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venerdì 4 agosto 2023

Il segreto dei SuperAgers, gli 80enni con “super memoria”

 



Una delle conseguenze più evidenti e devastanti della vecchiaia è il declino delle facoltà cognitive. Il corpo umano, e con esso il cervello, cambia nel corso degli anni. Nel tempo, il nostro cervello "inizia a perdere consistenza" perché la sua attività inizia a rallentare e i ricordi diventano meno affidabili. Questa è semplicemente una conseguenza dell'invecchiamento ed è normale.

C'è però un gruppo di persone over 60 che non segue questa regola e che sembra non invecchiare mai, almeno dal punto di vista cerebrale, dove il cervello sembra non risentire del passare del tempo: anzi , le sue capacità cognitive rimangono simili a quelle dei ventenni.

Gli scienziati, dopo aver condotto diverse ricerche in materia, hanno definiti “SuperAgers” agli over80 che sfoggia performance mnemoniche, una funzione cognitiva paragonabile a quella di un individuo di mezza età. Questo sarebbe dovuto a un gruppo di neuroni più sani e più grandi presenti in una precisa area del cervello determinante per il funzionamento della memoria.

Le prime ricerche che hanno permesso di individuare questo gruppo di anziani sono state condotte alla Northwestern University, uno degli atenei più prestigiosi degli Stati Uniti. I partecipanti, reclutati all’interno della comunità, erano adulti di 80 anni o più, con le funzioni cognitive intatte.

Gli esperimenti hanno dimostrato la presenza di una migliore memoria e velocità di reazione agli stimoli mentali rispetto alla persona media di questa età.

La nuova rilevazione della Northwestern University di Chicago ha evidenziato che i SuperAgers perdono volume cerebrale più lentamente rispetto ai loro coetanei. Per questo potrebbero essere più protetti dal morbo di Alzheimer e dalle altre forme di demenza che colpiscono gli anziani.

È stato dimostrato, attraverso la risonanza magnetica, che all’interno del gruppo degli over 80 la corteccia rimane più spessa e diminuisce più lentamente rispetto agli altri anziani. Normalmente, infatti, a partire dai 50-60 anni gli adulti perdono il 2,24% del volume cerebrale all’anno, mentre i SuperAgers solo l’1,06%.

Questa scoperta integra un altro studio secondo cui il cervello dei SuperAgers ha molti più neuroni von Economo, un tipo di cellula cerebrale che potrebbe dare vantaggi intuitivi e una comunicazione più rapida fra ragionamento ed emozioni, altro fattore chiave per avere buona memoria.

Nel cervello degli ottantenni che ricordano tutto ci sono poi tre volte meno «grovigli neurofibrillari di proteina tau», una definizione complicata che identifica formazioni anormali di proteine responsabili dell'invecchiamento cognitivo. Molte delle conclusioni alle quali sono arrivati gli scienziati fanno pensare che SuperAger si nasca e non si diventi, e che le caratteristiche che ritardano il deterioramento del cervello siano scritte nel dna che ereditiamo alla nascita. Ma non è del tutto vero. Sono determinanti anche lo stile di vita e la volontà di continuare a essere attivi, socialmente, fisicamente e intellettualmente, anche nella terza età. Il cervello si spegne se smettiamo di usarlo, ma se lo teniamo allenato ogni giorno anche solo con un libro, un cruciverba e una telefonata agli amici, continuerà a funzionare come fanno quasi sempre le cose di cui si ha avuto cura.

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