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sabato 10 luglio 2021

Se non ci fossimo, l’universo non sarebbe quello che è

 


La fisica quantistica ci fa sapere che ci sono infinite possibilità. La probabilità che qualcosa avvenga è strettamente legata all’atto di osservazione che diventa coerente con ciò che prevediamo di vedere. Quando osserviamo e “scegliamo” uno specifico risultato, tutte le altre possibilità diventano incoerenti rispetto a ciò che vediamo e si auto-escludono. Siamo noi a determinare ciò che si verificherà e sperimenteremo nella nostra vita sulla base del nostro punto di osservazione.

Perché se osserviamo un vaso di fiori, non riusciamo a modificarlo? Perché le leggi della fisica quantistica perdono di valore, superata una certa dimensione: i teorici lo chiamano “problema della decoerenza”, e in sostanza altro non è che la constatazione che i sistemi macroscopici che sperimentiamo quotidianamente non seguono le stesse regole dei sistemi microscopici, o meglio ancora, sub-atomica.

Il gatto di Schrödinger

Una rara occasione di coerenza quantistica su scala macroscopica è stata fatta con il famoso paradosso del gatto di Schrödinger, dimostrando che un "gatto quantistico" può essere simultaneamente vivo e morto e anche in due luoghi contemporaneamente.

La storia è nota: un gatto è chiuso dentro una scatola, in compagnia di una fiala di veleno collegata a un martelletto, il quale a sua volta è collegato a un contatore geiger che misura il decadimento di un atomo radioattivo. Se l’atomo radioattivo decade, il contatore geiger lo scopre e invia un segnale al martelletto il quale rompe la fiala di veleno che ucciderà il gatto. Se l’atomo non decade, il gatto sarà vivo e vegeto.

Se applichiamo le leggi della fisica quantistica a questo scenario, in teoria, finché un osservatore esterno non apre la scatola, il gatto sarà contemporaneamente vivo e morto. Questo perché l’atomo radioattivo resterà in uno stato indeterminato, descritto, appunto, dalla funzione d’onda, che collassa solo allorquando l’osservatore effettua l’osservazione.

Possibile che, all’interno di quella scatola, il gatto sia contemporaneamente vivo e morto? No, per questo lo chiamano “paradosso”. Ed è per questo che la fisica quantistica non si applica al mondo macroscopico.

Ma se prendete questo esempio e lo applicate a una scala sub-atomica, potete stare certi che le cose andranno proprio come le aveva descritte Erwin Schrödinger, uno dei maestri della fisica quantistica.


Che rumore fa un albero che cade nella foresta, se non c’è nessuno in ascolto?

Il gruppo, guidato da Matthew Pusey, ha dimostrato che la funzione d’onda è qualcosa di reale e tangibile: l’elettrone esiste davvero in un’infinita di punti lungo la sua orbita, come tante infinite realtà diverse, che vengono ridotte a un’unica realtà solo quando l’osservatore porta l’elettrone a collassare in quel punto esatto.

La grande rivoluzione della fisica quantistica sta, quindi, tutta in questa frase: se il mondo sub-atomico vive in una realtà indeterminata finché non c’è un osservatore esterno che la fa collassare in uno stato determinato, allora, potremmo fantasticare sostenendo che l’intero universo vivrebbe in uno stato di indeterminazione quantistica se non ci fossero osservatori intelligenti che lo osservano. Il che, detto in parole povere, vuol dire che, se non ci fossimo, l’universo non sarebbe quello che è.

“Che rumore può avere un albero che cade nella foresta, se non c’è nessuno in ascolto?”

Tuttavia, anche noi siamo composti da particelle con un comportamento ondulatorio.

Il fatto che la luce sia un’onda di energia se non la osserviamo, o una particella di materia fisica se invece la osserviamo, significa che dipende da noi scegliere se osservare e focalizzarci su una particella o meno.

Quando iniziamo a guardare il mondo da molti più punti di vista che vanno oltre le credenze limitanti, iniziano a manifestarsi nuovi eventi, situazioni e sincronismi.

Solo perché crediamo che qualcosa sia possibile, ci apriamo a quella possibilità nella nostra vita

Ma come può essere che semplicemente osservando un’onda la si trasformi in particella?

John von Neumann, giunse alla conclusione che l’unica spiegazione possibile fosse la presenza di una variabile nascosta e che quel fattore x fosse la coscienza umana!

In pratica, il motivo per cui un fotone o l’elettrone interferisca con se stesso sarebbe che la nostra coscienza provocherebbe il collasso della funzione d’onda, e ciò produrrebbe la differenza tra la percezione della particella e dell’onda.

Se partiamo dal presupposto che gli esseri umani sono composti di fotoni, l’atto stesso di osservare provoca il collasso della funzione d’onda e cambia la struttura concreta della composizione del corpo. Quindi, fondamentalmente il nostro universo è un artefatto. In sostanza la coscienza è il fattore x che viene trascurato in tutti quanti gli esperimenti, ma che spiega la maggior parte degli effetti osservabili in fisica quantistica. L’onda probabilistica è basata sul nostro modello di coscienza. Ciò significa che se espandiamo il modello della nostra realtà personale, i risultati cambiano e in modo esponenziale.

La nostra osservazione o misurazione provoca il collasso della funzione d’onda.

Cambiare il modo in cui percepiamo la realtà, trasforma l’oggetto della nostra osservazione, che a sua volta provoca l’immediata trasformazione del risultato finale!

Ogni volta che osserviamo il mondo subatomico, lo alteriamo. Se la luce farà la sua comparsa come particella o continuerà la sua esistenza come onda dipende dalla nostra scelta. Se non ti focalizzi sull’entità subatomica, è solo un’onda che fluttua liberamente, ma se ti concentri su di essa e la osservi, si solidifica in una particella di materia fisica. Poiché ogni atomo di questo mondo è fatto di entità subatomiche che si comportano in questo modo, tutto questo ha una profonda implicazioni nella nostra vita.

Proprio come per le particelle di luce, qualsiasi cosa a cui presti attenzione accade.

Se acquisti una certa marca di macchina, improvvisamente comincerai a vedere molte altre auto di quella marca sulla strada.

È lo stesso fenomeno. Ciò su cui ti focalizzi è ciò che appare. Forse penserai che se non avessi comprato l’auto nuova, non noteresti tante altre auto come la tua. Ma la verità è che senza la tua attenzione le auto come la tua non sarebbero là! Sei tu a manifestare quella possibilità quantistica! Si tratta solo di assumersi la responsabilità e di riconoscere ciò che hai scelto.

Ne deriva qualcosa di entusiasmante e incoraggiante: puoi cambiare ciò che scegli di osservare e, facendolo, puoi cambiare ciò che accade. È l’atto stesso di osservare, del focalizzarsi che crea il risultato, sia esso una particella di luce o un’automobile.

Questo implica che il nostro mondo, ossia la nostra realtà fisica non appare se non la osserviamo. Quindi, per cambiare la tua vita bisogna accettare che la scelta di ciò che osservi è una tua responsabilità.

Ciò significa che l’universo è plasmabile e si manifesta nel modo in cui lo vediamo. Abbiamo reso manifesto il nostro universo, lo abbiamo fatto sempre, solo che non ne eravamo consapevoli.

Ciò su cui una persona si focalizza, osservando, prestando attenzione, è ciò che apparirà nella sua vita, nel suo mondo.

Noi stiamo osservando le entità subatomiche che rendono solide le onde di energia per diventare la materia del nostro mondo. Questo significa che le cose che desideriamo possono manifestarsi, ogni volta che cambiamo il nostro punto di osservazione. Per manifestare grandi cambiamenti è sufficiente iniziare a osservare il mondo focalizzandoci su quello che desideriamo. Se poi, all’osservazione segue l’azione consapevole, gli effetti diventano sempre più evidenti e visibili a tutti.

Come noi creiamo la nostra realtà – Capitolo X


Fonte: http://www.essereilcambiamento.it