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mercoledì 3 ottobre 2018

“Le menti non hanno sesso”





Non c'è alcuna prova di differenze biologiche nelle prestazioni cognitive dei cervelli maschili o femminili - Raffaella Rumiati, neuroscienziata SISSA

Sapeva Marie Meurdrac, già nel 1700. Eppure, nonostante la rivoluzione delle donne negli anni 70, ancora oggi c’è chi sostiene che il cervello femminile sia inadatto alle discipline scientifiche.

Stando a certi numeri, quello tra donne e scienza sembrerebbe proprio un rapporto tormentato. In minoranza rispetto ai colleghi in certi corsi di studio all’università (in Europa tre ingegneri su quattro sono di sesso maschile secondo l’Eurostat), raramente premiate con riconoscimenti scientifici importanti, e quasi mai al comando di gruppi di ricerca (solo il 24% delle posizioni apicali in Italia è ricoperto da donne).

Enrico Cicchetti: ‘È tutta colpa di Heisenberg. Ci eravamo abituati così bene a considerare la mela che cade dall'albero come un oggetto in una posizione precisa, con una data velocità e un certo peso. Spaparanzati come pascià sui concetti di Newton; uno spazio cartesiano e un tempo uguale per tutti. Che comodità. Che
guscio confortevole. Già con Einstein qualche uovo aveva iniziato a frantumarsi. Poi la meccanica quantistica, travolgente, ha fatto la frittata. Un pasticciaccio brutto nel quale gli oggetti sono descritti da una funzione d’onda, una nuvola di probabilità. Una fisica che si regge su calcoli probabilistici, non su assiomi dimostrabili. E a noi laicisti – già senza una Provvidenza a giustificare il caso o Erinni a distribuir vendette – non rimane che sognare che esista almeno un Burlone Celeste, un Grande Perculatore che ci trolla ridanciano, facendoci saettare addosso una serie di coincidenze discretamente insulse’. 
   
Il professore Alessandro Strumia, fisico dell’Università di Pisa che collaborava regolarmente con Ginevra, ha partecipato a una conferenza su "Fisica delle alte energie e gender", nella quale veniva affrontata la questione della discriminazione ai danni delle donne nelle Scienze. 

Lo sventurato rispose «La fisica è stata inventata e costruita dagli uomini, l’ingresso non è su invito». In sostanza, secondo lui, le donne sono sotto-rappresentate solo perché sono meno brave. Nelle discipline scientifiche sarebbe in vigore una meritocrazia assoluta e trasparente: chi è capace entra, chi non lo è resta fuori. E secondo lui le donne restano fuori perché meno brillanti degli uomini.

L’eterno esempio di Madame Curie Madame Curie è il caso eccezionale evocato da decenni per eludere il problema delle pari opportunità tra uomo e donna, ma lei e le altre sono state accolte, dopo che hanno mostrato che cosa sapevano fare.

Agli Uomini, “le cose”… alle donne, “le persone”!
Strumia ha presentato 26 slide sostenendo che gli uomini si interessano di più alle «cose» e le donne alle «persone», e per questo, i primi sono più numerosi nelle professioni a sfondo scientifico e le seconde in quelle umanistiche, dove il confine vero/falso giusto/sbagliato è più sfumato.
Secondo Strumia, è possibile che esistano differenze tra il cervello degli uomini (più portati a «sistematizzare») e delle donne (più dotate nell’«empatia»), diversità a suo avviso influenzate dai livelli di testosterone prenatale. Il fisico italiano propone di misurare il «digit ratio» nelle scienziate: se il dito indice è più breve dell’anulare, questo indicherebbe un’elevata esposizione al testosterone (ormone androgeno) nell’utero materno. E spiegherebbe il successo delle poche scienziate che ce la fanno: assomigliano agli uomini. «All’opposto, sostenere che i cervelli siano identici è ideologia», sentenzia Strumia.
Una tesi che ha ricordato quella di Lawrence Summers, presidente di Harvard, che nel 2005 si dimise dopo avere affermato che le donne hanno minore successo nella carriere scientifiche per differenze innate e non per altro.

Insomma, dopo tre giorni di polemiche, il Cern ha deciso per la sanzione e il rettore di Pisa ha deferito Strumia alla Commissione etica dell’Ateneo. Si potrebbe ribattere che "rimuovere" il problema invece di "confutarlo" è esattamente il contrario del metodo scientifico e che non solo quel guastafeste di Heisenberg, ma pure il buon vecchio Newton avrebbero, forse, qualcosa da ridire. E pure che mettere il bavaglio alle ipotesi bislacche invece di smontarle con le leve della ragione, sa tanto di Santo Uffizio. Ma ecco intervenire il Coglionatore ex machina: la settimana precedente la dottoressa Ursula Bassler, innegabilmente donna, è stata eletta presidente del Cern. Non basta. Può infatti una bacchettata sulle dita a Ginevra provocare un uragano in Svezia? Attenendosi ai fatti, parrebbe di sì: oggi una donna, professoressa associata alla Waterloo University, ha vinto il Nobel per la Fisica. E' solo la terza nella storia del Premio ma non interessa qui capire se a causa di una scarso amore per i numeri nel cromosoma XX o a causa delle pressioni di una società patriarcale. Ciliegina sulla torta, la dottoressa non è mica una donna qualsiasi. Classe 1959, si chiama Donna Strickland. Insomma, una "donna al quadrato". Lassù, tra le pieghe dello spazio tempo, qualcuno ride forte”. E. Cicchetti

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