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mercoledì 12 luglio 2017

L'Unificazione delle coscienze

Imaggine Google
Per molto tempo, è stato presente nel Pianeta un vecchio paradigma, una vecchia coscienza, di una vecchia umanità.
È stato provato con esperimenti scientifici che c'è una profonda connessione tra il Pianeta, la coscienza, la fisica, tutti i campi. Perché il Creatore di questo Universo, della vostra Terra, dovrebbe tracciare una linea e porre una separazione tra voi e il resto di ogni cosa? Non avrebbe senso, eppure questo è il vecchio paradigma. Studiate le cose in frammenti, a pezzi, separate l'una dall'altra. Per voi, il costrutto della chimica di questo universo non comunica affatto con il costrutto della scienza della vita, non comunica con il costrutto della fisica o con quello della psicologia e così vi laureate in uno, nell'altro o nell'altro, non mettendo mai insieme il sistema, un'unificazione di tutto, al posto della separazione di tutto.

Ciò che è il passato, presente, futuro è un concetto lineare nella 4D in cui vivete ma state cominciando a diventare lentamente multidimensionali e a mettere da parte l'idea del tempo, specialmente l'idea del tempo che cambierà le vostre vite.
Ho cominciato a parlarvi del Campo già 5 anni fa: l'ho chiamato “fisica con un atteggiamento”. Vi ho detto che le cose avrebbero cominciato a unificarsi insieme, quando una avrebbe influenzato l'altra. Vi ho detto che avreste cominciato a vedere alcuni parallelismi e a tracciare alcune linee e oggi gli scienziati stanno parlando, gli insegnanti stanno parlando del Campo. Stanno cominciando a osservare l'unificazione: la fisica che cerca di portare armonia insieme, la coerenza insieme e voi vedete che si influenzano l'uno l'altro.
Ci sono scienziati che stanno conducendo delle ricerche che provano qualcosa che, solo qualche anno fa, faceva levare gli occhi al cielo, e ora sta succedendo un'assenza di tempo che potete percepire.

Cominciando a usare l'intuito
Lasciate che vi disegni un'immagine. C'è un grande evento a cui volete partecipare, e voi siete in ritardo ma scoprite che tutto intorno l'enorme parcheggio è completo.
Cominciate a girare intorno e poi il vostro intuito vi dice: “gira a sinistra”.
Avete cominciato a dirigervi verso un posto che non esisteva e alcuni di voi lo chiamano “l'angelo del parcheggio”. Non lo è: questo è il Campo. State cominciando a imparare a fidarvi di qualcosa che è molto comune a molti. Non state sperimentando la preveggenza più di quanto stiate sperimentando un'unità del Campo. Chi sapeva di quel parcheggio? La risposta è: “una persona”, connessa al Campo, proprio come voi e voi vi connettete a ciò che chiamerò il potenziale di quel parcheggio che si sta per liberare, quando qualcuno comincia a camminare verso l'auto. Lo state comprendendo? Se è tutto connesso, significa che i potenziali nel futuro sono quasi visti come “ora” e sono sperimentati nel vostro corpo come “ora”, così tanto che potete sentirli e anche estrapolarli, come se fossero reali e sempre esistiti. Lo vedete?

Scendiamo ancora più nel tecnico: oggi sul palco avete osservato un po' di scienza. Si trattava di esperimenti su come il ritmo cardiaco e il resto della fisiologia di un essere umano si comportano quando vedono alcune immagini. È stato misurato con molte prove. Che le immagini fossero orrende o amorevoli, l'idea finale era quella di misurare la risposta. Poi scoprite che l'essere umano era capace in qualche modo di avere una risposta prima che l'immagine fosse mostrata. Com'è accaduto? Per renderlo più complesso e per far alzare ancor più gli occhi al cielo, chi mostrava l'immagine non aveva coscienza, era un programma a computer, programmato per mostrare le immagini in maniera casuale.
Tutto è connesso con tutto. Un computer è separato e funzionante nello spazio senza di voi? No, è accanto a voi. Alcuni di voi hanno anche rotto il proprio computer quando erano arrabbiati. Cominciate a comprendere il punto? È nel Campo. Il programma è nel Campo, gli elettroni, i movimenti e i componenti logici sono nel Campo. Voi ve ne siete accorti, loro se ne sono accorti di cosa verrà mostrato dopo nell'esperimento perché era nel Campo. Quanti di voi parlano alla propria auto e ottengono dei risultati? Tieni duro -dite-, tieni duro, ancora un po', ancora un po'. So che sei rotta, ma tieni duro, andrà bene, andrà bene. Gomme rimanete gonfie, rimanete gonfie. Sto parlando a coloro che sanno esattamente a cosa mi sto riferendo. Apparentemente gli oggetti inanimati stanno nel Campo, Gaia è nel Campo, gli alberi, gli animali, tutto ciò che è, sta nel Campo, dando a voi, Cari Esseri Umani che state evolvendo, l'opportunità di cominciare a far pratica e accordarvi ad esso, così che possiate avere qualche idea di cosa aspettarvi nella vita, di cosa sta arrivando nella vita e essere preparati a schivare i proiettili, come dicono, a schivare le malattie, a evitare i confronti. Potrebbero dire che non è appropriato. Voi state per giungere al controllo della vostra vita in modi che non vi siete mai, mai aspettati, a meno che, certo, decidiate di rimanere nella scatola della 4D. Questa è libera scelta! Questo definisce la libera scelta e non che cosa mangerete per colazione domattina.” Kryon

Il vuoto del pensiero è la libertà dell’anima.
La mente non è noi: tutti i nostri pensieri vengono da una Mente universale, ben più vasta della nostra. Sri Aurobindo
Il pensiero non è qualcosa che produciamo, ma una “sostanza” nella quale siamo immersi. È il nostro habitat naturale, nel quale agiamo e creiamo effetti e rispondenze. Noi infatti “elaboriamo” pensiero, non lo produciamo: il pensiero non è parte di noi, non ci appartiene. Siamo abituati a identificarci nei nostri pensieri, ma la verità è che noi siamo solo il canale attraverso il quale scorrono.

L’essere umano partecipa a un ecosistema multidimensionale di energia-pensiero. L’uomo riceve pensiero elaborato da specie “inferiori” (meno complesse) ed elabora pensiero-cibo per specie “superiori” (più complesse), all’interno di una vera e propria “catena alimentare”.
È interessante considerare che noi, nella nostra attuale condizione, non solo non produciamo pensiero, ma non siamo neppure fruitori del pensiero che elaboriamo, o meglio, non lo siamo in tempo reale. Quando crediamo di pensare, ci stiamo semplicemente ricordando di aver elaborato “qualcosa” che la mente ha adattato a sé, rielaborando i nostri pre-giudizi. Praticamente viviamo in una “differita” della realtà, riveduta e corretta dalla mente.
Se viviamo in un’illusione della mente, come possiamo “essere”?
Se non pensiamo, come possiamo “agire”?
Noi non siamo mai nel “qui e ora”, ma sempre nel passato o nell’idea del futuro, comunque elaborata secondo il nostro schema di abitudini e di preconcetti. Noi viviamo nel “ricordo”.
Usare davvero il pensiero significa essere capaci di una consapevolezza e di un potere che abbiamo disimparato ad applicare. E ricordiamoci che l’elaborazione del pensiero non avviene nel cervello. Il cervello è solo un coordinatore della mente: l’elaborazione del pensiero è un atto che riguarda tutto il nostro corpo e in particolare alcuni organi come l’intestino e il cuore.
Ma questo “pensiero”, che canalizziamo ed elaboriamo, che ci permette di elaborare la realtà e di partecipare ad un ecosistema di intelligenze, è proprio quello che ci serve per evolverci? Intendo dire, non solo per progredire e per svilupparci come specie senzienti, ma per evolverci come Coscienza?
La vera coscienza, la vera consapevolezza, è libera dai vincoli della mente. É libera dai processi mentali, emancipata dal pensiero che costringe la nostra percezione entro i limiti dei sensi, delle tre dimensioni e del tempo. Quando siamo consapevoli siamo semplicemente qui, e quindi dappertutto, e ora, e quindi nell’eterno. Non esiste altro luogo e sopratutto non esiste altro tempo, non esistono i vincoli del passato, le limitazioni del ricordo e della memoria che ci costringono entro schemi e processi vecchi, abitudinari e pre-programmati, da noi stessi o da altri. E non esiste la tensione del futuro che mai ci permette di essere ciò che siamo. Il flusso di pensiero cessa finalmente. Da quel momento, in quel momento, siamo noi a essere, a produrre il Pensiero.
Solo se riusciamo a emanciparci dal ricordo possiamo essere nel presente. Ma non basta: solo se riusciamo uscire dal flusso del pensiero possiamo eludere i programmi che ci allontanano dalla realtà di noi stessi e delle cose. Non si tratta solo di smettere di vivere nel ricordo e quindi di usare finalmente il pensiero in tempo reale, ma di uscire dal flusso del pensiero elaborato, di cominciare a CREARE il pensiero, essere il pensiero, anzi, superare l’idea stessa di pensiero.
Questo è possibile solo se ne siamo fuori: allora la mente, che genera l’illusione dei sensi e del tempo, si ferma e nasce la percezione del Vero, la consapevolezza del Reale.
I flussi di pensiero, che permettono lo sviluppo delle specie viventi, sono il trampolino ma anche la gabbia dell’evoluzione superiore, il confine che le forme-ponte devono trascendere. Sui flussi di pensiero viaggiano i limiti del pre-concetto e sono essi stessi il supporto dei programmi di controllo mentale architettati da noi stessi così come da forze sfruttatrici e predatorie.
La meditazione è non-mente, non-tempo. Fermare la mente significa fermare il tempo.
Sappiamo che i flussi di pensiero non conducono solo la sostanza-pensiero da elaborare ma per loro natura trasportano idee pre-elaborate, ovvero programmi mentali, e sono direttamente connessi con la struttura temporale della nostra realtà, dove burattini e burattinai condividono un'illusione e sono persi, sebbene in modi diversi, nel medesimo dramma umano: la distrazione dalla consapevolezza individuale (= realtà).
Già da alcuni anni di questa potenziale Nuova Era, le linee energetiche planetarie vengono man mano “resettate”, come effetto dell’allineamento galattico (che peraltro altera il campo magnetico terrestre, altro supporto ai processi di controllo).
Tutto questo produrrà nuove e straordinarie condizioni di rinnovamento spirituale, ma la densità temporale, e quindi il flusso di pensiero che attraversa il nostro mondo, si sta già riducendo sensibilmente, dandoci la possibilità quindi di sfruttare un momento eccezionale per liberarci dal “baco”, esprimere appieno la nostra possibilità di coscienza, emanciparci dall’illusione della mente e dai programmi di controllo, essere finalmente produttori di pensiero e quindi svolgere appieno il nostro ruolo di forme-ponte, irrorando l’esistente con il nostro pensiero prodotto e avvicendando così le forze vicarie della natura che hanno finora presieduto ai processi evolutivi di questa potenziale realtà.

Essere legati al pensiero o essere preoccupati per i fenomeni che possono riguardarci nel nostro prossimo futuro significa non cogliere quanto davvero sta accadendo e, anzi, rischiare di operare al fine di trovare “soluzioni” per evitare possibilità straordinarie che a volte vengono percepite (o fatte percepire) come problemi.”
Tratto dal libro di Carlo Dorofatti "Nient'altro che se stessi".
Fonte: http://www.scienzaeconoscenza.it