L’essere umano è sempre stato affascinato dall’idea dell’immortalità. Centinaia di teorie sono state formulate nel tentativo di comprendere il fenomeno dell’invecchiamento a livello cellulare e genetico. E mentre eravamo intenti a cercare una soluzione alla morte, un essere immortale ha da sempre regnato insieme a noi, nel blu profondo delle acque del nostro pianeta, che può mettere in discussione quello che si credeva essere un processo irreversibile.
Il segreto dell’eterna giovinezza
Questo segreto attraverso un processo che ringiovanisce, non appartiene agli umani ma appartiene a Turritopsis dohrniiin, la medusa immortale, le cui dimensioni sono di circa 4mm soltanto.
Così come nella trasposizione cinematografica del famoso racconto di Francis Scott Fitzgerald dove il tempo per Benjamin Button non scorre normalmente - nasce già vecchio e nel corso della sua vita ringiovanisce - la medusa Turritopsis dohrniiin è in grado di fare qualcosa di molto simile: riavvolgere il tempo. Può invertire il suo ciclo vitale e tornare “bambina”, il che la rende potenzialmente e biologicamente immortale.
T. dohrnii è un idrozoo, classe a cui appartengono tutte le meduse. Il ciclo vitale degli idrozoi è diverso da quello degli altri animali, infatti possono esistere in due forme, come meduse o come polipi. I polipi hanno un piede che li ancora ad un substrato, ad esempio uno scoglio, crescendo si riproducono per gemmazione: la parte tentacolare superiore si stacca e forma un’ephyra, che crescendo diventerà una medusa. Le meduse adulte producono gameti maschili e femminili che, incrociandosi, formano un uovo fecondato e poi una planula, che si attaccherà a uno scoglio e formerà un nuovo polipo. La particolarità di T. dohrnii è che, invece di morire dopo aver prodotto i gameti, torna ad essere un’ephyra, i tentacoli si riassorbono e da essa si sviluppa una nuova colonia di polipi. Cioè, le sue cellule, si riaggregano tra di loro, non per formare una nuova medusa, ma un nuovo polipo, ed ecco che riparte il ciclo della metamorfosi. Praticamente sarebbe come se incarnasse in un altro corpo di medusa.
Questo processo rigenerativo, che si compie in 36 ore, anche le cellule si rigenerano, tornando a essere cellule embrionali. “Da qui l’importanza per la ricerca sulle staminali per combattere malattie come il Parkinson che hanno origine da una degenerazione di cellule, in cui degli interruttori molecolare al loro interno si bloccano. Basato in questo modello rigenerativo possiamo credere che questi interruttori possono essere riaccesi”, afferma il biologo Stefano Piraino dell’Università di Lecce.
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