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La mente non è noi: tutti i nostri pensieri vengono da una Mente ben più vasta della nostra, la mente universale. Sri Aurobindo
La teoria di una coscienza unica risulta armonizzarsi maggiormente con la scoperta scientifica che la materia di base dell’universo è unica, e che i diversi corpi altro non sono che diversi assembramenti di particelle assolutamente identiche fra di loro - fisica quantistica.
E
se
fosse
il pensiero ad agire sull’encefalo e non il contrario?
Il
“pensiero” potrebbe non essere qualcosa che ha origine
dall’individuo, bensì qualcosa di esistente indipendentemente da
esso.
Diverse
correnti filosofiche e mistiche, nella storia hanno sostenuto che
esista un’unica coscienza universale e che l’individualizzazione
di questa coscienza potrebbe non essere altro che una sorta di
“illusione” da noi percepita. La
scienza attuale, la quale si basa sulla convinzione che la coscienza
sia un prodotto cerebrale, non contempla questa ipotesi.
Una
coscienza universale può
frammentarsi e individualizzarsi, adattandosi
in tutto e per tutto all’ambiente (individuo) che dovrà ospitarla.
La
teoria della coscienza unica, può anche essere spiegata con
l’analogia della corrente di
una
centrale elettrica che
si propaga attraverso gli edifici di un centro abitato. Arrivando nei
singoli edifici, la corrente si manifesterà in modo diverso a
seconda degli apparecchi che andrà ad alimentare. Così
come un
liquido assume la forma del suo contenitore, così,
la coscienza unica, propagandosi nei singoli individui, si
strutturerebbe e manifesterebbe in modo diverso e adatto ai mezzi e
la natura dell’individuo che andrebbe a “occupare”.
L’elettricità
quando indifferenziata, scorre nei fili ad alta tensione, ed è
un’energia in grado di compiere un lavoro. Ma per trasformare
questa potenzialità in un lavoro in atto, questa corrente dovrà
andare ad alimentare un apparecchio specifico.
Così
possiamo intuire che, forse, la coscienza universale andrebbe intesa
come un’energia indifferenziata che contenga la potenzialità di
ogni pensiero ed ogni sentimento, senza essere alcun pensiero o
sentimento in atto se non quando la coscienza incontra un individuo
che sia in grado di compiere questa trasformazione.
L’elaborazione
del pensiero non avviene nel cervello.
“Noi non siamo mai nel “qui e ora”, ma sempre nel passato o nell’idea del futuro, comunque elaborata secondo il nostro schema di abitudini e di preconcetti. Noi viviamo nel “ricordo”.
Usare davvero il pensiero significa essere capaci di una consapevolezza e di un potere che abbiamo disimparato ad applicare. Il cervello è solo un coordinatore della mente: l’elaborazione del pensiero é un atto che riguarda tutto il nostro corpo e, in particolare, alcuni organi come l’intestino e il cuore.
“Noi non siamo mai nel “qui e ora”, ma sempre nel passato o nell’idea del futuro, comunque elaborata secondo il nostro schema di abitudini e di preconcetti. Noi viviamo nel “ricordo”.
Usare davvero il pensiero significa essere capaci di una consapevolezza e di un potere che abbiamo disimparato ad applicare. Il cervello è solo un coordinatore della mente: l’elaborazione del pensiero é un atto che riguarda tutto il nostro corpo e, in particolare, alcuni organi come l’intestino e il cuore.
Esiste
solo l’Adesso!
Ma
questo “pensiero”, che canalizziamo ed elaboriamo, che ci
permette di elaborare la realtà e di partecipare a un ecosistema di
intelligenze, è, non solo per progredire e per svilupparci come
specie senzienti, ma per evolverci come Coscienza.
La vera coscienza, la vera consapevolezza, è libera dai vincoli della mente. È libera dai processi mentali, emancipata dal pensiero che costringe la nostra percezione entro i limiti dei sensi, delle tre dimensioni e del tempo. Quando siamo consapevoli siamo semplicemente qui, nell’Adesso e, quindi, dappertutto, nell’eterno. Non esiste altro luogo e sopratutto non esiste altro tempo, non esistono i vincoli del passato, le limitazioni del ricordo e della memoria che ci costringono entro schemi e processi vecchi, abitudinari e pre-programmati, da noi stessi o da altri. E non esiste la tensione del futuro che mai ci permette di essere ciò che siamo.
La vera coscienza, la vera consapevolezza, è libera dai vincoli della mente. È libera dai processi mentali, emancipata dal pensiero che costringe la nostra percezione entro i limiti dei sensi, delle tre dimensioni e del tempo. Quando siamo consapevoli siamo semplicemente qui, nell’Adesso e, quindi, dappertutto, nell’eterno. Non esiste altro luogo e sopratutto non esiste altro tempo, non esistono i vincoli del passato, le limitazioni del ricordo e della memoria che ci costringono entro schemi e processi vecchi, abitudinari e pre-programmati, da noi stessi o da altri. E non esiste la tensione del futuro che mai ci permette di essere ciò che siamo.
Il
flusso di pensiero cessa finalmente. Da quel momento, in quel
momento, siamo noi a ESSERE, a produrre il Pensiero.
Solo
se riusciamo a emanciparci dal ricordo possiamo essere nel presente.
Ma non basta: solo se riusciamo e uscire dal flusso del pensiero
possiamo eludere i programmi che ci allontanano dalla realtà di noi
stessi e delle cose. Non si tratta solo di smettere di vivere nel
ricordo e quindi di usare finalmente il pensiero in tempo reale, ma
di uscire dal flusso del pensiero elaborato, di cominciare a CREARE
il pensiero,
essere il pensiero, anzi, superare l’idea stessa di
pensiero.
Questo è possibile solo se ne siamo fuori: allora la mente, che genera l’illusione dei sensi e del tempo, si ferma e nasce la percezione del Vero, la consapevolezza del Reale.
Questo è possibile solo se ne siamo fuori: allora la mente, che genera l’illusione dei sensi e del tempo, si ferma e nasce la percezione del Vero, la consapevolezza del Reale.
I
flussi di pensiero, che permettono lo sviluppo delle specie viventi,
sono il trampolino ma anche la gabbia dell’evoluzione superiore, il
confine che le forme-ponte devono trascendere. Sui flussi di pensiero
viaggiano i limiti del pre-concetto e sono essi stessi il supporto
dei programmi di controllo mentale architettati da noi stessi, così
come da forze sfruttatrici e predatorie.
La meditazione è non-mente, non-tempo.
Fermare
la mente significa fermare il tempo. Sappiamo che i flussi di
pensiero non conducono solo la sostanza-pensiero da elaborare ma, per
loro natura, trasportano idee pre-elaborate, ovvero programmi
mentali, e sono direttamente connessi con la struttura temporale
della nostra realtà, dove burattini e burattinai condividono
un'illusione e sono persi, sebbene in modi diversi, nel medesimo
dramma umano: la distrazione dalla consapevolezza individuale (=
realtà).
Già
da alcuni anni, le linee energetiche planetarie vengono man mano
“resettate”, come effetto dell’allineamento galattico (che
peraltro altererà il campo magnetico terrestre, altro supporto ai
processi di controllo).
Tutto questo produrrà nuove e
straordinarie condizioni di rinnovamento spirituale, ma la densità
temporale, e quindi il flusso di pensiero che attraversa il nostro
mondo, si sta già riducendo sensibilmente, dandoci la possibilità
quindi di sfruttare un momento eccezionale per liberarci dal “baco”,
esprimere appieno la nostra possibilità di coscienza, emanciparci
dall’illusione della mente e dai programmi di controllo, essere
finalmente produttori di pensiero e quindi svolgere appieno il nostro
ruolo di forme-ponte, irrorando l’esistente con il nostro pensiero
prodotto e avvicendando così le forze vicarie della natura che hanno
finora presieduto ai processi evolutivi di questa potenziale
realtà.
Essere legati al pensiero o essere preoccupati per i
fenomeni che possono riguardarci nel nostro prossimo futuro significa
non cogliere quanto davvero sta accadendo e, anzi, rischiare di
operare al fine di trovare “soluzioni” per evitare possibilità
straordinarie che a volte vengono percepite (o fatte percepire) come
problemi.
Il vuoto del pensiero è la libertà dell’anima."
Il vuoto del pensiero è la libertà dell’anima."
Fonte:
"Nient'altro
che se stessi.”
C.
Dorofatti
http://veritas2012.blogspot.it