sabato 28 ottobre 2017

Trovata la prova dell'esistenza di un universo parallelo




Potrebbero esserci molti universi differenti che interagiscono tra loro?
Un nuovo studio teorico sull'argomento, pubblicato sulla prestigiosa rivista Physical Review X, afferma che i mondi paralleli potrebbero non essere un prodotto esclusivo della fantascienza, ma idealmente potrebbero esistere e interagire tra loro, almeno a livello teorico. Lo studio è stato condotto dai ricercatori della Griffith University a Brisbane, in Australia, insieme a un ricercatore dell'Università della California a Davis, negli Stati Uniti.

Gli scienziati forniscono una formulazione matematica della possibilità insondabile dell'esistenza di altri mondi, cioè, un intero universo dotato della complessità strutturale che oggi conosciamo. Secondo gli scienziati, l'esistenza di questi mondi si influenzerebbero reciprocamente e potrebbe fornire una spiegazione scientifica strutturata della teoria quantistica - la teoria fisica, nata nel secolo scorso, che è in grado di descrivere il mondo invisibile degli atomi e di tutto ciò che è ancora più piccolo e imponderabile.

I paradossi della Fisica Quantistica
Fino a oggi, la funzione d’onda era considerata una mera funzione matematica, capace di dirci la probabilità di trovare un elettrone in quel punto specifico. Un escamotage statistico e niente di più. Ora, una ricerca che sta scuotendo il mondo della fisica ha dimostrato che la funzione d’onda è qualcosa di reale e tangibile: l’elettrone esiste davvero in un’infinità di punti lungo la sua orbita, come tante infinite realtà diverse, che vengono ridotte a un’unica realtà solo quando l’osservatore porta l’elettrone a collassare in quel punto esatto (scienze.fanpage).

Quando fu introdotta per la prima volta negli Anni ’50, dal geniale matematico americano Hugh Everett III, la teoria dei molti mondi venne derisa. Everett riuscì a fatica a pubblicarla, e alla fine abbandonò disgustato la carriera accademica. Negli anni, però, le sue raffinate spiegazioni di alcuni strani fenomeni del mondo subatomico, come la capacità delle particelle di coesistere in luoghi diversi, hanno fatto sempre più breccia tra i fisici.
Nonostante le sue tante bizzarrie, la fisica quantistica è una teoria accettata e comprovata dalle sperimentazioni, tanto quanto quella della relatività ed è applicata quotidianamente in tanti ambiti scientifici e tecnologici producendo un gran numero di ritrovati importanti per l’industria.
Eppure, le sue fondamenta filosofiche restano fonte di profonda perplessità e ha abituato gli scienziati a questi paradossi e queste stranezze, tanto che hanno spinto il premio Nobel Richard Feynman ad affermare che “chiunque crede di aver capito la meccanica quantistica, non l’ha compresa abbastanza” e il fisico, matematico e premio Nobel danese Niels Bohr ad affermare: Chi non è rimasto scioccato dalla meccanica quantistica, vuol dire che non l’ha capita.

Secondo la teoria di Everett, ogni universo si divide in una serie di nuovi
universi, quando viene effettuata una misurazione quantistica. Partendo dalle sue intuizioni, abbiamo dimostrato che è proprio dall’interazione tra questi mondi, soprattutto repulsiva, che nascerebbero i fenomeni quantistici”.
Nel multiverso – aggiunge David Deutsch, fisico della Oxford University – ogni volta che facciamo una scelta, si realizzano anche le altre, perché i nostri doppi negli universi paralleli le compiono tutte”. Un’idea sfuggente, difficile da accettare ma, a pensarci bene, non del tutto negativa. Il pensiero che, di fronte alle scelte più difficili di tutti i giorni, ogni possibile alternativa abbia l’opportunità di realizzarsi, potrebbe essere in fondo rassicurante.

L’idea dell’esistenza di mondi paralleli al nostro, è sempre stata molto popolare nella letteratura fantascientifica. Tuttavia, nel corso dei secoli, sono stati numerosi gli intellettuali che hanno appoggiato la veridicità di questa ipotesi. Tra questi il filosofo italiano Giordano Bruno, il quale propose che l’universo fosse infinito e perciò popolato da un’infinità di mondi abitati.
Il primo modello che si propose di strutturare l’organizzazione di questi numerosi universi fu elaborato dal fisico irlandese Edmund Fournier d’Albe, che suggeriva che tali mondi fossero nidificati l’uno dentro l’altro, con scale di grandezza decrescenti. Una matrioska di universi: un’immagine fantasiosa e allo stesso tempo affascinante, che col tempo venne però scartata dagli scienziati, per essere rimpiazzata da nuove teorie.

Una teoria, a dir poco affascinante, è stata elaborata da Tom Shanks professore dell’università di Durham, in Inghilterra, secondo cui un punto freddo individuato nello spazio potrebbe spiegare per la prima volta la teoria degli universi paralleli.
Lo studio guidato da Tom Shanks ha coinvolto oltre 7mila galassie, ma sino a oggi non era mai stato trovato nulla di simile. In particolare, le radiazioni e il fatto che il punto sia molto freddo fanno ipotizzare l’esistenza di una sorta di “vuoto”. “Non possiamo escludere certo che sia una variazione del modello standard – ha spiegato Shanks-, ma se così non fosse, si può pensare che si tratti realmente di un mondo parallelo”.

Ma come provare queste teorie e legarle a fenomeni fisici osservabili?
Secondo Lisa Randall, prima donna a ottenere la cattedra di Fisica teorica alla Harvard University, una possibile strada è il legame con le ricerche sulla natura della forza di gravità. In base ai suoi studi, tra i più citati degli ultimi anni, gli altri universi, vicinissimi al nostro, anche se invisibili, sarebbero immersi in uno spazio a più dimensioni, come un arcipelago di isole sparse nell’oceano. Su uno di questi isolotti sarebbero concentrate le particelle che trasportano, come fanno i fotoni con la luce, la forza di gravità.
Si chiamano gravitoni e sarebbero gli unici in grado di saltare da un universo all’altro. Ma solo alcuni riuscirebbero a “visitare” il nostro universo. Ecco perché la forza di gravità ci appare così debole, poiché diluita su più universi, che la assorbono come una spugna. “Uno degli scopi dei miei studi è spiegare perché la forza di gravità è così debole in confronto alle altre forze fondamentali della natura – spiega la studiosa nel suo libro “Passaggi curvi” -. Un piccolo magnete, infatti, può attirare una graffetta, nonostante la Terra nella sua interezza eserciti su di essa la propria attrazione gravitazionale”.
Il multiverso mi ha reso una persona più felice. Mi ha dato, infatti, il coraggio di correre più rischi”. Commenta su New Scientist, Max Tegmark, fisico del Mit.

Esistono nell’universo molte regioni ancora inesplorate
Il battesimo sperimentale a queste ricerche teoriche potrebbe arrivare a partire dal prossimo anno, al Cern di Ginevra, con la riaccensione alla sua massima energia di Lhc, l’acceleratore di
particelle più potente del mondo. Questa macchina, una pista magnetica di 27 chilometri capace di sondare la struttura più intima della materia, potrebbe essere in grado di vedere i gravitoni, fino ad ora mai osservati direttamente. “Con Lhc potremmo trovare particelle che non esistono più dai tempi del Big Bang, circa 14 miliardi di anni fa – sottolinea Randall -. Tra loro potrebbero essercene alcune che vivono solo su altre dimensioni, o persino su altri universi. La loro osservazione, quindi, sarebbe una prova importante dell’esistenza di altri mondi”. Queste particelle, infatti, lascerebbero una sorta d’impronta gravitazionale sul nostro universo. Come un’ombra che si allunga su un muro in un giorno assolato.

Come spesso accade nella scienza, gli studiosi vivono e si muovono ai bordi della conoscenza. “Non sappiamo come questi studi cambieranno la nostra percezione del mondo – afferma Randall -. Lo stesso Einstein non poteva prevedere che la sua teoria della Relatività avrebbe un giorno trovato applicazioni nel Gps. Esistono nell’universo molte regioni ancora inesplorate – aggiunge la studiosa -. Sapere cosa cercare è spesso difficile, ma questo non deve scoraggiare. Ciò che ancora non si conosce deve servire da stimolo per porsi nuovi interrogativi. È questo – conclude la scienziata di Harvard – che rende la scienza accattivante”.



Fonte: Lo studio su Physical Review X
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/03/universi-paralleli-esistono-potrebbero-interarigire/1243794/
http://www.repubblica.it/scienze/2014/11/30/news/i_mondi_paralleli_potrebbero_esistere_davvero_la_fisica_spiega_il_perch-100639051/#gallery-slider=100688509






sabato 21 ottobre 2017

La fisica moderna cambierà il Sistema Internazionale delle Unità di Misura



Anche il mondo della fisica invecchia. Dopo 129 anni, quindi, il chilogrammo andrà in pensione o meglio, si vestirà di una nuova definizione.
Fra la fine del 2018 e la fine del 2019 il mondo vivrà probabilmente una rivoluzione silenziosa che forse, nessuno se ne accorgerà. Il chilogrammo non sarà più lo stesso e con lui si preparano a rinnovarsi anche altre misure fondamentali.

A deciderlo è stato l’Istituto Internazionale di Pesi e Misure, riunito a Parigi per avviare la ridefinizione delle misure attuali, che sarà sulla base di costanti della fisica, anziché di definizioni astratte. E’ prevista per novembre 2018 mentre per le nuove definizioni si dovrà attendere fino al maggio 2019.
Alla riunione ha partecipato anche il direttore scientifico Maria Luisa Rastello, dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim).

Che cosa vuol dire “un kilogrammo”?
C’è un solo oggetto nell’universo che pesa esattamente 1 kg. Si tratta del kilogrammo campione, o PIK (prototipo internazionale del kilogrammo, in francese prototype international du kilogramme - o il Grand K), conservato nel padiglione di Bréteuil a Saint-Cloud vicino Sèvres, alla periferia di Parigi.
Il prototipo è un cilindro a sezione quadrata alto 3,917 cm, costituito al 90% da platino e al 10% da iridio, conservato in una campana di vetro contenuta all’interno di una seconda campana, a sua volta protetta da una terza campana. Il grande K esce dalla sua camera a atmosfera controllata soltanto una volta ogni 50 anni, quando viene confrontato con delle copie di altissima precisione destinate ai laboratori metrologici di tutto il mondo.
La massa campione di 1 kg, attualmente conservato presso il National Institute of Standards and Technology, negli USA. 

Il chilogrammo, l'unità fondamentale di misura della massa nel SI, è definito come "la massa del prototipo internazionale del chilogrammo". Attenzione, massa e peso non sono la stessa cosa. Anche sulla Stazione Spaziale Internazionale, in apparente assenza di peso, la massa si misura in kilogrammi. Non con una bilancia ordinaria, ma con una bilancia inerziale.
La parola kilogrammo, indicata come l’unità di misura della massa, fa in modo che tutti intendano la stessa cosa quando dicono: 1 kilogrammo. Ma fra un paio d’anni tutti, anche quelli che non ne hanno un’idea, diranno qualcosa di molto diverso quando diranno: “1 kg, per favore”.
Lo scopo è rimpiazzare gli attuali sistemi che definiscono le quattro unità con costanti fisiche universali e riproducibili da tutti, così da rendere la misurazione precisa accessibile ai laboratori di tutto il mondo, con ricadute non solo per la ricerca, ma anche per l'industria.
È importante perché alcune definizioni, in particolare quella del chilogrammo, sono basate su artefatti materiali, anziché su costanti fisiche, e questi non sono affidabili su scale di tempo molto lunghe, ha commentato Giovanni Mana, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica che ha contribuito alla ridefinizione del chilogrammo.

Misure universali

Gli scienziati hanno compiuto un passo fondamentale verso una nuova e migliore definizione del chilogrammo, grazie alla misura di una grandezza fisica fondamentale, la costante di Planck, indicata dai fisici con h, che mette in relazione la frequenza di un fotone – la particella di cui è costituita la luce – con la sua energia e che svolge un ruolo fondamentale in tutta la teoria della meccanica quantistica. Sarà la più grande ridefinizione del sistema internazionale delle unità di misura da sempre, sin dalla sua fondazione.
La miglior misura della costante di Planck attualmente disponibile è stata ottenuta dal National Research Council del Canada, con un'incertezza di 19 parti per miliardo. Inoltre, lo statunitense National Institute of Standards and Technology (NIST) ha da poco realizzato una misura della costante di Planck compatibile con quella canadese, con una incertezza di 34 parti per miliardo, e si propone di fare ancora meglio.
Si preparano a rinnovarsi anche altre misure fondamentali
Oltre al cilindro conservato a Parigi, andrà in soffitta anche l'esperimento immaginario che definiva l'ampere misurando la corrente elettrica in due conduttori di lunghezza infinita. Sarà sostituito da misure basate sulla carica di un elettrone. Una sfera di puro silicio sarà invece alla base della ridefinizione di mole, finora basata sul numero degli atomi presenti in 12 grammi di carbonio 12. Infine il kelvin, che si riferisce alla temperatura e alla pressione in cui coesistono acqua liquida, ghiaccio e vapore, sarà riformulato in base alla costante di Boltzmann, che fissa un legame tra energia e temperatura.
Atenzione: Per chi vuole dimagrire, non pensare che dopo il cambiamento la bilancia sarà una amica più carina e che alla mattina si potrà barare con la bilancia e sentirsi più magri. Anche per chi solleva pesi in palestra nella pratica non cambierà niente.                                    Il nuovo paradigma della Fisica/Matematica  - Capitolo XVIII

http://www.repubblica.it/scienze/2016/07/03/news/il_chilogrammo_andra_in_pensione_dopo_129_anni_arriva_una_nuova_definizione-143343893/

martedì 10 ottobre 2017

A matéria é produzida pela consciência e é criada quando necessário

Imagem Google


A mecânica quântica deixou os cientistas, de todo o mundo, perplexos, especialmente com a descoberta de que nossa realidade material-física não é, de modo algum, uma realidade física.

Nossos sentidos realmente nos enganam.
"Tudo o que chamamos de real é feito de coisas que não podemos considerar reais".
A evidência científica indica claramente o vínculo entre a consciência e o que chamamos de realidade e como ambos não podem mais ser negadas.
E hoje, explorando a relação entre energia e a estrutura da matéria, se acredita cada vez menos em um universo físico, newtoniano e material, que era o coração do conhecimento científico. Foi substituído agora com a consideração de que a matéria é apenas uma ilusão. Os cientistas começaram a reconhecer que tudo no universo é feito de energia. Este conhecimento e conscientização, desempenham um papel importante na potencial transformação do nosso planeta.

As ilusões da mente
O fato de que substâncias materiais (matéria) apareçam do nada, e que, com muitas evidências, sejam a consciência a criá-las, é muito fascinante. Por um minuto mantemos um objeto físico na mão, uma moeda por exemplo, e um minuto depois, percebemos que, se colocássemos a substância material da moeda sob um microscópio atômico, veríamos que não estamos segurando absolutamente nada.

Os átomos são feitos de energia invisível e não de matéria tangível.
O átomo não tem estrutura física. Nós não temos estrutura física e as coisas físicas, realmente não posuem uma estrutura física!
Nós somos átomos, feitos de partículas subatômicas que, na realidade, são um monte de energia que vibra a uma determinada freqüência. Para nós, esses seres de energia vibratória, mostram consciência, que provaram ser capazes de se manifestarem, criarem e se correlacionarem com nosso mundo material físico.

Estudos mostraram que as emoções positivas que vêm de um lugar de paz em nós mesmos, podem levar a ter uma experiência muito diferente para a pessoa que emite essas emoções e para os que estão em torno delas. Sabemos que quando um átomo muda de estado, absorve ou emite freqüências eletromagnéticas, que são responsáveis pela mudança de estado. Os diferentes estados emocionais, percepções e sentimentos, traduzem-se como sendo apenas diferentes freqüências eletromagnéticas e tudo isso foi comprovado.

Não estamos dentro das coisas que fazem parte do nosso cenário.
É inútil basear nossa própria certeza na capacidade de discernimento racional, avaliando quanto nossa mente pode nos propor.
Através da dimensão da mente, normalmente estabelecemos um relacionamento com o mundo material do universo em que aparecemos e no qual existimos, e nada mais. Sem sequer saber qual é a verdadeira aparência dele.
Nós não sabemos como realmente é o universo que vemos e, na verdade, não estamos efetivamente dentro das coisas que fazem parte de seu cenário.
Acontece, às vezes, de sentir que estamos na praia e sentir o cheiro da maresia, ouvir o grito das gaivotas e o bater das ondas nos recifes. Nos acostumamos a esse tipo de percepção. Mas é tudo falso. Na verdade, estamos em algum lugar, mas o que vemos e percebemos está apenas dentro de nós, no nosso cérebro, em nossa representação holográfica do mundo circundante. Estranho esse mundo não-físico, não é?

Quem sabe como o universo realmente é, fora de nós.
Certamente, sem as cores que vemos, árido em sua aparência funcional para a vida do planeta.
Para entender melhor esta situação, apenas pense como os olhos vêem a imagem invertida do ambiente e como o cérebro depois conserta, mostrando-a corretamente. Ou como os sentidos nos faz sentir um choque que consideramos ter sido imediato, mas na realidade aconteceu depois de um certo período de tempo e só percebemos depois que o cérebro tenha tomando conhecimento.

Obviamente, se você se identificar com sua mente, você não vive o verdadeiro sentido da existência. Existem infinitas percepções da existência, que variam de indivíduo a indivíduo. Das cores aos estados emocionais experimentados por cada um deles. Como se dissesse: "O meu verde não é o mesmo que você vê"

E para entender o que será dito agora, seria melhor deixar de fora a lógica porque é realmente incomum.
Ouvimos repetidamente que existe apenas o “aqui e agora", mas qual seria o significado real?
"Você acha que tem que lidar com pessoas que existem fora de você, e que eles tenham sua própria história. mas não é bem assim. Você está em um sonho, e tudo o que faz parte dele, se materializa quando necessário…" Vivemos em um universo no qual mentes individuais são atualmente porções indivisíveis de um holograma e tudo está infinitamente interligado.

Isso significa simplesmente uma outra maneira, talvez mais concreta e direta, para dizer que não existe nada mais, além de Aqui e Agora. Ouvimos esta declaração tantas vezes, mas talvez não tenhamos dado a importância ao seu significado real. O problema é que damos muitas coisas como certas, e então perdemos o hábito de nos fazer perguntas para aprofundar os vários conceitos.

Existe apenas o Aqui e Agora.
Temos ouvido muitas vezes dizer que o tempo é uma ilusão, e, portanto, o passado e o futuro não existem realmente, mas eles são apenas a nossa construção mental. A afirmação, portanto, que exista apenas o momento presente, não nos cria muita dificuldade. Mas o conceito de que só existe o Aqui, é difícil de entender. Você já se perguntou o que isso significa? As conclusões podem ser chocantes porque, mesmo a explicação mais lógica, desconcerta toda a velha lógica em que você baseou toda a sua vida. Até agora.

No filme "The Thirteenth Floor", um dos protagonistas em um certo ponto empreende uma viagem de carro, para ver por si mesmo se fosse verdadeira a idéia de que ele estivesse vivendo em uma simulação de um computador.
Depois de violar uma infinidade de sinais que lhe advertiam de parar e não ir mais longe, em um certo ponto encontra o que se define 'confins de seu mundo'. Além de um certo ponto, há apenas um “rascunho” do mundo, constituido por uma representação wireframe, como os de algumas imagens computadorizadas.
Qualquer pessoa familiarizada com programação de jogos de vídeo, sabe que as cenas do jogo são construídas quando necessário, o que representa exclusivamente os detalhes que são exibidos na tela. Em outras palavras, quando, no curso do jogo deixamos um ambiente para entrar em outro, o ambiente antigo não é mais 'tornado', uma vez que não sendo mais útil, se evita o desperdício de tempo valioso de processamento para construir objetos e paredes que não são mais visualizados.
Assim, em um jogo de vídeo (como também no filme mencionado), a afirmação de que exista apenas o aqui e agora é plenamente válida e verificável. As cenas passadas, simplesmente não existem mais. É criado, momento a momento, apenas o que está sob a visão direta do jogador.

Mas na Realidade, o que acontece?
Assim como em um jogo de vídeo, também na realidade se materializa exclusivamente as coisas que estão sob nossa percepção direta, incluindo todos os cinco sentidos, não apenas a vista.

Com a experiência de fenda dupla, a física quântica foi capaz de demonstrar experimentalmente que a materia só existe quando é observada.

Quando uma partícula não é observada, simplesmente não existe. O que existe em seu lugar é apenas uma onda de probabilidade, que indica a probabilidade com que a partícula pode aparecer em algum ponto do espaço-tempo, quando observada. Sem observação, nada de partícula.

Isso significa que, se neste momento, nenhum dos seus sentidos tem alguma percepção do que está dentro de sua casa de praia, a 50 Km de distância, para a física quântica aquela casa e tudo o que nela contém, simplesmente não existe. “Como não existe? Se eu vou sempre lá, a vejo, e posso entrar”, você poderia objetar. Claro, mas quando você vai lá, você está observando a casa, portanto, você está materializando-a naquele preciso mommento. Como pode aquela casa se materializar sempre igual, no mesmo lugar, com a mesma cor das paredes e do telhado? Simples, porque de acordo com a física quântica, o que você percebe é a materialização (ou colapso) da função de onda que descreve aquela casa.

A função de onda pode ser considerada como uma "forma de pensamento" que existe em nossas mentes. A casa, você recria momento por momento, com base na forma de pensamento ou na idéia que você tem da casa.
Em suma, tudo o que não está sob nossa percepção direta, simplesmente não existe e, portanto, como consequência, é materializado quando necessário, no momento exato em que percebemos. É por isso que, além do Agora, existe apenas o "Aqui".
Por outro lado, não poderia ser de outra forma, considerando que vivemos dentro de um sonho. Se à noite você sonha de estar em uma casa e depois, mudando o sonho ou saindo dele, você não vê mais aquela casa, você acredita que aquela casa continua a existir em algum lugar, mesmo quando despertar do seu sonho? Claro que não, era apenas uma imagem em sua mente que você recriava enquando era necessário.
Bem, considere também que este mundo que parece tão real para você, é apenas uma imagem em sua mente.

Ok, mas como se explica que outras pessoas da mesma família conseguem ver a mesma casa de praia? Por acaso estejamos criando também essas pessoas? Ou elas estão me criando?

Para entender completamente esses conceitos, devemos aceitar a total inconsistência do mundo que percebemos. Não faz sentido falar sobre "outros" como entidades separadas de nós mesmos. Nosso corpo é simplesmente o resultado de uma ilusão, portanto, o conceito de "eu" e "outros" cai por terra, perdendo o senso para a questão de quem cria e quem é criado.

Não é possível tentar aplicar o raciocínio lógico normal a algo que vai além do que aprendemos até agora no mundo, baseado-nos apenas no que percebemos com os cinco sentidos. Todo o raciocínio aqui expresso, baseia-se no conceito do mundo ilusório, que não corresponde a algo tangível e realmente existente "lá fora".
Não há nada lá fora, além das imagens projetadas pelas nossas mentes. Se não concordarmos com esta suposição, é lógico que não podemos compartilhar todo o resto.

O primeiro erro é acreditar ser seu próprio corpo e mente, dando-lhe uma consistência real e perdendo assim de vista, a total ilusão do que percebemos.

Agora que determinamos que nossa construção física não é física, o que fazemos e para onde vamos com essas noções?
O melhor que podemos fazer por agora é entender que a raça humana deve agir a partir de um ponto de paz ou cooperação e compreensão. Devemos perceber que estamos todos interligados, que aqui podemos resolver nossos problemas com facilidade, pois temos uma série de soluções. A única maneira de implementar e usar essas soluções é através de uma mudança de consciência. O mundo está acordando. A alma conhece o significado dessas descobertas, que para a mente são difíceis de serem explicadas. Esperemos, portanto, que cada um procure se colocar nessa estrada.

Se alguém não ficou profundamente chocado com a mecânica quântica, significa que ainda não o entendeu. Niels Bohr

FONTE:
http://www.campoquantico.it/wordpress/mondo-appare-solo-alloccorrenza/
http://www.shan-newspaper.com/web/scienze/1274-vivere-sullorlo-del-nulla.html


domenica 1 ottobre 2017

La materia è prodotta dalla coscienza, ed è creata all’occorrenza


Immagine google
La meccanica quantistica ha lasciato gli scienziati di tutto il mondo alquanto perplessi, soprattutto con la scoperta che la nostra realtà materiale-fisica, non è affatto una realtà fisica.

I nostri sensi veramente ci ingannano.
"Tutto ciò che chiamiamo reale è fatto di cose che non possiamo considerare reali".
Evidenza scientifica indica chiaramente il collegamento tra la consapevolezza e ciò che chiamiamo realtà e come entrambe non possano più essere negate.
E ad oggi, esplorando la relazione tra l'energia e la struttura della materia, venne meno il credo in un universo fisico, newtoniano e materiale, che era il cuore del sapere scientifico; esso fu sostituito dalla considerazione che la materia non è che una illusione. Gli scienziati iniziarono a riconoscere che ogni cosa nell'universo è fatta di energia. Questa conoscenza e presa di coscienza svolge un ruolo importante nella potenziale trasformazione del nostro pianeta.

Le illusioni della mente
Il fatto che sostanze materiali (materia) appaia dal nulla, e che con molte evidenze sia la coscienza a crearla, è piuttosto affascinante. Per un minuto teniamo un oggetto fisico in mano, per esempio una moneta e poi il minuto dopo ci rendiamo conto che se mettessimo a fuoco con un microscopio atomico la sostanza materiale delle monete, vedremmo che non stiamo tenendo in mano proprio niente.

Gli atomi sono fatti di energia invisibile e non di materia tangibile.
L'atomo non ha struttura fisica. Noi non abbiamo struttura fisica e le cose fisiche, veramente non hanno una struttura fisica!
Siamo atomi, fatti di particelle subatomiche che in realtà sono un mucchio di energia che vibra ad una certa frequenza. A noi, questi esseri vibrazionali di energia mostrano coscienza, che ha dato prova di poter manifestare, creare e correlarsi al nostro mondo fisico materiale.

Degli studi hanno mostrato che le emozioni positive che giungono da un luogo di pace in noi stessi possono portare a una esperienza molto diversa per la persona che emette queste emozioni e per color che le sono intorno. Sappiamo che quando un atomo cambia il suo stato, assorbe o emette frequenze elettromagnetiche, che sono responsabili per il cambio di stato. I diversi stati emozionali, percezioni e sentimenti, si traducono con l'essere diverse frequenze elettromagnetiche e tutto ciò è stato provato.

Non siamo dentro alle cose che fanno parte del nostro scenario.
È inutile basare le proprie certezze sulla capacità di discernimento razionale valutando quanto può proporci la mente.
Attraverso la dimensione della mente stabiliamo ordinariamente una relazione con il mondo materiale dell'universo in cui siamo comparsi e in cui esistiamo e nulla di più. Senza sapere neppure com'è veramente il suo vero aspetto.
Non sappiamo com'è realmente l'universo che vediamo e in realtà non siamo effettivamente dentro alle cose che fanno parte del suo scenario.
Ci capita di percepire che noi siamo in riva al mare e sentiamo il profumo di salsedine, ascoltiamo il verso dei gabbiani e lo strabordio delle onde sulla scogliera. Ci siamo abituati a questo genere di percezione. Ma nulla di più falso. In realtà, siamo da qualche parte, ma quello che vediamo e percepiamo è solo dentro di noi, nel nostro cervello, nella nostra rappresentazione olografica del mondo circostante. Strano questo mondo non-fisico, vero?

Chissà com'è effettivamente l'universo fuori di noi.
Sicuramente senza i colori che vediamo, arido nel suo aspetto funzionale alla vita del pianeta.
Per capire meglio questa situazione basti pensare come gli occhi rilevano l'immagine rovesciata dell'ambiente e come poi il cervello la corregga mostrandola diritta. Oppure come i sensi ci portino a recepire un urto che consideriamo immediato, ma che in realtà percepiamo dopo un certo lasso di tempo e lo rileviamo solo dopo che il cervello ne ha preso nota.
È ovvio che se ci si identifica con la mente non si vive il vero senso dell'esistenza. Esistono infinite percezioni dell'esistenza che vanno da individuo ad individuo. Dai colori allo stato emotivo vissuto da ciascuno di essi. Si potrebbe dire: "il mio verde non è quello che vedi tu

E per capire cosa viene detto adesso, sarebbe meglio lasciare fuori la logica perché è veramente inusitato.
Più volte abbiamo sentito affermare che “esiste solo il qui e ora”, ma quale sarebbe il vero significato?
Tu credi di avere a che fare con persone che esistono al di fuori di te, e che hanno una loro storia. ma non è così. Sei in un sogno, e tutto ciò che ne fa parte si materializza all’occorrenza…”
Ciò significa, semplicemente un’altro modo, forse più concreto e diretto, di affermare che non esiste altro se non il Qui e Ora. Quest’affermazione l’abbiamo sentita tante volte ma, forse, non abbiamo dato l’importanza al suo reale significato. Il problema è che diamo per scontate troppe cose, e abbiamo, quindi, perso l’abitudine a farci delle domande per approfondire i vari concetti.

Esiste solo il Qui e Ora.
Più volte abbiamo sentito dire che il tempo è solo un’illusione, e pertanto, il passato e futuro non esistono realmente, ma sono solo una nostra costruzione mentale. L’affermazione, quindi, che esista solo il momento presente non ci crea molto disturbo. Ma il concetto che esista solo il Qui, è di difficile comprensione. Vi siete mai chiesti cosa questo volesse dire? La conclusioni potrebbe essere sconvolgenti perché, per quanto sia la spiegazione più logica, stravolge ogni vecchia logica sulla quale avete basato la vostra intera vita. Fino ad ora.

Nel film “Il Tredicesimo Piano”, uno dei protagonisti a un certo punto intraprende un viaggio in macchina, per verificare con i suoi occhi se l’idea che stesse vivendo in una simulazione di un computer fosse veritiera.
A un certo punto, dopo aver violato una moltitudine di segnali che gli intimavano di fermarsi e non andare oltre, trova quelli che sono i ‘confini del suo mondo‘. Al di là di un certo limite esiste solo una ‘bozza’ del mondo, costituita da una rappresentazione in wireframe, come quelle di alcune immagini computerizzate.
Chiunque abbia dimestichezza con la programmazione dei videogiochi sa benissimo che le scene del videogame vengono costruite all’occorrenza, rappresentando solo ed esclusivamente i particolari che sono visualizzati sullo schermo. In altre parole, quando nello svolgimento del gioco lasciamo un ambiente per entrare in un altro, il vecchio ambiente non viene più ‘renderizzato’, dato che non essendo più utile, si evita di sprecare prezioso tempo di elaborazione per costruire oggetti e muri che non vengono più visualizzati.
Ecco, in un videogame (così come anche nel film menzionato), l’affermazione che esista solo il qui e ora è pienamente valida e verificabile. Le scene trascorse semplicemente non esistono più. Viene creato, istante per istante, solo ciò che è sotto la diretta visione del giocatore.

Ma nella realtà cosa accade?
Esattamente come in un videogioco, anche nella realtà vengono materializzate solo ed esclusivamente le cose che sono sotto la nostra diretta percezione, inclusi tutti e cinque i sensi, non solo la vista.

Con l’esperimento delle due fessure, la fisica quantistica è riuscita a dimostrare sperimentalmente che la materia esiste solo quando viene osservata.
Quando una particella non viene osservata, semplicemente non esiste. Ciò che esiste al suo posto è solo un’onda di probabilità, che indica la probabilità con cui la particella può apparire in un certo punto dello spazio-tempo quando viene osservata. No osservazione, no particella.

Questo vuol dire che se in questo momento nessuno dei tuoi sensi ha percezione di quello che c’è all’interno della tua casa al mare, lontana 50 Km, per la fisica quantistica quella casa, e tutto ciò che contiene, semplicemente non esiste. Come non esiste? Ma se mi reco lì, la vedo, e ci posso anche entrare, obietterai. Certo, ma quando ti rechi lì, la casa la stai osservando, e quindi la stai materializzando all’occorrenza. Come fa quella casa a materializzarsi sempre uguale, al solito posto, con lo stesso colore dei muri e del tetto? Semplice, perché secondo la fisica quantistica quello che percepisci è la materializzazione (o collasso) della funzione d’onda che descrive quella casa.
La funzione d’onda può essere considerata come una ‘forma pensiero’ che esiste nella nostra mente. La casa la ricrei istante per istante in base alla forma pensiero o ‘idea’ che hai di quella casa.
Insomma, tutto ciò che non è sotto la nostra diretta percezione, semplicemente non esiste, e viene di conseguenza materializzato all’occorrenza, nel momento esatto in cui ne abbiamo percezione. Ecco quindi perché, oltre all’adesso, esiste solo il ‘qui’.
Del resto, non potrebbe essere altrimenti, considerando che viviamo all’interno di un sogno. Se in un sogno notturno sogni una casa, e poi cambiando sogno o allontanandoti da essa non la vedi più, al tuo risveglio credi che quella casa continuava a esistere da qualche parte anche quando non faceva più parte del tuo sogno? Naturalmente no, era solo un’immagine nella tua mente che ricreavi all’occorrenza.
Bene, considera che anche questo mondo che ti sembra così reale è un’immagine nella tua mente, per comprendere più a fondo quello che ho appena detto.

Ok ma come si spiega che più persone della stessa famiglia riescano a visualizzare la stessa casa a mare? Forse stiamo creando anche queste persone? O loro creano me?

Per comprendere appieno questi concetti bisogna accettare la totale inconsistenza del mondo che percepiamo. Non ha senso parlare degli ‘altri’ come entità separate da noi stessi. Il nostro stesso corpo è semplicemente il risultato di una illusione, pertanto il concetto di ‘io’ e ‘altri’ viene a cadere, facendo perdere senso alla domanda riguardo a chi crea e chi è creato.
Non è possibile tentare di applicare il normale ragionamento logico a qualcosa che esula da quello che abbiamo imparato fino a ora sul mondo, basandoci solo su quello che percepiamo con i cinque sensi. Tutto il ragionamento espresso qui si basa sul concetto di mondo illusorio, che non corrisponde a qualcosa di tangibile e realmente esistente “là fuori”.
Non esiste nulla là fuori, oltre le immagini proiettate dalla nostra mente. Se non siamo d’accordo su questo presupposto è logico che non si possa condividere tutto il resto.

Il primo errore è credere di essere il proprio corpo e la propria mente, dandogli una consistenza reale e perdendo così di vista la totale illusorietà di quello che percepiamo.

Ora che abbiamo stabilito che il nostro costrutto fisico non è affatto fisico, che ce ne facciamo e dove andiamo con queste nozioni?
Il meglio che possiamo fare per ora è comprendere che la razza umana deve diventare agire da un punto di pace o di cooperazione e comprensione. Dobbiamo renderci conto che siamo tutti interconnessi, che qui possiamo risolvere i nostri problemi facilmente, dato che abbiamo una serie di soluzioni . Il solo modo in cui saremo in grado di implementare e utilizzare queste soluzioni è attraverso un cambio di coscienza. Il mondo si sta svegliando. La mia anima sa il significato di queste scoperte, che per la mente sono difficili da spiegare. Spero, perciò, di aver fatto decentemente la mia parte.

Se uno non rimane profondamente scioccato dalla meccanica quantistica significa che ancora non l'ha capita. Niels Bohr

FONTE:
http://www.campoquantico.it/wordpress/mondo-appare-solo-alloccorrenza/
http://www.shan-newspaper.com/web/scienze/1274-vivere-sullorlo-del-nulla.html


martedì 26 settembre 2017

Lutar contra algo indesejável, equivale a materializá-lo na nossa realidade.

Imagem Google


Os sonhos são projetos, não desejos!

Se seus sonhos forem desejos e não projetos de vida, certamente você levará para a sepultura seus conflitos. Sonhos sem projetos produzem pessoas frustradas, servas do sistema.

Vivemos numa sociedade consumista, numa sociedade de desejos, e não de projetos existenciais. Ninguém planeja ter amigos, ninguém planeja ser tolerante, superar fobias, ter um grande amor. Tantos estão à procura do grande amor e encontrá-lo é possível. Só não se deve esquecer, jamais, que você poderá ter o melhor parceiro ao seu lado, mas será infeliz se não tiver um romance com a própria vida. Contudo, para alcançá-lo, terá de deixar de ser escravo dos padrões de beleza do sistema, se amar intensamente aceitando-se como se é.

Muitos dançam sobre o solo, 
Mas não na pista do autoconhecimento.
São deuses que não reconhecem seus limites.
Como poderão se achar se nunca se perderam?
Como serão humanos se não se aproximam de si?
Quem são vocês? Sim, digam-me, quem são?
Quem é você? Qual é o seu GRANDE sonho? (O Vendedor de sonhos)

Muitos ficam constrangidos, não sabem responder quem são nem qual é o seu grande sonho. Vários homens bem-trajados, em especial aqueles que não dançam no solo mas se colocam na posição de críticos, ficam atordoados, diante de perguntas tão simples, mas tão penetrantes.
Diariamente vivem vidrados na cotação do dólar, nas cotações da bolsa de valores, em técnicas de liderança empresariais, em carros, hotéis, mas muitos jamais dançaram na pista do autoconhecimento, jamais caminharam no território psíquico.
Como poderia uma pessoa sem sonhos proteger a sociedade, a não ser que fosse um robô ou uma máquina de prender? Como um professor sem sonhos pode formar cidadãos que sonham em ser livres e solidários?
Sem filosofar a vida, se vive na superfície. Não se percebe que a existência é como os raios solares que despontam solenemente na mais bela aurora e se despedem fatalmente no ocaso.


Não poucas pessoas consumam muito, mas são autômatas, robotizadas, vivem sem propósitos, sem significado, sem metas, estéril por dentro, não se engravidam de novas idéias. São como especialistas em obedecer a ordens e não em pensar, o que faz aumentar o índice de transtornos psíquicos.
Não existem trajetórias sem percalços, nem oceanos sem tormentas. Conquistas sem riscos, são sonhos sem méritos. Ninguém é digno dos sonhos se não usar suas derrotas para cultivá-los.
Se o acaso for nosso deus e os acidentes, nossos demônios, seremos infantis. Não existem vítimas do sistema mas cada um é autor da sua própria história.
Se você achar que pra você, o destino é algo já pré-determinado, assim será. Nesse caso, você se entrega voluntariamente, nas mãos de outros, não importa de quem, e se torna um barco que navega com o arbitrio das ondas. Se, ao contrário, você reconhece que é criador do seu destino, aí então, você assume conscientemente a responsabilidade de tudo que lhe acontece e lutará com as ondas na tentativa de governar o próprio barco.

Mas fique atento! Você obterá sempre, aquilo que escolher.

O pensamento influencia fortemente o destino do homem, tanto quanto as ações concretas. Quando pensamos em algo, a frequência da energia dos nossos pensamentos se sintoniza em uma determinada zona da Mente Universal que permeia tudo que existe neste mundo. Passando através do corpo do homem, essa energia é modulada pelo pensamento e na saída, assume parâmetros correspondentes ao pensamento. Logo, as circunstâncias da vida se formam, não somente pelas ações concretas, mas, também, por efeito do caráter dos pensamentos de uma pessoa.

Se tiver uma postura hostil para com o mundo, esse mundo lhe responderá do mesmo modo. Se você for habituada a exprimir perenemente insatisfação, você irá encontrar, cada vez mais, motivo para se sentir insatisfeito. Ao contrário, uma postura sempre positiva, poderá mudar para melhor a sua vida, de uma forma natural. O homem obtém sempre aquilo que escolhe, quer aceite ou não. Se existe algo na sua vida que você não deseja, você pode escolher de mudar, mas antes você deve aceitar a coisa indesejada como uma criação sua, a qual decidiu que não lhe serve mais.

Não lute contra o indesejável. Ele vai se agarrar ainda mais em você!

Jamais lutar contra aquilo que você não gosta. Não se ire, não julgue mal nem perca o controle por uma fatalidade ou algo que você julga ruim. Lutar com toda força contra algo que não se quer, equivale a investir energia e atenção naquilo, e dessa forma, a coisa indesejada se materializará, fatalmente, na sua vida. Aceite-a como escolha sua, e diga adeus.

Cada manifestação de não aceitação, é uma emissão de energia com efeito bumerangue. As pessoas, geralmente, não têm uma ideia clara quanto aquilo que quer, mas sabem muito bem daquilo que não querem. Mirando a evitar fatos, coisas ou pessoas indesejáveis, muitos agem de modo tal a obter exatamente o contrário.

É preciso aprender a renunciar. Para renunciar, é preciso antes aceitar. Aceitando, você se sente livre de julgamentos e compreende que as ocorrências, por si mesmas, não são nem boas nem ruins. Elas são simplesmente o que são. Sem significados próprios, senão aqueles que você decide dar a elas. Dessa forma você decide, livremente de manter a ocorrência in-desejada ou deixá-la passar.
                                                                   TRAILER

Fonte: O Vendedor de Sonhos-Transurfing


martedì 19 settembre 2017

As novas tecnologias irão eliminar a pobreza e alongar a idade média de vida para além dos 100 anos!


Hoje, entre a tecnologia e seres humanos, começa a instaurar-se uma simbiose pela qual uma influencia os outros: a tecnologia que modifica o indivíduo (e consequentemente o seu estado físico e mental) e o indivíduo que, por sua vez, modifica a tecnologia. As modificações do estado físico e mental, induzidas pela técnica informática (hoje) e pela bio-engenharia (amanhã), provocam uma modificação da espécie que se adequa ao ambiente, modificado-a. Essa nova espécie, por sua vez, induz ulteriores modificações ao ambiente. Geralmente, se trata de um processo muito longo mas agora não é mais assim.
As novidades tecnológicas se alternam a um rítmo vertiginoso. A reação entre os seres humanos, a cultura e a sociedade é, às vezes, muito lenta e se torna sempre mais difícil controlar e acompanhar as mudanças.
O desenvolvimento tecnológico, o proliferar incontrolado da informação etc não são temas muito simples para um pobre sapiens mortal. Mas, por outro lado, são argumentos importantes sobre os quais precisa-se refletir, se quisermos entender como será o futuro.

Desde a Revolução Industrial que a sociedade não assistia tempos tão revolucionários, como as inovações na saúde, por exemplo, que nos prometem aproximar quase à vida eterna; as evoluções da internet, que nos acenam uma independência laboral e um caminho para o fim da pobreza; ou as novas formas de empreendedorismo, mais socialmente responsáveis.

As mudanças serão cada vez mais rápidas
Depois de inventar a roda, a humanidade demorou mais de cinco mil anos para aprender a voar. Mas entre a primeira descolagem de um avião e a aterragem na Lua, decorreram apenas 66 anos.
O primeiro iPhone surgiu em 2007. Os satélites do sistema GPS só ficaram em órbita em 1995; 20 anos depois, entre apps e equipamentos de navegação, a maior parte das pessoas tem um computador a dar-lhe indicações com a ajuda de satélites.
Hoje, quase não conseguimos lembrar da vida pré-Wikipédia, Skype, Facebook, YouTube, iPhone e iPad apesar de todos estes sites e produtos terem nascido depois do ano 2000.
Sabemos que tempo está fazendo lá fora, simplesmente consultando um computador que cabe na palma da mão, antes mesmo de abrir a janela; fazemos telefonemas olhando para o nosso interlocutor; avistamos drones a filmar-nos lá do alto e encolhemos os ombros; cruzamo-nos com carros elétricos nas estradas. E lemos as notícias de um novo gadget ou salto tecnológico com a ligeireza de quem espreita o menu num restaurante.
Armazenamento em "nuvem"? Smartwatches? Impressoras 3D? Carros que se conduzem sozinhos, auto-móveis na total acepção da palavra? Nada nos surpreende. A ficção científica deixou de existir e se confunde com a realidade. A tecnologia e as mudanças velozes na sociedade, são mais férteis e voam mais rápidas que a nossa imaginação.

A Vida já está se alongando de modo incrível
Durante o século XX, a expectativa média de vida nos países desenvolvidos cresceu 30 anos. Claro que uma boa parte deste aumento é atribuível à redução da mortalidade infantil, já em níveis próximos de zero, pelo que ninguém espera um novo incremento de 30 anos de vida até ao fim do século XXI. Mas uma série de avanços nas ciências médicas prometem nos fazer beber as gotas da fonte da juventude: terapia personalizada e direcionada, baseada na informação genética de cada um, nanomedicina, que permite atingir partes quase inacessíveis do corpo e aplicar a medicação no ponto exato em que é necessária, cirurgia robótica, mais precisa do que a mão humana, reprogramação celular, para reverter os efeitos do envelhecimento das células, cultura de órgãos a partir de células estaminais. Existe uma esperança média de vida superior a 105 anos já nos pròximos 50-100 anos, e isto sem levar em conta qualquer nova revolução científica que trave o envelhecimento das células. Há cientistas que acreditam que a primeira pessoa a atingir os 150 anos já nasceu (até agora, o recorde é de 122 anos). O mundo em desenvolvimento deverá ver a sua expectativa de vida aumentar ainda mais, proporcionalmente, face à melhoria de condições básicas (como acesso à água potável) e controlo ou erradicação de doenças como a malária.

O trabalho será mais independente e mais global
Paradoxalmente, a modernidade propiciou-nos um regresso ao passado: aos tempos em que um homem vendia ao seu vizinho o que ele próprio cultivava ou manufaturava.

A grande diferença é que hoje somos todos vizinhos. Num mundo globalizado a uma escala nunca antes concebida, cada vez mais pessoas fundam uma microempresa com janela para os cinco continentes, seja como principal meio de sustento seja como complemento aos rendimentos oficiais. A internet tornou-nos potenciais produtores, com clientes à distância de um clique. Ou de um "gosto": com o auxílio imprescindível das redes sociais, milhares de pessoas transformaram num negócio uma qualquer especialidade que antes não passava de um passatempo.
Tenho jeito para fazer doces? Crio uma página no Facebook e vendo-os. Sei desenhar e sou criativo? Invento logótipos para empresas daqui até à China. A explosão da economia de partilha potenciou e simplificou ainda mais esta realidade. Tenho um carro? Torno-me motorista da Uber e ganho dinheiro transportando gente de A a B. Há um quarto vago na minha casa? Disponibilizo-o no Airbnb a turistas.
A inexistência de fronteiras virtuais faz de cada um de nós inventor, produtor e vendedor, sem necessidade de intermediários nem uma rede de distribuição clássica. E isto é só o princípio. Não só esta crescente independência tende a reforçar-se como uma das últimas e mais revolucionárias inovações dos últimos anos, mas fará com que este novo tipo de trabalho se torne menos manual, mais automatizado.

Impressoras 3D, as máquinas que irão simplificar a vida
Aparentemente, não passam de mais um gadget. Um brinquedo caro. Mas, na verdade, estas máquinas têm a capacidade de mudar o mundo da produção industrial.
As impressoras 3D, que funcionam através da aplicação de camadas de material maleável a altas temperaturas (normalmente plástico, que endurece ao arrefecer), prometem transformar cada casa numa microfábrica. Por agora, os equipamentos são dispendiosos (a impressora mais pequena e simples custa 500 euros), e o processo de aplicação é moroso. Será, no entanto, uma questão de tempo até a massificação fazer baixar o preço das máquinas e a tecnologia afinar e acelerar o seu funcionamento. A partir daí, qualquer pessoa pode dar corpo às suas criações: peças de design, brinquedos, sapatos, objetos de uso comum, modelos arquitetónicos, próteses. Do ponto de vista macroeconômico, a existência de milhões de impressoras pessoais, ou de milhares de impressoras industriais, mudará o paradigma atual de fabrico, assente no outsorcing de mão de obra barata de países como a China e a Índia, fazendo regressar a produção à Europa e aos EUA, onde está a procura.
Ao nível das grandes empresas, essa alteração não acarretará um aumento de postos de trabalho no Ocidente, apesar de lhe aumentar a competitividade apenas trocará um trabalhador de um país em desenvolvimento por um robot num Estado desenvolvido. E ainda levará a um novo patamar da pirataria: um relatório do Gartner Group estima que as perdas resultantes de violação de propriedade intelectual provocada pela popularização das impressoras 3D, atingirão os 90 bilhões de euros. daqui a três anos.
Mas esta será também uma explosão de oportunidades para criadores, que têm aqui uma arma para atacar o mercado, beneficiando-se das circunstâncias.

Todos seremos interconectados, criando um mercado global
A internet é a via rápida para o fim da pobreza. Dito assim, soa no mínimo simplista. Mas é esse o caminho que Mark Zuckerberg propõe: pôr todas pessoas online como primeiro passo para criar riqueza.

Não parece grande feito para quem vive na Europa, onde 80% da população está ligada à rede. Olhando mais além, porém, percebemos que apenas um terço da Humanidade tem acesso à internet.
O plano do fundador do Facebook passa por uma parceria com alguns dos gigantes mundiais das telecomunicações móveis para levar internet barata, ou mesmo gratuita, às regiões menos desenvolvidas, com particular ênfase na promoção e no desenvolvimento de planos de pequenos negócios. Não é coisa pouca: um estudo da Deloitte estima que a massificação da internet no mundo em desenvolvimento pode criar 140 milhões de postos de trabalho. A globalização será total. É a democratização completa do mercado: a criação do próprio emprego será cada vez mais a regra e, no limite, ninguém depende de terceiros, de multinacionais, a controlar todo o processo de criação e fabrico de produtos. A absoluta massificação da internet ajudará a reduzir o número de pobres para metade, até 2030, e será o motor de crescimento da classe média, que nos próximos 15 anos deverá crescer do atual um bilhão de pessoas para dois ou mesmo três bilhões. Uma evolução que deverá acarretar sérias consequências políticas e de equilíbrio global. A China, que se espera vir a ter 75% da sua população nesta faixa económica, pode "sofrer" enormes pressões democráticas; muitos analistas consideram que 12 mil dólares de PIB per capita são o ponto de não retorno a um sistema ditatorial, sendo que a China está neste momento nos sete mil dólares (em Portugal, é 22 mil). Mas a internet e as tecnologias são também uma ameaça à democracia, já que está neste mesmo mundo interconectado...

Aumento da vigilância dos cidadãos sobre governos e empresas
Quando Edward Snowden, ex-analista da CIA, começou a divulgar os hábitos e as estratégias das agências de espionagem americanas, a suspeita transformou-se em certeza: nem tudo o que fazemos na internet fica na internet. Entre programas informáticos que funcionam como "portas traseiras", por onde os espiões de vários governos entram e recolhem informação de milhares, ou milhões, de cidadãos, e ordens oficiais e oficiosas de entrega de informação por parte de gigantes como o Google, o Facebook e a Apple, tudo o que fazemos é passível de ser monitorizado. E a maioria da população parece resignada. Após o choque e indignação iniciais, as constantes novas revelações de Snowden pouco brado provocam.
Damos por adquirida a inevitabilidade de um Estado orwelliano. Encaramo-lo como um justo preço a pagar pela segurança, pelo ainda mais alto valor da vida. Impressionados e amedrontados pelas imagens de decapitações e outras barbáries vindas do Estado Islâmico e seus derivados, abdicaremos voluntariamente de muitas liberdades fundamentais e sacrificaremos a nossa privacidade.
Com a justificação de prevenir o terrorismo, o aumento da vigilância e controlo sobre as sociedades será crescentemente pacífico entre os povos. Esta é, no entanto, uma faca sem cabo: os criminosos também têm acesso à rede, e portanto...

As ameaças terroristas passarão para o mundo cibernético
Quanto mais importante e central for a internet na sociedade moderna, quanto mais real for o mundo virtual, mais vulneráveis seremos a ataques cibernéticos e mais destrutivo se revelará cada um desses atentados. Como que a juntar miséria à pobreza, a origem do ciberterrorismo é difícil de detectar e as suas consequências devastadoras, face à relativa facilidade de implementação, são armas baratas, que estão ao alcance de pequenos Estados e até grupos ou indivíduos. Uma das provas mais contundentes aconteceu na Estónia em 2007: na sequência de uma polêmica com a Rússia sobre uma estátua estalinista, o país foi alvo de uma série de ciberataques que na prática cortaram o acesso da população à internet durante três semanas.

A automatização dos sistemas, potenciada pela evolução da inteligência artificial e consequente ausência de elementos humanos, torna ainda mais catastrófico este novo tipo de crime. A chantagem é outra tática que já mostrou resultados: o filme A Entrevista viu a sua exibição a larga escala cancelada pela Sony, após hackers terem roubado emails comprometedores da administração da empresa e exigido a suspensão da película, que ficciona o assassinato do líder norte-coreano. Naquele caso, era apenas uma comédia de gosto discutível, ainda que tenha posto em causa a liberdade de expressão. Mas isto é só o início, até porque a vida e a economia estarão cada vez mais dependentes da internet.

Com as transações na internet a crescerem desenfreadamente há três anos, as compras online globais ultrapassaram, pela primeira vez, o mítico bilhão de dólares; era uma questão de tempo até o próprio dinheiro ser virtual. E ele aí está. Hoje, há cerca de 15 moedas não reguladas por nenhum Estado, sendo a bitcoin a estrela entre elas: estima-se que mais de cem mil empresas já a aceitem como forma de pagamento, incluindo gigantes como a Microsoft (isto apesar da volatilidade da moeda: de 210 euros, em poucos meses, desceu aos 50 e subiu aos mil euros). As crises econômicas, nomeadamente a europeia, têm contribuído para uma parte deste sucesso.
Mas não explica tudo. Na realidade, com a profusão de empresas unipessoais, impulsionadas pela internet, tudo aponta para que moedas como esta explodam em popularidade. Afinal, o dinheiro não tem valor intrínseco vale apenas como meio de troca para serviços e objetos com utilidade. Se duas pessoas acordarem, até grãos de areia podem ser moeda. Quase desvaloriza a noção de dinheiro.

O lucro vai deixar de ser o único objetivo das empresas.
A sustentabilidade é um novo fator de competitividade.
Foi-se o tempo em que a maximização das receitas e minimização das despesas eram as únicas coisas que importavam. Hoje, as preocupações ambientais e sociais são parte crucial dos planos estratégicos de qualquer empresa moderna. E não nos referimos a greenwashing (marketing puro, sem substância a acompanhá-lo). Uma companhia do século XXI prova ter visão de longo prazo quanto mais socialmente responsável se mostrar ou seja, ter uma pegada positiva na sociedade e na natureza, prova a sua própria sustentabilidade econômica e financeira.
Esta abordagem, além de ser um fator diferenciador, de competitividade, aos olhos do consumidor, permite-lhe atrair os melhores talentos, reduzir despesas através da racionalização da energia, da água e da matéria-prima, aumentar a produtividade dos trabalhadores, beneficiar de sistemas fiscais mais amigáveis e até de conseguir melhor crédito bancário; há uma crescente tendência de os bancos incluírem a responsabilidade social nos fatores que ajudam a calcular a taxa de juro dos empréstimos. E ainda bem que o mundo empresarial está mudando.


Fonte: Revista online Visão: http://visao.sapo.pt/