“Il
mondo materiale, che è stato considerato come un cieco meccanismo,
in realtà, è un mondo spirituale veduto imperfettamente e
parzialmente. L’unico mondo reale è quello spirituale. La verità
è che né la materia, né la forza, né alcun altro fattore fisico,
ma soltanto la Mente conosce il fattore centrale dell’universo…”
(J. B. S. Haldane)
Jung riteneva che:
“Siamo parte di una ‘memoria collettiva’ alla quale tutti
noi ricorriamo; inconsciamente siamo tutti collegati con ogni altra
cosa ed ogni altro essere…”
Nella fisica moderna
vi sono concetti che si applicano a molte entità non materiali,
denominate campi, che, pur non essendo di natura tangibile, sono
tuttavia strettamente correlati alla materia.
Si ipotizza quindi
che la vera mente potrebbe essere un campo non materiale in grado
di produrre mutamenti fisici nella propria realtà. Sulla base di
questa visione è più corretto considerare il cervello come il
substrato organico di un'entità energetica più sottile, chiamata
appunto mente.
Come possono cose
non materiali agire su cose materiali?
Anche se
apparentemente questa possibilità appare irragionevole e metafisica,
in realtà con i nuovi sviluppi della fisica quantistica
l'irrazionale ha finito per essere ammesso e le interazioni tra il
non materiale e il materiale sono ormai date per scontate. Ciò che
viene chiamata mente potrebbe coincidere con un potenziale
quantistico situato a un livello energetico più sottile del cervello
biologico, e per questo da esso stesso filtrato e limitato.
Il fisico Henry
Margenau ipotizza la Mente Universale come l'esistenza di
un'unica grande mente collettiva che si manifesta individualmente
tramite ogni essere umano, comprendendo una buona parte di
caratteristiche comuni e alcune peculiarità individuali.
“La sua
conoscenza comprende non solo l'intero presente ma anche tutti gli
eventi passati. Più o meno come il nostro pensiero può esplorare
l'intero spazio e giungere a conoscerlo, così la Mente Universale
può viaggiare avanti e indietro attraverso il tempo a volontà”.
L’ipotesi
morfogenetica
Sulla base delle
ricerche di Douglas Mac Dougall, dell’università di
Harvard, Sheldrake ha sostenuto l’ipotesi di forze immateriali le
quali sarebbero generatrici della forma in seno alla materia.
L’ipotesi morfogenetica, provata scientificamente nel 1998,
presuppone l’esistenza di una ‘memoria collettiva’ diffusa in
tutto l’universo, indipendente dal supporto cerebrale e tale,
quindi, da sopravvivere alla morte.
Per questa loro
natura, i campi di risonanza morfica, portatori di memoria, sono
retti da leggi che si sottraggono allo spazio-tempo, richiamando
piuttosto quelle dell’affinità e delle corrispondenze: “tra
organismi esiste un misterioso collegamento di tipo telepatico, oltre
la dimensione spazio-temporale”. I campi possiedono una memoria
intrinseca (individuale + collettiva), si basano su ciò che è
accaduto in precedenza e sono portatori di abitudini e caratteri
ereditari.
La
Coscienza è presente, a diversi livelli, in tutta la sostanza
dell’universo
Sheldrake
ritiene anche che i campi morfici di ciascun individuo sono in
collegamento con quelli di tutti gli altri individui. Ogni pensiero è
energia e come tale viene ancorato in questi campi elettromagnetici
di memorizzazione. Così avviene anche per qualsiasi “azione” o
“avvenimento”. Ciò significa che in essi si trova ancorato e
memorizzato tutto il sapere dell’umanità fin dalle origini e che
caratterizzano ed influenzano tutte le forme fisiche e persino il
nostro comportamento. Le cose che impariamo, pensiamo e diciamo,
influenzano anche gli altri per mezzo della risonanza morfica.
Le più recenti
scoperte della biologia, sembrano convalidare l’ipotesi di un
meccanismo per cui energie “ordinatrici” ancora sconosciute
operano sulla materia organica, organizzandola e promuovendo
gradualmente in essa la coscienza.
Siamo tutti Uno -
Essere consapevoli che tutto è uno e che anche noi siamo uno con il
tutto, non è in effetti un concetto facile da digerire.
Ogni cellula vibra
di una luce propria, ognuno ha un destino da compiere, ma questo non
potrà mai essere separato completamente dal resto del creato. Perché
tutti facciamo parte della stessa e unica Energia e Vibrazione.
Limitazioni
fisiche del nostro corpo fisico
Qual è quindi il
motivo per cui ogni essere umano si sente così individuale e
localizzato nel proprio corpo, avvertendo un profondo senso di
limitazione allo spazio e al tempo presente? Henry Margenau
afferma che il senso della nostra universalità è indebolito
dalle limitazioni fisiche del corpo, dalle costrizioni organiche del
cervello.
Una delle
limitazioni più angosciose è il nostro modo rigido di percepire il
tempo. Margenau usa la metafora di «fessura di tempo» per
enfatizzare la nostra capacità di vedere solo una fetta piccolissima
dell'intero panorama del tempo. Così come possiamo vedere soltanto
una banda ristretta dell'intero spettro elettromagnetico che
chiamiamo «luce», analogamente possiamo percepire solo un esiguo
frammento del tempo, che chiamiamo «l'adesso».
Questa limitazione
nella coscienza della totalità del tempo contribuisce al nostro
senso di essere intrappolati e alla deriva nel tempo. di essere
limitati a un solo arco di vita e di sentirci disperatamente mortali,
destinati alla morte.
Un'altra grave
limitazione che c'impedisce di usare le nostre menti in senso
universale e non localistico è ciò che Margenau chiama il «muro
personale».
Il muro personale
«produce il senso prevalente d'isolamento individuale e ci dà
un'identità oltre che un ego». Il peggiore dei suoi possibili
effetti è quello di creare un senso d'isolamento e di solitudine,
che può essere totalmente oppressivo e morboso, perfino mortale.
Eppure queste
limitazioni non sembrerebbero assolute, ed è probabile che molte
persone nell'intero corso della storia, come i mistici, siano
riuscite a superarle.
L'abbattimento
totale dei muro personale e l'allargamento all'infinito della fessura
di tempo possono permettere a una persona di fondersi con l'Uno.
Margenau descrive le sensazioni che tale fusione potrebbe
suscitare: "Ciò che... intendo dire è che il sé conscio
tornerà alla sua origine presunta, cioè la Mente Universale, e da
ciò sembra derivare che, come parte di Dio, il sé conscio ha la
facoltà di rivisitare tutti gli aspetti della sua esperienza
terrena, e forse anche la possibilità di dimenticarli e di
consegnarsi all'oblio (o addirittura all'estinzione). Ma il pensiero
cruciale, l'attesa di una riunione con Dio, contiene già una qualche
consolazione, e la speranza, anzi, la promessa della morte come
esperienza unica".
Fonte:
https://www.fisicaquantistica.it/
https://www.scienzaeconoscenza.it/
https://www.performancetrading.it
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