Hanno detto di Lei: Non è una donna. Non è neanche un'azienda. È un fenomeno sociologico, un romanzo fatto a forma di esistenza. Lei ha deciso di trasformare se stessa in un brand. Una casalinga trasversale, l'amica ideale per milioni di americani.
Quando una singola donna è celebrata come il faro che ha guidato milioni di persone attraverso l’oscurità, e se quella donna è nera (ha fatto perfino contare nel proprio DNA i suoi geni, che sono all’89 per cento dell’Africa subsahariana) in un’America divisa dal razzismo, in cui furoreggiano, ancora, i white supremacist, Ku Klux Klan e i naziskin americani, mi sembra esemplare.
Una self-made woman Oprah Winfrey, questa guru multimediale, grazie alla sua tenacia e ambizione, è riuscita a raggiungere lo status di diva, partendo da umilissime origini. L’assertività, la sua lungimiranza e il suo incredibile fiuto commerciale, l’hanno resa l’indiscussa Re Mida degli ultimi venti anni, diventando la donna più influente degli Stati Uniti. Con Winfrey, il talk show è diventato più immediato, più intimo, più personale. Quando la storia di un ospite la commuove, lei piange e tende le braccia alla ricerca di un abbraccio.
Dall’infanzia travagliata, - figlia di due teen-agers di pelle nera nel Mississippi, un minatore (dicono che lei non conosce la vera identità di suo padre) e una cameriera, allevata dalla nonna in un ghetto di Milwakee, stuprata a 9 anni, ragazza-madre a 14, con un fratellastro gay che è morto di Aids - Oprah ha saputo dare la svolta. L’Oprah Winfrey Show ha il rating più alto nella storia della televisione: 22 milioni di fedelissimi, per tre quarti donne, e un feeling inimitabile perché legatissimo alla persona.
Con un background così (assieme alla fama e alla ricchezza di oggi), l’anchorwoman Oprah Winfrey è stata paragonata a Giovanni Battista, che apre la strada all’avvento di Obama. Pare che il suo sostegno abbia spostato più di un milione di voti. Se continuiamo a rifar sempre le stesse cose, avremo sempre gli stessi risultati. Dobbiamo osare quando si presenta l’occasione. Oggi l’occasione è l’Iowa e l’uomo è Barack Obama, un uomo politico che ha la lingua immersa nella verità. Lo diceva alla fine del comizio congiunto di Des Moins, nel suo speach efficace e mirato.
A differenza delle tante donne che, ancora oggi, continuano a correre dietro a un uomo-ancora, un maitrê-à-penser per avere un’identità, Winfrey è stata molto decisa a fare di sé un esempio positivo. Ha un'antica passione per lo junk food, i problemi di peso - arrivò a pesare 108 chili - una relazione con un uomo sposato (così non ha bisogno di sposarlo); ha avuto un bambino a 14 anni che è morto neonato, e lei non ci ha riprovato: non ho figli né marito, ma ho gli amici, il successo e una montagna di soldi. Che cosa vuole di più della vita?
Il Wall Street Journal ha coniato addirittura un neologismo bizzarro: oprahfication, che indica una confessione pubblica come forma di terapia. Un processo per cui tutto va condiviso nei dettagli, non importa quanto doloroso, imbarazzante o inadatto al pubblico consumo, e se questo non accade, si sta venendo meno a una scintilla di verità umana irrinunciabile e hanno vinto i Romulani. (In Italia si può vedere nei talent show in stile Amici di Maria, dove le sfighe dei concorrenti superano ampiamente le esibizioni in termini di minutaggio) .
L’influenza di Oprah sull’opinione pubblica è tale che le hanno dato persino un nome, The Oprah Effect, un ascendente sulla popolazione che si manifesta, tanto quando parla di temi sociali importanti, violenza sulle donne, discriminazione, omosessualità, quanto nei momenti in cui intervista le celebrity più famose, con le quali riesce a instaurare il dialogo su un piano molto intimo per l’ambiente di uno show televisivo.
Oprah è considerata, esaltata, criticata per aver dato voce in particolare alle identità alternative, soprattutto sessuali. È stata lei, dicono, a rompere «i tabù del Ventesimo secolo» e a far entrare nel mainstream gli omosessuali, le lesbiche, i transessuali e i transgender. Nessuna conferma, invece, circa l'indiscrezione secondo la quale Winfrey sia in realtà gay, fidanzata con la sua migliore amica, Gayle King. So che la gente si aspettava un outingdichiarato l'autrice, La mia convinzione è che Oprah sia in realtà una donna asessuata: tutte le sue energie sono state riposte nella carriera. E se anche fosse gay, non lo direbbe mai" (Kitty Kelly biografa, a USA Today)
Il nome Oprah Winfrey è diventato sinonimo di successo.
Una foto di Oprah Winfrey sulla copertina di qualsiasi giornale è in grado di moltiplicarne le vendite. (Il numero di Vogue con la copertina dedicata a Oprah è stato il best seller del 1998 e lo stesso è avvenuto per il mensile InStyle). Sull’onda del successo del talk show, che è trasmesso in 112 Paesi oltre che negli Stati Uniti, Oprah Winfrey ha lanciato la sua casa di produzione Harpo (Oprah scritto all' incontrario) Productions, che produce il talk show, film e mini serie per il canale televisivo ABC, lo stesso che trasmette lo show ogni pomeriggio della settimana. Harpo, ha raggiunto un accordo con Walt Disney per produrre film per il grande schermo, il primo del quale è stato «Beloved», un film sulla schiavitù che però non ha raccolto grande successo. Una débâcle che segue, però, una sorprendente candidatura all’Oscar come migliore attrice non protagonista per la performance del 1985 nel film di Steven Spielberg «Il Colore Viola».
Oprah è, anche, molto rispettata per le sue opere filantropiche. Oltre a innumerevoli donazioni a carattere personale, attraverso il suo «Angel network» raccoglie donazioni miliardarie da grossi imprenditori come Jeff Bezos dell’Amazon e da persone comuni, per opere di beneficenza di solito mirate all’educazione dei bambini poveri.
Oprah regala una macchina a tutti i presenti in studio. Che Buona!
Sono famosi i suoi Giveaways, momenti in cui offre premi e regali al pubblico in studio. Succede ogni anno, sotto Natale, durante una puntata che si chiama Oprah’s favourite things. Ma ci sono state anche occasioni particolari, come la volta in cui regalò a tutti delle macchine offerte da General Motors, ogni persona del pubblico oggi riceverà un’auto nuova in regalo! You get a car! You get a car! You get a car! o quando portò il suo pubblico con sé in Australia. E’ stata lei la campionessa della cosiddetta priv-lit, i manuali di e per donne bianche farciti di meditazione e viaggi esotici. Buona, questa donna!
Nel 1996, nel periodo di diffusione del virus della mucca pazza, Oprah si lasciò sfuggire, durante una puntata dedicata all’argomento, che non avrebbe più mangiato un hamburger. Fu citata in tribunale da un allevatore texano, con l’accusa di aver fatto perdere ai produttori di carne oltre un milione di dollari, alterando l’andamento del mercato. Vinse la causa, e consegnò un programma televisivo a uno dei suoi avvocati.
Sarà perché lotta con la ciccia da anni, sarà perché è simpatica e non è una raccomandata, sarà perché si commuove sinceramente quando sente parlare i propri ospiti e perché sa anche prendersi in giro. Sarà perché è di colore in mezzo a decine di colleghi bianchi e solitamente maschi. Negli anni delle dotcom, della TV spazzatura, della real TV, Oprah Winfrey continua a vincere con una miscela di umanità e spiritualità che la rende, oltre che leader indiscussa della televisione femminile, una guida spirituale per donne di ogni estrazione sociale. «Il suo punto forte è di essere una persona vera, con cui ci si può confrontare, come con un’amica», dice una sua ammiratrice. In effetti, Oprah rende gli spettatori partecipi della sua vita, parlando di sé senza inibizioni.
Adesso, dopo 25 anni, concluso il programma che l’ha portata al successo, Oprah si concentrerà sul suo canale via cavo, OWN: Oprah Winfrey Network. Si tratterà quindi probabilmente, del primo importante canale televisivo d’intrattenimento concepito in conformità a una logica di product placement, brand integration, contingency placement, verbal mention e altro ancora.