“Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?". (Morfeo, Matrix)
Generalmente, tutto ciò che non è sotto la nostra percezione diretta semplicemente non esiste. Pertanto, di conseguenza, ha bisogno di materializzarsi, quando necessario, nel momento esatto in cui lo percepiamo.
Il filosofo svedese Nick Bostrom, dell'Università di Oxford, ha firmato un documento dal titolo “Are you living in a Computer Simulation?” (Stai vivendo in una simulazione al computer??), pubblicato su “Philosphical Quarterly” in cui recupera l’antica idea che la realtà in cui viviamo possa essere una specie di illusione o di un sogno collettivo.
Oltre a Platone - e di molti altri antichi riferimenti - in una conferenza del 2016 Elon Musk è tornato sull'argomento affermando che la probabilità che siamo in una simulazione è di una su un miliardo. Tuttavia, questa possibilità minima esiste.
Consideriamo questa piccola eventualità di vivere all'interno di un sogno. Se di notte sogni di essere su un'isola, quando ti sveglierai non continuerai a crederci, che quella bellissima isola esista ancora da qualche parte. Essa, semplicemente scompare. Era solo un'immagine nella tua mente che, apparentemente, hai ricreato mentre lo ritenevi necessario. Allo stesso modo possiamo considerare che, questo mondo che ci sembra così reale, può anche essere solo un'immagine nella nostra mente. Non potrebbe il sogno, forse, essere più reale di quella che chiamiamo la realtà della vita?
Freud riteneva che la funzione dei sogni fosse quella di soddisfare i nostri desideri, e forse non si sbagliava. Uno degli esempi più noti di sogni che si sono manifestati nella realtà è stato quello di Elias Howe che, mentre lavorava al progetto della macchina da cucire nel 1845, ebbe un incubo in cui alcuni cannibali lo trafissero con le loro lance: notò che queste avevano un foro vicino alla punta acuminata e applicò questa idea al suo invento.
Si dice che anche il chimico Friedrich Kekulé sognò un serpente che si mordeva la coda e, svegliandosi, si rese conto che la molecola del benzene era esagonale. Paul McCartney dei Beatles, invece, è stato ispirato da un sogno per la sua hit "Yesterday".
Larry Page, co-fondatore di Alphabet, ha affermato che l'idea di un motore di ricerca e le sue risorse sono nate da un sogno vivido. Ne ha parlato con il suo migliore amico, Sergey Brin, e insieme hanno creato Backrub, il precursore di Google.
Durante un incubo, l'autrice Mary Wollstonecraft Shelley ha visto la scena in cui lo scienziato pazzo ha creato uno zombi. La mattina dopo si mise al lavoro, scrivendo un capolavoro della letteratura horror, “Frankenstein”.
Tuttavia, queste sono solo alcune delle tante risposte alla domanda: Perché sogniamo? Qual è il ruolo dei sogni?
La verità è che il sogno è ancora un grande mistero e né le centinaia di pagine de “L'interpretazione dei sogni”, (Freud), né i numerosi studi che sono stati completati sui sogni, sono stati in grado di rispondere in modo soddisfacente alle domande su di essi. Ogni notte facciamo in media dai 6 ai 10 sogni. Pochi secondi o minuti dopo il risveglio, questi sogni vengono spesso dimenticati. Considerando l'enorme quantità di tempo che trascorriamo in uno stato onirico, il fatto che questa funzione non sia stata ancora compresa è sconcertante. Ma è quasi certo che quel terzo della nostra vita che trascorriamo dormendo non può essere tempo perso.
Deirdre Barret, psicologa dell'Università di Harvard, afferma che "tutte le funzioni degli esseri viventi si evolvono con un unico scopo: generare qualcosa di utile". L'obiettivo della ricercatrice è dimostrare che i sogni non sono un semplice sottoprodotto dello stato REM, tipico del sonno profondo, ma il risultato di una lunga storia evolutiva, che ha dotato gli esseri viventi di questa facoltà per uno scopo preciso.
Nei sogni, possiamo migrare verso universi paralleli – Capitolo 19