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sabato 11 luglio 2020

Non c’è realtà su cui non si possa intervenire




Secondo la fisica quantistica tutti noi siamo parte di una realtà che creiamo man mano che la osserviamo. Per questo è possibile anche modificarla.

A partire dal lavoro del neurochirurgo Karl Pribran, si è fatta l’ipotesi che il nostro cervello processi la realtà come se fosse un ologramma: come la luce laser attiva una memoria statica che prende forma, così noi, che siamo un insieme di cellule che emette energia, osservando e pensando attiviamo l’ologramma del reale, ovvero le memorie presenti non solo nel nostro campo morfogenetico personale, bensì anche quelle registrate nel più ampio campo elettromagnetico di cui siamo parte. In ogni istante, in quanto osservatore, proiettiamo all’esterno le nostre intenzioni emotive e di pensiero.

Dal fatto che quello che vedo lo sto costruendo nel mio cervello consegue che non c’è realtà su cui non si possa intervenire: attraverso il mio pensiero, che è il laser che fa emergere l’ologramma, io posso cambiare la realtà. Un’esperienza comune è quella di pensare intensamente a qualcosa che poi accade: visualizzare un parcheggio e focalizzarci su dei posti liberi che poi troveremo o immaginare nel dettaglio una serata con un certo tipo di ambiente e persone e trovare poi una situazione molto simile nella realtà. Chi la prova, sperimenta il potere dell’immaginazione capace di creare un pezzo di realtà che poi si ripresenta fuori.

Perché allora la realtà non corrisponde sempre a come vorremmo che fosse?
Perché il cervello, attraverso i suoi diversi campi elettrici detti “stati mentali”, elabora i dati e crea ciò che percepiamo come realtà. Noi creiamo la realtà in riflesso al sentimento profondo che abbiamo di noi stessi. Ciò significa che il mondo che osserviamo esterno a noi è il riflesso di ciò che, inconsapevolmente, processiamo a livello del subconscio e dell’inconscio collettivo.
Non corrisponde a ciò che desideriamo a livello del conscio poiché influisce in minima parte. Per questo, crearci una realtà come il trovare un parcheggio e passare una serata gratificante è più facile che cambiare realtà più complesse come il lavoro e il rapporto con il partner. Le prime situazioni sono gestite a livello completamente conscio ma se io, pur desiderando guadagnare tanti soldi, ho radicata in me la convinzione che i ricchi sono persone corrotte, o se desidero una promozione ma ho instillato in me l’idea di non potercela fare mai, nulla potrà accadere perché lo “stato mentali” del mio cervello sta elaborando i dati che si stanno muovendo in direzione contraria. In quello che credo nel profondo dell’inconscio. Sciogliere il velo di separazione tra questi diversi aspetti dell’elaborazione di noi stessi e del mondo, rappresenta l’unica via per creare volontariamente e consapevolmente il mondo, la vita e il noi che vorremmo essere.

Siamo noi a determinare ciò che si verificherà e sperimenteremo nella nostra vita
Secondo la fisica quantistica, potenzialmente coesistono infinite possibilità. Tutto può accadere. La probabilità che qualcosa avvenga (in termini tecnici quando avviene il collasso della funzione d’onda) è strettamente legata all’atto di osservazione che diventa coerente con ciò che prevediamo di vedere. Quando osserviamo e “scegliamo” uno specifico risultato, tutte le altre possibilità diventano incoerenti rispetto a ciò che vediamo e si auto-escludono. Siamo noi a determinare ciò che si verificherà e sperimenteremo nella nostra vita sulla base del nostro punto di osservazione. Quando iniziamo a guardare il mondo da molti più punti di visti che vanno oltre le credenze limitanti, iniziano a manifestarsi nuovi eventi, situazioni e sincronismi.

Abbiamo reso manifesto il nostro universo, lo abbiamo fatto sempre, solo che non ne eravamo consapevoli.
Ma allora come è possibile farlo se non ne siamo consapevoli? Osservando, prestando attenzione. Ciò su cui una persona si focalizza è ciò che apparirà nella sua vita, nel suo mondo. Il fatto è che siamo noi coloro che lo stanno creando: noi stiamo osservando le entità subatomiche che rendono solide le onde di energia per diventare la materia del nostro mondo. Questo significa che le cose che desideriamo possono manifestarsi, ogni volta che cambiamo il nostro punto di osservazione. Per manifestare grandi cambiamenti è sufficiente iniziare ad osservare il mondo focalizzandoci su quello che desideriamo. Se poi all’osservazione segue l’azione consapevole, gli effetti diventano sempre più evidenti e visibili a tutti.

Non potremmo neanche immaginare un universo che non contenesse degli osservatori, perché i mattoni stessi dell’universo sono questi atti di osservazione partecipata”.John Wheeler
Esperimento sostiene che la realtà è la risultanza fra osservatore ed osservato. Ciò significa che l’universo esiste perché vi è un osservatore, significa che il sistema di credenze dell’osservatore determina l’esistenza della realtà nella forma in cui egli crede che sia.
Percepiamo un mondo che prende forma in pochi centimetri cubici del nostro cervello, un piccolo luogo dove facciamo esperienza della vita, un luogo dove la percezione modella un mondo personale. Ogni singolo impulso elettrico dei tuoi sensi (e sono milioni al secondo) costruisce la tua sensazione di essere umano, la tua esperienza di vita. Ma l’esperienza avviene dentro te, non fuori. Fuori non c’è nulla.
...non esiste niente, solo del fumo, niente di vero… Vasco Rossi – Dannate Nuvole

L’onda probabilistica è basata sul nostro modello di coscienza
Fondamentalmente il nostro universo è un artefatto. In sostanza la coscienza è il fattore x che viene trascurato in tutti quanti gli esperimenti, ma che spiega la maggior parte degli effetti osservabili in fisica quantistica. L’onda probabilistica è basata sul nostro modello di coscienza. Ciò significa che se espandiamo il modello della nostra realtà personale, i risultati cambiano e in modo esponenziale.
Se vogliamo a tutti i costi che qualcosa accada, ci situiamo nella realtà in rapporto all’informazione od oggetto in questione. Ma quando espandiamo la nostra consapevolezza dall’interno del nostro cuore, sfrecciando là fuori, siamo momentaneamente svincolati dai limiti della coscienza e trascendiamo la barriera della dimensione spazio temporale.
Cambiare il modo in cui percepiamo la realtà trasforma l’oggetto della nostra osservazione, che a sua volta provoca l’immediata trasformazione del risultato finale!

L’universo esiste come un infinito di possibilità sovrapposte
Nel 1927, Niels Bohr e Werner Heisenberg definirono una loro interpretazione nota come l’Interpretazione di Copenaghen che afferma che l’universo esiste in quanto numero infinito di possibilità sovrapposte. Secondo la loro teoria, esse non si collocano in ciò che definiamo né uno spazio né uno stato di esistenza, ma sono presenti tutte contemporaneamente in uno stato potenziale. L’atto di una persona che osserva quei possibili potenziali, determina l’attivazione di quello sul quale è focalizzato, cioè, quello che pensa o si aspetta di vedere.

Nel 1957, Hugh Everett III della Princeton University, propose un’ulteriore teoria che gode di maggior popolarità e sostegno, quella degli universi paralleli, specificando inoltre che tutte le infinite possibilità si realizzano e accadono simultaneamente e, poiché ognuna accade nel proprio spazio-tempo, non può essere “vista” contemporaneamente dalle altre.

Roger Penrose, noto fisico e matematico britannico, aggiunge un ulteriore ingrediente alle teorie sulla realtà - la gravità. Questa teoria offre una possibile risposta al perché, essendo tutte contemporaneamente in divenire, noi ne percepiamo una soltanto: poiché ogni realtà potenziale richiede molta energia per potersi manifestare nel mondo della materia, tutte collassano a favore di una, che prendendosi tutta l’energia a disposizione diventa l’unica realtà.
Fra tutte le teorie alternative sulla realtà, la fisica quantistica è quella che fornisce maggiori possibilità di comprensione dell’esistenza.

La vibrazione è l’informazione che modella ogni cosa
Bisogna considerare, però, che un secolo è un tempo troppo piccolo rispetto alla storia complessiva dell’uomo per determinare un cambio radicale del modello di pensiero collettivo. È probabile che occorrano diverse generazioni affinché queste nuove consapevolezze divengano parte integrata del sapere collettivo e, di riflesso, del patrimonio genetico dell’umanità. È parte del processo di evoluzione complessivo.

La mente produce l’informazione, il corpo la tramuta in sensazione e la vibrazione che ne scaturisce manifesterà un riscontro preciso, osservabile e misurabile, nel mondo circostante.
Facciamo parte tutti di uno stesso organismo, e tutti noi siamo i suoi diversi punti di osservazione/proiezione. Ma questo macro organismo ci lascia liberi di agire, di vibrare alle frequenze che deliberatamente scegliamo se preferisci, e di manifestare realtà. Noi scegliamo la pellicola e lui ci fornisce il necessario per manifestarla, osservarla, e per farne esperienza.
Questa consapevolezza ti offre la tua prima vera libertà: quella di scegliere consapevolmente, in maniera autonoma e in stato di veglia celebrale la realtà che vorrai costruire da adesso in avanti.

Ogni cosa che vedi, che non vedi, che senti, che non senti, che percepisci… TUTTO, è energia vibrante. Siamo esseri vibrazionali inseriti in un universo vibrazionale. La vibrazione è l’informazione che modella ogni cosa. La legge della Vibrazione afferma quindi che tutto vibra e che noi esseri umani siamo in grado di plasmare la realtà attraverso le vibrazioni che offriamo.
L’intera umanità, ogni singolo individuo che ne fa parte, è fautore e responsabile del tempo presente che sta vivendo, della realtà che sta creando.

Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, nè del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà. La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L’amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia. Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento ti prendi cura di tutto il tempo. (Buddha)