Non
c'è alcuna prova di differenze biologiche nelle prestazioni
cognitive dei cervelli maschili o femminili -
Raffaella Rumiati, neuroscienziata SISSA
Sapeva
Marie
Meurdrac,
già
nel
1700. Eppure, nonostante la rivoluzione delle donne negli anni 70,
ancora oggi c’è chi sostiene che il cervello femminile sia
inadatto alle
discipline scientifiche.
Stando
a certi numeri, quello tra donne
e scienza sembrerebbe
proprio un rapporto tormentato. In minoranza rispetto ai colleghi in
certi corsi di studio all’università (in Europa tre ingegneri su
quattro sono di sesso maschile secondo l’Eurostat), raramente
premiate con riconoscimenti scientifici importanti, e quasi mai al
comando di gruppi di ricerca (solo il
24% delle
posizioni apicali in Italia è ricoperto da donne).
Enrico
Cicchetti: ‘È tutta colpa di Heisenberg. Ci eravamo abituati
così bene a considerare la mela che cade dall'albero come un oggetto
in una posizione precisa, con una data velocità e un certo peso.
Spaparanzati come pascià sui concetti di Newton; uno spazio
cartesiano e un tempo uguale per tutti. Che comodità. Che
guscio
confortevole. Già con Einstein qualche uovo aveva iniziato a
frantumarsi. Poi la meccanica quantistica, travolgente, ha fatto la
frittata. Un pasticciaccio brutto nel quale gli
oggetti sono descritti da una funzione d’onda, una nuvola di
probabilità. Una fisica che si regge su calcoli probabilistici, non
su assiomi dimostrabili. E a noi laicisti – già senza una
Provvidenza a giustificare il caso o Erinni a distribuir
vendette – non rimane che sognare che esista almeno un Burlone
Celeste, un Grande Perculatore che ci trolla ridanciano, facendoci
saettare addosso una serie di coincidenze discretamente insulse’.
Il
professore Alessandro Strumia, fisico dell’Università di Pisa
che collaborava regolarmente con Ginevra, ha partecipato a una
conferenza su "Fisica delle alte energie e gender", nella
quale veniva affrontata la questione della discriminazione ai danni
delle donne nelle Scienze.
Lo
sventurato rispose «La
fisica è stata inventata e costruita dagli uomini, l’ingresso non
è su invito». In
sostanza, secondo lui, le donne sono sotto-rappresentate solo perché
sono meno brave. Nelle
discipline scientifiche sarebbe in vigore una meritocrazia assoluta e
trasparente: chi è capace entra, chi non lo è resta fuori. E
secondo lui le donne restano fuori perché meno brillanti degli
uomini.
L’eterno
esempio di Madame Curie Madame Curie è
il caso eccezionale evocato da decenni per eludere il problema delle
pari opportunità tra uomo e donna, ma
lei e le altre
sono state accolte, dopo che hanno mostrato che cosa sapevano fare.
Agli
Uomini, “le cose”… alle donne, “le persone”!
Strumia
ha presentato 26 slide sostenendo che gli uomini si interessano di
più alle «cose» e le donne alle «persone», e per questo, i primi
sono più numerosi nelle professioni a sfondo scientifico e le
seconde in quelle umanistiche, dove il confine vero/falso
giusto/sbagliato è più sfumato.
Secondo
Strumia,
è possibile che esistano differenze tra il cervello degli uomini
(più portati a «sistematizzare») e delle donne (più dotate
nell’«empatia»), diversità a suo avviso influenzate dai livelli
di testosterone prenatale. Il fisico italiano propone di
misurare il «digit ratio» nelle scienziate: se il dito indice è
più breve dell’anulare, questo indicherebbe un’elevata
esposizione al testosterone (ormone androgeno) nell’utero materno.
E spiegherebbe il successo delle poche scienziate che ce la fanno:
assomigliano agli uomini. «All’opposto, sostenere che i cervelli
siano identici è ideologia», sentenzia Strumia.
Una
tesi che ha ricordato quella di Lawrence Summers, presidente
di Harvard, che nel 2005 si dimise dopo avere affermato che le donne
hanno minore successo nella carriere scientifiche per differenze
innate e non per altro.
“Insomma,
dopo tre giorni di polemiche, il Cern ha deciso per la
sanzione e il rettore di Pisa ha deferito Strumia alla
Commissione etica dell’Ateneo. Si potrebbe ribattere che
"rimuovere" il problema invece di "confutarlo" è
esattamente il contrario del metodo scientifico e che non solo quel
guastafeste di Heisenberg, ma pure il buon vecchio Newton avrebbero,
forse, qualcosa da ridire. E pure che mettere il bavaglio alle
ipotesi bislacche invece di smontarle con le leve della ragione, sa
tanto di Santo Uffizio. Ma ecco intervenire il Coglionatore ex
machina: la settimana precedente la dottoressa Ursula Bassler,
innegabilmente donna, è stata eletta presidente del Cern. Non
basta. Può infatti una bacchettata sulle dita a Ginevra provocare un
uragano in Svezia? Attenendosi ai fatti, parrebbe di sì: oggi una
donna, professoressa associata alla Waterloo University, ha
vinto il Nobel per la Fisica. E' solo la terza nella storia
del Premio ma non interessa qui capire se a causa di una scarso
amore per i numeri nel cromosoma XX o a causa delle pressioni di una
società patriarcale. Ciliegina sulla torta, la dottoressa non è
mica una donna qualsiasi. Classe 1959, si chiama Donna Strickland.
Insomma, una "donna al quadrato". Lassù, tra le pieghe
dello spazio tempo, qualcuno ride forte”. E. Cicchetti
Il nuovo paradigma della Fisica/Matematica – Capitolo XVIII
https://www.ilfoglio.it/Enrico
Cicchetti
http://www.flcgil.it/
- Stefano
Montefior
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