostro cervello processi la realtà come se fosse un ologramma: come
la luce laser attiva una memoria statica che prende forma, così noi,
che siamo un insieme di cellule che emette energia, osservando e
pensando attiviamo l’ologramma del reale, ovvero le memorie
presenti non solo nel nostro campo morfogenetico personale, bensì
anche quelle registrate nel più ampio campo elettromagnetico di cui
siamo parte. In ogni istante, in quanto osservatore, proiettiamo
all’esterno le nostre intenzioni emotive e di pensiero.
Dal fatto che quello
che vedo lo sto costruendo nel mio cervello consegue che non c’è
realtà su cui non si possa intervenire: attraverso il mio pensiero,
che è il laser che fa emergere l’ologramma, io posso cambiare la
realtà. Un’esperienza comune è quella di pensare intensamente a
qualcosa che poi accade: visualizzare un parcheggio e focalizzarci su
dei posti liberi che poi troveremo o immaginare nel dettaglio una
serata con un certo tipo di ambiente e persone e trovare poi una
situazione molto simile nella realtà. Chi la prova, sperimenta il
potere dell’immaginazione capace di creare un pezzo di realtà che
poi si ripresenta fuori.
Perché allora
la realtà non corrisponde sempre a come vorremmo che fosse?
Perché il cervello,
attraverso i suoi diversi campi elettrici detti “stati mentali”,
elabora i dati e crea ciò che percepiamo come realtà. Noi creiamo
la realtà in riflesso al sentimento profondo che abbiamo di noi
stessi. Ciò significa che il mondo che osserviamo esterno a noi è
il riflesso di ciò che, inconsapevolmente, processiamo a livello del
subconscio e dell’inconscio collettivo.
Non corrisponde a
ciò che desideriamo a livello del conscio poiché influisce in
minima parte. Per questo, crearci una realtà come il trovare un
parcheggio e passare una serata gratificante è più facile che
cambiare realtà più complesse come il lavoro e il rapporto con il
partner. Le prime situazioni sono gestite a livello completamente
conscio ma se io, pur desiderando guadagnare tanti soldi, ho radicata
in me la convinzione che i ricchi sono persone corrotte, o se
desidero una promozione ma ho instillato in me l’idea di non
potercela fare mai, nulla potrà accadere perché lo “stato
mentali” del mio cervello sta elaborando i dati che si stanno
muovendo in direzione contraria. In quello che credo nel profondo
dell’inconscio. Sciogliere il velo di separazione tra questi
diversi aspetti dell’elaborazione di noi stessi e del mondo,
rappresenta l’unica via per creare volontariamente e
consapevolmente il mondo, la vita e il noi che vorremmo essere.
Siamo
noi a determinare ciò che si verificherà e sperimenteremo nella
nostra vita
Secondo la fisica
quantistica, potenzialmente coesistono infinite possibilità. Tutto
può accadere. La probabilità che qualcosa avvenga (in termini
tecnici quando avviene il collasso della funzione d’onda) è
strettamente legata all’atto di osservazione che diventa coerente
con ciò che prevediamo di vedere. Quando osserviamo e “scegliamo”
uno specifico risultato, tutte le altre possibilità diventano
incoerenti rispetto a ciò che vediamo e si auto-escludono. Siamo
noi a determinare ciò che si verificherà e sperimenteremo nella
nostra vita sulla base del nostro punto di osservazione. Quando
iniziamo a guardare il mondo da molti più punti di visti che vanno
oltre le credenze limitanti, iniziano a manifestarsi nuovi eventi,
situazioni e sincronismi.
Abbiamo
reso manifesto il nostro universo, lo abbiamo fatto sempre, solo che
non ne eravamo consapevoli.
Ma allora come è
possibile farlo se non ne siamo consapevoli? Osservando, prestando
attenzione. Ciò su cui una persona si focalizza è ciò che apparirà
nella sua vita, nel suo mondo. Il fatto è che siamo noi coloro che
lo stanno creando: noi stiamo osservando le entità subatomiche che
rendono solide le onde di energia per diventare la materia del nostro
mondo. Questo significa che le cose che desideriamo possono
manifestarsi, ogni volta che cambiamo il nostro punto di
osservazione. Per manifestare grandi cambiamenti è sufficiente
iniziare ad osservare il mondo focalizzandoci su quello che
desideriamo. Se poi all’osservazione segue l’azione consapevole,
gli effetti diventano sempre più evidenti e visibili a tutti.
“Non
potremmo neanche immaginare un universo che non contenesse degli
osservatori, perché i mattoni stessi dell’universo sono questi
atti di osservazione partecipata”.John Wheeler
Esperimento sostiene
che la realtà è la risultanza fra osservatore ed osservato. Ciò
significa che l’universo esiste perché vi è un osservatore,
significa che il sistema di credenze dell’osservatore determina
l’esistenza della realtà nella forma in cui egli crede che sia.
Percepiamo un
mondo che prende forma in pochi centimetri cubici del nostro
cervello, un piccolo luogo dove facciamo esperienza della vita, un
luogo dove la percezione modella un mondo personale. Ogni singolo
impulso elettrico dei tuoi sensi (e sono milioni al secondo)
costruisce la tua sensazione di essere umano, la tua esperienza di
vita. Ma l’esperienza avviene dentro te, non fuori. Fuori non c’è
nulla.
...non esiste
niente, solo del fumo, niente di vero… Vasco
Rossi – Dannate Nuvole
L’onda
probabilistica è basata sul nostro modello di coscienza
Fondamentalmente il
nostro universo è un artefatto. In sostanza la coscienza è il
fattore x che viene trascurato in tutti quanti gli
esperimenti, ma che spiega la maggior parte degli effetti osservabili
in fisica quantistica. L’onda probabilistica è basata sul nostro
modello di coscienza. Ciò significa che se espandiamo il modello
della nostra realtà personale, i risultati cambiano e in modo
esponenziale.
Se vogliamo a tutti
i costi che qualcosa accada, ci situiamo nella realtà in rapporto
all’informazione od oggetto in questione. Ma quando espandiamo
la nostra consapevolezza dall’interno del nostro cuore, sfrecciando
là fuori, siamo momentaneamente svincolati dai limiti della
coscienza e trascendiamo la barriera della dimensione spazio
temporale.
Cambiare il modo in
cui percepiamo la realtà trasforma l’oggetto della nostra
osservazione, che a sua volta provoca l’immediata trasformazione
del risultato finale!
L’universo
esiste come un infinito di possibilità sovrapposte
Nel 1927, Niels
Bohr e Werner Heisenberg definirono una loro
interpretazione nota come l’Interpretazione di Copenaghen che
afferma che l’universo esiste in quanto numero infinito di
possibilità sovrapposte. Secondo la loro teoria, esse non si
collocano in ciò che definiamo né uno spazio né uno stato di
esistenza, ma sono presenti tutte contemporaneamente in uno stato
potenziale. L’atto di una persona che osserva quei possibili
potenziali, determina l’attivazione di quello sul quale è
focalizzato, cioè, quello che pensa o si aspetta di vedere.
Nel 1957, Hugh
Everett III della Princeton University, propose
un’ulteriore teoria che gode di maggior popolarità e sostegno,
quella degli universi paralleli, specificando inoltre che
tutte le infinite possibilità si realizzano e accadono
simultaneamente e, poiché ognuna accade nel proprio spazio-tempo,
non può essere “vista” contemporaneamente dalle altre.
Roger Penrose,
noto fisico e matematico britannico, aggiunge un ulteriore
ingrediente alle teorie sulla realtà - la gravità. Questa teoria
offre una possibile risposta al perché, essendo tutte
contemporaneamente in divenire, noi ne percepiamo una soltanto:
poiché ogni realtà potenziale richiede molta energia per potersi
manifestare nel mondo della materia, tutte collassano a favore di
una, che prendendosi tutta l’energia a disposizione diventa l’unica
realtà.
Fra tutte le teorie
alternative sulla realtà, la fisica quantistica è quella che
fornisce maggiori possibilità di comprensione dell’esistenza.
La
vibrazione è l’informazione che modella ogni cosa
Bisogna considerare,
però, che un secolo è un tempo troppo piccolo rispetto alla storia
complessiva dell’uomo per determinare un cambio radicale del
modello di pensiero collettivo. È probabile che occorrano diverse
generazioni affinché queste nuove consapevolezze divengano parte
integrata del sapere collettivo e, di riflesso, del patrimonio
genetico dell’umanità. È parte del processo di evoluzione
complessivo.
La mente produce
l’informazione, il corpo la tramuta in sensazione e la vibrazione
che ne scaturisce manifesterà un riscontro preciso, osservabile e
misurabile, nel mondo circostante.
Facciamo parte
tutti di uno stesso organismo, e tutti noi siamo i suoi diversi punti
di osservazione/proiezione. Ma questo macro organismo ci lascia
liberi di agire, di vibrare alle frequenze che deliberatamente
scegliamo se preferisci, e di manifestare realtà. Noi scegliamo la
pellicola e lui ci fornisce il necessario per manifestarla,
osservarla, e per farne esperienza.
Questa
consapevolezza ti offre la tua prima vera libertà: quella di
scegliere consapevolmente, in maniera autonoma e in stato di veglia
celebrale la realtà che vorrai costruire da adesso in avanti.
Ogni cosa che vedi,
che non vedi, che senti, che non senti, che percepisci… TUTTO, è
energia vibrante. Siamo esseri vibrazionali inseriti in un universo
vibrazionale. La vibrazione è l’informazione che modella ogni
cosa. La legge della Vibrazione afferma quindi che tutto vibra e che
noi esseri umani siamo in grado di plasmare la realtà attraverso le
vibrazioni che offriamo.
L’intera
umanità, ogni singolo individuo che ne fa parte, è fautore e
responsabile del tempo presente che sta vivendo, della realtà che
sta creando.
Il segreto della
salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del
passato, nè del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere
il momento presente con saggezza e serietà. La vita può avere luogo
solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L’amore
nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia. Solo qui
e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo
momento ti prendi cura di tutto il tempo. (Buddha)
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