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lunedì 9 marzo 2020

Lo spettro di una strage di massa.




Nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturali” Papa Francesco

I nemici invisibili
“Progettato per essere invisibile, prosegue indisturbato nella missione assassina per cui è stato generato. Uccidono senza esplodere. Non dilaniano, non spargono sangue e soprattutto non si vedono.
La nuova frontiera della guerra è provocare stragi in modo silenzioso. La popolazione colpita non sa da dove arrivi il flagello. Se venga diffuso in modo naturale oppure sia il frutto di una precisa strategia assassina.
Per tanti anni, soprattutto quelli che hanno seguito l’11 settembre 2001, si è parlato del rischio rappresentato dalle armi batteriologiche. Malattie diffuse dolosamente per provocare devastazioni senza mostrare la mano del killer. Peggio della stessa bomba atomica che magari avrà effetti di maggiore durata ma almeno comporta una presa di responsabilità politica a livello internazionale da parte di chi la usa. Provocare vaste epidemie sarebbe un crimine subdolo, meschino e letale.”

La minaccia del rilascio di organismi trattati geneticamente
Gli agenti patogeni vengono gestiti tranquillamente nei laboratori di mezzo mondo.
Qualunque laboratorio attrezzato al trattamento e alla coltura di microorganismi può diventare un luogo dove sviluppare un'arma biologica. Del resto, a differenza delle armi chimiche, sono sufficienti piccole quantità di patogeni per ottenere effetti devastanti.
Tutte queste caratteristiche rendono le armi biologiche un pericolo per l'intera umanità ed è per questo che esiste una convenzione internazionale che ne bandisce sviluppo, produzione e immagazzinamento. Nonostante ciò, non si esclude che la ricerca – in particolar modo di microorganismi geneticamente modificati – stia procedendo di nascosto in laboratori delle superpotenze mondiali e non solo.

La minaccia rivolta all'ambiente del rilascio di organismi trattati geneticamente sembra essere accentrata, in modo forse drammatico, dall'uso delle nuove tecniche genetiche nella progettazione di agenti di una guerra batteriologica. Le conquiste ottenute nelle tecnologie di ingegneria genetica hanno rinnovato l'interesse militare per le armi biologiche e hanno generato una grande preoccupazione riguardo l'accidentale o volontaria liberazione di pericolosi virus, batteri e funghi manipolati geneticamente che potrebbero diffondere un inquinamento genetico in tutto il mondo, creando una mortale pandemia che potrebbe distruggere su vasta scala le piante, gli animali e la vita umana.

La banca dati che si e' sviluppata per l'ingegneria genetica commerciale nel campo dell'agricoltura, dell'allevamento degli animali e della medicina è potenzialmente convertibile nelle sviluppo di una vasta serie di nuovi agenti patogeni che possono attaccare le piante, gli animali e le popolazioni umane. La guerra biologica implica l'uso di organismi viventi per scopi militari. Le armi biologiche possono essere virali, batteriche, basate sui funghi, e sui protozoi.

Uno schiaffo alla sicurezza globale. Siamo preparato per un eventuale attacco chimico?
Virus letali come Ebola; batteri potenti come l'antrace; gas come il Sarin o anche componenti radioattivi come il Polonio. Dopo il ritrovamento dell'arsenale a Bruxelles che comprendeva anche agenti chimici l'allarme per un possibile attacco di natura chimica, batteriologica o radioattiva si è fatto meno evanescente. Siamo preparati anche a gestire situazioni di questo genere?
Lo scorso anno uno scoop firmato da due giornalisti di “Foreign policy”, testata di proprietà del Washington Post, svelò i piani del Califfato di costruire armi biologiche. Diversi file contenuti in un PC strappato agli jihadisti contenevano istruzioni dettagliate su come realizzarle.
Il batterio scelto per scatenare l’Apocalisse era quello della peste bubbonica, da coltivare e sperimentare su cavie da laboratorio (“i primi sintomi si manifestano dopo 24 ore” spiegava il vademecum) e inserire in piccole granate da lanciare “in ambienti chiusi. Come metropolitane, stadi e discoteche”. Si consigliava poi di sfruttare prese “d’aria condizionata” perché “il batterio si espande in pochi minuti e colpisce migliaia di persone”.
Un po’ come quando, nel medioevo, gli eserciti catapultavano i cadaveri degli infetti oltre le mura rivali per fiaccarli con le malattie, a testimonianza di quanto l’efferata crudeltà abbia sempre fatto parte del genere umano.

E se fino ad ora questi mezzi sembrano essere rimasti circoscritti solo nei laboratori della morte col passare del tempo è sempre maggiore il rischio che possano essere usati. Questo consentirà ai ricercatori di mettere mano su agenti innocui facendogli produrre tossine oppure di rendere ancora più potenti, e resistenti agli antibiotici, i bacilli già esistenti.

"Il coronavirus è un'arma da guerra biologica creata in un laboratorio di Wuhan e l'Organizzazione mondiale della Sanità ne è già a conoscenza".
Il laboratorio BSL-4 di Wuhan è anche un centro di ricerca dell'Organizzazione mondiale della Sanità e per questo motivo, secondo Francis Boyle, professore di diritto presso l'Università dell'Illinois., la stessa Oms "non poteva non sapere". E' quanto afferma, in un'intervista video rilasciata al sito Geopolitics and Empire.

Il nuovo coronavirus è stato creato in un laboratorio cinese combinando il coronavirus scoperto in una particolare specie di pipistrello cinese con un altro che causa la SARS nei topi.
È quanto emerge da un inquietante studio datato novembre 2015 pubblicato dall’US National Library of Medicine. Nel documento si descrive la creazione di un virus chimerico, composto con il Dna misto di CoV-SARS, trucco che consente agli scienziati di manipolare il virus senza timore di contagio, con lo scopo di esaminare la potenziale minaccia dei coronavirus circolanti e aiutare a prevedere future emergenze sanitarie.

Stando a quanto riferito alla testata americana Washington Times, da un esperto di guerra biologica ed ex medico dell’intelligence militare israeliano, l’epidemia di coronavirus che si sta diffondendo in tutto il mondo ha avuto origine in un laboratorio alle porte di Wuhan collegato al programma di armi biologiche segreto condotto dalla Cina.
Sotto accusa l’Istituto di Virologia di Wuhan, il più avanzato laboratorio di ricerca sui virus mortali in Cina. Alcuni laboratori dell’Istituto sarebbero stati utilizzati probabilmente, in termini di ricerca e sviluppo, in armi biologiche cinesi con doppio scopo civile e militare, ha detto la fonte.
La fonte del Washington Times sostiene la probabilità che i coronavirus studiati all’interno dell’Istituto di virologia di Wuhan siano inclusi nel programma cinese top secret di “bio-warfare” (“guerra biologica”).

Non bisogna escludere a priori la possibilità che il virus sia nato in laboratorio per scopi militari, ma la circolazione delle informazioni potrebbe essere fortemente condizionata dai rapporti conflittuali tra Cina e Stati Uniti.

Quando è scoppiato il virus, infatti, sui siti internet cinesi hanno iniziato a circolare delle voci secondo cui il coronavirus faceva parte di una cospirazione degli USA per diffondere armi biologiche e contaminare i nemici cinesi. Ricordiamo che gli agenti biologici rientrano a tutti gli effetti nella categoria di armi di distruzione di massa.

La Mano (Nascosta) dos EUA
E’ anche noto che il Pentagono gestisce laboratori biologici in tutto il mondo che si trovano ai confini di Russia, Cina e Iran.
Pertanto, almeno non si può escludere che gli Stati Uniti abbiano rilasciato il virus sull’arcinemia cinese al fine di testare il loro virus mortale sugli umani o addirittura semplicemente per voler uccidere un gran numero di persone.

Una tale presunzione di diffusione di virus mortali in Cina e in tutto il mondo è inizialmente una “teoria della cospirazione astrusa” per la stampa occidentale di proprietà degli Stati Uniti, ma non è inverosimile.

Nel 2018, è stato rivelato che gli Stati Uniti gestiscono un programma di armi biologiche in Georgia che è ermeticamente protetto dal mondo esterno e non sotto il controllo di organizzazioni internazionali. Ci sono anche un’altra dozzina di tali laboratori in Ucraina, dove armi biologiche come virus mortali vengono testate sull’uomo come se fossero topi da laboratorio.

In un rapporto classificato del 1948, da parte del Committee on Biological Warfare del Pentagono, il principale punto di forza era che:

Un’arma o una bomba non lascia dubbi sul fatto che si sia verificato un attacco deliberato. Ma se … un’epidemia si abbatte su una città affollata, non c’è modo di sapere se qualcuno ha attaccato, tanto meno chi”, aggiungendo fiduciosamente che “Una parte significativa della popolazione umana all’interno di aree bersaglio selezionate potrebbe essere uccisa o inabilitata” solo con piccole quantità di un agente patogeno.




https://www.money.it/Coronavirus

sabato 3 novembre 2018

La biologia quantistica - La vita si trova sul confine tra mondo classico e mondo quantistico





Fino a poco tempo fa lo strano mondo dei quanti e la complessità sfuggente della vita sembravano due domini distanti, senza alcun punto di contatto. Ma la «biologia quantistica» – questa nuovissima scienza – inizia a intrecciare le cose, svelando antichi misteri.

Sulla base di recentissimi esperimenti, rigorosi e ripetibili, si stano forse cominciando a capire cosa succede nel profondo delle cellule vivente, e finalmente avviando la comprensione di fenomeni che per secoli erano parsi inspiegabili, proprio attingendo al bizzarro e contro-intuitivo mondo dei quanti.
L’incredibile forza della fotosintesi, ad esempio, sembra dovere la sua inarrivabile efficienza al fatto che, a un certo punto del processo, le particelle subatomiche coinvolte si trovano contemporaneamente in due punti distinti grazie ai fenomeni quantistici.
Anche il funzionamento degli enzimi, la base stessa del nostro essere in vita, deve la sua perfezione quasi miracolosa al fatto che nel corso della reazione chimica alcune particelle sembrano «svanire» da un punto per «materializzarsi» istantaneamente da un’altra parte.

Le strane proprietà del mondo quantistico su esseri viventi
Una nuova analisi di un recente esperimento su batteri fotosintetici suggerisce che i ricercatori potrebbero essere riusciti a porne alcuni in uno stato di entanglement, mostrando per la prima volta l'effetto delle strane proprietà del mondo quantistico su esseri viventi e segnando il passaggio della biologia quantistica da ipotesi teorica a realtà tangibile.

Il mondo quantistico è strano. In teoria, e in una certa misura in pratica, i suoi principi richiedono che una particella possa apparire in due luoghi contemporaneamente - un fenomeno paradossale noto come sovrapposizione - e che due particelle possano diventare "entangled", condividendo informazioni su distanze arbitrariamente grandi attraverso un meccanismo ancora sconosciuto.

L'esempio forse più famoso di stranezza quantistica è il
gatto di Schrödinger, un esperimento ideale proposto da Erwin Schrödinger nel 1935. Il fisico austriaco immaginava che un gatto posto in una scatola insieme a una sostanza radioattiva potenzialmente letale potesse, per le strane leggi della meccanica quantistica, esistere in uno stato di sovrapposizione ed essere sia morto che vivo, almeno fino all’apertura della scatola e all’osservazione del suo contenuto.

Questo concetto è stato convalidato sperimentalmente innumerevoli volte su scale quantistiche. Alla scala del nostro mondo macroscopico apparentemente più semplice e di sicuro più intuitivo, tuttavia, le cose cambiano. Nessuno ha mai visto una stella, un pianeta o un gatto in un
o stato di sovrapposizione o di entanglement quantistico. Ma fin dalla formulazione iniziale della teoria quantistica, all'inizio del XX secolo, gli scienziati si sono chiesti dove  si incrociano esattamente i mondi microscopici e macroscopici. Quanto può essere grande il regno quantistico? E potrebbe essere abbastanza grande perché i suoi aspetti più strani influenzino profondamente e chiaramente gli esseri viventi?

Effetti quantistici nel processo di fotosintesi
Negli ultimi due decenni il campo emergente della biologia quantistica ha cercato di rispondere a queste domande, proponendo ed effettuando su organismi viventi esperimenti che potrebbero essere in grado di sondare i limiti della teoria quantistica. Questi esperimenti hanno già dato risultati allettanti ma non conclusivi.

Alcuni ricercatori hanno mostrato che il processo di fotosintesi - in cui gli organismi producono sostanze nutritizie usando la luce - può comportare alcuni effetti quantistici. Il modo in cui gli uccelli navigano o fiutano gli odori suggerisce che gli effetti quantistici possano verificarsi in modi insoliti all'interno degli esseri viventi. Ma questi studi toccano solo la superficie del mondo quantistico. Finora, nessuno è mai riuscito a indurre un intero organismo vivente - nemmeno un batterio unicellulare - a mostrare effetti quantistici come l'entanglement o la sovrapposizione.
Di conseguenza, un nuovo articolo di un gruppo di ricercatori dell'Università di Oxford sta facendo aggrottare parecchie fronti per le sue affermazioni sulla riuscita di un esperimento di entanglement fra batteri e fotoni, particelle di luce.

Il 'batterio di Schrödinger'
In un esperimento condotto nel 2016 da David Coles e colleghi dell'Università di Sheffield, avevano sequestrato, tra due specchi diverse, centinaia di batteri verdi sulfurei, che sono fotosintetici, per poi ridurre via via la distanza tra gli specchi fino a poche centinaia di nanometri, molto meno della larghezza di un capello umano. Facendo rimbalzare della luce bianca tra gli specchi, i ricercatori speravano che le molecole fotosintetiche all'interno dei batteri si accoppiassero - o interagissero - con la cavità, il che significava essenzialmente che i batteri avrebbero continuato ad assorbire, emettere e riassorbire i fotoni che rimbalzavano. L'esperimento ha avuto successo: fino a sei batteri si sono accoppiati in quel modo. Sostengono però che i batteri non hanno soltanto interagito con la cavità. Nella loro analisi dimostrano che il segno energetico prodotto nell'esperimento potrebbe essere coerente con i sistemi fotosintetici di batteri entangled con la luce all'interno della cavità.

In sostanza, sembra che alcuni fotoni colpissero e mancassero contemporaneamente molecole fotosintetiche all'interno dei batteri, un segno distintivo dell'entanglement. "I nostri modelli mostrano che il fenomeno registrato è la firma di un entanglement tra la luce e certi gradi di libertà all'interno dei batteri", affermano.

Secondo il coautore dello studio Tristan Farrow, anche lui di Oxford, è la prima volta che un simile effetto è stato intravisto in un organismo vivente. "È certamente la chiave per dimostrare che siamo in qualche modo vicini all'idea di 'batterio di Schrödinger'", afferma. E suggerisce un altro potenziale esempio di biologia quantistica in natura: i batteri sulfurei verdi vivono nelle profondità dell'oceano dove la scarsità di luce, fonte di vita, potrebbe addirittura stimolare adattamenti evolutivi quantomeccanici per aumentare la fotosintesi.

Queste controverse affermazioni, tuttavia, vanno prese con molta cautela. In primo luogo, in questo esperimento la prova a favore dell’entanglement è circostanziale, e dipende da come si sceglie di interpretare la luce che attraversa ed esce dai batteri confinati nella cavità.

Gli scienziati riconoscono che i risultati dell'esperimento potrebbero essere spiegati anche da un modello classico privo di effetti quantistici. Peraltro, i fotoni non sono affatto classici: sono quantistici. Eppure, un modello "semi-classico" più realistico che usi le leggi di Newton per i batteri e quelle quantistiche per i fotoni, non riesce a riprodurre il risultato reale che Coles e colleghi hanno osservato nel loro laboratorio, il che suggerisce che gli effetti quantistici fossero in atto sia nella luce che nei batteri. La prova è un po' indiretta, ma penso che sia così solo perché stanno cercando di essere rigorosi ed escludere cose e rivendicare troppo, dice James Wootton, che si occupa di informatica quantistica all'IBM Zurich Research Laboratory.

L'altro caveat: le energie dei batteri e del fotone sono state misurate collettivamente, non in modo indipendente. Questo - secondo Simon Gröblacher della Delft University of Technology, nei Paesi Bassi, che non ha preso parte a questa ricerca - è in qualche modo un limite. "Sembra che stia accadendo qualcosa di quantistico", dice. "Ma… di solito, se si dimostra l'entanglement, bisogna misurare i due sistemi in modo indipendente" per confermare che qualsiasi correlazione quantistica tra essi sia autentica.

Nonostante queste incertezze, per molti esperti il passaggio della biologia quantistica da sogno teorico a realtà tangibile è una questione di “quando”, non di “se”.

Al di fuori dei sistemi biologici, le molecole, considerate in isolamento e collettivamente, hanno già mostrato effetti quantistici in decenni di esperimenti in laboratorio, quindi la ricerca di questi effetti per molecole simili all'interno di un batterio o addirittura del nostro stesso corpo sembrerebbe abbastanza sensata.

Negli esseri umani e in altri grandi organismi multicellulari, tuttavia, simili effetti quantistici molecolari in genere dovrebbero essere insignificanti, ma una loro manifestazione significativa all'interno di batteri, molto più piccoli, non sarebbe una sorpresa troppo sconvolgente. Sono un po' stupito per la sorpresa suscitata da questa scoperta, dice Gröblacher.. Ma è ovviamente eccitante se lo si può dimostrare in un sistema biologico reale.

Gröblacher ha progettato un esperimento che potrebbe mettere in uno stato di sovrapposizione un minuscolo animale acquatico, un tardigrado, cosa molto più difficile che creare un entanglement fra i batteri e la luce, dato che i tardigradi hanno dimensioni centinaia di volte maggiori.

Farrow sta cercando modi per migliorare l'esperimento sui batteri; lui e i suoi colleghi sperano di mettere in entanglement due batteri, e non con la luce in modo indipendente. Gli obiettivi a lungo termine sono fondazionali e fondamentali, dice Farrow. Si tratta di capire la natura della realtà e se gli effetti quantistici siano utili alle funzioni biologiche. Alla radice delle cose, tutto è quantistico, aggiunge, alludendo alla questione se gli effetti quantistici abbiano un ruolo nel funzionamento degli esseri viventi.

Potrebbe essere, per esempio, che la selezione naturale abbia trovato il modo di sfruttare naturalmente i fenomeni quantistici, come nel già citato esempio della fotosintesi in batteri delle profondità marine povere di luce. Ma per arrivare a fondo di tutto ciò è necessario cominciare dalle piccole dimensioni.

Le ricerche si sono costantemente orientate verso esperimenti a macrolivello, con un recente esperimento che ha coinvolto, con successo, milioni di atomi. Provare che le molecole che compongono gli esseri viventi mostrano effetti quantistici significativi - anche se per scopi banali - sarebbe un passo successivo fondamentale. Esplorando questo confine fra mondo quantistico e classico, gli scienziati potrebbero avvicinarsi a capire che cosa significa essere macroscopicamente quantistici, se una tale idea fosse vera.

Fonte: Jonathan O'Callaghan / Scientific American http://www.lescienze.it/news/2018/11/01/news/batterio_schro_dinger_effetti_quantistici_organismi-4172300/
https://www.bollatiboringhieri.it/libri

lunedì 17 ottobre 2016

I batteri che si nutrono di scorie nucleari!


Dopo il disastro nucleare in Giappone, tutti si chiedevano: che cosa se ne farà poi delle scorie nucleari generate? Le alternative tecnologiche sarebbero due: reintrodurre le scorie nel ciclo di produzione dell’energia nucleare, oppure trovare un posto abbastanza sicuro e isolato da lasciarle “decantare” per uno o due secoli, fino a che non abbiano perso la loro carica radioattiva. 

 

"Greenpeace continuerà a combattere l’energia nucleare perché rappresenta un rischio inaccettabile per l’ambiente e l’umanità. L’unica soluzione è fermare l’espansione della tecnologia nucleare, e la chiusura degli impianti esistenti".(Grennpeace)


Erano gli anni Cinquanta, quando un tecnico di laboratorio stava controllando il corned-beef  - carne in scatola destinata ai militari e irradiata per ucciderne gli agenti patogeni. Pareva normale ma, sotto il microscopio, il tecnico scoprì una macchia rosa che si muoveva. Non poteva essere un microbo, non sarebbe mai sopravvissuto alle radiazioni. E’ stata la prima persona che ha visto il superbug e ha sfiorato il licenziamento.

Già nel 1994, kryon risponde a una domanda riguardante ai residui nucleari - nel libro Non pensare come un umano, pubblicato nel 1994 - come segue:
"I rifiuti nucleari attivi sono, infatti, il pericolo più grande che dovete affrontare. Già avete avuto l'opportunità di vedere come una grande area può restare contaminata per lungo tempo a causa di un incidente atomico. 
Questi residui non devono essere scartati, non è necessario e, nella maggior parte dei casi, non avrebbe funzionato. Qualunque cosa realizzate, sarà solo temporanea, a lungo andare divora tutto ciò che entra in contatto. Mai dovete buttare negli oceani o nei laghi! I rifiuti devono essere neutralizzati. Ci sono molti modi per neutralizzare tali rifiuti, ma l’unica che ora è alla portata della vostra tecnologia è abbastanza semplice e può essere utilizzata.
Guardate subito alla biologia della terra! Ricercate i microrganismi che già conoscete e che sono in grado di consumare queste sostanze attive, rendendoli innocui. Utilizzate le conoscenze scientifiche per coltivarli, per aumentare il loro numero e la loro efficienza, al fine di divorare questo residuo.

Forse, potreste chiedere perché sarà che questo non è ancora stato implementato, se tali organismi sono stati scoperti? Prendete in considerazione i vostri governi. Esigiate di completare l'indagine e dare via al processo. Considerate l'ostacolo politico perché possiate capire il perché non siete stati pienamente informati su questo o perché questo progetto non è stato adeguatamente finanziato.

Tale organismo è molto piccolo, facile da trasportare e di crescere, e può essere alimentato sia da residui sia da un’arma.
E' un'ironia della scienza che l'uso di nuove scoperte, in cerca di pace o di guerra, spesso dipenda dal grado della vostra illuminazione. In questo preciso momento, avete a che fare con uno degli strumenti più straordinari per le questioni ambientali, mai sviluppato... che comprende pure quello che ho appena citato a fine di eliminare le scorie nucleari. 
Allo stesso modo, siete già pronti a ricevere una grande quantità di tecnologie cheserviranno a prolungare il ciclo della vostra vita, aumentando il controllo sulle malattie e la salute in generale. Non permettete che la paura di pochi impedisca il bene di molti." (Kryon)

Per riflettere:

"- Si chiama deinococcus radiodurans, è stato scoperto nel 1956 da A.W. Anderson presso l’Oregon Agricultural Experiment Stationdi Corvallis, Oregon, ed è un batterio estremofilo, uno degli organismi più radioresistenti conosciuti al mondo. Si tratta di una specie particolare, in grado di resistere a dosi di radiazioni superiori a quelle necessarie per uccidere un qualunque animale. Una dose di 10 gy di radiazione ionizzante è sufficiente a uccidere un essere umano; una dose di 60 gy è sufficiente a uccidere tutte le cellule di una coltura di E. Coli; il D. Radioduransè in grado di resistere a una dose unitaria di 5.000 gy senza perdere vitalità, mantenendone un 37% anche se sottoposto a una dose di radiazioni pari a 15.000 gy. Si stima che una dose di 5.000 gy sia in grado di introdurre diverse centinaia d’interruzioni nel DNA in un organismo.

– L’esistenza di un microrganismo che già esistevano al momento in cui è stato dato questo messaggio (1994), che la scienza conosceva già, ma che non stava essendo riconosciuto (o lo stavano occultando.) Questi organismi potevano, infatti, mangiare i rifiuti nucleari.

Nel libro 6 di kryon, è stato informato sulla cosa più vicina a quello che ha detto che dovevamo cercare. E’ stato presentato un lavoro scientifico che ha dimostrato che alcune piante, particolarmente create, stavano essendo utilizzate nell'incidente nucleare di Chernobyl in Russia, per pulire l'acqua di Cesio 137 e Stronzio 90 (potenti elementi radioattivi). Se tratta di un argomento nel campo della biologia e si è pensato che fosse quello che Kryon parlava. Anche se integrato nelle nostre aspettative, si aspettava che quello che Kryon intendeva dire esattamente era quello di un microrganismo che potrebbe mangiare i rifiuti nucleari e che ciò era già noto.

Articolo su Science News, vol. 154, pp 374:
Un microrganismo che mangia i rifiuti nucleari, uno che è stato conosciuto dal 1950(!) ed è stato riscoperto nel 1988(!) e solo ora stava essendo riconosciuto per quello che poteva fare. La foto mostrata, ha un cartello con la didascalia Hanford Nuclear Reservation .(!...) 

“Cercate, i microrganismi che già conoscete, che potranno divorare queste sostanze attive (scorie nucleari) e renderli inoffensivi. Sviluppate l'argomento utilizzando la vostra scienza, per aumentare la quantità e l'efficienza e consentire loro di mangiare i vostri rifiuti”. (kryon, 1994 - libro)"

Science News Scienza - vol. 154 -12 dicembre 1998 – Ecco il Super-Bug, da John Travis.
Un batterio resistente alle radiazioni in grado di ripulire i peggiori rifiuti della nazione. L'organismo è conosciuto come deinococcus radiodurans. Questo nome significa "fragola strana che sopporta la radiazione". Questa è una novità? No. Ma ecco una citazione da questo articolo: Ho avuto difficoltà a credere che ci potesse esserci qualcosa del genero - ha detto John R. Battista di Louisiana, dell’Università dello Stato di Baton Rouge. Gli scienziati sono stati colpiti! (colpiti solo di recente, diciamolo).

E ancora: "Quest’organismo non si ritira dalla radioattività, ma ha la capacità di riparare i danni genetici! Questo batterio può immagazzinare il suo codice genetico fino a dieci strati in profondità. Così come le file dei denti degli squali, quando lo strato superiore è distrutto o danneggiato da radiazioni, lui semplicemente fa avanzare lo strato successivo per occupare il suo posto.

L’indagine e manipolazione sono state gestite da Michael Daly, in Kenneth Minton, e dai suoi associati dall’Università di Maryland e Minnesota. Essi stanno modificando il 'Bug', cercando di renderlo ancora più potente."
Un'altra parte interessante di questo articolo è il fatto di che, se ci fosse mai un microrganismo che potesse resistere a un viaggio spaziale naturale, e di essere trasportati da un luogo all'altro attraverso comete o asteroidi, deve essere stato questo. Lui è molto forte, un vero sopravvissuto.

La linea di fondo di quest’articolo da scienza conservatrice dice: L’utilizzo di microbi come tripulazione di pulizia è una strategia nota come bio-medicina. Un recente studio, nel quale il deinococcus radiodurans ha ricevuto ingegneria genetica per degradare una tossina organica comune, nei luoghi di detriti, offre risultati incoraggianti.

Nature Biotechnology, ottobre 1998 (tradotto dal francese)
Il deinococcus, versione 98 (dopo la modifica) può ossidare il toluene e mangiarlo. Michael Daly e il suo team, sono fiduciosi che presto questo batterio potrà fagocitare e ossidare il toluene radioattivi e la trielina. Il deinococcus radiodurans potrebbe poi fagocitare prodotti pericolosi radiotossici (come l'uranio) e consumarli prima che loro penetrino e inquinino per sempre la terra dove sono depositati i rifiuti.

Il pensiero che ci sono modi produttivi e sicuri per pulire il pianeta delle scorie nucleari è travolgente. Però, come il deinococcus può fare? Si tratta di ringiovanimento a un livello molto alto! C'è qualcosa di più da imparare qui? Se un organismo unicellulare può fare qualcosa di simile... quanto di più non potrebbe fare questo organismo pluricellulare che chiamiamo umano!!?"...
(Lee Carroll)

Nota: Le informazioni di Kryon sull’energia del modello cosmico stanno essendo attuato da un nuovo processo che è realmente profondo (la Tecnica dell’Equilibrio EMF) che persino la NASA e industrie private vogliono sapere di più.

Si tratta di organismi con un'evoluzione rapidissima e dalle insolite abitudini alimentari
Green Report - 10 settembre 2014


FONTE: NON PENSARE COME UN UMANO - KRYON