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martedì 31 maggio 2022

La sonda Explorer 80 ha trovato un Biglietto da visita di Dio

 



“Calling Card of God” - Biglieto da visita di Dio

Nel giugno 2001, la NASA ha lanciato una sonda nello spazio, in orbita attorno alla Terra. La sonda Explorer 80 mirava a misurare la quantità di radiazione fossile rimasta, emanata dall'immenso calore prodotto dal Big Bang.

Recuperando i dati raccolti dalla sonda, gli scienziati hanno osservato con sorpresa che la temperatura del campo a microonde non era omogenea, ma presentava una serie di minuscole fluttuazioni termiche, con una differenza minima tra loro e sempre di due caratteristiche identiche.

Molti ricercatori hanno subito notato che questo fenomeno inaspettato assomigliava inconfondibilmente al sistema di codice binario utilizzato nella programmazione dei computer. Quindi, è stato creato il "Calling Card Project" per decifrare il codice binario, trovato nella radiazione fossile del Big Bang.

L'idea fantastica che hanno avuto alcuni di questi ricercatori è stata quella di pensare che la mappa delle radiazioni fossili potesse contenere un qualche tipo di messaggio. Il termine è stato addirittura coniato come "Calling Card of God" o "Biglietto da visita di Dio", per definire questo strano fenomeno di manifestazione binaria della radiazione fossile.

Eminenti cosmologi come Andrei Linde della Stanford University e Alan Guth del MIT, creatore della teoria inflazionaria della fisica quantistica, hanno teorizzato in linea di principio che il nostro universo potrebbe essere il risultato di un esperimento di laboratorio da creature altamente evolute.

In un test effettuato dal team dell'Università di Bonn, guidato dal professor Silas Beane, utilizzando la cromodinamica quantistica che spiega le leggi che governano l'universo a livello subatomico, i ricercatori sono riusciti a riprodurre al computer una simulazione in grado di replicare una parte dell'universo, molto piccola ma esatta, delle dimensioni del diametro di un protone.

Questa verifica ha evidenziato l'esistenza di legami di una struttura artificiale dell'universo, attraverso il limite massimo di energia dei protoni che viaggiano in esso. Il team voleva capire se viviamo davvero in un Universo artificiale.

Le conclusioni del team di Bonn, pubblicate da Technology Review, rivista ufficiale prodotta dal MIT, non costituiscono una prova definitiva della natura artificiale del nostro universo, ma aprono a una ricerca sempre più affascinante sulla vera natura del mondo in cui viviamo e della nostra stessa esistenza.

Spesso accettiamo il fenomeno dell'esistenza come un semplice fatto da comprendere. Ma sappiamo davvero dove viviamo?

Gli scienziati di tutto il mondo si stanno ponendo questa domanda: "O Calling Card Project ou Calling Card of God non sarebbe un messaggio lasciato dai "costruttori" dell'universo?"

Diversi team di università americane e giapponesi stanno lavorando per cercare di decifrare il presunto messaggio lasciato nel vasto testo cosmico, scritto in codice binario. Sembra che alcuni ricercatori siano rimasti colpiti dai primi risultati ottenuti. Ma nessuno ha ancora intenzione di parlare ufficialmente.

Stimolati da tutte queste prospettive, possiamo permetterci di guardare con più distacco alle presunte certezze della nostra vita quotidiana e ai valori che abitualmente attribuiamo loro, per trovare una dimensione più concreta e vera che spieghi la nostra presenza nell'universo.

L'Universo simula un computer quantistico - Capitolo 9