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giovedì 10 agosto 2023

Siamo tutti Uno - Collegati da un campo morfogenetico

 


“Siamo parte di una ‘memoria collettiva’ alla quale tutti noi ricorriamo; inconsciamente siamo tutti collegati con ogni altra cosa ed ogni altro essere…” Jung

Il campo morfico, o morfogenetico, è un campo di informazione, una sorta un’unica coscienza collettiva che contiene tutte le indicazione relative a una determinata specie.

È un campo a cui tutti sono collegati e con il quale tutti entrano in relazione (risonanza morfica).

Nella fisica moderna vi sono concetti che si applicano a molte entità non materiali, denominate campi, che, pur non essendo di natura tangibile, sono tuttavia strettamente correlati alla materia.

Si ipotizza quindi che la vera mente potrebbe essere un campo non materiale in grado di produrre mutamenti fisici nella propria realtà.

Anche se apparentemente questa possibilità appare irragionevole e metafisica, in realtà con i nuovi sviluppi della fisica quantistica l'irrazionale ha finito per essere ammesso e le interazioni tra il non materiale e il materiale sono ormai date per scontate. Ciò che viene chiamata mente potrebbe coincidere con un potenziale quantistico situato a un livello energetico più sottile del cervello biologico, e per questo da esso stesso filtrato e limitato.

Il fisico Henry Margenau ipotizza la Mente Universale come l'esistenza di un'unica grande mente collettiva che si manifesta individualmente tramite ogni essere umano, comprendendo una buona parte di caratteristiche comuni e alcune peculiarità individuali.

“La sua conoscenza comprende non solo l'intero presente ma anche tutti gli eventi passati. Più o meno come il nostro pensiero può esplorare l'intero spazio e giungere a conoscerlo, così la Mente Universale può viaggiare avanti e indietro attraverso il tempo a volontà”.

L’ipotesi morfogenetica

Sulla base delle ricerche di Douglas Mac Dougall, dell’università di Harvard, Rupert Sheldrake ha sostenuto l’ipotesi di forze immateriali le quali sarebbero generatrici della forma in seno alla materia. L’ipotesi morfogenetica, provata scientificamente nel 1998, presuppone l’esistenza di una ‘memoria collettiva’ diffusa in tutto l’universo, indipendente dal supporto cerebrale e tale, quindi, da sopravvivere alla morte.

Per questa loro natura, i campi di risonanza morfica, portatori di memoria, sono retti da leggi che si sottraggono allo spazio-tempo, richiamando piuttosto quelle dell’affinità e delle corrispondenze: “tra organismi esiste un misterioso collegamento di tipo telepatico, oltre la dimensione spazio-temporale”. I campi possiedono una memoria intrinseca (individuale + collettiva), si basano su ciò che è accaduto in precedenza e sono portatori di abitudini e caratteri ereditari.

Sheldrake ritiene anche che i campi morfici di ciascun individuo sono in collegamento con quelli di tutti gli altri individui. Ogni pensiero è energia e come tale viene ancorato in questi campi elettromagnetici di memorizzazione. Così avviene anche per qualsiasi “azione” o “avvenimento”. Ciò significa che in essi si trova ancorato e memorizzato tutto il sapere dell’umanità fin dalle origini e che caratterizzano ed influenzano tutte le forme fisiche e persino il nostro comportamento. Le cose che impariamo, pensiamo e diciamo, influenzano anche gli altri per mezzo della risonanza morfica.

Le più recenti scoperte della biologia, sembrano convalidare l’ipotesi di un meccanismo per cui energie “ordinatrici” ancora sconosciute operano sulla materia organica, organizzandola e promuovendo gradualmente in essa la coscienza.

Siamo tutti Uno - Essere consapevoli che tutto è uno e che anche noi siamo uno con il tutto, non è in effetti un concetto facile da digerire.

Ogni cellula vibra di una luce propria, ognuno ha un destino da compiere, ma questo non potrà mai essere separato completamente dal resto del creato. Perché tutti facciamo parte della stessa e unica Energia e Vibrazione.

Il senso della nostra universalità è indebolito dalle limitazioni fisiche

Qual è quindi il motivo per cui ogni essere umano si sente così individuale e localizzato nel proprio corpo, avvertendo un profondo senso di limitazione allo spazio e al tempo presente? Henry Margenau afferma che il senso della nostra universalità è indebolito dalle limitazioni fisiche del corpo, dalle costrizioni organiche del cervello.

Una delle limitazioni più angosciose è il nostro modo rigido di percepire il tempo. Margenau usa la metafora di «fessura di tempo» per enfatizzare la nostra capacità di vedere solo una fetta piccolissima dell'intero panorama del tempo. Così come possiamo vedere soltanto una banda ristretta dell'intero spettro elettromagnetico che chiamiamo «luce», analogamente possiamo percepire solo un esiguo frammento del tempo, che chiamiamo «l'adesso».

Questa limitazione nella coscienza della totalità del tempo contribuisce al nostro senso di essere intrappolati e alla deriva nel tempo, di essere limitati a un solo arco di vita e di sentirci disperatamente mortali, destinati alla morte.

Un'altra grave limitazione che c‘impedisce di usare le nostre menti in senso universale e non localistico è ciò che Margenau chiama il «muro personale».

Il muro personale «produce il senso prevalente d'isolamento individuale e ci dà un'identità oltre che un ego». Il peggiore dei suoi possibili effetti è quello di creare un senso d'isolamento e di solitudine, che può essere totalmente oppressivo e morboso, perfino mortale.

Eppure, queste limitazioni non sembrerebbero assolute, ed è probabile che molte persone nell'intero corso della storia, come i mistici, siano riuscite a superarle.

L'abbattimento totale dei muro personale e l'allargamento all'infinito della fessura di tempo possono permettere a una persona di fondersi con l'Uno. Margenau descrive le sensazioni che tale fusione potrebbe suscitare: "Ciò che intendo dire è che il sé conscio tornerà alla sua origine presunta, cioè la Mente Universale, e da ciò sembra derivare che, come parte di Dio, il sé conscio ha la facoltà di rivisitare tutti gli aspetti della sua esperienza terrena, e forse anche la possibilità di dimenticarli e di consegnarsi all'oblio (o addirittura all'estinzione). Ma il pensiero cruciale, l'attesa di una riunione con Dio, contiene già una qualche consolazione, e la speranza, anzi, la promessa della morte come esperienza unica".

Il Nostro Potere Perduto - Capitolo IX

Un campo dove abitano i pensieri – Capitolo 9


Fonte:

fisicaquantistica.it/

scienzaeconoscenza.it/

performancetrading.it